domenica 26 aprile 2009

Imprese, spuntano 13 miliardi

Ipotesi di un anticipo dei crediti dalla Cassa Depositi. Bossi: investiamo per aiutare le PmiLUCA FORNOVOROMAI soldi «veri» del governo alle piccole e medie imprese, richiesti a gran voce dalla leader degli industriali, Emma Marcegaglia, potrebbero arrivare dalla Cassa depositi e prestiti (Cdp), che avrebbe a disposizione 13 miliardi. Secondo quanto risulta alla Stampa, domani nel corso del tavolo di confronto sulle Pmi, promosso dal ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, si parlerà anche del ruolo che la Cassa potrebbe svolgere per aiutare le aziende. Un’ipotesi che si fa strada è che la Cdp possa anticipare alle Pmi in maggiore difficoltà una parte di quei debiti - secondo il Tesoro il debito totale è di 30 miliardi, per Confindustria sono 70 miliardi - che la pubblica amministrazione ha nei confronti delle imprese che hanno fornito servizi allo Stato. Ora la Cdp ha a disposizione 13 miliardi, di cui 11 miliardi derivano dal risparmio postale e 2 miliardi dal plafond della Banca europea degli investimenti (Bei). Gli 11 miliardi provengono da un fondo rotativo di 6 miliardi, di cui ne sono stati utilizzati solo 2 e di cui ne rimangono quindi 4, da un altro fondo rotativo per gli interventi regionali da 2 miliardi e da altri 5 miliardi del plafond che può essere usato per finanziamenti alle banche con il vincolo che poi li usino per sostenere le Pmi. Domani si parlerà anche del fondo di garanzia, ora previsto in 600 milioni, dello sportello unico per le imprese e della semplificazione amministrativa. Ma il tavolo tecnico sulle Pmi sarà preceduto da un vertice più politico: nell’incontro di stasera, a partire dalle 18, Emma Marcegaglia sottoporrà al premier Silvio Berlusconi e al ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, un pacchetto di misure a favore delle imprese, con «fondi veri», che, se accettate, potrebbero essere veicolate attraverso il decreto sugli incentivi ai settori in difficoltà all’esame della Camera. Marcegaglia proporrà la detassazione degli utili reinvestiti in innovazione e in ricerca. Una proposta che, secondo fonti vicine all’entourage del premier, «anche il governo sta valutando molto attentamente» a testimonianza del fatto che «a dispetto delle polemiche strumentalizzate nei giorni scorsi, tra governo e Confindustria ci sono più punti di contatto che di disaccordo». Alla vigilia dell’incontro Berlusconi ha, poi, cercato di smorzare le polemiche dicendo che il governo è pronto ad accogliere «suggerimenti» da parte delle imprese, ma nel «rispetto dei vincoli di bilancio» e, soprattutto, ascoltando tutti gli operatori «in trincea» e, quindi, le industrie, le imprese anche più piccole, gli artigiani e i commercianti. Ma le polemiche non si fermano. Appoggiando la Marcegaglia il leader della Lega, Umberto Bossi dice: «Le piccole e medie imprese vanno aiutate. Se non si investe lì, chiuderanno un sacco di fabbriche». Mentre Massimo D’Alema punzecchia il governo che ha fatto «un’operazione in cui non ci sono soldi veri, come ha detto giustamente la presidente di Confindustria, ma solo un’operazione di maquillage».http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/politica/200903articoli/41950girata.asp

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