mercoledì 22 agosto 2012

PROPOSTA DI RIDUZIONE DEL DEBITO PUBBLICO,"PROPOSTA AMATO-BASSANINI"

Concludo questa seie di articoli dedicata alla riduzione del debito pubblico;  ( prossimamente parleremo delle proposte per la riduzione degli intaressi sul debito); dopo aver trattato nel primo articolo della proposta Savona-Rinaldi (http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=2008902614412910872#editor/target=post;postID=1904990770542848736 ),nel secondo articolo della proposta  Monorchio- Salerno (http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=2008902614412910872#editor/target=post;postID=6137545114549798599 )ora vediamo  la propoosta conosciuta col nome  "Amato-Bassanini".


DEBITO PUBBLICO: IL PIANO ASTRID PER RIDURLO (PROPOSTA AMATO-BASSANINI)
Undici economisti di fama propongono una serie di soluzioni per ridurre il debito pubblico in modo sostanziale in cinque anni. Le misure proposte sono gia' in corso di attuazione da parte del governo,in parte, almeno per come sono state riportate dalla stampa, sembrano poco efficaci.

L'Astrid (fondazione per analisi. gli studi e le ricerche sulla riforma delle istituzioni democratiche e sull'innovazione nelle amministrazioni pubbliche, in cui si confrontano vari economisti italiani di fama e di scuole di pensiero differenti) ha presentato di recente al ministro dell'economia Vittorio Grilli e al presidente del consiglio Mario Monti un documento messo a punto da un gruppo di undici economisti: Giuliano Amato, Franco Bassanini, Giuseppe Bivona, Davide Ciferri,Paolo Guerrieri, Giorgio Macciotta, Rainer Masera, Marcello Messori, Stefano Micossi, Edoardo Reviglio, Maria Teresa Salvemini.

L'obbiettivo e' portare lo stock del debito italiano a un livello di sicurezza in cinque anni, per poi condurlo nel 2020 entro la soglia del 100% del pil.
Il pacchetto di misure straordinarie avrebbe una valenza complessiva di 150-200 miliardi di euro in un arco di cinque anni (la cifra specifica indicata, soggetta a oscillazioni,e' di 178,7 miliardi). Secondo la proposta, denominata sulla stampa "Amato-Bassanini" l'implementazione anche nel quinquennio successivo al 2017 produrrebbe un'ulteriore riduzione del debito di circa 150 miliardi.
LE AZIONI PROPOSTE

La proposta di Astrid si articola in sei punti.

1-Vendita di immobili: il ricavato e' stimato  fra' i 55 e gli 80 miliardi.Il valore del patrimonio pubblico, esclusi i beni demaniali, viene valutato tra' i 550-600 miliardi: il 53% e' in uso alle amministrazioni, il 27% a enti no-profit, solo il 10% puo' essere considerato libero per alienazione.
Entro il 2017 si prevede la cessione di immobili per 72 miliardi: 5 miliardi dai cespiti liberi inclusi nel federalismo demaniale ( viene escluso il complesso dei 62 miliardi gestiti dall'agenzia del demanio); dal patrimnio degli enti locali (la parte vendibile e' valutata 100-120 miliardi) realisticamente sono attesi ricavi per 15 miliardi, poi 6 miliardi dalla vendita dei beni della difesa e delle province, 16 miliardi dagli enti previdenziali, ben 30 miliardi dalla cessione di appartamenti di edilizia residenziale pubblica.

2- Capitalizzazione delle cessioni: questa misura potrebbe fornire un gettito di 30 miliardi ( previsti nei soli 2012,2013 e nel 2014). Le sole lotterie fruttano oggi 1,6 miliardi l'anno.

3- Cessione delle partecipazioni: le quote delle societa' quotate ( Eni,Enel, Finmeccanica,StMicroelettronics) in mano al tesoro sarebbero vendibili per 25-30 miliardi di euro.
Le partecipazioni non quotate dello stato e degli enti locali sono valutate 12-15 miliardi (Poste, FS, ex munipalizzate, ma non solo). Il piano prevede la totale dismissione del vendibile entro il 2016 (nel 2017 non sono previsti introiti). L'incasso totale attese sommando aziende a partecipazione statale e locale e' di 40 miliardi.

4- Accordo fisclale con la Svizzera: I capitali italiani non scudati sono stimate nell'ordine dei 150 miliardi. Con un prelievo del 25% si avrebbe un gettito esptemporaneo di 37,5 miliardi; il prelievo successivo sui proventi da capitale frutterenne 2-3 miliardi annui. La proposta tiene in gran conto la possibilita' di fuga di capitali dalla Svizzera a seguito di un'accordo fiscale con Roma, pertanto il gettito ipotizzato per l'unatantum e di 13 miliardi e per l'imposta sui proventi a regime e' di 0,8 miliardi (taglio dei due terzi sui valori a capitali fermi).

5- Vincolo di portafoglio per gli enti previdenziali privati: l'idea prende spunto dal fatto che le casse di previdenza degli ordini professionali attualmente gestiscono asset, per circa 42 miliardi, ma di questi solo il 10% e' investito in bond sovrani. L' introduzione di un vincolo all'acquisto di titoli di stato a lungo termine,magari indicizzati all'inflazione, consentirebbwe maggiori rendimenti dei fondi ( rispetto al passato) e una garanzia sugli impegni previdenziale a lungo termine. Gli enti potrebbero sottoscrivere 6 miliardi nel 2013 e 2014, 1 miliardo nel 2014.

6- Gestione del debito pubblico: si suggerisce di introdurre incentivi e disincentivi fiscali per favorire l'allungamento delle scadenze del debito pubblico e una corretta conformazione  della curva dei rendimenti. La proposta e' di applicare la tassazione degli intaressi del 12,50% per titoli pubblici al momento del rimborso del capitale, in modo da favorire chi mantiene in portafolio i bond con scadenze lunghe; di contro, l'aliquota fiscale sugli intaressi dovrebbe essere uniformata a quella delle altre attivita' finanziarie (20%) per chi cede i titoli di stato prima della naturale scadenza.
LA CORNICE DEGLI INTERVENTI

Il metodo suggerito e' quello di un complesso di interventi soft sulle finanze pubbliche, dall'impatto anuo compreso fra' l'1 e il 3% del Pil in riduzione del debito: nessun provvedimento una tantum e magari traumatico, come potebbe essere una patrimoniale.
La proposta dell'Astrid punta molto su soggetti gia' esistenti: veicolo per dare attuazione pratica al piano sarebbe la (solita) cassa deposito e prestiti, molto liquida in ragione dei 300 miliardi di raccolta annuale di risparmio privato (postale) che verrebbe chiamata a valorizzare e coordinare le partecipazioni azionarie del tesoro e degli enti locali, quotate e non.

Bassanini, uno degli ideatori del piano ha precisato che nel tink tank e' stata bocciata l'idea di un'inposta patrimoniale ( causa effetto recessivo) o di operazioni troppo complesse (difficile da realizzare e magari non gradire all'europa).

 ALCUNE OSSERVAZIONI PERSONALI:

La cosa che non mi convince di questa proposta e' che mi sembra di leggervi un  ritorno al passato.
Come ben sappiamo il nostro paese si ritrova nuovamente a dover intervenire per ridurre il debito pubblico;
fin qui' nulla di nuovo, ma la proposta qui' descritta ricalca in alcuni suoi punti cio' che e' gia' stato fatto in passato e cioe' la cessione di asset strategici per il nostro paese. Ricordiamo tutti le privatizzazioni selvagge dei primi anni novanta fatte per cercare di ridurre quello che allora era un  debito molto minore dell'attuale. Con quale risultato? Abbiamo svenduto ( perche' di svendita si tratto') i migliori asset di cui disponevamo, abbiamo smembrato e svenduto quella che era la piu' grande multinazionale fuori dagli USA (l'IRI) senza di fatto risolvere il problema alla base e cioe' la diminuzione dello stock del debito.Come ho gia' accenato nel primo articolo di questa serie, il problema principale legato all'aumento del debito e soprattutto alla non sua diminuzione sta' nella spropositata spesa pubblica che questo nostro paese fa. Ripeto nuovamente che prima di QUALSIASI PIANO DI RIDUZIONE DEL DEBITO  e o di cessione di parte del patrimonio pubblico sia necessaria una diminuzione e quindi REVISIONE dell'attuale spesa pubblica. In mancanza di un Piano di riduzione di spesa, ogni cessione  di patrimonio sarebbe INUTILE nonche dannoso, perche' se anche inizialmente potremmo averne qualche vantaggio, sul lungo periodo ci ritroveremo con gli stessi problemi di oggi, con l'aggravante di non avere un patrimonio su cui fare affidamento.
Oltre a questo, aggiungo che privarci di aziende strategiche come ENI e ENEL (ad esempio) priverebbe prima di tutto lo stato degli introiti che queste aziende forniscono grazie ai dividendi che esse producono col loro lavoro, ma anche dia ziende che essendo strategiche nei loro settori, sono essenziali per la fuoriuscita del paese dalla crisi economica in cui ci troviamo.Gia' ora come tutti sappiamo, il nostro paese per il suo fabbisogno energetico ricorre all'acquisto di energia per un buon 80% del consumo di cui tutti noi necessitiamo; oltre a questo se queste aziende finissero in mani straniere rischieremo fortemente di essere ricattabili, piu' di quanto lo siamo gia' ora.

Aggingo in calce a questo articolo una riflessione fatta dagli economsti del sito "Economy 2050"  che fornisce altri spunti interessanti di rirlessione sulla proposta ciata in questo articolo.
Aspetto anche qui' sul blog le vostre riflessioni. Grazie Luca Marinoni

Fonte dell'articolo:
http://www.economy2050.it/debito-pubblico-piano-astrid-amato-bassanini/  

Post sulle riflessioni del sito Economy2050
http://lucamarinonilemieidee.blogspot.it/2012/08/alcune-considerazioni-sulla-proposta_23.html 




 



1 commento:

  1. Per ridurre il debito Pubblico per prima cosa si devono eliminare le cause di creazione debito, poi la mia proposta è quella di vendere all'estero tutto il patrimonio artistico che giace nelle cantine e nelle soffitte di musei di proprietà dello Stato e tutte le opere d'arte che giacciono a rischio di conservazione da qualsiasi parte. Un accordo di detassazione ai privati cittadini che decidessero di vendere applicando semplicemente una flat tax del 25% del valore delle opere vendute tramite i musei o le strutture create allo scopo. Gli italiani sappiano che : 1. 70% dell'arte esistente al mondo è in Italia. 2. Che le opere che giacciono in degrado sono tante o più di quelle visibili nei Musei 3. Che molte strutture all'estero sarebbero felici di comprare e darebbero garanzie di conservazione assolute. 4. Anni fa circolava la voce che la somma totale di vendite potenziali avrebbe potuto coprire l'intero ammontare del debto pubblico. La vendita di Beni Immobili di Proprietà dello Stato potrebbe anch'essa contribuir allo stesso scopo. Ma il rubinetto del debito a go go deve fermarsi una volta per tutte.

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