Un'altra proposta di riforma costituzionale


Amici voglio proorvi un'altra proposta di riforma costituzionale che ho trovato in rete e che a me e' piaciuta.La proposta e' di MARIO ADINOLFI.
(Troverete il link di provenienza del materiale in fondo all'articolo)

Ecco la proposta:

In Italia si è proposto di ricalcare praticamente tutto: il sistema francese, quello tedesco, quello spagnolo, persino l’austriaco. Eppure, al punto in cui siamo arrivati, l’unica salvezza arriva dal sistema americano, ovviamente riscritto per le nostre esigenze e innovato secondo lo spirito del tempo. Insomma, io cambierei la Costituzione così:

1. Elezione diretta del presidente della Repubblica a turno unico, con poteri esecutivi centralizzati di nomina-revoca dei ministri e di giuda del governo. Non più di dodici ministri, ognuno coadiuvato da due o tre sottosegretari. Dura in carica cinque anni. Può essere rieletto una sola volta.

2. Parlamento bicamerale non perfetto: Senato federale composto da cento membri eletti con sistema uninominale maggioritario a turno unico, uno per provincia, competente per i provvedimenti con ricaduta in ambito regionale. Camera dei Deputati con potere legislativo composta da quattrocento membri eletti con sistema proporzionale su liste uniche nazionali bloccate con sbarramento al cinque per cento. Durano in carica cinque anni. Hanno il potere di sfiduciare il presidente della Repubblica con una maggioranza dei due terzi, ma se lo sfiduciano vengono sciolte.

3. Presidente della Repubblica e membri dei due rami del Parlamento sono eletti contestualmente nell’election day nazionale. In caso di decesso o impedimento permanente di un membro del Senato federale si procede a elezioni suppletive. L’eletto resta in carica per il residuo del mandato. In caso di decesso o impedimento permanente di un membro della Camera, subentra il successivo in lista. Nessun membro del Parlamento può restare in carica più di quindici anni (tre mandati pieni).

4. I partiti sono associazioni riconosciute davanti alla legge, che ne controlla i bilanci (attraverso la Corte dei Conti) e l’esercizio delle forme della democrazia interna. Per le candidature a presidente della Repubblica e membro del Parlamento, procedono a selezioni primarie obbligatorie regolate per legge.

5. Alle Regioni è riconosciuta la più ampia autonomia e potestà legislativa, sempre in armonia con i principi generali dell’ordinamento nazionale, che mantiene la competenza esclusiva in materia di politica estera, Interni, Difesa, Giustizia, Welfare e Pubblica Istruzione. Il voto per le Regioni avviene, di norma, a metà del mandato del presidente della Repubblica configurando così elezioni di mid term. I cittadini possono esercitare la funzione legislativa attraverso istituti di democrazia diretta come i referendum abrogativi e propositivi a livello regionale o nazionale, raccogliendo su appositi quesiti un numero di firme pari ad almeno il due per cento dei cittadini che si intende chiamare al voto. I referendum sono validi se vota almeno il venticinque per cento degli aventi diritto al voto.

6. Il potere giudiziario è esercitato dalla magistratura indipendente, selezionata per concorso pubblico e governata dal Consiglio superiore della Magistratura presieduto dal presidente della Repubblica. Lo stesso presidente della Repubblica nomina i nove membri della Corte costituzionale, ognuno dei quali deve superare un’istruttoria ed essere votato dalla maggioranza dei due terzi di entrambi i rami del Parlamento. La Corte costituzionale decide su ogni conflitto tra Stato e Regioni, oltre a offrire giudizi di congruità costituzionale sulle leggi regionali e statali, se richiesta dai soggetti abilitati a farlo. La Corte costituzionale ha il potere di porre in stato d’accusa per alto tradimento il presidente della Repubblica e di sottoporre al voto dei due rami del Parlamento la sua decadenza dall’incarico. In caso di decadenza, decesso o impedimento permanente del presidente della Repubblica, la Corte costituzionale ha il potere di sciogliere contestualmente le Camere e convocare il nuovo election day.

7. Oltre al potere esecutivo, legislativo e giudiziario viene costituzionalizzato il potere informativo, indipendente e governato dal Consiglio superiore dell’Informazione.

Questa sarebbe una riforma rivoluzionaria e capace di rendere finalmente meno asfittica la politica italiana: un presidente forte eletto direttamente, un Parlamento leggero ma autorevole in rappresentanza di forze politiche realmente radicate con poteri reali, primarie obbligatorie per legge e legge sui partiti, istituti di democrazia diretta che assegnino anche al cittadino un potere legislativo effettivamente decidente, limiti ai mandati elettivi, territori forti grazie a una reale autonomia regionale, indipendenza di magistratura e informazione garantita per via Costituzionale.

Questa e'la proposta; cosa ne pensare? Dite la vostra. Grazie Luca Marinoni



http://www.ilpolitico.it/?p=28753


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