domenica 24 gennaio 2010

Tasse, botta e risposta tra Tremonti e Bersani


"Siamo in una fase di crisi, e quando c'é crisi è interesse che i governi siano forti. Noi dovremmo evitare che a una crisi esterna si aggiunga una crisi interna, sarebbe fare del male al Paese e a noi". A Guglielmo Epifani che ha minacciato uno sciopero generale se non ci sarà la riduzione della pressione fiscale, il ministro dell’economia Giulio Trenonti ha riservato una secca replica intervenendo alla convention del Pdl in corso ad Arezzo. A lui e ai “dottor stranamore” che accreditano la possibilità di tagliare 30 miliardi alla Sanità per finanziare il taglio delle imposte. "Quando ci sarà la ripresa noi saremo al governo e ridurremo le tasse”, è stato l’incipit della replica al segretario della Cgil, "si vota nel 2013 ma nessuno al mondo sa come andrà l'economia a quella data…”. E ancora, replicando agli “stranamore”: bisogna comunque evitare al paese la “macelleria sociale” e “conservare sanità, sicurezza, pensioni”. Insomma, non si possono tagliare le tasse per ridurre le protezioni sociali”. E Berlusconi, ha assicurato Tremonti, concorda. Ma la replica più dura Tremonti l’ha riservata al segretario del Pd Pierluigi Bersani: “"Ha nostalgia di quando era al governo e aumentava le tasse più o meno tutti i giorni. Il ragionamento che fa Bersani è che, visto che aumentano i redditi, aumentano le tasse e, con questo schema se riduci i redditi riduci le tasse, ma questo è meglio non dirlo a Bersani, perché altrimenti i redditi li riduce davvero. Bersani dice che in tempo di crisi non aumentare le tasse non è una cosa giusta e ci vuole di più".

Questa la controreplica di Bersani: "Bersani è semplicemente stanco come tanti italiani di sentire raccontare favole compresa quella secondo la quale noi alzeremmo le tasse e lui le abbasserebbe. Quest'anno finiremo di lavorare per lo Stato il 23 giugno. E' il record. Provi Tremonti a vantarsene".

Nuova replica di Tremonti: "Sulle tasse Bersani fa la scoperta dell’acqua calda". E chairisce, a proposito della battuta di Bersani "Quest’anno finiremo di lavorare per lo Stato il 23 giugno. È il record": "Il calendario di Bersani è un calendario falso. Il giorno in più è stato inventato da un ufficio studi che ha a sua volta inventato, due figure di lavoratore tipo, due figure cui ha attribuito un reddito in più e conseguentemente ha introdotto un maggior onere fiscale". Tremonti affonda: "Bersani parla a giorni alterni. C’è un giorno in cui dice che con il governo Berlusconi i redditi non salgono e un giorno in cui dice l’opposto. Quella di oggi di Bersani sulle tasse è la scoperta dell’acqua calda. Non servono gli uffici studi e i calendari taroccati per sapere che se salgono i redditi salgono anche le tasse. In realtà Bersani ha nostalgia di quando c’era lui al governo: quando Bersani aumentava le tasse diceva che scendevano e adesso condanna chi le tasse non le ha aumentate quando era facile e le ridurrà quando sarà possibile, senza rischi per i nostri risparmi e senza macelleria sociale".

2 commenti:

  1. Ma si commentano da soli...cosa vogliamo commentare? Fatto sta che quando lavoravo nel pubblico (dal 1984 al 2001) oltre il 50% del mio stipendio se lo fregava lo Stato (a prescindere dal tipo e colore di governo); quando ho cominciato a svolgere attività privata, non ho potuto più permettermi un'assistente per via degli studi di settore (altra assurdità come i DRG nella sanità..), come se in un paesino della Basilicata uno studio medico potesse essere equiparato ad uno di Milano....ma che settore e settore del cavolo...ogni realtà ha i suoi problemi e le sue articolazioni. Nulla di meglio che il federalismo, in modo che come ce la cucineremo in ciascuna Regione, così ce la mangeremo (la pizza di fango del Camerun).

    Agnesina Pozzi

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  2. Qlcn mi dica per favore, in quale paese le "sinistre"hanno avuto una qualche "soluzione" che poi non sia diventata essa stessa un problema ?

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