sabato 30 aprile 2011

Raid in Libia, la Lega fissa i paletti E Berlusconi: «Mozione costruttiva»

Il premier approva le sei condizioni «imprescindibili» di Bossi. Maroni: «Apertura positiva, ci lavoreremo»

 




[Esplora il significato del termine: MILANO - «Da una parte c’è una Lega contrariata e contraria al crescere di una partecipazione ad azioni militari. Dall’altra esiste la precisa volontà di evitare la crisi di governo». Questi i ] MILANO - «Da una parte c'è una Lega contrariata e contraria al crescere di una partecipazione ad azioni militari. Dall'altra esiste la precisa volontà di evitare la crisi di governo». Questi i "principi ispiratori" della mozione leghista sulla Libia, pubblicata su La Padania e annunciata venerdì in serata da Umberto Bossi. Un documento al quale hanno lavorato lo stesso Senatùr, Roberto Maroni, Roberto Calderoli, Giancarlo Giorgetti e che «ha portato alla presentazione di una mozione - si legge sul quotidiano leghista - in sei punti «imprescindibili». «Mozione che porrà fine alle ostilità», ha previsto lo stesso Bossi.

L'APERTURA DEL PREMIER - Detto, fatto. Visto che il «presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi - recita una nota di Palazzo Chigi - considera la mozione presentata dalla Lega un contributo costruttivo e pragmatico per trovare la soluzione al dibattito in corso tra le forze politiche sulla vicenda libica». «Da Silvio Berlusconi è arrivata un'apertura positiva, da apprezzare, per lavorarci sopra» ha commentato il ministro dell'Interno Roberto Maroni.

LA MOSSA - Sul caso Libia la Lega pone sei paletti e in particolare chiede che venga indicata una data entro la quale ci sia lo stop di ogni azione militare. «Il primo punto chiave della mozione - si spiega su La Padania - riguarda la guerra a Gheddafi: non ci sia un escalation che porti ad azioni di guerra». Il secondo punto: «Occorre intraprendere una intensa azione diplomatica perché purtroppo le bombe non sono mai intelligenti». Per questo, e siamo al punto focale della mozione, vien proposto - scrive sempre La Padania - di «fissare un termine entro il quale far cessare qualsiavoglia azione militare. Termine rigorisissimo, da comunicare immediatamente al Parlamento». Il Carroccio chiede inoltre che «non avvenga un inasprimento della pressione tributaria per finanziare le nostre missioni». Ultima, «ma di assoluta importanza, la richiesta di promuovere un concorso reale tra tutti i paesi alleati sui temi scottanti delle ondate migratorie», intraprendendo ogni iniziativa che permetta di superamento le criticità conseguenti alla sentenza della Corte di Giustizia dell'Ue che ha bocciato il reato di immigrazione clandestina.



[Esplora il significato del termine: «MIGLIORA IL CLIMA» - Prima di martedì prossimo, giorno decisivo per la mozione parlamentare sulla Libia, non sono previsti incontri fra il premier e il leader della Lega, ma fonti parlamentari della maggioranza spiegano che il «clima» nei rapporti fra il presidente del Consiglio e i vertici del Carroccio «sta migliorando». Tanto che il Cavaliere, riferiscono altre fonti parlamentari, si è detto «ottimista» sulla possibilità di arrivare ad una «mozione condivisa» con Bossi e i suoi. Ad ogni modo, aggiunge un’altra fonte della maggioranza che sostiene di aver parlato con il diretto interessato, il Cavaliere è «ottimista, anzi dice di aver praticamente trovato una quadra con il Carroccio sulla questione libica». CALDEROLI - Roberto Calderoli dal canto suo rivolge «un appello» a tutte le forze, di maggioranza e di opposizione, perché votino la mozione della Lega. «È la più equilibrata e completa e dovrebbero votarla tutti, non soltanto gli alleati di maggioranza ma anche le forze di opposizione che, diversamente, negherebbero i valori della sinistra storica», afferma il ministro della Semplificazione. «La nostra mozione parla di pace, di diritti civili, di stabilità, di fine dei bombardamenti, di diplomazia, e non a caso nelle ultime ore Gheddafi ha proposto un cessate il fuoco, e dice no ad azioni militari di terra, ad aumenti di tasse e a esodi di massa», è la posizione dell’esponente leghista. «La guerra è una questione molto seria - spiega Calderoli - e mi aspetto da tutti una posizione seria». Il responsabile della Semplificazione confessa che a volte per la Lega c’è la tentazione di andare all’opposizione ma stare al governo «non è una scelta. Come Lega abbiamo l’obbligo perchè non so cosa altrimenti sarebbe potuto succedere al Paese». La maggioranza , in ogni caso, non è mai stata posta in dubbio, ha detto Calderoli. IL PD - Il ministro del Carroccio però deve poi prendere atto del «no» del Pd alla mozione della Lega sulla Libia. «Non ci interessa l’offerta di Calderoli» ha spiegato Dario Franceschini. Da qui la presa di posizione di Calderoli che accusa il partito di Pier Luigi Bersani di rinnegare i propri valori schierarsi dalla parte dei bombaroli. Pronta la replica, affidata stavolta a Maurizio Migliavacca: «Calderoli non si stupisca di apprendere che il Pd non è come la Lega e che i piedi in quattro staffe noi non li mettiamo».] «MIGLIORA IL CLIMA» - Prima di martedì prossimo, giorno decisivo per la mozione parlamentare sulla Libia, non sono previsti incontri fra il premier e il leader della Lega, ma fonti parlamentari della maggioranza spiegano che il «clima» nei rapporti fra il presidente del Consiglio e i vertici del Carroccio «sta migliorando». Tanto che il Cavaliere, riferiscono altre fonti parlamentari, si è detto «ottimista» sulla possibilità di arrivare ad una «mozione condivisa» con Bossi e i suoi. Ad ogni modo, aggiunge un'altra fonte della maggioranza che sostiene di aver parlato con il diretto interessato, il Cavaliere è «ottimista, anzi dice di aver praticamente trovato una quadra con il Carroccio sulla questione libica».

CALDEROLI - Roberto Calderoli dal canto suo rivolge «un appello» a tutte le forze, di maggioranza e di opposizione, perché votino la mozione della Lega. «È la più equilibrata e completa e dovrebbero votarla tutti, non soltanto gli alleati di maggioranza ma anche le forze di opposizione che, diversamente, negherebbero i valori della sinistra storica», afferma il ministro della Semplificazione. «La nostra mozione parla di pace, di diritti civili, di stabilità, di fine dei bombardamenti, di diplomazia, e non a caso nelle ultime ore Gheddafi ha proposto un cessate il fuoco, e dice no ad azioni militari di terra, ad aumenti di tasse e a esodi di massa», è la posizione dell'esponente leghista. «La guerra è una questione molto seria - spiega Calderoli - e mi aspetto da tutti una posizione seria». Il responsabile della Semplificazione confessa che a volte per la Lega c'è la tentazione di andare all'opposizione ma stare al governo «non è una scelta. Come Lega abbiamo l'obbligo perchè non so cosa altrimenti sarebbe potuto succedere al Paese». La maggioranza , in ogni caso, non è mai stata posta in dubbio, ha detto Calderoli.

IL PD - Il ministro del Carroccio però deve poi prendere atto del «no» del Pd alla mozione della Lega sulla Libia. «Non ci interessa l'offerta di Calderoli» ha spiegato Dario Franceschini. Da qui la presa di posizione di Calderoli che accusa il partito di Pier Luigi Bersani di rinnegare i propri valori schierarsi dalla parte dei bombaroli. Pronta la replica, affidata stavolta a Maurizio Migliavacca: «Calderoli non si stupisca di apprendere che il Pd non è come la Lega e che i piedi in quattro staffe noi non li mettiamo».

http://www.corriere.it/politica/11_aprile_30/bossi-lega-condizioni_4cf631de-72f3-11e0-9ff4-f30aef48f116.shtml

venerdì 15 aprile 2011

Riforma della giustizia: per Berlusconi il bello viene adesso

Chi pensa che le tensioni politiche e le manifestazioni di piazza che hanno accompagnato la discussione alla Camera sul processo breve saranno presto soltanto un ricordo, come è capitato a molti passaggi della politica italiana, sarà con ogni probabilità smentito dai fatti, in tempi rapidissimi. Il premier Silvio Berlusconi non considera affatto chiusa la partita con la parte politicizzata della magistratura. Anzi, la ritiene soltanto agli inizi e vuole battere il ferro finché è caldo. Per questo ha chiesto al ministro della Giustizia, Angelino Alfano, di sollecitare la discussione in Parlamento del disegno di legge per la riforma costituzionale della giustizia approvato dal Consiglio dei ministri circa un mese fa. Non solo. Per tutti i messaggi e i discorsi che si accinge a pronunciare nei prossimi giorni per le elezioni amministrative, Berlusconi ha preparato di suo pugno un appunto di poche righe in cui ribadisce la volontà di ridisegnare l'architettura istituzionale dello Stato, fare la riforma della giustizia e quella delle imposte, ovvero tre grandi riforme che i suoi governi non sarebbero riusciti a realizzare, dal 2001 ad oggi, per colpa - sostiene il premier - di alleati indecisi come Pierferdinando Casini (nel governo precedente) e di Gianfranco Fini in questa legislatura.

Il piano d'azione lo ha riassunto lo stesso Cavaliere ai giornalisti stranieri che l'hanno invitato a cena: "C'è una guerra in corso con una parte della magistratura, che è iniziata nel 1992. Per fare in modo che la guerra finisca bisogna riformare la Costituzione. Sarà un'impresa storica, ma la condurrò in porto". Oltre che storica, a molti dei suoi oppositori (e non solo a quelli), l'impresa appare un po' folle, visto che nessuno è mai riuscito a riformare davvero la giustizia in Italia. Un tasto, quello della follia, che di solito ha l'effetto di gasare ancora di più Berlusconi, che in privato sprona gli interlocutori a rileggere un testo che lui stesso scrisse parecchi anni fa, prima di scendere in politica, come prefazione all'Elogio della follia di Erasmo di Rotterdam. Rileggere un passaggio di quel testo è illuminante per capire il Berlusconi di oggi: "Ad affascinarmi nell'opera di Erasmo fu in particolare la tesi centrale della pazzia come forza vitale creatrice: l'innovatore è tanto più originale quanto più la sua ispirazione scaturisce dalle profondità dell'irrazionale. L'intuizione rivoluzionaria viene sempre percepita al suo manifestarsi come priva di buon senso, addirittura assurda. È solo in un secondo tempo che si afferma, viene riconosciuta, poi accettata e persino propugnata da chi prima l'avversava. La vera genuina saggezza sta quindi non in un atteggiamento razionale, necessariamente conforme alle premesse e perciò sterile, ma nella lungimirante, visionaria pazzia. E nella mia vita di imprenditore sono stati proprio i progetti a cui più istintivamente mi sono appassionato contro l'opinione di tanti, anche amici cari, i progetti per i quali ho voluto dar retta al cuore più che alla fredda ragione, quelli che hanno poi avuto i maggiori e più decisivi successi".

Oggi basta applicare quel metodo folle, che esalta "una lungimirante, visionaria pazzia", alla riforma della giustizia, e tutto diventa più chiaro nell'analisi e nei progetti di Berlusconi. L'analisi. "I giudici politicizzati sono la grande patologia, il cancro italiano, la metastasi: se non capite questo, non capirete il mio Paese" ha spiegato Berlusconi ai giornalisti stranieri. "Questi giudici sono un'associazione con finalità eversive. Hanno iniziato nel 1992, facendo fuori cinque partiti, poi Bettino Craxi con accuse infamanti, dicendo che si era arricchito con la politica. Invece non ha lasciato nemmeno una lira alla sua famiglia. Nel 1994 hanno fatto fuori il mio governo. Nel 2008 quello di Prodi perché volevano impedire la riforma della giustizia di Mastella. E anche ora continuano a processarmi con accuse risibili. Le Br usavano il mitra, questi usano il potere giudiziario, perciò il loro attacco è molto più pericoloso per la democrazia". Quanto al progetto, l'unico rimedio, per Berlusconi, è di approvare - ora e subito, anche a tappe forzate in Parlamento - la riforma costituzionale della giustizia, introducendo alcuni principi assolutamente indispensabili per riequilibrare i poteri tra politica e magistratura. Separazione delle carriere tra pm e giudici giudicanti. Istituzione di due Csm, uno per i pm e uno per i giudicanti, ciascuno con una composizione diversa dall'attuale, e non più con una maggioranza dei membri togati, che ha trasformato l'attuale Csm in una Terza Camera, sempre pronta a criticare governo e Parlamento (che sono eletti dal popolo, a differenza dei togati del Csm, che hanno vinto un concorso). Introduzione della responsabilità civile per punire i magistrati che sbagliano. E per completare il tutto, una riforma della Corte costituzionale per fare sì che le sue deliberazioni contro le leggi approvate dal Parlamento debbano avere una maggioranza qualificata dei due terzi, pena la nullità. Se questi sono gli obiettivi della riforma costituzionale della giustizia, e per Berlusconi lo sono, bisogna dire che al confronto il processo e la prescrizione breve sono robetta quasi insignificante, un petardo a confronto di una bomba atomica. Vi è dunque da aspettarsi che per contrastare il disegno riformatore del Cavaliere l'opposizione e le toghe politicizzate faranno ricorso nei prossimi mesi a tutte le armi a loro disposizione, da quelle mediatiche ai processi eclatanti. Non potranno più dire, però, che si tratta di una legge ad personam, essendo sempre più evidente che il problema è generale, essendo la giustizia uno dei grandi handicap dell'Italia moderna: se i processi durano dieci anni, la colpa non è di Berlusconi, ma dei magistrati che lavorano poco e male, pur essendo i meglio pagati in Europa. E questo, pian piano, potrebbe portare anche gli scettici a dare ragione alla "lungimirante, visionaria pazzia" di Berlusconi, da sempre convinto che "l'intuizione rivoluzionaria si afferma solo in un secondo tempo, quando viene riconosciuta, poi accettata e perfino propugnata da chi prima l'avversava". Sarà così che andrà a finire? Un dato, comunque è certo. Nelle prossime settimane, con la politica non ci annoieremo.

mercoledì 13 aprile 2011

Berlusconi, da 2015 giu' debito Nel 2014 deficit a zero

Tremonti: 'Manovra bis? Non c'è emergenza'

ROMA, 13 APR - "Dobbiamo arrivare a deficit zero nel 2014 e dal 2015 dobbiamo ridurre la montagna del debito pubblico: 1 ventesimo per la parte superiore al 60%". Lo ha detto il premier, Silvio Berlusconi, in conferenza stampa a Palazzo Chigi ricordando il percorso europeo per la stabilità dei conti pubblici".
"Per noi - ha spiegato Berlusconi - era un gravame insostenibile quindi ci siamo attivati e portato avanti perché la solidità di un paese non si deve misurare solo con il debito ma anche da fattori rilevanti. Primo fra tutti è il debito privato: in Italia l'85% ha casa, il sistema bancario é molto solido, la bilancia commerciale in attivo, abbiamo riformato il sistema pensioni, tutto questo deve essere considerato per valutare la capacità di un paese di sostenere suo debito".
PREMIER, STATO INDEBITATO MA CITTADINI BENESTANTI  - "Oltre il 50% del debito è posseduto dai cittadini che sono creditori verso lo Stato quindi in sostanza noi abbiamo una Stato indebitato ma dei cittadini benestanti ecco perché l'Italia è all'ultimo posto in Europa per il debito pubblico, ma diventiamo il secondo Paese in Europa per solidità e benessere dopo la Germania se facciamo l'aggregazione del debito pubblico con quello privato". Lo afferma il premier Silvio Berlusconi nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Chigi.
TREMONTI, MANOVRA BIS? NON C'E'EMERGENZA  - "Non abbiamo emergenze o urgenze. Fare un drammatico intervento su 2011? E' una visione pessimistica". Lo ha detto il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti in conferenza stampa a Palazzo Chigi, rispondendo alla domanda se sarà necessaria una manovra aggiuntiva. "Noi abbiamo per obiettivo il pareggio 2013-2014 e in funzione di quello dobbiamo fare calcoli e conti. Escludo lacrime e sangue. Adesso stiamo lavorando ad un provvedimento che pensiamo piuttosto efficace per lo sviluppo che crediamo sarà efficace". "Non possiamo intervenire oggi per arrivare al pareggio nel 2014. L'andamento delle entrate quadra. Dobbiamo proiettare nel 2014 il pareggio. Non abbiamo emergenze o urgenze".
'CREDITO IMPOSTA PER RICERCA IN UNIVERSITA''  - "Tutte le imprese che fanno ricerca in università non hanno solo la deduzione dei costi ma in più un credito di imposta pari al 90% della ricerca stessa. Un meccanismo che funziona e che possiamo sostenere finanziariamente". Lo ha detto il ministro Tremonti, parlando degli interventi previsti dal programma nazionale delle riforme.
'APPENA AVREMO CARTE CHIEDEREMO DELEGA SU RIFORMA FISCO' - "Stiamo seguendo i lavori delle commissioni di studio sulla riforma fiscale. Appena avremo quelle carte chiederemo al Parlamento quella delega": ha detto Tremonti.
'PAUSA DI RIFLESSIONE SU NUCLEARE'  - Sul nucleare "c'é una fase di riflessione". Lo ha detto il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, in conferenza stampa a Palazzo Chigi. Una pausa indicata anche nel Def (Documento di economia e finanza) che ha ricevuto oggi l'ok del Consiglio dei Ministri. "La profonda riflessione che si è aperta a livello europeo e anche mondiale sulla sicurezza dell'energia nucleare a seguito della tragedia di Fukushima - si legge nel documento - ha indotto il Governo italiano, pur ritenendo che non siano venute meno le ragioni che avevano portato a riconsiderare l'opzione nucleare, a non procedere, per il momento, all'attuazione del programma nucleare fino a che le iniziative già avviate al livello di Unione europea non forniranno elementi in grado di dare piene garanzie sotto il profilo della sicurezza". "Nel 2050 - si ricorda - uno degli scenari ipotizzati dall'Agenzia Internazionale per l'Energia prevede che vi saranno circa 9 miliardi di abitanti del pianeta che produrranno 3-4 volte la ricchezza odierna, attesa anche l'emancipazione veloce dei Paesi oggi 'emergenti'. Ciò richiederà il doppio dell'energia rispetto al fabbisogno attuale, anche se avremo sfruttato tutti i margini di efficientamento dei nostri usi energetici e massimizzato il rendimento delle varie tecnologie attuali. Probabilmente a quell'orizzonte sarà arrivata la seconda generazione di fonti rinnovabili e, sperabilmente, qualche innovazione che consenta un 'salto' quanti-qualitativo di queste produzioni. Nonostante il riconoscimento del ruolo sempre più ampio che potranno rivestire le energie rinnovabili e l'efficienza energetica, il Governo italiano, come altri Paesi in Europa e nel mondo, ha riaperto due anni fa la possibilità di riprendere la produzione nucleare, come tecnologia in grado di coniugare la sicurezza degli approvvigionamenti, l'economicità e la sostenibilità ambientale, economica e sociale". Ma dopo l'incidente in Giappone si è appunto deciso di soprassedere, almeno per il momento
BERSANI, SERVE MANOVRA DA 7-8 MILIARDI - Nel 2011 il governo dovrà varare una manovra da 7-8 miliardi se vorrà mantenere gli obiettivi del deficit per quest'anno. Lo ha detto il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, nel corso di una conferenza stampa tenuta con il responsabile economia del partito, Stefano Fassina, in cui è stato presentato il Piano nazionale di riforme "ombra" del Pd.

http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/economia/2011/04/13/visualizza_new.html_902410163.html 

 

sabato 9 aprile 2011

Sullo scandalo rifiuti giustizia negata

Mentre langue nelle secche di una prescrizione annunciata il processo a “Bassolino ed altri” per la catastrofe rifiuti, quella costata tre miliardi di euro, con le montagne di immondizia per le strade e lo sputtanamento mondiale di Napoli, ecco che la Procura ci riprova e chiede il rinvio a giudizio per “epidemia colposa” dell’(ormai quasi ex) sindaco Iervolino, dell’ex governatore Bassolino, dell’ex prefetto Pansa e di una quindicina di sindaci di Comuni dell’hinterland. Tutti costoro non avrebbero impedito che la spazzatura marcisse per mesi nelle strade e questo, tra la fine del 2007 e l’inizio del 2008, avrebbe provocato un aumento di gastroenteriti e infezioni cutanee. Il gip deciderà se rinviare a giudizio o archiviare. Ma ormai sembra sempre più probabile che il peggior disastro ambientale che si sia mai verificato in una città europea, resterà impunito. Naturalmente, ci riferiamo al primo processo, quello avviato a prescrizione certa anche per l’enorme numero di testi ammessi. Al punto da indurre le stesse “parti offese” a rinunciare alla costituzione di parte civile. Se è già tutto prescritto a che serve costituirsi? Ma, a questo punto, a che serve continuare? Bah! misteri del pianeta giustizia. Un binario morto che di fatto lascerà impunite le responsabilità di chi ha reso Napoli capitale della monezza. Non sappiamo se tutto ciò sia stato casuale o meno. Certo è che quando la “giustizia” vuole, sa essere rapida, decisa, severa, implacabile. Vedi mani pulite ed i più recenti “casi” berlusconiani, Mills, Mediatrade, Ruby, ecc. In questo caso non è stato così. Amen. Vedremo ora l’esito di questo nuovo impianto accusatorio. Ma, francamente, non ci scommetterei. Intanto, mentre continua il ping pong delle responsabilità istituzionali e da Avellino, Caserta, Benevento giunge un bossiano “fuori dalla palle la mondezza del Vesuvio”, l’emergenza rifiuti, con tanto di barricate, incendi, vergogne, e figuracce varie, resta stabile e duratura. Dovremo conviverci. E, se fossero tre anni, come dice il Governatore Stefano Caldoro, ed intanto si procedesse sulla strada giusta, ci si potrebbe pure stare. La paura, fondata, e che si continui a parlare, molto più di quanto si stia effettivamente facendo.

http://www.ilvelino.it/lariachetira.php

Da oggi paghiamo meno tasse sugli affitti

Da oggi entra in vigore la cosiddetta cedolare secca sugli affitti, termine di uso popolare, non del tutto appropriato tecnicamente per l'imposta proporzionale a titolo definitivo facoltativa sui redditi dei fitti ad uso abitativo di persone fisiche a persone fisiche con aliquota del 21% per i contratti ordinari e del 19 per quelli tipo equo canone. Si tratta di una riduzione di imposte, con cinque effetti economici favorevoli.
È una riduzione di imposte mirata alla crescita economica, in cui tutti ci guadagnano, in gergo economico inglese un caso di modello tipo “win win”. Il primo vantaggio è per il fisco: la nuova simil-cedolare non comporterà perdita di gettito, ma aumento dopo un certo lasso di tempo. Il nuovo regime tributario non deroga al rigore operando pro crescita. E ne guadagnerà la legalità, col recupero dell'economia sommersa che non si fa con proclami, né solo con improbabili eserciti di controllori, ma sulla base delle leggi di convenienza economica. Il nuovo regime entra in vigore dall'inizio di quest'anno, anche se il decreto è di aprile, in quanto esso non è retroattivo perché non va a beneficiare chi abbia già compiuto le sue scelte fiscali, ma quelle di chi ancora deve fare la dichiarazione dei redditi.
Né le istruzioni attuative, a cura del direttore dell'Agenzia delle entrate, da emanare entro novanta giorni dal momento di entrata in vigore del decreto, comportano una deroga all'entrata in vigore dell'opzione per la nuova aliquota dall'inizio dell'anno, per i contratti precedenti e nuovi, perché esse riguardano solo le modalità di esercizio dell'opzione e di versamento in acconto e la dichiarazione dei redditi in cartaceo va fatta entro il 30 giugno, mentre in formato elettronico può essere fatta entro settembre. C'è tutto il tempo per esercitare l'opzione con le istruzioni del direttore dell'Agenzia delle entrate vincolato alla scadenza massima di 90 giorni che termina ai primi di giugno e che sarà verosimilmente anticipata, perché il fisco ha convenienza a riscuotere gli acconti entro giugno di chi usa fare la dichiarazione dei redditi cartacea, anziché vederli posticipati dal ricorso al sistema elettronico.
I proprietari che beneficeranno dello sgravio saranno incentivati a mettere sul mercato immobili con interni in cattive condizioni che hanno bisogno di restauri. Un beneficio per l'edilizia. Gli inquilini hanno benefici futuri con la maggiore offerta di abitazioni, anche tramite cambio di destinazione dei locali adibiti ad altri usi e benefici immediati tramite il fatto che l'opzione impedisce di chiedere l'adeguamento del contratto all'inflazione e va pertanto comunicata all'inquilino con raccomandata. I contratti sommersi in tutto o in parte possono fruire dell'opzione: quelli già in essere «in ero» saranno sottoposti solo aunasanzione pecuniaria, che non premia gli evasori, ma rende conveniente per loro emergere, perché pagando poco di imposte hanno la sicurezza che gli inquilini onorano il contratto e, se essi non lo fanno, possono essere sfrattati tramite le (lunghe) giudiziarie.
Rimarrà circoscritto il sommerso dell'economia illegale e degli extra comunitari clandestini. Il fisco non perde la progressività del tributo perché il reddito soggetto a questa similcedolare entra nell'imponibile dell'imposta personale sul reddito. Una bella riforma, di un governo che non campa alla giornata, come dice l'opposizione e che si preoccupa dei problemi della gente comune, senza perdere di vista il lungo termine.

http://www.loccidentale.it/node/104330