mercoledì 9 settembre 2009

Silvio tende la mano, Fini non ci sta


Risponderà domani, Gianfranco Fini. Formalmente, il suo sarà solo un saluto. Ma c’è da scommettere che quando salirà sul podio allestito nella sala convegni del Park Hotel Cappuccini di Gubbio per aprire la tradizionale scuola quadri del PdL, non parlerà come parla uno che vuole ringraziare per l’invito, fare un po’ di complimenti per l’iniziativa, girare i tacchi e tornarsene da dove era partito. Il suo sarà un discorso con precisi riferimenti all’attualità politica. Finalmente spiegherà cosa ha voluto dire ieri, quando, di fronte ad un Berlusconi più che mai conciliante, è sbottato: «Tra noi non è tutto a posto. Anzi, i problemi politici rimangono ed è paradossale che Berlusconi li neghi».
La reazione di Fini, consegnata agli uomini del suo entourage e da lì fatta trapelare alle agenzie di stampa, è arrivata a seguito di un’affermazione breve tanto quanto tranchant del Cavaliere, che, interpellato dai giornalisti circa l’esistenza di problemi tra lui e l’ex leader di An, era come caduto dalle nuvole: «Con Fini? Non c’è nulla». In effetti qualche problema avevano corso il rischio di averlo, i due, dopo che lunedì un violento editoriale del Giornale aveva accusato Fini di giocare una partita politica tutta in solitaria e tutta centrata su un ipotetico futuro da presidente della Repubblica. Dissociandosi da quell’articolo, Berlusconi riteneva di avere chiuso il quasi-incidente. Fini, invece, no. Non solo. Secondo quanto adesso riferiscono i suoi fedelissimi, Fini aveva ritenuto quello solo come l’ultimo sgarbo nei suoi confronti.
le mire di gianfranco
Proprio qualche giorno prima, appena tornato dalle ferie, il presidente della Camera aveva saputo di una riunione a palazzo Grazioli con diversi colonnelli della ex Forza Italia, ma nessuno di An. Chi era presente a quella riunione in casa del premier parla ora di «rimpatriata dopo le vacanze», e di un Berlusconi tanto premuroso verso l’alleato da chiedere ai suoi di non parlare di attualità politica proprio in considerazione dell’assenza degli uomini di An. Una spiegazione che non deve essere parsa sufficiente, dalle parti di Fini. Poi c’è tutta la partita sulle Regionali. Ovvio che Berlusconi ne tratti prima di tutto con Umberto Bossi, formalmente l’unico alleato del PdL e anche quello che al Nord può creargli più difficoltà. Ma in quella cena ad Arcore, due sere fa, dicono che abbia fatto capolino anche il tema Fini, le sue ambizioni, i motivi dei suoi continui smarcamenti, le sue prese di posizione, il suo ritrovarsi sempre così ben accetto a sinistra, proprio nel momento in cui la sinistra censura con maggiore violenza certi atteggiamenti del premier.
«serve più unità»
Può darsi che in fondo pensasse a questo, Berlusconi, quando ieri ha detto davanti alla stampa che «bisognerebbe fare squadra, ma la politica non lo fa», che «c'è una situazione disastrosa, un tutti contro tutti» e che «la politica dovrebbe prendere esempio dagli imprenditori, mettere da parte i contrasti e procedere tutti più uniti». Stava parlando della crisi, ma come escludere a priori una critica indiretta a certi atteggiamenti un po’ autereferenziali presenti nel centro destra? Secondo qualcuno, Fini sarebbe addirittura sul punto di crearsi un proprio gruppo parlamentare, mentre per uno prudente come Mario Valducci esiste una manovra, che coinvolgerebbe anche parte dell’attuale maggioranza, che punta a far cadere Berlusconi con la sola forza dei gossip. Fantapolitica?
A proposito di Regionali, sempre ieri, a margine della fiera milanese del tessile, il Cavaliere si è premurato di far sapere che Roberto Formigoni «sarà il grande, prossimo, futuro presidente della Lombardia». E Bossi ha dovuto incassare: «L’ha detto Berlusconi». Ma, appunto, Lega a parte, non è che An non avanzi le sue richieste solo perché ora esiste il PdL. Secondo più di qualcuno le stilettate di Fini contro il Cavaliere sarebbero, anzi, solo un modo per alzare il prezzo sulle Regionali. I finiani vorrebbero candidati presidenti in Calabria, Lazio, Campania e (come pura tattica) in Puglia e Toscana. Oggi a pranzo Berlusconi dovrà parlarne con i tre coordinatori Verdini, Bondi e La Russa nonché i capigruppo e vicecapogruppo di Camera e Senato. Non sarà una discussione semplicissima.

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