giovedì 7 ottobre 2010

Sì a federalismo fiscale per le Regioni. Tremonti: ''Unisce e non divide''


Il Consiglio dei ministri ha dato il primo via libera al decreto legislativo che introduce il federalismo fiscale per le regioni. Dentro il decreto, non solo l'autonomia tributaria ma anche i costi standard della sanità.
Una sorpresa quest'ultima per gli stessi Governatori che non si aspettavano l'unificazione dei due decreti. Secondo le norme approvate, ha spiegato subito dopo il ministro per la Semplificazione Roberto Calderoli, le Regioni avranno la possibilità di aumentare l'addizionale Irpef fino al 3%, in modo graduale a partire dal 2013 e fino al 2015. La possibilità di ridurre l'Irap, inoltre, sarà data solo agli enti territoriali che non avranno superato l'incremento Irpef del 5%.


La parte variabile che potranno applicare le regioni potrà arrivare fino allo 0,5% nel 2013, fino allo 0,9% nel 2014 e potrà arrivare al 2,1% nel 2015 che si potrebbe aggiungere all'addizionale gia' prevista che ha il tetto attualemtne fissato allo 0,9%. L'incremento, spiega Calderoli, non potrà essere applicato ai primi due scaglioni Irpef.


"L'impressione è che abbiamo cominciato" il federalismo fiscale, "in realtà il processo è quasi terminato", ha affermato il ministro dell'Economia Giulio Tremonti nella conferenza stampa di rito. E subito dopo ''il governo chiederà la delega per la riforma fiscale''. Ma ''il nostro obiettivo è quello di non aumentare la pressione fiscale", ha precisato il titolare di via XX settembre. Anzi ''noi la vogliamo ridurre'', ha detto spiegando che per tenere fermo il livello dei tributi "saranno introdotti meccanismi di controllo: pensiamo ad un vincolo".


Tremonti ribadisce la positività della riforma. ''Il federalismo unisce e non divide. Siamo convinti che questo meccanismo raddrizza l'albero storto della finanza pubblica'', dice usando le stesse parole di Umberto Bossi. Il leader della Lega, infatti, lasciando Palazzo Chigi, aveva parlato di ''un'Italia migliore, che costerà meno'' e di ''albero storto della finanza pubblica'' finalmente ''raddrizzato''.


Di tutt'altra opinione il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini che parla di un "provvedimento pericoloso" che piace solo alla Lega Nord che "da partito della demagogia diventa ora il partito delle tasse" perché ora regioni e enti locali potranno aumentare l'Irpef e, di conseguenza, le tasse a cittadini e famiglie.


Il leader centrista invita Pd e Idv ad ''uscire dal letargo'' e ''spiegare che questo è un falso federalismo, che non trasferisce risorse dal centro alla periferia riequilibrando il divario tra Nord e Sud ma mette le mani nelle tasche degli italiani''.


La decisione di riunificare i decreti su costi standard e fisco, però, viene giudicata ''sbagliata'' dai Governatori, riunitisi subito dopo l'approvazione del Cdm. "E' una questione di metodo - ha spiegato il presidente Vasco Errani - Non condividamo ciò che è stato fatto anche perché, non piu' di 48 ore fa, nell'incontro con i ministri competenti avevamo definito un metodo di lavoro che non prevedeva la riunificazione dei due decreti".

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