sabato 23 ottobre 2010

Il Cavaliere: a questo punto si ritiri il Lodo


La decisione di Berlusconi: bisogna rinunciare, non voglio si dica che faccio leggi-vergogna ROMA - Silvio Berlusconi è deciso a chiedere alla sua maggioranza di ritirare il lodo Alfano. Il presidente del Consiglio, raggiunto al telefono a tarda sera, non è affatto irritato per la nota del capo dello Stato, si dice anzi sereno e quasi indifferente per quanto sta accadendo in queste ore. «Non cambia nulla con l'intervento del presidente della Repubblica - dice -. A questo punto io chiederò che quella legge costituzionale venga ritirata. Il lodo Alfano porta con sé un meccanismo farraginoso per l'approvazione e in questo modo serve soltanto a dare fiato alle polemiche strumentali dell'opposizione». Il lodo è una legge costituzionale e come tale ha bisogno di quattro letture, due della Camera e due del Senato. Inoltre, se non approvato con una maggioranza dei due terzi, può essere sottoposto a referendum confermativo: un tipo di referendum che non ha bisogno di quorum. Berlusconi conferma quanto detto alla Frankfurter Allgemeine Zeitung: «Questa legge non è stata una mia iniziativa, ma una proposta del mio partito. Io non sono più interessato a portarla avanti. Non voglio che si dica che faccio leggi ad personam, leggi vergogna. Altro che leggi vergogna. Sono sedici o diciassette anni che vengo perseguitato dai magistrati per fatti già chiariti». Il premier cita l'ultima accusa rivoltagli dai pm: «Si guardi quanto emerso sull'evasione fiscale - afferma -. Io e mio figlio siamo perseguiti per una presunta frode di 800 mila euro, quando solo nell'anno in questione abbiamo versato al fisco 448 milioni». Il presidente del Consiglio assicura che tutte le accuse contro di lui sono assolutamente infondate e strumentali: «Ho giurato sui miei cinque figli e sui miei nipoti che non sono responsabile di nessuno dei fatti che mi vengono attribuiti».


Silvio Berlusconi difende e sostiene la riforma della giustizia che il ministro Angelino Alfano sta perfezionando in questi giorni e che troverà sbocco in uno dei prossimi consigli dei ministri: «Quello è un progetto che mi interessa e che non si fermerà, ma ripeto: senza il Lodo, che invece verrà ritirato». Quindi nessuna marcia indietro sulla riforma complessiva della giustizia, alla quale il premier non vuole in nessun caso rinunciare.
Il presidente del Consiglio con i suoi ha avuto anche modo di tornare sulla vicenda delle ville costruite ad Antigua, delle quali si è di recente occupata la trasmissione Report condotta da Milena Gabanelli (per questo citata in giudizio dal premier). Silvio Berlusconi sostiene che è tutto chiarito, di essere lui il proprietario, di aver fatto l'operazione per fare un piacere a un amico, all'architetto Gamondi che voleva investire lì e portando un cliente tanto importante ha potuto ottenere la concessione.
«Sono stato in quella casa soltanto quattro giorni», ha detto ai suoi. Berlusconi ha occupato la villa di Antigua un'unica volta, dal primo al quattro di gennaio del 2008. Il presidente del Consiglio ha anche parlato con chi gli è più vicino della banca Arner, a lungo citata nel sevizio di Report su Antigua, sostenendo che tra i correntisti c'erano alcuni suoi amici e che gli è stato affidato il conto numero uno soltanto perché il suo è il nome più noto e prestigioso.


Ma è sul lodo Alfano che si concentra la sua attenzione: non ha nessuna intenzione di offrire sponde all'opposizione continuando a portarlo avanti ed è probabilmente quello che aveva già detto nel pomeriggio al ministro della Giustizia, che era andato a trovarlo a Palazzo Grazioli.

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