martedì 6 aprile 2010

Pdl lavora a bozza, Lega lancia semipresidenzialismo


Lega lancia semipresidenzialismo. Cena di lavoro per Berlusconi e Bossi ad Arcore


ROMA - Riparte dal 2 dicembre scorso il lavoro del Pdl per arrivare a un testo di riforma costituzionale da proporre in Parlamento e provare a condividere con l'opposizione, mentre al paniere delle riforme si aggiunge anche il tema del semipresidenzialismo proposto dalla Lega su cui concordano i finiani ma non tutte le anime del Pdl. In quella data Pdl-Lega e Pd-Udc presentarono e votarono, con parere favorevole del ministro Roberto Calderoli per il governo, al Senato due mozioni ampiamente convergenti sulle riforme costituzionali. Non fu possibile fare una mozione comune di maggioranza a opposizione per un soffio, perché la maggioranza inserì nel testo anche un riferimento alla riforma della giustizia. I due testi erano comunque perfettamente sovrapponibili almeno su due punti: riduzione del numero dei parlamentari e fine del bicameralismo perfetto con la creazione di un Senato federale, eletto direttamente dai consigli regionali. Due punti dai quali il Pdl intende ripartire.

Il resto della cornice, è però, tutto da costruire. Compresa la misura del taglio dei parlamentari che, secondo la 'bozza Violante' verrebbero ridotti a 500 deputati (più 12 eletti all'estero) e 250 senatori. In ogni caso da lì riprenderà il Pdl per avanzare la propria proposta della quale si parlerà anche domani all'ufficio di presidenza. Il presidente della Consulta per le Riforme del partito, Carlo Vizzini, è già al lavoro per la fase istruttoria. Proporrà infatti al partito un dossier su tutte le proposte presenti sia alla Camera che al Senato di riforma costituzionale, sia di maggioranza che di opposizione. Il dossier verrà proposto al partito e poi verranno sentiti i capigruppo per ragionare sulla possibilità di una proposta parlamentare del Pdl. Cosa che non precluderebbe comunque una proposta governativa. Nel testo del Pdl potrebbe entrare anche il rafforzamento dei poteri dell'esecutivo, tema richiamato nella mozione di Popolo della libertà e Lega nell'ambito di un ripensamento della forma di governo, anche se non è chiaro se la proposta possa essere quella del semipresidenzialismo ipotizzata oggi dal Carroccio. Sembra escluso almeno per il momento che all'interno del dibattito possa entrare anche la riforma della legge elettorale come chiesto a gran voce dal Pd. Si tratta infatti, si sottolinea dalla maggioranza, di un argomento che va affrontato alla fine di un percorso, anche perché prima è necessario capire a quale tipo di struttura istituzionale si sta pensando.

Inoltre una modifica della legge elettorale risulta generalmente delegittimante per un Parlamento eletto con un altro modello di voto ed è in ogni caso una riforma che, essendo fatta per via ordinaria, porta via molto meno tempo rispetto a una modifica costituzionale. Una cosa appare, tra l'altro, decisa: le riforme istituzionali partiranno dal Senato. Su questo c'era stato un gentlemen agreement tra i presidenti delle Camere visto che Palazzo Madama è il ramo del Parlamento certamente più toccato dalle modifiche che si prospettano dell'assetto istituzionale. Nel frattempo nelle due commissioni Affari Costituzionali di Camera e Senato prenderà a breve il via anche un'indagine conoscitiva sulla riforma della seconda parte della Costituzione.

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