mercoledì 29 aprile 2009

FEDERALISMO: VIA LIBERA DA SENATO, DDL E' LEGGE


di Alessandra Chini


ROMA - La riforma federalista, vera ragione sociale della Lega dai tempi in cui il Senatur Umberto Bossi parlava di secessione, è legge. Il Senato ha approvato con 154 voti a favore, 87 astensioni e soli 6 voti contrari (i tre senatori dell'Udc, e tre del Pd, Marco Follini, Claudio Molinari e Franco Bruno) il disegno di legge delega sul federalismo fiscale, la 'cornice' che dà autonomia di entrata e di spesa alle autonomie locali. Nel voto finale, il Pd conferma l'astensione della Camera. Il testo, dice la capogruppo del partito di Franceschini al Senato, Anna Finocchiaro, è migliorato rispetto all'ipotesi iniziale, al 'modello lombardo', proprio grazie al contributo dell' opposizione, ma "restano dei nodi irrisolti". L'Italia dei Valori, invece sceglie di votare sì. "Votiamo a favore di questa legge - dice il capogruppo del partito di Di Pietro, Felice Belisario - non per fare un favore a una parte politica che tanto tiene a questa riforma, ma perché riteniamo che questo Paese meriti l'innovazione e l'Idv accetta questa sfida". La Lega esulta e, pur sottolineando l'importanza del dialogo, che ha portato all'approvazione del ddl dopo 6 mesi di dibattito in Parlamento, rivendica anche quella che è una propria battaglia. "La battagliadella Lega - scandisce tra gli applausi il capogruppo Federico Bricolo - l'abbiamo iniziata da soli, con la stampa e i partiti della Prima Repubblica contro. L'abbiamo portata avanti fuori dai palazzi e col popolo. E' stata una battaglia dal basso e per questo ringraziamo i tanti militanti che da anni con le scritte, i manifesti, i gazebo, hanno continuato a portarla avanti". Sono gli stessi toni usati dal ministro dell'Interno Roberto Maroni ("E' un giorno storico"), e dal capogruppo alla Camera, Roberto Cota: "Non si torna più indietro, è la fine del centralismo". Tutti i ministri della Lega sono in Aula al momento del sì finale e i senatori sventolano i fazzolettoni verdi con il simbolo del Carroccio. Poi Umberto Bossi si chiude con i suoi per festeggiare. Ci sono il figlio Renzo e la moglie Manuela; alla festa federalista fa capolino anche il ministro dell' Economia Giulio Tremonti. Non può mancare il ministro della Semplificazione, Roberto Calderoli, colui che ha seguito passo passo tutto il ddl e che si appresta a mettere mano anche alla Carta delle Autonomie e alle riforme costituzionali, che completeranno il quadro. E' felice tanto da suggerire di giocare al lotto la cinquina dei numeri dell'entrata il vigore della legge delega. Per il resto, torna a ribadire, e suona un po' come una risposta alle ultime prese di posizione di Silvio Berlusconi, che "il dialogo è la via maestra" che ha portato, esattamente a un anno dall'insediamento della XVI legislatura, ad approvare un riforma di vasta portata, la prima del governo Berlusconi ter. "Un buon compleanno", commenta il presidente del Senato Renato Schifani. "A un anno esatto dall'insediamento del Senato - dice la seconda carica dello Stato - il clima di collaborazione o almeno di legittimazione reciproca comincia a dare i suoi frutti".


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