domenica 21 giugno 2009

L'Ocse bacchetta l'Italia, occorre una riforma seria della scuola


Gli istituti italiani sono in coda nella classifica dei paesi Ocse: troppe differenze regionali, manca un quadro complessivo


Parigi, 17-06-2009
La scuola italiana è in coda nella classifica dei Paesi Ocse: il nostro sistema educativo produce risultati "fra i più modesti" dell'area, "nonostante la spesa per studente sia molto elevata". Non solo. Esistono "forti differenze regionali che non possono essere semplicemente spiegate con la diversa quantità di risorse disponibili" e che rappresentano un fardello per l'intera economia nazionale.
Nel rapporto sull'Italia, l'Ocse riconosce al governo Berlusconi di aver messo in cantiere una riforma della scuola volta a "razionalizzare le spese e migliorare il sistema di valutazione e di reclutamento degli insegnanti". Tuttavia l'organismo di Parigi sottolinea la mancanza di un quadro complessivo e definitivo. E, in proposito, suggerisce all'esecutivo un approccio più organico: "Considerando la natura di queste riforme - si legge nel rapporto - sarebbe preferibile realizzarle con un pacchetto onnicomprensivo, piuttosto che in modo parcellizzato".
L'Ocse parte dalla constatazione che "l'assenza di chiare informazioni sulla valutazione degli studenti e dell'intero sistema, dai docenti all'amministrazione centrale, e' stata la causa principale delle cattive performance". E suggerisce il principio della responsabilità che "va introdotta a diversi livelli, in primi luogo per i presidi e i direttori scolastici, ma anche per gli insegnanti, in modo tale che la scelta degli insegnanti stessi, la formazione delle classi e i metodi educativi abbiano un'adeguata informazione consentendo il giudizio sui risultati formativi e sul sistema di incentivi".
Ma per realizzare questi obiettivi, i presidi dovranno "ottenere un'adeguata autonomia dei poteri di gestione, al contrario dell'attuale quasi completa assenza di autonomia". Secondo l'Ocse, "elevare la performance del sistema educativo è una delle maggiori sfide" per l'Italia.
La riuscita di una riforma complessiva del sistema educativo è anche una chiave per ridurre le differenze regionali: "Contenere il gap educativo fra Nord e Sud è una della vie per ridurre le differenze economiche e sociali complessive. Di conseguenza, andrebbero incoraggiate misure volte a recuperare le scuole e gli studenti più deboli, specialmente quelli a rischio abbandono".

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