martedì 12 maggio 2009

UNHCR A GOVERNO, RIAMMETTERE I RESPINTI


ROMA - L'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) ha annunciato a Ginevra di aver scritto al governo italiano esprimendo "grave preoccupazione" per il rinvio in Libia di migranti intercettati o soccorsi in mare e per chiedere alle autorità italiane di "riammettere quelle persone rinviate dall'Italia ed identificate dall'Unhcr quali individui che cercano protezione internazionale". Per l'Onu il principio del non respingimento non conosce limitazione geografica.D'accordo anche il Segretario generale dell'Onu Ban Ki-Moon, che "appoggia" le richieste dell'Unhcr all'Italia di riammettere i respinti che hanno i requisiti per chiedere protezione. Lo ha assicurato all'ANSA Farhan Haq, portavoce del segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon. L'Onu "appoggia la richiesta dell'Alto commissariato per i rifugiati (Unhcr)", che ha espresso oggi "grave preoccupazione" verso l'Italia per il rinvio di migranti intercettati o soccorsi in mare, ha aggiunto. Il portavoce ha spiegato che l'Unhcr è la "voce guida dell'Onu per quanto concerne i rifugiati, e i rapporti con Roma su questo tema saranno gestiti dallo stesso commissariato, nella persona del suo alto rappresentante, Antonio Guterres". Haq ha precisato che il Palazzo di Vetro di New York, che è in contatto quotidiano con l'agenzia dei rifugiati, "rispetta la richiesta contenuta nella lettera dell'Unhcr al governo italiano"."L'Unhcr-Roma - ha detto a Ginevra il portavoce Ron Redmond - ha mandato stamattina una lettera al governo italiano per affermare che l'Unhcr, pur essendo cosciente del problema che l'immigrazione irregolare pone all'Italia e agli altri Paesi dell'Ue, resta gravemente preoccupato che la politica ora applicata dall'Italia mina l'accesso all'asilo nell'Unione europea e comporta il rischio di violare il principio fondamentale di non respingimento" (non refoulement) previsto dalla Convenzione del 1951 sui rifugiati. "Il principio di non respingimento - ha detto il portavoce Ron Redmond in un briefing alla stampa - non conosce limitazione geografica e gli Stati sono obbligati a rispettare questo principio ovunque esercitano la loro giurisdizione, in alto mare incluso". Il portavoce ha ricordato che la Libia non ha firmato la Convenzione del 1951 e che non vi sono quindi garanzie che le persone bisognose di protezione internazionale possano trovarla in Libia. "L'Unhcr si sta sforzando di fornire assistenza umanitaria e protezione alle persone rinviate in Libia dall'Italia e dai primi colloqui risulta che alcune di loro chiedono protezione internazionale e potrebbero avere diritto a tale protezione. Si tratta ad esempio di persone provenienti dalla Somalia e dall'Eritrea", a detto Redmond. "In considerazione del fatto che gli Stati sono responsabili delle conseguenze delle loro azioni che colpiscono persone sotto la loro giurisdizione, chiediamo al governo italiano di riammettere quelle persone respinte e identificate dall'Unhcr quali individui che chiedono protezione internazionale. Le loro domande d'asilo potrebbero allora essere determinate in conformità alla legge italiana", ha spiegato il portavoce. Secondo i dati dell'Unhcr, nel 2008 oltre il 75% di coloro giunti in Italia via mare ha fatto richiesta di asilo e al 50% di questi è stata concessa una forma di protezione internazionale. Più del 70 % delle circa 31mila domande d'asilo nel 2008 in I'Italia provenivano da persone sbarcate sulle coste meridionali del Paese.MARONI: RESPINGIMENTI CONTINUERANNOROMA - ''I respingimenti verso la Libia continueranno. Dopo la fase iniziale c'e' una fase di assestamento, si e' trattato di una vera svolta e quindi vanno fatti aggiustamenti giorno per giorno''. Lo ha detto il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, annunciando che la prossima settimana andra' in Libia. ''Ho parlato oggi con l'ambasciatore libico in Italia Gaddur - ha informato il ministro - e non ci sono problemi, il programma continua. Naturalmente - ha aggiunto - e' un processo che per noi vede sempre al primo posto la vita umana''. ''La Libia fa parte dell'Onu, in Libia e' presente l'alto commissariato per i rifugiati della nazione Unite (Unhcr), che puo' fare gli accertamenti delle persone che chiedono asilo''. ha aggiunto il ministro. E per coloro che hanno diritto all'asilo, ha sostenuto Maroni, ''non vedo perche' dovrebbero essere mandati in Italia come dice l'Unhcr: l'Europa se ne faccia carico, e' questa la proposta che ho fatto al commissario europeo per la giustizia, Jacques Barrot''.Il commissario ai diritti umani del Consiglio d'Europa Thomas Hammarberg dovrebbe dimettersi, ha aggiunto Maroni, commentando quanto dichiarato dal presidente del Consiglio d'Europa che ha preso le distanze dalle critiche fatte da Hammarberg all'Italia sui respingimenti. "Il commissario - ha fatto notare Maroni - è stato smentito dal suo capo. Se io avessi detto 'facciamo i respingimenti' e Berlusconi avesse detto che io parlo a titolo personale io mi sarei dimesso. Hammaberg dovrebbe quindi avere la dignità di dimettersi"."Ci sono - ha proseguito il ministro - molti pregiudizi sulla Libia. Io credo che la verifica dell'asilo si possa benissimo fare anche lì. Basta volerlo. Certo, se poi l'Unhcr ci manda una persona part-time...". La cosa, secondo Maroni, dovrebbe funzionare così: "L'Unhcr - ha osservato - in Libia riceve le richieste di asilo; fa le verifiche e decide che un certo numero di persone hanno diritto alla protezione; dopo di che, questi ultimi vengono mandati dove vogliono andare. Perché solo in Italia e non in tutti i Paesi membri dell'Unione?".PREMIER, SU BARCONI GENTE RECLUTATA DA CRIMINALITA' - I barconi di immigrati che salpano verso l'Italia "non sono fatti occasionali ma il frutto di una organizzazione criminale": all'interno vi sono persone che "sono reclutate in maniera scientifica dalle organizzazioni criminali". Lo ha sottolineato il premier Silvio Berlusconi tornando a parlare stamane a Sharm El Sheik della questione immigrazione. "Questi barconi - sono state le parole del presidente del Consiglio - non sono fatti occasionali, ma il frutto di una organizzazione criminale che offre a chi vuole venire in Italia la possibilità di venirci a pagamento". "Queste persone - ha rimarcato il premier - sono persone che hanno pagato un biglietto, non sono persone spinte da una loro speciale situazione all'interno di paesi dove sarebbero vittime di ingiustizie, ma sono reclutate dal mondo del lavoro o del non lavoro in maniera scientifica dalle organizzazioni criminali"."Gli accordi con la Libia" per il rimpatrio degli immigrati clandestini "li ho gestiti io, li ho sottoscritti io, Maroni esegue quelli che sono gli accordi presi direttamente tra me ed il leader libico Gheddafì. Lo ha sottolineato il premier Silvio Berlusconi da Sharm El Sheik parlando del ruolo della Lega nella gestione del dossier immigrazione."Ci sentiamo in dovere di dare accoglienza a chi fugge da una situazione pericolosa per la sua vita e la sua libertà", ha detto ancora Berlusconi. "Non credo che ci sia nessuno - ha aggiunto - che avendo i requisiti per chiedere di essere accolto in Italia possa dire di non essere stato accolto".


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