giovedì 25 marzo 2010

Sulle macerie dell'Abruzzo Berlusconi smaschera la sinistra


Alle macerie si aggiunge fango. Il fango delle polemiche che in Abruzzo la sinistra scarica sul governo alla vigilia del voto amministrativo puntando l’indice sulla ricostruzione post-terremoto e in particolare sulla rimozione delle macerie dal centro storico de L’Aquila. Accuse ripetute sui giornali e nei comizi elettorali, alle quali replica Silvio Berlusconi richiamando due episodi precisi: la campagna contro Bertolaso e la strumentalizzazione della protesta delle carriole di domenica scorsa.

Il premier non usa giri di parole e spiega che il governo voleva “togliere le macerie undici mesi fa ma è stato il sindaco de L'Aquila Cialente e il consiglio comunale a impedircelo perché ci hanno detto che volevano farlo con imprese locali”. In un collegamento telefonico con la manifestazione del Pdl a Sulmona per sostenere la candidatura di Antonio Del Corvo alla presidenza della Provincia de L’Aquila, Berlusconi ha ricordato le cose fatte durante la fase dell’emergenza post-terremoto e quelle che stanno caratterizzando la fase della ricostruzione.

Sabato scorso nel centro storico del capoluogo abruzzese sono iniziate le operazioni di rimozione delle macerie: quindicimila tonnellate di detriti da trasferire in siti di stoccaggio. Il lavoro è cominciato da Piazza Palazzo, dove affaccia il municipio, ed ha impegnato gli uomini dei Vigili del Fuoco e dell’Esercito, sotto la supervisione di vari enti fra i quali la Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio. Ma il “popolo delle carriole” è tornato in quella piazza per “controllare il rispetto delle procedure per la separazione dei detriti dalle pietre antiche e da altri materiali da salvare”, ha ammonito Giusi Pitari, una delle rappresentanti del comitato di protesta. E non sono mancate nuove accuse, questa volta all’indirizzo del ministero dell’Ambiente, “reo” di aver coordinato male i primi lavori di sgombero delle macerie dal centro storico. Accuse respinte al mittente dal ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo arrivata a L’Aquila per seguire i lavori. “Qualcuno sta sfruttando il terremoto per una polemica politica sterile”, ha sottolineato rivendicando che “le operazioni avvengono sotto la vigilanza del nucleo ecologico dei carabinieri e della sovrintendenza. Sappiamo benissimo cosa stiamo facendo e conosciamo la storia di questa città”.

Ma c’è un particolare non di poco conto. Lo rivela lo stesso ministro Prestigiacomo in un’intervista a Il Giornale quando parla di “un assessore che ha chiesto ai vigili del fuoco di non cominciare la rimozione delle macerie dalla piazza ma dai vicoli, perché in quella stessa piazza era prevista una manifestazione di protesta” e per l’occasione “ci sarebbe stata la stampa e la tv e per l’effetto scenico servivano le macerie”. Comprende l’esasperazione dei residenti che ancora non possono avvicinarsi alle abitazioni del centro, ma al tempo stesso considera “ingiuste le critiche del popolo delle carriole contro i vigili del fuoco accusati di fare la corvè di emergenza per conto del governo. E’ ingiusto verso chi ha rischiato la vita per L’Aquila”.

Sulla stessa lunghezza d’onda il commento del presidente della Regione Gianni Chiodi, neo-commissario per la ricostruzione, che considera “inaccettabile mettere in dubbio l’affidabilità della Soprintendenza e se lo si fa vuol dire che c’è un disegno prettamente politico. Bisogna considerare che siamo in piena campagna elettorale”.

Netta l’analisi del senatore Gaetano Quagliariello che, non a caso, evidenzia lo “spirito di collaborazione istituzionale dell’esecutivo nazionale e della Regione nei confronti delle amministrazioni locali e degli altri soggetti a vario titolo coinvolti nelle operazioni di ricostruzione, che non è venuto meno neanche con l'approssimarsi delle elezioni provinciali all'Aquila. E neppure di fronte ad aperte provocazioni, il Pdl ha mai ceduto alla tentazione di utilizzare politicamente vicende di varia natura – anche giudiziaria – che si sono verificate attorno alla questione della rimozione delle macerie, o infine, ha mai pensato di abbandonare al loro destino il Comune e la Provincia che su questo fronte, dopo mesi di inerzia, hanno chiesto aiuto al governo e al commissario Chiodi”.

Non tutti però, osserva il vicepresidente dei senatori Pdl “utilizzano la stessa prudenza istituzionale” soffermando su quanto riportato da Il Giornale e in particolare sulle accuse del “popolo delle carriole” nei confronti dei vigili del fuoco. E il ministro Prestigiacomo denuncia che domenica, all'arrivo dei vigili per la rimozione delle macerie, un assessore ha chiesto che si iniziasse dai vicoli e non da piazza Palazzo per non rovinare la scena a una manifestazione di protesta che avrebbe dovuto essere ripresa dalle telecamere. Una parte della sinistra sta tentando di strumentalizzare vicende che meriterebbero quella concordia istituzionale che il governo e la maggioranza si sono fin qui impegnati a garantire, anche a discapito delle proprie convenienze elettorali”.

Per Quagliariello “continuando lungo questa deriva qualcuno, nel tentativo di colpire il centrodestra, finirà per offendere il dolore dei terremotati e l'impegno di quanti da mesi, quotidianamente, si adoperano per restituire loro un futuro. Per questo ci appelliamo al buon senso di tutti: i fuochi della campagna elettorale non impediscano di tenere distinta la passione di parte dalla responsabilità istituzionale, e si preservi quel senso della misura che una minima consapevolezza della situazione dovrebbe suggerire”.

Sul fronte operativo i lavori di rimozione delle macerie procedono a pieno ritmo. Il ministero dell’Ambiente sta seguendo un preciso “crono-programma” per il coordinamento delle operazioni: in particolare il piano prevede il carico dei detriti (operazione molto delicata e laboriosa con particolare riferimento ai materiali pregiati degli edifici storici) ed il loro trasporto e stoccaggio in appositi siti. “Si tratta di oltre 10-15 mila tonnellate di macerie che saranno subito depositate nelle piazze e nelle strade pubbliche e successivamente stoccate in apposite aree” ha spiegato il governatore Chiodi. In sostanza, in base al programma ministeriale è stato stabilito l’ampliamento dell’attuale sito ex Teges entro aprile, l’apertura di altri due siti a giugno e l’individuazione di un’ulteriore area di stoccaggio, attualmente al vaglio dei tecnici.

Ma nella tabella di marcia del governo c’è un altro passaggio, strategico, che per L’Aquila vuol dire molto. Significa rimettere in moto l’economia della città e della sua provincia. Si tratta dell’istituzione della "Zona franca" nel comune capoluogo. Un provvedimento fortemente voluto dal Pdl che ora è diventato realtà e il ministero dello Sviluppo economico ne è l’attore principale. Proprio il ministro Claudio Scajola in questi giorni ha inviato una lettera a Gianfranco Miccichè, sottosegretatio con delega al Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica (Cipe), per sollecitare l’organismo a deliberare al più presto il finanziamento destinato alla fase di ricostruzione L’Aquila. Un modo per velocizzare quanto già previsto dal governo nel decreto per l’Abruzzo. “I fondi sono già disponibili” ha sottolineato il commissario Chiodi secondo il quale “a questo punto possiamo ben dire di aver completato tutto l’iter, manca solo lo stanziamento del denaro”. Lo sblocco dei fondi è atteso a breve. "Il fondo per finanziare la Zona franca de L'Aquila, solo per il primo anno, ammonta a 45 milioni di euro. Per gli anni successivi – ha chiarito il neo commissario per la ricostruzione – si farà riferimento al fondo per la ricostruzione".

La “Zona franca” è un provvedimento che ha lo scopo di favorire lo sviluppo economico e sociale delle aree urbane più deboli. In sostanza, prevede sgravi fiscali per le amministrazioni locali che consentiranno di ridare slancio alle attività imprenditoriali e commerciali della città, oltre a garantire nuovi posti di lavoro nei settori della micro impresa. “Questo provvedimento – ha spiegato il vice presidente del Consiglio regionale d'Abruzzo Giorgio De Matteis – permette di insediare nuove attività produttive, con sgravi fiscali applicati per i prossimi 5 anni. L'obiettivo è quello di creare occupazione e opportunità concrete”. Insomma, il fango delle polemiche (elettorali) non fermerà la rinascita de L’Aquila e dell’Abruzzo.

1 commento:

  1. in questo articolo Berlusconi traccia il bilancio della ricostruzione in Abruzzo http://www.loccidentale.it/articolo/berlusconi%3A+%22i+soldi+ci+sono%2C+ma+niente+sprechi%22.0088958

    RispondiElimina