lunedì 2 novembre 2009

Berlusconi: sì al dialogo, ma basta insulti Voto anticipato se maggioranza cambia


È Berlusconi show. Il presidente del Consiglio parla chiaro, senza mezzi termini o inutili giri di parole. Mette quindi i puntini sulle 'i' in una fase in cui intende avviare un importante processo riformatore, a partire dalla giustizia, e analizza la situazione politica del momento. Lo fa con Bruno Vespa e per il suo libro, ‘Donne di cuori’, in prossima uscita: “Nessuno più di me è predisposto al dialogo. Ma per dialogare è necessario essere in due, e soprattutto avere rispetto dell’avversario, non insultarlo e demonizzarlo come il Pd di Franceschini e di Veltroni ha fatto ogni giorno, e spesso più volte al giorno, contro la mia persona". Un dialogo con il Partito Democratico di Pierluigi Bersani, dice il capo dell’esecutivo, è dunque possibile, cosa che fu impossibile con Dario Franceschini. "Se Bersani deciderà di cambiare registro e di concorrere alle riforme importanti per il futuro dell’Italia - chiarisce il premier - il più contento sarò io". E a Vespa che gli chiede se può essere la giustizia il primo banco di prova, Berlusconi risponde: "Magari!..."

Ciò che il Cavaliere ha sempre mal sopportato è stato il tono delle parole pronunciate dai suoi avversari, il più delle volte eccessivamente sopra le righe e volte all’insulto: “Chi insulta il presidente del Consiglio insulta il voto di milioni di italiani”, affonda Silvio Berlusconi, il quale non ritiene di dover rinunciare alle azioni legali contro i quotidiani 'La Repubblica’ e 'L'Unita’.

Avanti con le azioni legali - “Ho il dovere di tutelare non la mia persona, ma l'istituzione che rappresento e che mi è stata assegnata dal voto di milioni di italiani. Insultando me - sottolinea - si insultano tutti loro, si insulta il loro voto, la loro volontà, la loro dignità”. “E non ho sporto querela - spiega il premier -. Mi sono rivolto, in modo direi quasi disarmato, ai giudici civili destinando da subito l'eventuale risarcimento del danno all'Istituto San Raffaele di Milano”.

Ma le parole del premier non trovano l’approvazione della capogruppo Pd al Senato, Anna Finocchiaro: "Fa un po' sorridere leggere che nessuno più di Berlusconi 'è predisposto al dialogo'. Mi sembra che in questi mesi siano venute proprio dal governo e dalla maggioranza forzature, continue ricorsi ai voti di fiducia,
norme anticostituzionali come il lodo Alfano. Forse il registro devono cambiarlo maggioranza e governo. E in ogni caso le tanto sbandierate riforme si fanno in Parlamento. Quella è la sede del confronto".

Ipotesi elezioni anticipate - Una crisi o un governo del presidente? Berlusconi lo esclude categoricamente. Come del resto esclude che l’ipotesi possa trovare il consenso del presidente della Camera Gianfranco Fini o del leader della Lega Nord Umberto Bossi: “Lo escludo nel modo più assoluto. Se mai dovesse verificarsi un cambiamento di maggioranza, ma è un'ipotesi che non esiste, ci tengo a dirlo chiaro, sarebbe inevitabile il ricorso ad elezioni anticipate”.

Rapporti con la coalizione - Parlando con Vespa, Berlusconi fa il punto sui rapporti all'interno della coalizione di governo e nel Pdl, soffermandosi anche sulla definizione delle candidature per le prossime elezioni regionali. Il presidente del Pdl puntualizza che l'attribuzione alla Lega di due Regioni del Nord rappresenta una questione che "è oggi ancora sul tavolo". E se questo dovesse accadere, Berlusconi esclude che ciò possa causare un ridimensionamento nazionale del Pdl. "L'alleanza con la Lega - assicura - è davvero solida. Non c'è nessun problema nell'individuazione dei candidati alle elezioni regionali anche perché presenteremo in ogni regione del Nord un ticket che indicherà un presidente del Pdl e un vice della Lega e viceversa. Nessun pericolo di sganciamento leghista, dunque. Tra me e Umberto Bossi c'è un patto ormai consolidato fondato anche sull'amicizia e sull'affetto". A Vespa che gli chiede che se sono giustificati i rimproveri di quanti lamentano troppe concessioni al Carroccio, il presidente del Consiglio risponde: "Con Umberto Bossi ho sempre trovato accordi ragionevoli. Con la Lega, ripeto, non ci sono e non ci saranno elementi di contrasto".
Quanto ai rapporti con il presidente della Camera, Gianfranco Fini, Berlusconi conferma "i rapporti di sempre. Fini si è dimostrato un alleato leale e un
politico lungimirante. A lui mi lega un solido rapporto di amicizia e di stima. Anche con i parlamentari che vengono da An il rapporto è ottimo. È naturale che la direzione del Pdl e l'Ufficio di Presidenza discutano di proposte nuove
non incluse nel nostro programma elettorale, come per esempio quella di concedere in anticipo la cittadinanza agli immigrati. Si discute, si vota e la decisione della maggioranza vincola la minoranza". E sui temi etici, aggiunge, "il partito assume certo una sua posizione, ma riconoscendo ai singoli parlamentari una piena libertà di coscienza e di voto".
L'Udc deve stare nel centrodestra - Quanto all’Udc, e alla strategia di Pierferdinando Casini per le prossime elezioni regionali, Berlusconi osserva: "L'Udc è con noi nel Partito del Popolo Europeo, che è la grande famiglia della libertà e della democrazia in Europa. Negli altri paesi dell'Unione i partiti popolari non si alleano con la sinistra, non sono disponibili ad allearsi con una parte o con l'altra. Questo non è casuale. È la conseguenza del fatto che i nostri valori, i nostri programmi, la nostra economia sociale di mercato, sono concezioni alternative a quelle della sinistra. Dunque la collocazione strategica dell'UdC non può che essere nel centro destra, e noi attendiamo fiduciosi che questo avvenga".

1 commento:

  1. Ma perchè Berlusconi dice all'UDC cosa deve fare?
    Non lo saprà da sola?
    Ulteriore commento.
    Mi sembra poco "dialogante" il concetto di "se la sinistra è ci viene dietro, la riforma sarà condivisa, altrimenti andremo da soli".
    A casa mia, con-divisa vuol dire che i contendenti si mettono d'accordo su una cosa comune...
    O sbaglio io?

    RispondiElimina