mercoledì 3 marzo 2010

I giochetti del sindaco sulle rovine dell’Aquila


Il pd Cialente ha bloccato la proposta di Berlusconi di utilizzare le macerie per creare un parco come Monte Stella a Milano. Poi ha tentato d’affidare un appalto da 50 milioni per rimuovere i detriti a un prezzo quadruplo rispetto alla base d’asta

C’è chi negli armadi tiene gli scheletri e chi invece le macerie. Le macerie del terremoto.
Facciamo un nome e un cognome a caso: il sindaco piddino dell’Aquila, Massimo Cialente.

Non più tardi di domenica scorsa, quando è sceso in piazza Palazzo, assieme ai comitati cittadini per la folcloristica e asettica carriolata di sinistra, davanti alle telecamere e ai microfoni, che gli si genuflettevano per catturare la dichiarazione di rito, ha ribadito il concetto: «La stima è di 4 milioni e mezzo di tonnellate di macerie da rimuovere dopo il terremoto del 6 aprile e il problema maggiore è rappresentato da una normativa che considera queste macerie come rifiuti normali, dunque non smaltibili in altro modo. Bisogna modificare questa norma perché solo così si potranno avviare i lavori e cominciare a ripulire L’Aquila». Bene, fin qui ci siamo.

Ciò che bisognerebbe cominciare a sapere però è che il premier Berlusconi ha fatto a Cialente una proposta: prendiamo le macerie del sisma e facciamone una collina, la «collina del ricordo». Un serbatoio di verde con annesso parco giochi. Qualcosa di simile, per capirci, al Monte Stella di Milano, meglio conosciuto come la Montagnetta, nato dai detriti dei bombardamenti della Seconda guerra mondiale. Cialente prima obietta che occorrerebbe una deroga della Ue, poi, alle assicurazioni del presidente del Consiglio di farsi carico della procedura, lascia cadere un ni, che, giorno dopo giorno, diventa un no. Sappiamo poi che piega ha preso la vicenda, con la disponibilità di Bertolaso ad intervenire, se richiesto, e con l’impegno del governatore, nonché commissario straordinario alla ricostruzione, Chiodi, di un bando «importante» perché ad occuparsi di raccolta, stoccaggio, smaltimento ed eventuale riciclaggio dei detriti, sia una ditta altamente specializzata, non necessariamente italiana.

Altamente specializzata, appunto. Segnatevi questo piccolo particolare prima di aprire assieme a noi l'armadio dei segreti di Massimo Cialente. Perché il sindaco che, per queste macerie ha traccheggiato, ha fatto la voce grossa e adesso non si capisce bene che cosa vuol fare, qualche mese fa ci aveva provato. Provato a far tutto da solo. Gestendo l’affaire macerie in modo quanto meno anomalo.

Aveva infatti, disinvoltamente, dato corso a un maxi appalto da 50 milioni di euro per smaltire un po' di detriti e la gara era stata vinta dalla ditta «T&P», un’azienda che, curiosamente, già all’atto dell’aggiudicazione, non sembrava avesse proprio le credenziali per compiere il lavoro. Risultava infatti non operativa fino al 31 maggio ma, un paio di giorni prima dell’affidamento, avvenuto il 12 giugno, aveva, improvvisamente, reso noto al mondo la propria attività. Immediate le polemiche. Innescate dal capogruppo in consiglio regionale del Pdl, Gianfranco Giuliante e ancor più roventi dopo che anche la commissione consiliare di vigilanza strepita per quel modus operandi.

Morale la gara viene precipitosamente annullata. Ma, tutt’altro che intenzionata a mettere un’altra pietra sopra le tante altre che già sono accatastate all’Aquila, il 16 luglio la commissione consiliare di vigilanza invia un’informativa all’autorità giudiziaria per chiedere che si faccia chiarezza su ciò che è accaduto. Anche se alla vicenda è stata posta la sordina sappiamo che sono state effettuate perquisizioni e che l’inchiesta è in corso. Risultato? Dopo vari, altrettanto sospetti, tentativi di difendere l’aggiudicazione dell’appalto si è arrivati alla revoca della concessione alla società «T&P» per «mancanza di requisiti».
Ma i conti, anche se il sindaco Cialente si è affrettato a chiudere l’armadio dei suoi segreti per far dimenticare quella faccenduola, continuano a non tornare. O meglio, li ha fatti tornare Giuliante. Spulciando nei bandi più recenti si scopre infatti che il Comune dell’Aquila ha previsto un capitolato speciale di appalto per il recupero dei materiali inerti omogenei con codice Cer 17.09.04 e 17.01.07 provenienti dalle macerie del terremoto. Il prezzo ipotizzato a base d’asta per le operazioni di recupero degli inerti fino al 10% è pari a 7,64 euro da aggiudicarsi al miglior ribasso. Che cosa significa? «Significa - denuncia Gianfranco Giuliante - che ora che si è ufficializzata la quantità di macerie da smaltire e si è riconosciuto che la cifra dell’affidamento era superiore ai 50 milioni di euro, si è implicitamente ammessa l’abnormità di un affidamento senza gara per l’entità del servizio che si convenzionava a soggetti senza requisiti accettandone a scatola chiusa il listino prezzi che prevedeva importi spropositati per i servizi che si offrivano».

Stando così le cose a questo punto ci piacerebbe chiedere (e ci piacerebbe anche avere una risposta adeguata) al sindaco Cialente come mai la convenzione che il Comune dell’Aquila aveva stipulato con la «T&P» per lo stesso materiale era stata di 29 euro alla tonnellata cioè più di quattro volte il prezzo a base d’asta da ribassare. E come è possibile che, nello stesso Comune, lo stesso sindaco e lo stesso assessore, avessero accettato di pagare 29 euro per quello stesso servizio e per quelle stesse macerie che adesso invece costano solo 7 euro alla tonnellata?

4 commenti:

  1. Perchè sono una massa di ladroni che meriterebbero la galera come a chiunque sorpreso a rubare, mentre invece in virtù delle cariche politiche che occupano la fanno sempre franca!!!

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  2. Non è propriamente in tema.. ma sempre bugie sono, e spero gradite notizie. Certificate e facilmente riscontrabili..

    LA BUGIA: Dieci miliardi di debiti EREDITA’ di Storace” .Dichiarava Marrazzo e ancora oggi, Luigi Nieri, assessore regionale al Bilancio, esponente di spicco di Sinistra ecologia e libertà.

    LA VERITA’: La Corte dei Conti, infatti, non solo ha riconosciuto del tutto legittima la ristrutturazione del debito della sanità operata dalla sua giunta, perché rispondente alle leggi, ma addirittura ne dà un giudizio positivo nel merito perché ha portato ad un risparmio di oltre cento milioni di euro per la Regione.

    L’INFAMIA: Si accusò Storace di cose gravissime. Così scriveva Ezio Mauro su Repubblica. (11/3/2006) “Nell'ordinanza, il Gip parla di un vero e proprio "piano" finalizzato "ad agevolare la vittoria elettorale di Francesco Storace", "ostacolando" la candidatura di Alessandra Mussolini e "screditando" Piero Marrazzo.”.. L’articolo terminava così: “..capire finalmente di che pasta è fatta la destra italiana forgiata da Berlusconi, e per questo, proprio per questo, mandarla a casa..”

    LA “VERITA’” Ora dopo anni:Il processo Laziogate è stato costruito a tavolino, le dichiarazioni del cosiddetto pentito Dario Pettinelli hanno avuto un compenso preventivo. Pagato da Lait spa, la società informatica della Regione Lazio, presidenza Marrazzo. Si è usata un’istituzione con i soldi dei cittadini (226'000 euro per una radiio web mai nata) per sbattere in prima pagina e non ancora in galera un avversario politico.


    Leggo:”la Bonino pratica uno dei 10'141 aborti da lei promossi nel 1975, quando l’aborto era considerato omicidio, si serve di una POMPA DA BICICLETTA PER ASPIRARE IL BAMBINO DALL’UTERO, e di UN VASO DI MARMELLATA(Quest’ultimo, diceva “è un buon motivo per farsi quattro risate”) All’epoca è fondatrice del CISA, associazione che sostiene l’aborto e la sterilizzazione, membro dell’AIED, guidata da L. De Marchi, che propone la “pianificazione demografica” di Stato sino alla regolamentazione legislativa del problema della sterilizzazione e del limite dei figli per coppia e da Guido Tassinari, grande promotore in Italia dell’eutanasia.“ Ma tornando ai giorni nostri vi segnalo L'ultima di Pannella: «Presidente Napolitano, rinuncio alla cittadinanza» (15/2/2010 IL GIORNALE) Bonino nel Lazio con il Pd e in Lombardia contro il Pd. Ma i due maggiori candidati sono eletti consiglieri regionali. In caso di sconfitta, Bonino resterà nel Lazio a fare opposizione (dimettendosi da vicepresidente del Senato), o preferirà la sua comoda poltrona di Palazzo Madama? Forse per questo ora “SCIOPERO DELLA FAME” insieme ad Angelo Bonelli?

    Le bestemmie della Bonino in TV a Capezzone.. Dopo”trans”e cocaina? Il suo Tinto Brass propone “EROS E LIBERTA’” Sarà contento CATARCI che per la prostituzione: propone<..un parco dell’amore per ogni municipio..>

    Le coppie di fatto? Voler affidare in adozione ad una coppia gay un bambino con due padri..due madri ? Si stà passando il limite? Giusta la massima libertà individuale! Và rispettata anche la libertà di un bambino di crescere ed essere educato da un padre e una madre? Cicciolina? Toni Negri, Sergio D’Elia dalla Bonino voluti in Parlamento? Mambro e Fioravanti nel comitato elettorale 17 ergastoli in due!

    Polverini, parlava di aiuto alle famiglie, di sociale, di pari opportunità.
    Polverini è “FASCISTA”?..Tanto è che dichiara:“Polverini in campo: no all’estrema destra” Libero 15/1/2010

    Piero Iannelli
    --Segretario XI Municipio. “ La Destra ” -- “Resp. Per le aree tutelate e vincolate”--
    -- pieroiannelli@gmail.com -- N.Cell. : 339’8513962

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  3. Io non capisco come mai i signori magistrati non aprano subito un'inchiesta su questi dati, visto che si tratta a tutto titolo di denaro pubblico "affidato" ad eletti. Che questo sindaco debba passare al PDL prima d'essere indagato con tutti i suoi collaboratori e agganci? La magistratura non considera la sinistra degna di attenzione oppure tutto ciò che fa va bene a priori?

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  4. Quella della "Montagnetta" è una buonissima idea.
    Credo che proprio per questo sarà avversata.

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