venerdì 10 settembre 2010

Fini, Calderoli: Se una Camera non funziona, il Colle può scioglierla


Dopo che in questi giorni l'intenzione del premier Silvio Berlusconi e del ministro Umberto Bossi di salire sul Colle per "rappresentare" al presidente della Repubblica Napolitano la "grave amonalia istituzionale" rappresentata dal duplice ruolo di Gianfranco Fini aveva indotto commentatori e costituzionalisti a ricordare che non è possibile "sfiduciare" il presidente della Camera, e che il presidente della Repubblica non può costringerlo a dimettersi, questa sera il ministro Roberto Calderoli inquadra i termini della questione che verrà posta al capo dello Stato: "Quello di cui deve preoccuparsi Napolitano è il corretto funzionamento di un ramo del Parlamento: non ha competenze rispetto a dimissioni o ruoli politici - è consapevole il ministro leghista - ma ce l'ha rispetto al corretto funzionamento di un ramo del Parlamento, al punto che la Costituzione prevede che non solo abbia la possibilità di sciogliere le Camere, ma possa scioglierne anche soltanto una". Una possibilità, aggiunge, "non legata a una maggioranza o a una posizione politica, ma ad una oggettiva possibilità di funzionamento della Camera" stessa. Calderoli cita quindi un esempio di possibile "malfunzionamento" della Camera: "Adesso c'è il rinnovo delle Commissioni e soprattutto la riassegnazione dei numeri rispetto ai nuovi gruppi parlamentari. Come tutti sanno - spiega - ci sono dei resti che sono nella discrezionalità del presidente. In base a questi resti - prosegue Calderoli nel suo ragionamento - c'è una maggioranza di un tipo o di un altro. E da quelli che sono i miei conti, se dovessero essere gestite bene potrebbero avere in mano all'opposizione allargata nove commissioni su 14". Secondo questo schema, aggiunge il ministro, "dovendo andare il 5 ad eleggere i nuovi presidenti ti troveresti ad avere altri presidenti". "Ma non è - conclude Calderoli - un conflitto di interessi che a fare questa scelta sia quello che oggi ha aderito a questi gruppi"?

Riguardo la verifica parlamentare, il ministro fa sapere di voler "personalmente" suggerire a Bossi di "non partecipare alla prima chiama della fiducia, ma di partecipare alla seconda e verificare se quella maggioranza dipende solo dai finiani e quindi si potranno assumere le decisioni conseguenti". L'esponente leghista si mostra scettico dunque sulle possibilità che il governo raccolga una maggioranza a prescindere dai voti finiani ("le vie del Signore sono infinite ma la moltiplicazione del pane e dei pesci fino ad ora non l'ho vista fare al premier"), ma assicura che se c'è una maggioranza vera, "senza i 'si' ma però, si può andare avanti".

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