venerdì 18 aprile 2014

LA RIFORMA SEL SENATO

Salve a tutti!!!! Continuiamno ha parlare di riforme; sinora abbiamo analizzato tre' riforme volute dal governo Renzi: il jobs-act.,litalcum,la-riforma-delle-provincie. Oggi ci occupiamo di quella riforma che e' una dei cavalli di battaglia dell'attuale premier ovvero LA RIFORMA DEL SENATO.

Cosa prevede la riforma del senato:
Per prima cosa bisogna chiarire che il senato non viene abolito ma viene trasformato in un'assemblea delle autonomie;
Altro punto importante e' che il senato non sara' piu' elettivo ma sara composto da eletti di secondo livello; Ogni regione sarà infatti rappresentata da due consiglieri regionali e due sindaci, eletti dai rispettivi colleghi. Gli unici ad avere quello che si può considerare un mandato diretto, e a diventare membri di diritto con la loro elezione nelle istituzioni locali, sono i presidenti di regione, i presidenti delle province autonome di Trento e Bolzano, e i sindaci dei capoluogo di regione. A loro si aggiungono 21 senatori nominati dal presidente della Repubblica per “altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario”. Saranno poi senatori anche gli ex presidenti della Repubblica e gli attuali senatori a vita.
Altro punto importante di questa riforma e' il fatto che per i nuovi  senatori non è prevista un’indennità aggiuntiva a quella già percepita per l’incarico locale; questo vale pe i senatori di nomina presidenziale che non avranno un’indennità. Molto probabilmente saranno coperti i costi di trasferta e le diarie per tutti.

Durata del mandato:
  La durata del mandato dei senatori “coincide con quella degli organi dell’istituzione territoriale nella quale sono eletti”.. I senatori nominati dal presidente della Repubblica, invece, durano 7 anni, e sono quindi legati al mandato del presidente. Non è ancora chiaro cosa accadrebbe in caso di dimissioni anticipate del presidente della Repubblica.

Poteri del nuovo senato delle autonomie:
Sulla maggioranza delle leggi, compresi i decreti del governo da convertire, il nuovo Senato potrà votare e suggerire alla Camera le modifiche ritenute necessarie  (nel caso dei decreti entro dieci giorni dalla trasmissione), che poi la Camera potrà approvare o meno.
Il giurista Gianluigi Pellegrino ha però notato come questo non sia la fine del bicameralismo perfetto, anzi: “ci sono una serie di materie rilevanti nelle quali l’intervento del Senato crea un vincolo per la Camera, perché essa può resistere alla richiesta del Senato solo con una maggioranza qualificata”. Tra queste ci sono le norme che riguardano il governo del territorio, le funzioni dei comuni e delle regioni, o la ratifica di trattati internazionali.
Il Senato delle autonomie potrà poi votare e sottoporre nuovi disegni di legge alla Camera. I 148 senatori saranno chiamati in causa per le riforme costituzionali, che potranno votare e condizionare al pari dei deputati. Allo steso modo concorreranno all’elezione del presidente della Repubblica. Rispetto ai desiderata di Renzi, l’ultima versione prevede una competenza sulle leggi di bilancio.
Altro punto centrale di questa riforma e' il fatto che il "nuovo senato" non dara' la fiducia al governo ne votera' la legge finanziaria.

I risparmi
 «I senatori non avranno indennità»Questo e' uno dei punti fondanti su cui il premier Renzi a posto la base di questa riforma.
Attualmente il Senato per le indennità dei senatori spende quasi 57 milioni di euro l’anno. Il senato delle autonomie di Renzi dovrebbe quindi risparmiare questa cifra, mentre è difficile immaginare che possa risparmiare anche le diarie e i rimborsi per i trasferimenti di sindaci e consiglieri regionali in trasferta nella Capitale. Altra spesa che non si toccherà, almeno non con questo disegno di legge costituzionale, è quella per i vitalizi degli ex senatori che nel 2012 sono costati 72 milioni di euro, 59 milioni per pensioni dirette più 17 per le pensioni di reversibilità. Nessun risparmio su costi di manutenzione dei palazzi e degli arredi (4 milioni e mezzo), qualche risparmio sarà invece possibile sulle locazioni degli edifici (come in parte già preventivato dal 2018) perché serviranno la metà delle postazioni ad uso ufficio.

I senatori avranno l’immunità?
No, mentre continueranno ad averla i deputati. Stessa scelta è stata compiuta sulle intercettazioni, per il cui utilizzo si dovrà far richiesta sono nel caso riguardino un deputato. L'articolo 68 della Costituzione stabilisce che “senza autorizzazione della Camera alla quale appartiene, nessun membro del Parlamento può essere sottoposto a perquisizione personale o domiciliare, né può essere arrestato o altrimenti privato della libertà personale, o mantenuto in detenzione, salvo che in esecuzione di una sentenza irrevocabile di condanna, ovvero se sia colto nell'atto di commettere un delitto per il quale è previsto l'arresto obbligatorio in flagranza”. L’articolo nella proposta del governo rimane uguale, ma nomina esplicitamente solo i deputati.

Conclusioni 
Personalmente credo che la riforma complessivamente non sia male; ci sono pero' alcuni punti che non sono molto convincenti.
Innanzitutto i nuovi senatori saranno in parte eletti dei comuni e delle regioni, che oltre ad'essere nuovi senatori avranno anche il fardello della gestione delle vecchie provincie. Il problema oltre al sovrapporsi di piu' incarichi e' anche il fatto coi problemi politici o di reati vari con cui spesso cadono le amministrazioni di comuni e regioni ci si potrbbe trovare cambi di persone alla carica di senatore trasformando quest'ultimo un porto di mare.  

Fonte:
riforma-del-senato-di-matteo-renzi 

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