domenica 26 aprile 2009

Intercettazioni, Berlusconi apre

«Saranno possibili per i reati di corruzione, concussione, peculato, oltre che per quelli superiori a 10 anni»Silvio Berlusconi (LaPresse) ROMA - Il premier Silvio Berlusconi torna e accelera sulla questione intercettazioni. E lo fa approfittando della conferenza stampa organizzata a Palazzo Chigi per lanciare il piano del governo sull'e-government e la digitalizzazione della Pubblica Amministrazione. Pur ribadendo che le intercettazioni sono «uno strumento di indagine che la nostra Costituzione definisce "eccezionale" anche perché sacrifica la privacy dei cittadini», il presidente del Consiglio ha voluto sottolineare che il governo non vuole «in alcun modo impedirle, ma utilizzarle solo per casi particolari». Spiegando di non essere dunque contrario allo strumento, Berlusconi ha però sottolineato l’importanza che il suo ricorso avvenga solo in presenza di un reato già provato «per poter aumentare le prove a carico». Ferma restando la propria condivisione alle intercettazioni per tutti quei reati che prevedono pene superiori ai dieci anni di reclusione, Berlusconi ha comunque aggiunto che le intercettazioni resteranno possibili per i reati di corruzione, concussione e peculato. Sulla riforma delle intercettazioni dunque la maggioranza alla fine un'intesa la trova: si potranno chiedere per tutti i reati («ad eccezione di quelli minori o bagatellari») senza particolari limitazioni. Ma solo per un periodo di tempo ristretto, se ci saranno già degli indizi e «prevedendo severi controlli» per evitare ogni abuso. In caso di fuga di notizie, precisa il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, verranno puniti responsabili ed editori, «ma non i giornalisti». Dopo il vertice di martedì a Palazzo Grazioli tra i leader del centrodestra (dedicato praticamente solo al nodo intercettazioni) e la riunione di mercoledì mattina tra i "tecnici" di Pdl e Lega, la "quadra" è quella di fare un passo indietro rispetto anche al testo del governo rinunciando ad ogni limitazione, così come avevano chiesto gli esponenti del Carroccio e di An. Sul punto è chiarissimo il ministro della Difesa Ignazio La Russa: «Si è deciso, tutti d'accordo di non prevedere più alcuna limitazione se non per i reati minori, quelli bagatellari, di nessuna importanza. Per tutti gli altri, invece, si potranno autorizzare, ma con limiti temporali ben precisi e prevedendo rigorosissimi controlli anche sui magistrati. Disponendo cioè tutte le misure più idonee per evitare gli abusi». Una «marcia indietro» per coprire le divisioni nel centrodestra, è stato il commento del Pd con il ministro ombra della Giustizia Lanfranco Tenaglia. NO AL CARCERE PER I GIORNALISTI - Un emendamento del governo, su proposta dello stesso ministro della Giustizia Angelino Alfano, per eliminare le sanzioni penali nei confronti dei giornalisti previste nel ddl sulle intercettazioni che pubblicano atti di cui è vietata la divulgazione: è questa l'ipotesi allo studio del governo che, rispetto agli emendamenti parlamentari che entro giovedì dovranno essere presentati in Commissione Giustizia, ha più tempo per avanzare proposte di modifica al testo base. Il ddl Alfano dello scorso giugno prevedeva il carcere da uno a tre anni e un'ammenda fino a 1.032 euro per i giornalisti che pubblicano le intercettazioni di cui sia vietata la pubblicazione. L'orientamento è, dunque, eliminare la sanzione penale nei confronti dei cronisti e di inasprire quelle a carico degli editori. GIUSTIZIA -Sempre a Palazzo Chigi il premier è tornato sul nodo giustizia. «Non è vero - ha detto . che non siamo d'accordo con la Lega» sulla riforma della giustizia e su quella delle intercettazioni: «Stiamo esaminando la riforma punto per punto: ho cominciato questa messa a punto perché non voglio emendamenti in Parlamento che vengono presentati da questa o quella parte politica senza preventiva discussione». Il presidente del Consiglio ha ribadito poi l'intenzione di presentare al Cdm del 23 gennaio il provvedimento sull’edilizia carceraria. «Vogliamo intervenire - ha spiegato - sul sistema carcerario che è sotto pressione. Lo Stato può togliere la libertà, ma non deve togliere la dignità, la salute o la vita. Questo oggi non è rispettato, occorrono nuove carceri. Spero di poter usare il decreto legge, altrimenti i tempi sarebbero troppo lunghi», ha spiegato Berlusconi. DIGITALIZAZZIONE - A Palazzo Chigi il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha lanciato il piano del governo sull'e-government e la digitalizzazione della Pubblica Amministrazione. «Prevediamo - ha detto - che entro il 2012 ci possa essere l'abolizione totale della carta nella Pubblica Amministrazione, perché ogni pratica sarà digitalizzata e tutto potrà essere fatto da casa col proprio pc». «Entro il 2012 - ha aggiunto il premier - ogni cittadino sarà dotato di casella posta elettronica per comunicare con la Pa». STOP CONSULENZE - Elencando i risultati ottenuti dal governo nell'innovazione della Pubblica Amministrazione, Berlusconi ha messo in particolare l'accento sull'assenteismo nel pubblico impiego «crollato - ha detto - di oltre il 40%». Il Cavaliere ha poi annunciato che il governo ha, tra gli altri, «l'obiettivo di azzerare le consulenze e fare così un «bel risparmio visto che le consulenze costano 2,5 miliardi».

Nessun commento:

Posta un commento