martedì 23 giugno 2009

Crisi, Tremonti: vie di uscita non siano gestite da banchieri


ROMA (Reuters) - Le vie di uscita dalla crisi non possono essere gestite con la mentalità dei banchieri, ossia attraverso un'alta inflazione che riduca i debiti accumulati, ma con una "buona politica" che fissi nuove regole per la conduzione degli affari nel mondo.
Lo ha detto Giulio Tremonti, ministro dell'Economia e presidente del G7 finanziario a margine di un convegno Aspen, rilanciando la sua proposta un global legal standard sulla falsariga del gold standard stabilito dopo la seconda guerra mondiale a Bretton Woods.
"L'accumulazione di enormi quantità di debito pubblico, i rischi connessi alle cosiddette exit strategy -- te la dicono così ma pensano all'inflazione -- sono tutti rischi politici molto forti e per gestire questa fase io non credo che debba affidarti ai banchieri ma alla politica e ai politici saggi", ha detto Tremonti.
"Un mondo che deve gestire e costruire sentieri di exit strategy, se è convinto di cavarsela con la testa e la cultura dei banchieri va a sbattere", ha aggiunto.
Per non ricadere in futuro negli errori che hanno portato alla peggiore recessione dagli anni Venti il ministro suggerisce la scrittura di nuove regole che siano condivise a livello globale.
Secondo Tremonti, è difficile entrare nel nuovo secolo con le regole del vecchio: "Non puoi avere un mercato globale e un diritto locale. Se vuoi un mercato globale devono convergere economia e diritto, mercato e regolamentazione, devono convergere verso l'alto standard di principi etici e giuridici generali".
Nel dibattito in corso, ha spiegato il ministro si confrontano due visioni del mondo: "Una riduttiva e l'altra più forte che non nega l'utilità di regole nella finanza ma le ritiene necessarie e non sufficienti e ritiene serva un apparato di principi più generali".
"È una visione che sta avanzando quando si scrive che serve una regolamentazione non solo per financial markets ma per business activity", ha detto ancora Tremonti.
Nel G7 di Lecce, su iniziativa della presidenza italiana, i minstri delle Finanze di Italia, Francia, Gran Bretagna, Germania, Usa, Canada e Giappone hanno approvato l'idea di costruire una cornice di principi sulla quale basare le nuove regole dell'economia. Al documento di oltre 70 pagine, non ancora pubblicato, è stato dato il nome di Lecce Framework perchè gli americani non sono stati d'accordo a usare la parola "standard".L'idea di Tremonti di un global legal standard è stata criticata per la sua vaghezza e per l'entrare in collisione con il lavoro del Financial Stability Board, il consesso guidato dal governatore della Banca d'Italia Mario Draghi incaricato dal G20 di disegnare le nuove regole per la vigilanza e la finanza.
Ma Tremonti ribadisce come il diritto, a suo parere, non serve solo a far funzionare l'economia ma anche "per dare più ordine alla società e criteri più etici all'economia sociale di mercato".
Per il ministro esistono tre visioni del futuro. La prima 'negazionista' sostiene che il mercato funziona bene da solo senza nessuna regola. La seconda 'minimalista' che il ministro ha descritto con ironia così: "Abbiamo fatto qualche errore, ci è scappato qualche derivato. Bastano regole che la finanza costruisce per la finanza. La crisi è finanziaria quindi ci è scappata la frizione su qualche derivato ma basta appiccicare alcune regole fatte dal mercato...".
La terza è quella del global legal standard ossia di un nuovo codice di condotta per il buon andamento degli affari del mondo che non riguardi solo la finanza e che sia guidato anche da considerazioni etiche.

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