domenica 19 agosto 2012

La Pubblica Amministrazione


Amici dopo la precedente nota dedicata alla riduzione delle spese per la politica (VEDI POST PRECENTE http://lucamarinonilemieidee.blogspot.it/2012/08/proposta-per-ridurre-di-12-miliardi-i.html) questa volta ci concentriamo sulla PUBLICA AMMINISTRAZIONE.

Premesse
-          In Italia vi sono poco meno di 3 milioni e mezzo di dipendenti pubblici e costano nel 2011 circa  175 miliardi. Questi lavorano nella Scuola (oltre 1 milione), Sanita’ (quasi 700.000), Regioni ed Enti Locali (poco meno di 600.000), Corpi di Polizia (oltre 300.000), Ministeri, agenzia e presidenza (circa 250.000), Forze armate (circa 130.000), Universita’ (oltre 100.000), enti pubblici non economici, aziende autonome, ricerca, magistratura, diplomatici e prefetti, etc
-          La distribuzione territoriale dei dipendenti e’ squilibrata, con una media di 43 dipendenti ogni 1000 abitanti in Lombardia, contro una media Italiana di 58 dipendenti ogni 1000 abitanti. Escludendo il Lazio (con numeri alti ed anomali per la presenza di molte amministrazioni centrali, e la stessa Lombardia, nelle altre 18 regioni, la media e’ di 59 dipendenti ogni 1000 abitanti); al di la’ dei numeri del personale, vi sono anche squilibri nei costi, visto che in vari settori della PA, vi sono regioni in particolare del meridione, con numeri di dirigenti e personale ad alto costo del Lavoro, ampiamente superiori che nella regione Lombardia, analoghe considerazioni emergono da altri parametri (giorni d’assenza, etc)
-          La qualita’ media dei servizi erogati dalla Lombardia, nella scuola, universita’, sanita’ e burocrazia in generale, e’ sensibilmente superiore a quella della gran parte delle regioni Italiane (la cosa traspare da ogni statistica pubblicata, da quelle sui test INVALSI nelle scuole, a quelle relative a cittadini di altre regioni che vanno in Lombardia per usufruire di servizi sanitari, etc), pur se il numero di dipendenti della PA e’ inferiore di circa il 25% rispetto a queste.

Proposta Operativa
Abbiamo visto che in Lombardia vi sono molti meno dipendenti pubblici della media del resto d’Italia, con numero dirigenti ragionevole ed elevata efficienza. Pretendere che tutte le regioni si adeguino a questo standard non e’ solo ragionevole, ma deve diventare una priorita’ nazionale.
La semplice esportazione del modello Lombardo della PA in tutto il paese (stesso numero dipendenti, stessa efficienza, anche tenendo in conto le peculiarita’ del Lazio), comporterebbe un ridimensionamento 700.000 dipendenti nella PA e di 45 miliardi nel costo del Lavoro.
Decreti attuativi:
-          Conferma del Blocco di ogni aumento salariale fino al 2014, e successivamente conferma del Blocco in quelle regioni ed i quei settori che non hanno raggiunto il Benchmark
-          Introduzione “Gabbie Salariali”, come strumento in mano a Ministeri, Regioni e Comuni per ridurre o aumentare i salari rispetto ai valori prescritti nel contratto nazionale in un range -15% / +5%, al fine di raggiungere i target.
-          Agevolazione trasferimenti nella PA da un settore all’altro, e da una regione all’altra; reso impossibile il trasferimento a regioni che non hanno raggiunto il benchmark da quelle virtuose
-          Introduzione della possibilita’ di Licenziamento per i dirigenti ed il personale in esubero ad alto costo del Lavoro
-          Blocco da subito l’assunzione di personale fino ad un numero per abitante che non ecceda il 20% rispetto alla migliore regione (best practice) e turn over massimo di 1 a 4 per quelle tra il 10% ed il 20%, fino al raggiungimento dello stesso target
-          Le regioni o i comuni che non rispettano il vincolo vengono commissariati di ufficio con decadenza da funzioni e stipendio di tutti i consiglieri eletti e tutti i dirigenti di nomina politica (anche nei consigli di amministrazione di municipalizzate e fondazioni). I poteri passano ad un commissario nominato dal ministero degli interni, il quale avrà pieni poteri per redigere un piano di rientro nei parametri ed emanare i provvedimenti di legge necessari. Poi si torna alle urne.
-          Adozione di sistemi di selezione, reclutamento e formazione, avanzamento differenti ed in linea col settore privato, eliminando le attuali orrende, contorte procedure e norme burocratiche. Stesso discorso per i premi di produzione (erogabili, comunque, non solo al raggiungimento dei target individuali, ma solo se contestualmente si raggiungono i target regionali).
Conclusioni
In pratica oggi, vi sono 800.000 persone in eccesso distribuite in 19 regioni Italiane (con casi eclatanti non solo nel Sud), e la cosa si traduce paradossalmente in molte di queste regioni in un’offerta di servizi ampiamente peggiori di quelli Lombardia. In pratica in Italia v’e’ un’enorme inefficienza nel settore della PA che e’ un dovere morale sconfiggere.
Si badi che la proposta non tiene conto del fatto, che anche in Lombardia esistono inefficienze, che potrebbero comportare tagli di personale anche nella regione benchmark, ma nella presente proposta non consideriamo cio’.
Anche ipotetiche giustificazioni sui numeri offerti, a supporto di pletore di dipendenti della PA in altre regioni, non hanno senso. Rispondo preventivamente a cio’ portanto contro-argomentazioni; per esempio in Lombardia v’e’ una natalita’ un po’ superiore al resto del paese (parametro che incide sul comparto scuola), v’e’ un servizio di asili assai piu’ capillare (che comporta personale), vi sono servizi nella Sanita’ e nelle Universita’ che sono offerti ampiamente anche a cittadini di altre regioni, v’e’ un settore ricerca massiccio ed efficiente; pertanto, non sono giustificabili le enormi differenze regionali.
Le manovre 2010 e 2011 del governo, si pongono l’obiettivo di raggiungere i 3.300.000 di dipendenti, e contestualmente hanno bloccato gli aumenti salariali: misure condivisibili, ma ampiamente insufficienti.



https://www.facebook.com/notes/luca-marinoni/la-pubblica-amministrazione/355989357812988 

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