domenica 4 aprile 2010

Italia, è Pasqua: torna a vivere

Cari amici lettori di questo blog,l'aritcolo che leggerete di seguito,(tratto da Il Giornale)e'una critica costruttiva che a me e' piaciuta molto e che vi invito a leggere,perche' ritengo contenga molti punti in cui tutti noi elettori del pdl o lega che siate ci si possa ritrovare.
Prima pero' dell'articolo spero mi vogliate consentire alcune riflessioni sui fatti accaduti nelle ultime settimane;

Allora partiamo dalle elezioni regionali. Come e' ormai chiaro a tutti e che e' confermato dai numeri la vittoria nelle sei regioni conquistate dal centrodestra in questa tornata elettorale piu'quelle conquistate nell'ultimo anno(vedi Sicilia,Sardenia Abruzzo)potranno consentire al governo,speriamo finalmente un buon accordo sul piano casa. Inoltre, come annunciato dal presidente Berlusconi si potranno far decollare e portare a compimento le riforme,alcune gia' in cantiere, vedi la riforma della giustizia,oppure quella federalista su cui la lega preme molto e aggiungo giustamente su cui credo che si potra' trovare l'accordo con l'opposizione o almeno su una parte di esso.
Come tutti sappiamo i prossimi tre' anni saranno senza elezioni di grande rilevanza ed e' per questo che la via delle riforme va perseguita senza indugi e inciuci vari,pena la disaffezione di noi tutti verso questo governo in cui tutti noi crediamo.

Altro punto in cui in questi giorni si discute molto e di cui sto'parlando e discutendo molto sui miei gruppi su facebook (vedi gruppo Governo Berlusconi: IL POPOLO RICONOSCE IL BUON GOVERNO all'argomento di discussione Pillola abortiva ru486, come la pensiamo? )sono le QUESTIONI ETICHE ed in particolare la questione riguardante la pillola abortiva ru486.Le posizioni sono abbastanza note; da un lato il centrosinistra nelle regioni da loro governate anno dato il via all'utilizzo di questo farmaco,mentre invece nelle regioni a guida azzurra si sta' tentando di ritardarne l'utilizzo. Ma da dove nasce questa controversia;come tutti o quasi sappiamo la ru486 e' un medicinale che induce l'aborto ede' stata progettata per evitare alla donna l'asportazione del feto indesiderato via chirurgica.Il problema nasce dal fatto che per utilizzare questa pillola non sia necessario il ricovero precauzionale della donna che la utilizza.
Secondo i critici di questa pillola l'utilizzo libero senza uncontrollo medico e' pericoloso perche' nel caso di un malore della donna che lo usa non ci sarebbe un medico che puo' gestire la situazione. Secondo gli avvontori invece obbligare la donna al ricovero va contro la libera scelta della medesima in quanto non e' necessario il ricovero e l'obbligatorieta' del ricovero andrebbe contro i principi di libera scelta della paziente.
Come ho gia' avuto modo di scrivere nel mio gruppo di facebook nel link da me postato precedentemente, la mia contrarieta' a questa pillola a due motivi; il primo e' etico e cioe' sono contrario all'aborto in tutte le sue forme ( chimica via pillola o chirurgico) pur se tutelato da una legge,perche' lo ritengo un'omicidio; esistono possibilita' alternative per le donne che non vogliono tenere il bambino/a e cioe' il non riconoscerla/o all'atto della nascita e quindi come prescrive la legge attivare le procedure di adozione. Altro modo sono i metodi contraccettivi dai piu' semplici (pillola per la donna,preservativo per l'uomo)chee vitano cosi' di mettere al mondo creature non volute.
Ultimo punto su cui mi voglio dedicare e' la questione dei preti pedofili;diro' solo poche parole che spero non offendano nessun cattolico che leggera' questa nota;io credo personalmente che la chiesa abbia sbagliato in passato a nascondere gli scandali ma soprattutto io credo che questi cosiddetti preti vadano immediatamente espulsi e consegnati alle autorita' di quei paesi perche' vengano processati e perche' personalmente credo che tutti i pedofili siano uguali sia che siano religiosi sia che siano laici ed e' assolutamente necessario fermarli per il bene delle vittime e per il bene stesso della chiesa. Se questo accadra'ne beneficiera' dapprima la ciesa perche' si sara' dimostrata capace di fare pulizia al suo interno e dimostrera' di non tollerare questi comportamenti.

Ora vi lascio alla lettura dell'articolo di Marcello Veneziani, attendo pero' qui' sul blog i vostri commenti e le vostre osservazioni.

Grazie Luca Marinoni

Italia, è Pasqua: torna a vivere
di Marcello Veneziani IL Giornale domenica 04 aprile 2010


La Pasqua d’Italia. La traduzione storica di Resurrezione è Risorgimento. E questo Paese ha bisogno davvero di riacquistare fiducia in un suo risorgimento. Ha bisogno di ritrovare una sua unità di destino, un suo disegno civile e culturale e i tre anni di tregua elettorale che abbiamo davanti, la forte maggioranza del governo e la necessità di tutti i partiti di andare in clinica per un check-up radicale, sono condizioni favorevoli per la ripresa. L’Italia ha bisogno di sentirsi comunità, come dice agli inglesi il leader conservatore Cameron, che sarà tra breve probabilmente il nuovo premier britannico. Laddove partì la rivoluzione liberista della Thatcher potrebbe ripartire per l’Europa la rivoluzione conservatrice, animata dall’idea di comunità, di mercato sociale e di tradizione.
L’occasione può essere il compleanno dell’Italia, i suoi 150 anni che scoccheranno il marzo prossimo. Quell’anniversario può essere il pretesto per rilanciare un progetto d’italianità con i mezzi del presente. Un progetto pop, per intenderci, come la pop music e la pop art, abbreviativo di popolare. Qualcuno, nella cabina di regia dei 150 anni, ha tentato di spostare l’attenzione dei festeggiamenti sul solito secondo risorgimento, ovvero la guerra civile del ’43. Ma di Novecento abbiamo fatto overdose, mentre il Risorgimento non si studia più neanche a scuola, dopo la riforma Berlinguer. Dobbiamo invece ripartire dall’Unità, che è più attuale della guerra civile. Se oggi, per esempio, discutiamo di federalismo e di Stato centrale, o di Nord e Sud, quei temi non ricalcano la lotta antifascismo-fascismo, ma ci riportano all’atto costitutivo del Paese, al Risorgimento. Dobbiamo ripensare quell’Unità e non la Resistenza, dobbiamo tornare al territorio e non al secolo delle ideologie.
Ma per partire col piede giusto, bisogna partire dalla realtà: l’Italia è in decadenza, il popolo italiano vive lo scoramento, gli italiani sono in fuga dal proprio Paese anche quando restano a casa. È una forma di emigrazione mentale, che è perfino peggio dell’emigrazione reale, perché li situa fuori dal proprio Paese, con la testa rivolta in un imprecisato altrove. C’è uno scoramento diffuso come una dolente tiritera. È inutile negarlo o attribuirlo solo ad un sordo gioco mediatico e ideologico che vuol gettare fango su questa precisa Italia, sotto questa guida. La propaganda c’è, l’uso fazioso del malessere pure, figuriamoci; ma il disagio non è pura invenzione per denigrare. C’è, si tocca con mano. Se fingiamo che non esista, poi non capiamo il resto. Dobbiamo avere la cruda franchezza di ammettere che il Paese è effettivamente sulla china del degrado, è spompato, è scorato.
La decadenza c’è e viene avvertita come tale. Ma non è onesto, non è veritiero, ricondurre la decadenza italiana a chi ci governa in questa fase. Primo, perché un governo non avrebbe la forza, seppur nefasta, di innescare un processo così profondo, vasto e radicale. Secondo, perché la decadenza italiana è frutto di un processo lungo e corrosivo, che a voler circoscrivere la portata alle presenti generazioni, fu innescato tra la fine degli anni Sessanta e gli anni Settanta. Terzo, perché il disagio economico e sociale, aggravato negli ultimi anni, ha avuto nelle crisi internazionali e finanziarie, la sua ragione principale.
Quando Berlusconi promette grandi opere e grandi mutamenti strutturali, quando lancia la cultura del fare e la cultura dell’emergenza per consentire decisioni rapide e fattive, senza le estenuanti mediazioni che neutralizzano di solito l’efficacia, tenta di rispondere a questa inerzia diffusa, a questa inedia profonda, a questa accidia serpeggiante. Quando Berlusconi tenta iniezioni di fiducia nel Paese, invitando a sperare, a convincersi che il peggio sia passato, che il Paese ora sia in risalita, non dice tutta la verità ma cerca, con una santa bugia, di rincuorare il Paese e ridare fiato all’Italia. Tenta di reagire alla decadenza, rianimando un discorso pubblico. Perlomeno c’è uno sforzo a uscire dalla palude e dal deserto. E non è colpa della Lega se poi non c’è nessuno che con pari determinazione difenda l’identità nazionale e compensi le tentazioni autonomiste. Manca però un disegno generale del Paese, un progetto culturale e civile e vorrei dire ideale, salvo annunci, placebo, illusioni. Certo, la cultura dell’emergenza rischia poi di produrre procedure sventate, prive di controlli, che sono il pane preferito per i comitati di affari, i corrotti e i corruttori. Ma l’unico modo per smuovere le montagne, per snellire le procedure, sveltire la sostanza dei processi di ricostruzione era quello. E si è visto, a Napoli come all’Aquila.
Allora il problema del nostro Paese non si chiama Berlusconi. Si chiama decadenza. Si chiama sfiducia generale. Si chiama democrazia irresponsabile, dove manca ogni pur vago tentativo di pensare in senso nazionale; dove le carriere sorgono sulle ceneri dell’Italia e non sulla crescita italiana. Si chiama mancanza di selezione, di meritocrazia, per consentire l’elezione di classi dirigenti adeguate, la circolazione dei talenti, il dinamismo dei settori più strategici, come la ricerca, l’università, la burocrazia.
Sarebbe troppo facile pensare che questo Paese, liberandosi di Berlusconi e del suo governo, si liberi della decadenza. Non è onesto, non è veritiero pensare che questo Paese tornerà a fiorire se alla monarchia berlusconiana si sostituirà quel ceto di tirapiedi che armeggiano contro di lui, ma a volte anche nei suoi pressi. Quel ceto è la fotografia più deprimente della partitocrazia, dell’incapacità delle classi dirigenti, della mancata selezione sulla base dei meriti. Non è di manette che ha bisogno l’Italia, non di leggi del sospetto; ma di aria libera e intelligenze costruttive, non mirate a frenare il prossimo ma a guidare la rinascita d’Italia. Insomma, dopo il voto, tocca ripartire dalla decadenza italiana per ripensare il futuro del Paese. Buona Pasqua di Resurrezione, Italia.

6 commenti:

  1. "Non è onesto, non è veritiero pensare che questo Paese tornerà a fiorire se alla monarchia berlusconiana si sostituirà quel ceto di tirapiedi che armeggiano contro di lui, ma a volte anche nei suoi pressi." questo è secondo me il passaggio chiave di codesto articolo di Marcello Veneziani.

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  2. I miei più vivi complimenti per gli articoli qui riportati e i miei più cordiali e vivi al commento del signor Emilio

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  3. Ciao...non commenterò l'articolo perchè molto scontato quello che potrei dire...commenterò le tue premesse....che poi convergono sempre in una...i rapporti dei governi con l'immenso potere del Vaticano!!! La Chiesa non fa altro che proseguire usi e costumi che erano "normali" fino a un paio di secoli fa...ovviamente forte del "non procedere penalmente" verso quei preti che abusano dei minori (che poi abusare in questo caso è una parola forte...loro amano i bambini al punto di arrivare a "giocarci" sessualmente e basta...ma giustamente non è tollerabile!!)..per cui condivido l'ipotesi di lasciarli giudicare dai tribunali penali.....ma si soluzionerebbe il problema abolendo il celibato per i preti...solo che chi ha potere decisionale non tollera che lui abbia sofferto tutta la vita e i novizi si ritrovino a poter trombare quanto vogliono e legalmente!!). Sulla pillola invece sono completamente contro la tua opinione... gli umani gioiscono del sesso non per procreare e le gravidanze al 90% sono indesiderate...per cui non legalizzare i metodi di soluzione significa tornare al medioevo e con enormi rischi di salute per le donne (oltre che le enormi spese di denaro per le procedure eventualmente illegali)...per cui sono assolutamente a favore dell'aborto e di questa pillola.....e lo sarebbero anche tutti i governanti, destra o sinistra che fossero, se non fosse per i già citati poteri del Vaticano di cui sono succubi!!!!

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  4. @ Riky per quanto riguarda la prima parte del tuo intervento sono abbastanza d'accordo; e' molto vero infatti che la chiesa e' dempre entrata nelle questioni politiche;per quanto riguarda invece la questione aborto,rispetto la tua opinione ma ribadisco la mia contrarieta' in quanto ritengo molto pericolosa questa pillola per la salute delle donne come confermano molte donne che l'hanno usata; non e' una questione di essere anacronistici. Esistono soluzioni alternative all'aborto dall'adozione come da me gia'scritto alla contraccezione.Con la vita non si scerza e l'aorto puo' essere tranquilllamente evitato. Luca Marinoni

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  5. @Luca - non si possono mescolare due concetti, sono troppo differenti
    A) la pillola è o non è un aborto (terapeutico quanto vuoi)?
    B) la pillola nuoce o no alla salute?
    Se lo consideriamo un aborto è inutile perdersi nei discorsi di salute ma è un omicidio e basta altrimenti è solo una questione di coscienza e produrre figli e lasciarli allevare ad estranei non può essere un'alternativa seria; se non è un aborto ma una questione di conseguenze fisiche allora possiamo dire che in Francia la forniscono nelle scuole alle bambine senza neanche farlo sapere ai genitori (la legge glielo consente) per cui è impensabile che non sia più che sicura (per quanto ragionevole sia il concetto di sicurezza)

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  6. Voglio dire che è molto interessante l' articolo sopra riportato, e poi voglio anche dire che per quanto riguarda la pillola abortiva ru486, bisogna dire che potrebbe essere una soluzione per quelle persone che necessitano di un aborto e non lo possono fare perciò, ritengo che la pillola abortiva ru486, non debba essere considerata in negativo, ma come un passo avanti della ricerca.

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