domenica 26 aprile 2009

Federalismo, accordo governo-regioni a statuto speciale. Il ddl alla Camera

Il Pd verso l'astensione. L'Udc: è uno spot elettorale. Idv incertoROMA (16 marzo) - Per il ministro delle Riforme Umberto Bossi l'intesa concordata con le autonomie speciali «è un piccolo passo in avanti» verso il federalismo. Oggi incontro tra i presidenti delle Regioni a statuto speciale e delle Province autonome e il Governo. Tra le decisioni prese l'approdo al Patto di stabilità in sostituzione del precedente Patto di convergenza; l'istituzione di un confronto nell'ambito della Conferenza Stato-Regioni tra Governo e singole realtà a statuto speciale; la mancata cancellazione dell'art. 25 del ddl sul federalismo fiscale. All'ordine del giorno l'esame dell'articolo 25 del ddl sul federalismo fiscale, che dirime tra l'altro l'ambito delle accise, della solidarietà e della perequazione. Concluso l'esame in commissione la discussione sul federalismo fiscale approda alla Camera. La maggioranza è compatta nello spingere per l'approvazione del ddl, che dovrà poi tornare al Senato per la conferma delle correzioni apportate alla Camera. L'opposizione è invece divisa sul da farsi. Il Pd è orientato verso l'astensione, l'Idv potrebbe anche votare a favore mentre sulla linea del no c'è l'Udc di Pier Ferdinando Casini. Per Calderoli alla fine «ha prevalso il senso di responsabilità». Sulla stessa linea Maurizio Sacconi, secondo il quale è necessario «mettere tutti i territori in condizione di esprimere al meglio le proprie potenzialità». Il presidente della Regione Sicilia, Raffale Lombardo, non ha nascosto la sua soddisfazione per il fatto che l'art. 25 del ddl sia rimasto intatto. Il neo-governatore della Sardegna, Ugo Cappellacci, ha lodato il nuovo orientamento. Il presidente del Friuli Venezia Giulia, Renzo Tondo, ha spiegato che realtà «come la nostra non sono insensibili agli allarmi lanciati dalle Regioni ordinarie, ma queste dimenticano le tante competenze a cui siamo chiamati a far fronte sotto il profilo finanziario, prime su tutte scuola e sanità». D'accordo Lorenzo Dellai, presidente della Provincia Autonoma di Trento, che si augura «che questo accordo ispirato al principio di responsabilità possa attenuare la crescente ostilità verso le autonomie speciali». Infine, se Augusto Rollandin, presidente della Valle d'Aosta, loda la sostituzione del Patto di convergenza «con un rinvio al Patto di stabilità interno», il governatore dell'Alto Adige Luis Durnwalder sottolinea che il richiamo alla gestione di bilancio «non trova la Provincia di Bolzano impreparata». La posizione del Pd. Il segretario del Pd Dario Franceschini, così come il vertice del gruppo alla Camera, sarebbe orientato ad astenersi nel voto in Aula sul federalismo fiscale. Il testo è stato ulteriormente modificato rispetto al Senato, dove già il Pd si astenne, accogliendo molti emendamenti del Partito Democratico. L'Udc. «Questo federalismo è uno spot elettorale confezionato per legittimare le ambizioni politiche della lega». È severo il giudizio del leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini sul federalismo fiscale. «In una situazione drammatica sotto il profilo economico e sociale - sottolinea - si perde l'occasione di disboscare e di disboscare: non c'è l'abolizione delle province, mentre sulla liberalizzazione dei servizi locali si è tornati indietro anche rispetto alle modifiche imposte nella scorsa legislatura da Rifondazione Comunista». Il Pd ha presentato una mozione che propone di allentare il patto di stabilità per i comuni, e ora chiede alla maggioranza di non mettersi di traverso quando, domani, sarà messa ai voti in aula. L'Idv, che in commissione ha votato insieme alla maggioranza il mandato al relatore, non ha ancora deciso quale atteggiamento tenere: «Il testo è stato indubbiamente migliorato, ma tutto dipenderà dall'esame degli emendamenti in aula», ha spiegato il dipietrista Antonio Borghesihttp://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=50852&sez=HOME_INITALIA

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