martedì 2 febbraio 2010

Da Cdm via libera a piano contro il lavoro nero


Al via controlli mirati in 20mila aziende per stanare il lavoro nero. Quattro le regioni sotto osservazione (Calabria, Campania, Puglia e Sicilia), dove una task force di 550 ispettori setaccerà le imprese agricole ed edili. E’ in sintesi il contenuto del piano straordinario del ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, che ha ricevuto il via libera del Consiglio dei ministri, riunito a Reggio Calabria. Nel dettaglio, si tratta di 10 mila aziende agricole di cui 2.000 in Calabria, 2.500 in Campania, 3.000 in Puglia, 2.500 in Sicilia. E di altrettante imprese edili di cui 1.346 in Calabria, 3.814 in Campania, 2.564 in Puglia e 2.276 in Sicilia. Agli ispettori delle quattro regioni (500) si aggiungeranno quelli provenienti da altre parti del territorio (50). Sforzo extra, questo, per il quale il dicastero del Lavoro ha calcolato un onere finanziario aggiuntivo di 1,9 milioni tra spese di vitto e alloggio, spese di viaggio e rimborso per gli spostamenti interni.
La scelta di intervenire specificamente sul settore agricolo ed edile, spiega il ministero del Lavoro, “è stata determinata dall’opportunità di intervenire in quegli ambiti dove le problematiche evidenziate possono dar luogo a un forte impatto sociale e sul piano dell’ordine pubblico e dove sono più probabili i collegamenti delle realtà economiche con le organizzazioni criminose strutturate sullo stesso territorio”. In tale contesto, quindi, sulla base dell’analisi delle varie realtà provinciali, si svolgeranno “interventi mirati e necessariamente differenziati” che terranno conto delle specifiche realtà locali e anche dei “diversi fenomeni di illegalità che possono caratterizzare le aree geografiche in questione”.

A questo scopo, il ministero del Lavoro, nel corso del cammino di messa a punto del piano, ha incontrato i vertici delle strutture territoriali coinvolte dello stesso dicastero, dell'Inps e del Comando Carabinieri Tutela del Lavoro, per “pianificare azioni coordinate di intervento, anche con modalità diverse a seconda del fenomeno di violazione oggetto di indagine: dal confronto è emersa la necessità di dar vita a specifici gruppi operativi composti da ispettori del lavoro, ispettori dell’Inps e militari dell'Arma dei Carabinieri, da impiegare nell’effettuazione degli accessi ispettivi”.

Il settore agricolo, fra i primi ad essere ‘attenzionato’ dal governo attraverso una semplificazione delle procedure di utilizzo di prestazioni lavorative regolari, resta nel Mezzogiorno il comparto in cui “è possibile notare uno scarso ricorso alle regolari procedure di utilizzo di personale extracomunitario stagionale”. E questo nonostante la presenza di “alternative regolari” sia sul piano contrattuale (voucher), sia su quello di “congrue disponibilità di manodopera (flussi stagionali non ancora esauriti)”.

Ciò premesso, rimarca il ministero, “l’azione ispettiva va particolarmente orientata sul fenomeno dell’utilizzo di manodopera agricola anche stagionale, sul fenomeno del caporalato e delle truffe ai danni dell'istituto previdenziale realizzate mediante l’instaurazione di fittizi rapporti di lavoro, attività quest’ultima, gestita prevalentemente dalle organizzazioni criminali. In particolare, si ritiene opportuno concentrare gli interventi nei confronti di quelle attività di raccolta stagionale dei prodotti agricoli che richiedono maggiore impiego di manodopera. Sulla base di tale scelta è stata pertanto predisposta una calendarizzazione nei diversi ambiti geografici che tenga conto delle principali colture effettuate nei diversi periodi dell’anno”.

Nell’ambito dell’edilizia, fa notare il ministero, “il fenomeno dell’impiego dei lavoratori ‘in nero’, degli appalti illeciti e del caporalato sono particolarmente diffusi”. E gli accessi ispettivi saranno realizzati “sia nell'ambito di appalti privati che di appalti pubblici, ove è opportuno concentrare l'attenzione in particolare sulla correttezza delle procedure di appalto e subappalto e sul rispetto della normativa antimafia”. I controlli saranno pertanto finalizzati “alla verifica delle condizioni generali di tutela del lavoro nonché a un oculato monitoraggio della cantieristica esistente, che potrà consentire un attento esame, oltrechè del lavoro irregolare, anche dello stato di attuazione in tale ambito della disciplina in materia di salute e sicurezza”.

Nell’ambito di tale piano straordinario, un ruolo “importante e sicuramente prioritario meritano le relazioni con le associazioni di rappresentanza dei datori di lavoro e dei lavoratori e, segnatamente, con i loro organismi bilaterali e paritetici in chiave di prevenzione e promozione delle iniziative volte al ripristino della legalità”.

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