domenica 26 aprile 2009

Crisi, Tremonti: "La paura è finita"

Il ministro cita Obama: «Segnali di speranza, il peggio è alle spalle». Sacconi alle imprese: non licenziateROMALa paura di un crollo delle Borse, di un’apocalisse dell’economia «è finità». L’incubo degli incubi è passato. E anche se siamo ancora in una fase di «incognita», la gente ha iniziato a tirare un sospiro di sollievo. Citando Obama, il ministro dell’Economia Giulio Tremonti, rassicura: ci sono segnali di speranza, il peggio della crisi forse è ormai alle spalle. E di inversione di tendenza parla anche il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi. Su quando si uscirà dalla crisi Tremonti non ha un’idicazione precisa ma, parlando nel corso della trasmissione In mezz’ora, sottolinea che «il rischio di un’apocalisse finanziaria si sta riducendo. In America nessuno più pensa a un fallimento globale, perchè sono intervenuti i governi e lo stesso nell’Est Europa e nell’Est asiatico. La paura di un crollo delle Borse e della finanza mi sembra finita e la gente ha tirato un respiro di sollievo perchè è finito l’incubo degli incubi». «Siamo ancora in una situazione di incognita», ha tuttavia precisato Tremonti, secondo cui «sicuramente è finita la paura dell’apocalisse. È rallentata la caduta, dall’autunno in poi, del traffico e del commercio che è la nostra ricchezza. Guardiamo al futuro con qualche speranza». Come ha detto Obama. Per il ministro del Welfare, Sacconi ci sono le condizioni per un «cauto ottimismo». «Se si considera per la prima volta dopo mesi la crescita del 3,5% degli ordini dall’estero - ha proseguito Sacconi - e se si considerano gli andamenti dei noli, i segnali positivi che provengono perfino dall’acquisto dei beni durevoli oltre alla più generale percezione che il mercato finanziario globale stia superando le maggiori preoccupazioni d’instabilita». Sacconi rivolge poi un appello «a tutte le imprese, per una vera e propria, libera e responsabile, moratoria ai licenziamenti». Il ministro del Welfare, ha ricordato che lo Stato ha messo a disposizione «ingenti risorse per proteggere il reddito nei casi in cui l’attività lavorativa viene sospesa e quindi permane vivo il rapporto di lavoro». «Di fronte alla caduta della domanda - ha aggiunto Sacconi - le imprese possono mantenere il rapporto di lavoro, anche se sono costrette a ridurre la produzione e quindi l’attività lavorativa. Senza dimenticare la possibilità che la minore attività lavorativa venga spalmata su più persone attraverso i contratti di solidarietà». Questo, ha osservato Sacconi, garantisce «coesione sociale e, allo stesso tempo, la capacità della nostra base produttiva di ripartire tempestivamente, nel momento in cui si dovesse determinare una ripresa della domanda». Il ministro del Welfare ha ricordato che l’Italia sta già governando le conseguenze della crisi sull’occupazione «con una minore propensione al licenziamento degli altri Paesi». La moratoria dei licenziamenti, richiesta dal ministro e sostenuta dalle risorse messe in campo da Stato e regioni «appare dunque - prosegue una nota - come la via più utile e saggia da seguire in attesa della ripresa». http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/economia/200904articoli/42940girata.asp

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