martedì 16 giugno 2009

NAPOLITANO A CSM: NON INTERFERIRE IN DECISIONI CAMERE


ROMA - Sulla giustizia serve un "franco e costruttivo confronto" tra tutte le istituzioni interessate basato sul "reciproco rispetto", senza "contrapposizioni esasperate" o interferenze nelle decisioni del Parlamento. E senza "polemiche indiscriminate" come quelle sui criteri con i quali il Csm procede alla nomina dei capi degli uffici giudiziari il cui risultato è "l'ingiusta delegittimazione" dei dirigenti scelti. Il capo dello Stato Giorgio Napolitano ricuce lo strappo tra il ministro della Giustizia Alfano e il Csm che aveva portato alle dimissioni di tre consiglieri dalla Commissione per gli incarichi direttivi, riconfermando loro la "fiducia", ma nello stesso tempo rivolgendo un monito a tutte le parti in causa. Parole apprezzate tanto dal Guardasigilli quanto dagli stessi magistrati. Il caso era scoppiato cinque giorni fa : i togati Ezia Maccora e Giuseppe Maria Berruti e il laico del centro-sinistra Vincenzo Siniscalchi avevano lasciato la Commissione che si occupa delle nomine dei capi degli uffici giudiziari, in polemica con Alfano che in un'intervista aveva parlato di una pianificazione di nomine lottizzate ai vertici degli uffici giudiziari da parte del Consiglio superiore cioé di una spartizione dei ruoli chiave tra le correnti della magistratura; "con quelle parole il ministro ci ha accusato di condotte illecite", avevano spiegato motivando il loro gesto. Con loro si erano schierati la gran parte dei consiglieri del Csm che in una nota avevano accusato Alfano di "grave scorrettezza istituzionale", e numerosi capi di uffici giudiziari che avevano accusato Alfano di delegittimare gli stessi magistrati nominati dal Csm. Mentre dal ministro non era arrivata nessuna marcia indietro. Di qui la decisione di Napolitano - che del Csm è il presidente - di intervenire per evitare di innalzare ancora il livello dello scontro e di ricevere oggi al Quirinale il Comitato di presidenza del Csm e i consiglieri dimissionari. Un lungo incontro ("ci ha tenuto 45 minuti", raccontano i consiglieri) al termine del quale il capo dello Stato con una lunga nota ha ribadito il suo punto di vista: sull'amministrazione della giustizia ma anche sulle riforme che la riguardano serve il dialogo senza strappi tra tutte le istituzioni interessate. "Il libero scambio di opinioni, e l'espressione di divergenze sulle soluzioni da adottare non dovrebbero dar luogo a contrapposizioni esasperate né interferire nella fase delle decisioni che spettano al Parlamento", recita la nota. Parole che si riferiscono anche ai pareri che il Csm dà ai provvedimenti legislativi in discussione e, che come ha ammonito di recente il capo dello Stato, devono essere tempestivi, per evitare di apparire un'interferenza nei confronti delle Camere. Ma c'é un richiamo chiaro anche per Alfano: "Polemiche indiscriminate circa i criteri in base ai quali il Csm ha proceduto, in attuazione delle nuove e più impegnative disposizioni di legge, alla nomina di un gran numero di dirigenti degli uffici giudiziari -avverte il capo dello Stato - possono creare nei confronti di questi ultimi un clima di ingiusta delegittimazione, demotivandone l'impegno". A Napolitano va la "gratitudine" dei consiglieri del Csm, ma anche l'apprezzamento del ministro che dice: "Mi riconosco nel comunicato del presidente della Repubblica: rasserena i rapporti tra istituzioni che hanno il dovere di collaborare". Con il capo dello Stato si schiera anche l'Anm: "Rifuggiamo da ogni contrasto e per primi rispettiamo le altre istituzioni. Ma chiediamo rispetto che significa reciproca legittimazione".

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