venerdì 26 novembre 2010

Moody's ci premia e l'Asta del Tesoro fa il pieno. Alla faccia della Faz


La Germania attacca l’Italia ma l’operazione allarmistica non funziona e il terrorismo psicologico di Tobias Piller (autore di un velenosissimo editoriale ai nostri danni) si trasforma in un flop: Moody’s rassicura i Mercati e l’Asta del Tesoro diventa in un successo.

La notizia tedesca viene diffusa in Italia nella mattinata di ieri. L’agenzia Agi riprende stralci dell’articolo, salvo, in serata, lanciare un flash che “annulla la notizia data in precedenza”. Un giallo. Ma sul sito della Frankfurter Allgemeine Zeitung, uno dei principali giornali europei, la notizia c’è eccome.

Quasi in contemporanea con l’annullamento da parte dell’Agi però, Moody’s spende parole rassicuranti nei nostri confronti. La crisi del debito europeo non dovrebbe contagiare l'Italia, il cui merito di credito resta stabilmente ad 'Aa2', dice l'agenzia di rating, che specifica anche come dall'Irlanda, seconda vittima della crisi costretta come la Grecia ad attingere al Fondo di salvataggio europeo, i movimenti speculativi dei mercati finanziari sembrano ora dirigersi verso il sud Europa: il Portogallo e, soprattutto, la Spagna.

Le prospettive sul rating restano quindi «stabili», conferma da Londra un portavoce di Moody's. Parole che riecheggiano quelle pronunciate poche settimane fa da Fitch, secondo cui la crisi greca è stata presa come lezione in Europa, una lezione che in Italia «non è andata sprecata». Il rating assegnato all'Italia è 'Aa2', un gradino al di sopra del giudizio di Fitch (AA-) e due gradini sopra Standard & Poor's (A+). Alexander Kockerbeck, credit analyst di Moody's che segue l'Italia, spiega alla Reuters che «per pensare a un contagio bisogna immaginare a monte sviluppi concreti come problemi del sistema bancario, un'economia troppo debole o l'incapacità del governo di riformare il bilancio pubblico». Invece «nel caso dell'Italia non prevedo che alcuna di queste tre possibilità possa materializzarsi nell'immediato».

Certo c'è il debito molto elevato - al top della classifica europea con proiezioni che arrivano al 120% del Pil - ma, spiega Kockerbeck, «il debito elevato non è una novità», i governi italiani «sono abituati a strutturare i bilanci tenendo conto del costo del debito». E molti Paesi dell'area euro, una volta più virtuosi, sembrano destinati a entrare nella stessa fascia dell'Italia, con alto debito e bassa crescita. E neanche l'instabilità politica italiana, con una maggioranza quanto mai incerta, sembra turbare più di tanto l'analista di Moody's: «Il fatto che si sia deciso di approvare il bilancio prima di votare la fiducia - dice Kockerbeck sempre alla Reuters - è indice di una certa disciplina e mostra che tutti sono consapevoli». Con buona pace della Frankfurter Allgemeine Zeitung.

Non solo. Sempre ieri il Tesoro ha chiesto e ottenuto dal mercato 10,5 miliardi, collocando Bot a sei mesi per 8,5 miliardi e Ctz per 2 miliardi. Mica poco per un momento come quello attuale! Mica poco se si considera che contro i 10,5 miliardi offerti ci sono state richieste per 17,45 miliardi. Senza considerare che, come scrive il Sole24ore, il ritocco all’insù dei rendimenti è stato contenuto rispetto alla emissione precedente.

Spostando l’attenzione sul fronte della politica economica invece, oggi il Consiglio dei ministri ha dato il via libera definitivo ai due decreti che costituiscono il Piano per il Sud illustrato giovedì alle parti sociali e agli enti locali. Conterà su risorse per 80 miliardi di euro e punterà sulle infrastrutture, dalle ferrovie a nuove scuole, sulla fiscalità di vantaggio e sulla Banca del Mezzogiorno.

Il giornalista Piller predice "scenari cupi per il futuro" e definisce l'Italia un Paese "senza guida, incapace di prendere decisioni e ben lontano dal compiere le necessarie riforme". Ebbene, il piano per il Sud (giusto per rimanere nel perimetro strettissimo dell'attualità) smonta il teorema. Riflettano, gli editorialisti dalla penna rossa della Frankfurter Allgemeine Zeitunga...

Nessun commento:

Posta un commento