lunedì 25 maggio 2009

PARLAMENTO: LEGA-PDL, AVANTI CON LA RIFORMA. TENSIONE PD-IDV


di Alessandra Chini


ROMA - Fa discutere la proposta del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi di chiamare a raccolta i cittadini e presentare un testo di iniziativa popolare per ridurre il numero di deputati e senatori. Pdl e Lega plaudono al Cavaliere e si dicono pronti a sostenere la riforma mentre nell'opposizione, dopo il richiamo di Dario Franceschini all'unità nell'azione di contrasto al governo, si registra una certa tensione tra Pd e Idv. La Lega si dice soddisfatta sottolineando, tra l'altro, che la riforma proposta da Berlusconi è la stessa che aveva tentato di far andare in vigore il Carroccio incappando però nella bocciatura del referendum. "Bravo Berlusconi! Una settimana fa si era meritato la tessera della Lega ad honorem - si complimenta il ministro della Semplificazione Roberto Calderoli - oggi dimostra di essere un militante. Infatti dopo aver sostenuto i respingimenti del ministro Maroni, ora sostiene la proposta di riduzione del numero dei parlamentari, proposta che abbiamo fatto votare quattro volte in Parlamento e che fu poi affossata dalla sinistra con il referendum e per di più lo fa con il coinvolgimento del popolo". E anche il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, si dice pronto alla raccolta delle firme sul testo di iniziativa popolare. Non solo, il titolare della Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, attribuisce alla proposta sul Parlamento un valore fortemente simbolico. "E' un nuovo inizio costituente del nostro Paese", dice. E il vice presidente dei deputati del Pdl, Italo Bocchino, assicura che la maggioranza andrà avanti da sola se l'opposizione dice no. Intanto il Pd ribadisce la necessità di un'azione di opposizione unitaria e stigmatizza il comportamento di Antonio Di Pietro che ieri ha chiuso alla proposta di un tavolo comune di tutto il centrosinistra. "Appare sconcertante - attacca il presidente dei deputati del Pd, Antonello Soro - il comportamento dell'onorevole Di Pietro in questo ore: il suo diniego ad un momento di condivisione per la scelta delle forme più efficaci di opposizione appare irragionevole e dettato da un mediocre desiderio di conflitto nei confronti del principale partito dello schieramento del centrosinistra". E sia il segretario del Pd, Franceschini che Massimo D'Alema invitano l'ex pm e i suoi a evitare le divisioni e gli egoismi: "questo - dicono - non è il momento". Di Pietro, però, va dritto per la sua strada, si dice anche disponibile a un tavolo comune delle opposizioni, ma a patto che Udc e Pd accettino di siglare la mozione di sfiducia che l'Idv presenterà martedì in Parlamento nei confronti del presidente del Consiglio a seguito del 'caso Mills'. "Siamo favorevoli - dice il capogruppo alla Camera, Massimo Donadi - alla massima compattezza delle opposizioni. Non vogliamo polemiche. Questo è il momento dei fatti e non delle parole e per questo lanciamo un appello accorato al Pd e anche all'Udc di sottoscrivere una mozione di sfiducia". L'Udc, invece, continua a sfidare Berlusconi sulla questione del ddl popolare sui parlamentari e sceglie di non insistere più di tanto sul caso Noemi ("se Berlusconi non vuole rispondere è un problema suo", dice Casini). "Siamo disponibili - dice il leader centrista - a ridurre anche a 100 il numero dei parlamentari; assicuriamo il nostro voto a favore. Basta che Berlusconi non si smentisca come per l'abolizione delle province". Una posizione questa sulla quale, comunque, le opposizioni sembrano essere tutte d'accordo.

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