domenica 26 aprile 2009

Federalismo, via libera della Camera

Il Pd si astiene, "sì" dei dipietristi.Bossi esula: «Spariti tutti i dubbi»E il testo torna a Palazzo MadamaROMAIl ddl sul federalismo fiscale ottiene il via libera della Camera e guadagna il voto favorevole dell’Idv e l’astensione del Pd. Un risultato che viene salutato con soddisfazione dal leader della Lega, Umberto Bossi: «Ormai è fatta, tutti si sono pentiti e hanno perso i loro dubbi, tranne Casini che lo fa per prendere voti di chi al Sud è contrario al federalismo». Per il voto finale a Montecitorio è arrivato quasi tutto il governo, a partire dal presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi: «È un nuovo passo sul cammino della modernizzazione dello Stato», ha detto il premier che ha poi incontrato il leader del Carroccio nello suo studio alla Camera. «Stasera si festeggia con prosecco di Valdobbiadene, lo spumante dell’Oltrepò pavese» - ha detto il ministro Roberto Maroni ai giornalisti che lo hanno avvicinato in Transatlantico -. «Il 2009 poi è un anno particolare: sono trent’anni che ho conosciuto Bossi». Pier Ferdinando Casini conferma invece il suo no al provvedimento accusando le altre forze di opposizione di essere subalterne alla Lega: «Al Nord ci andiamo con le nostre gambe - ha detto il leader dell’Udc in Aula -, non ci serve il lasciapassare di Calderoli e rifiutiamo il ricatto delle alleanze periferiche che segna annessioni e subalternità, l’Udc non è interessata a vedere i propri principi calpestati». Poco prima invece Antonello Soro per il Pd aveva spiegato che «l’astensione dei democratici non è una delega in bianco al governo» e confermato i dubbi e la mancanza di fiducia verso l’esecutivo: «Noi non ci fidiamo di questo governo perché è federalista a parole e centralista nei fatti» ma dietro la decisione di astenersi sul voto finale, spiega il capogruppo democratico, c’è anche l’appello rivolto a fine anno dal capo dello Stato alle forze politiche per collaborare sulle riforme, e la consapevolezza che il testo è migliorato grazie alle modifiche introdotte dal Pd. I voti a favore sono stati 319, 35 quelli contrari, 195 gli astenuti. Dopo la proclamazione del risultato della votazione si è levato un forte applauso dai banchi della Lega, dove è stata esposta per qualche secondo una bandiera, immediatamente ritirata. In mattinata nel Pd c’è stato anche un dibattito sulla scelta dell’astensione che ha registrato la contrarietà di undici deputati, alcuni dei quali hanno confermato il no in Aula contravvenendo alla disciplina di partito invocata dal segretario, Dario Franceschini: «Quello sul federalismo non è un voto di coscienza, perciò è grave se alcuni parlamentari dissentono dalla linea decisa dalla maggioranza del gruppo». Convinto il sì dell'Italia dei valori «Serve più al Sud che al Nord» ha detto in aula Leoluca Orlando, il portavoce, «oggi votiamo non un annuncio, ma una cornice con paletti e garanzie». E la Lega già pensa al prossimo capitolo: «È una bella riforma - ha commentanto Calderoli -. È un’altra tappa. Questa era la più alta da scalare. Ora torniamo al Senato per l’ultimo passaggio e subito dopo federalismo costituzionale. Anche quella è una bella riforma. E non perchè l’ho scritta io».http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/politica/200903articoli/42203girata.asp

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