mercoledì 31 marzo 2010

Arriva il bonus Adsl. Decreto in vigore dal 26 marzo


Scatteranno da martedì 6 aprile gli incentivi previsti dal decreto sui bonus anti-crisi, in vigore da domani. Il provvedimento attuativo, contenente le regole specifiche di indirizzo al testo generale, verrà firmato subito dopo la pubblicazione in Gazzetta. L’importo complessivo stanziato per l’Adsl ammonta a 20 milioni di euro e nei prossimi giorni saranno fornite le modalità per l'ottenimento del bonus Internet da 50 euro. A beneficiarne saranno i giovani fra i 18 e i 30 anni, che potranno richiederlo direttamente al rivenditore, al momento di una nuova sottoscrizione di abbonamento a Internet veloce. "Con questi incentivi - ha affermato il ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola - si rafforza la politica industriale del Governo Berlusconi”. Scajola ricorda che nei primi 20 mesi di governo sono stati stanziati circa 2,7 miliardi di incentivi per l'innovazione. “In particolare – ha continuato il ministro – i bonus anti-crisi daranno lavoro a 100mila fra ricercatori e tecnici. Stiamo anche accelerando la spesa: nel quarto trimestre 2009 abbiamo erogato alle imprese 2,6 miliardi, il triplo delle erogazioni del quarto trimestre 2008".

La grande assente del decreto anti-crisi rimane la banda larga. Nessuna traccia all'interno del provvedimento sullo sblocco dei Fondi Fas destinati alle infrastrutture Tlc (350 milioni di euro), di cui si era invece parlato nei giorni precedenti il decreto. ''Abbiamo fatto un decreto legge sugli incentivi al consumo e sulle crisi industriali - ha detto il ministro alla Sviluppo economico -. La banda larga è una spesa di investimento che finanzieremo con il Cipe, ma è un'altra cosa". Soddisfazione invece, per quanto riguarda il bonus Adsl, da parte dei ministri Brunetta e Meloni. “Il bonus è uno strumento importante - ha detto il ministro per la PA e l’innovazione - per l'ulteriore diffusione dell'utilizzo della Rete che ho proposto e per il quale mi sono speso con decisione insieme alla collega delle Politiche giovanili”. Meloni da parte sua ha ribadito come il bonus possa collaborare “a colmare quel gap tecnologico che fino a oggi ha sensibilmente ridotto le opportunità di sviluppo e crescita dei giovani italiani rispetto ai loro coetanei europei”.

martedì 30 marzo 2010

Riforma fiscale, Tremonti: ''Sarà la più grande, è la sfida dei prossimi tre anni''


Il ministro dell'Economia alla presentazione delle conclusioni della missione del Fmi: ''Raccogliamo la sfida sulle misure strutturali''. Il Fondo monetario internazionale: ''Contenere la spesa per consolidare la ripresa''

L'Italia raccoglie la sfida sulle riforme strutturali, lanciata dall'Fmi. A margine della conferenza stampa sulla presentazione del documento finale del Fondo monetario internazionale, il ministro dell'Economia Giulio Tremonti sottolinea: ''Condividiamo l'analisi, apprezziamo le valutazioni e le cose positive dette sull'attività di governo e raccogliamo la sfida per le riforme. Abbiamo tre anni davanti e faremo le riforme strutturali necessarie per l'Italia''.

Quella fiscale ''è la più grande riforma che uno può immaginare nel campo economico. Pensiamo sia la sfida per i prossimi tre anni'', ha spiegato Tremonti nel corso della conferenza stampa. Per l'Fmi infatti ''i prossimi anni offrono un'importante opportunità per raggiungere ambiziosi programmi di riforme strutturali''.

''Raccogliamo la sfida'', sottolinea il ministro che aggiunge: ''chiederemo al Fondo un contributo sulla consulenza e l'analisi per i nostri programmi futuri''. Tremonti sottolinea quindi che la riforma fiscale ''per noi è la riforma delle riforme. E' una riforma - aggiunge - che allinea il nostro sistema al tempo che viviamo''.

Riguardo poi ai conti pubblici, il ministro conferma che la correzione del deficit per il 2011 sarà dello 0,5%. Tremonti assicura poi che il federalismo non farà aumentare i costi, al contrario è stato fatto ''solo nella prospettiva di ridurre le spese''. Il ministro ricorda quindi che ''già abbiamo fatto un pezzo del federalismo, manca la componente fiscale''. Infine, Tremonti sottolinea come l'Fmi abbia espresso un giudizio positivo sulla riforma del sistema pensionistico che ha il merito secondo il Fondo di correggere gli squilibri del passato. ''E' una valutazione oggettiva e positiva nella quale ci riconosciamo'', ha commentato il ministro.

Da parte sua Antonio Spilimbergo, membro della delegazione Fmi per l'Italia, presentando al ministero del Tesoro le conclusioni della missione annuale dell'Fmi, ha sottolineato come per consolidare la ripresa in corso per l'Italia "è importante contenere la spesa pubblica, evitando un livello elevato che spaventi gli investitori: è stato fatto un buon lavoro, ma bisogna ridurre il livello del debito pubblico, una eredità del passato" grazie a "riforme strutturali". Valutazioni condivise dal ministro Tremonti per il quale la ripresa si afferma "certamente non distruggendo il bilancio pubblico".

Nel caso del nostro Paese, ha detto l'esponente del Fmi, "la fiducia dei consumatori e degli investitori è stata un elemento cruciale: in Italia i consumatori sono sempre stati molto prudenti e il tasso di risparmio è rimasto altro anche durante la crisi".

Per l'esponente del Fmi a livello internazione "c'è una ripresa, fondata sulla domanda esterna ma basata anche sull'aumento delle scorte, scese durante la crisi. Ma la ripresa non si è ancora completamente affermata, dipende da cosa succede in Europa". "Per alcuni anni - ha aggiunto Spilimbergo - la crescita sarà bassa non solo in Italia. D'altronde anche la ripresa internazionale è a differenti velocità".

domenica 28 marzo 2010

Ecco come si vota (e votate centrodestra)



Per queste regionali votiamo tutti centrodestra: non tutto funziona nella maggioranza e su alcuni temi siamo per ora stati delusi dal governo (ma su tanti, soprattutto nel primo anno, ci sono stati ottimi risultati) ma bisogna sempre chiedersi se le cose sono andate, vanno e andranno meglio con la sinistra. La risposta è ovvia.

sabato 27 marzo 2010

IL GOVERNO DEL FARE


PIÙ RIGORE CONTRO L’IMMIGRAZIONE CLANDESTINA

- L’immigrazione clandestina è reato: ciò consente espulsioni più semplici
- Bloccati gli sbarchi a Lampedusa grazie all’accordo con la Libia
- Multa, confisca e carcere per chi affitta un alloggio o per chi sfrutta i clandestini
- Regolarizzazione colf e badanti
- Anche i cittadini comunitari devono avere un reddito per restare in Italia
- Campi nomadi: censimento, controllo e messa in regola

MAI COSÌ TANTI SUCCESSI CONTRO LA CRIMINALITÀ ORGANIZZATA

OPERAZIONI DI POLIZIA: 427
ARRESTI: 4.236
LATITANTI ARRESTATI: 310
Tra 30 più pericolosi: 21
Tra i 100 più pericolosi: 41
BENI SEQUESTRATI: 6.894 milioni di euro
BENI CONFISCATI: 1.887 milioni di euro

OPERAZIONE STRADE SICURE
• 4.250 militari pattugliano assieme alle forze dell’ordine le periferie e le piazze delle città

PIÙ POTERI AI SINDACI
• Contro prostituzione, spaccio di droga, abusivismo commerciale, accattonaggio, sfruttamento dei minori

PIÙ SICUREZZA PER LE DONNE
• Le molestie (stalking) ora sono reato.
• Pene più severe per i reati sessuali.
• Numero verde antiviolenza: 1522
VOLA LA NUOVA ALITALIA
Il 13 gennaio 2009 è partita la nuova Alitalia. Superato l’inevitabile periodo di rodaggio, la nuova compagnia di bandiera ora promuove efficacemente il turismo e l’economia italiana nel mondo. Oggi l’Italia ha una compagnia di bandiera più efficiente, che non pesa più sulle spalle dei contribuenti.

TERREMOTO IN ABRUZZO: UNA CASA PER TUTTI A TEMPO DI RECORD
Dopo il terremoto del 6 aprile 2009 erano più di 67.000 le persone sfollate. Tutti sono stati tempestivamente assistiti. Dal 29 settembre 2009 sono state consegnate le nuove abitazioni antisismiche, vere e proprie case dotate di tutti i servizi. Come promesso, per l’inizio dell'inverno nessun abruzzese viveva più in tenda: l’ultima tendopoli è stata chiusa il 25 novembre 2009. L’emergenza è terminata il 29 gennaio 2010. Comincia il tempo della ricostruzione definitiva e del rilancio dell’economia locale.

RIFIUTI IN CAMPANIA: PROBLEMA RISOLTO
• In soli 58 giorni il governo ha tolto i rifiuti dalle strade di Napoli e dei 550 comuni invasi dall’immondizia.
• Sono state aperte 5 discariche, presidiate dall’esercito.
• Il 26 marzo 2009 è stato inaugurato il termovalorizzatore di Acerra.
• Tutte le informazioni: www.emergenzarifiuticampania.it
INTERVENTI 2008-2009
- Carta acquisti (Social Card): emesse 820.000 tessere
- Bonus famiglia: accolte 4.711.568 richieste
- Blocco aumento interessi dei mutui
- Bonus elettricità
- Detrazione 19% abbonamento ai mezzi pubblici
- Detrazione 19% spese per lo sport dei figli

ALTRI INTERVENTI PER LE FAMIGLIE
• Abolizione Ici prima casa
• Riduzione del 20% acconto Irpef Novembre 2009
• Abolizione ticket sanitari 2009-2011
• Fondo nuovi nati 2009-2011 www.fondonuovinati.it
• Bonus gas (2009-2010) www.autoritaenergia.it
• Detrazione 19% spese iscrizione asilo nido
• Conferma detrazione 36% ristrutturazioni
• Conferma detrazione 55% risparmio energetico
• Bonus vacanza 2010 www.buonivacanza.it

Risparmi in banca garantiti dallo Stato: da ottobre 2008, per tre anni, fino a 108.000 euro per conto.

PIANO CASA PER LE FAMIGLIE, PER FAR RIPARTIRE L’ECONOMIA
• Saranno costruite 100.000 nuove case popolari in cinque anni.
• Burocrazia ridotta al minimo per chi vuole ampliare la propria casa.
• Case popolari: vendita agli attuali inquilini a prezzo agevolato.

FONDO PER GLI AFFITTI
• Aumentato di 20 milioni di euro il fondo nazionale per il sostegno dell’affitto, per le famiglie a basso reddito.
SOSTENERE CONSUMI E INVESTIMENTI
- Detassazione utili reinvestiti in macchinari
- Bonus elettrodomestici e computer
- Ecoincentivi auto, moto, veicoli commerciali
- Accordo governo-Eni: meno caro il gas per le imprese
- Fondo strategico per le imprese
- Piano banda larga 2012
- Rilancio Grandi Opere
- Scudo fiscale: rientrati 95 miliardi
- Fondo solidarietà agricoltura
- Expo 2015

FAVORIRE L’ACCESSO AL CREDITO
• Fondo garanzia: erogati 4,9 miliardi per piccole-medie imprese
• Moratoria debiti con le banche
• Imprese turismo: fondo di 3 miliardi a tasso agevolato
• Tremonti bond
• Prefetture: controllo sul credito offerto dalle banche
• Accordo banche-Cassa Deposito e Prestiti: 8 miliardi per garantire i prestiti alle imprese

MENO BUROCRAZIA E FISCO AMICO
• 14,6 miliardi di rimborsi fiscali nel 2009
• 23 miliardi per pagare i debiti dello Stato verso le imprese
• Tagliati 5,3 miliardi di oneri burocratici
• Libro unico del lavoro
• Revisione studi di settore
• Iva di cassa per imprese e professionisti con fatturato fino a 200.000 euro

RILANCIARE IL SUD
• Grandi successi nella lotta contro la criminalità organizzata. Nuovo piano nazionale antimafia.
• Banca del Sud, per sostenere le imprese del meridione.
• “Zone franche urbane”, per le nuove imprese e per combattere la disoccupazione.
• Grandi Opere: ponte sullo stretto, riqualificazione idrogeologica e completamento di strade, autostrade, ferrovie.
• Fondi europei concentrati su grandi iniziative strategiche.
• Portale italiano del turismo: www.italia.it9 MILIARDI PER I LAVORATORI DIPENDENTI FINORA SENZA TUTELE
Per proteggere anche i lavoratori non coperti dalla cassa integrazione il governo ha stanziato 9 miliardi di euro. Questo “paracadute” protegge quasi 5.300.000 lavoratori (delle piccole imprese e degli studi
professionali, apprendisti, lavoratori interinali) privi di tutele.

PER LA PRIMA VOLTA TUTELATI ANCHE I LAVORATORI A PROGETTO
• Dal 27 maggio 2009 è operativa la nuova indennità per i collaboratori a progetto con un solo committente che perdano il lavoro. Potranno percepire il 30% di quanto incassato l’anno precedente

FAVORIRE IL REIMPIEGO DEI LAVORATORI IN CASSA INTEGRAZIONE O IN MOBILITÀ
• Bonus fiscale del 10% per le imprese che assumono lavoratori over 50
• Rientro anticipato in azienda dei lavoratori in cassa integrazione che partecipano a corsi di formazione
• I lavoratori che creano una nuova impresa ricevono in una sola volta il sussidio totale di cassa integrazione loro spettante
• Contratti di solidarietà: la retribuzione sale dal 60 all’80% dello stipendio

DETASSAZIONE PREMI DI PRODUZIONE (2009-2010)
• Imposta unica al 10% per i lavoratori dipendenti con reddito fino a 35.000 euro.

DETASSAZIONE STRAORDINARI E PREMI DI PRODUZIONE (LUGLIO-DICEMBRE 2008)
• Per i lavoratori dipendenti con reddito fino a 30.000 euro.

BUONI PREPAGATI PER LAVORI OCCASIONALI
• In 15 mesi erogati 3.112.511 buoni prepagati da 10 euro. Regolarizzati decine di migliaia di lavoratori in nero.
OLTRE LE EMERGENZE: LA VIA DELLE RIFORME
Il governo Berlusconi non si è limitato ad affrontare e superare le tante emergenze nuove o ereditate, ma ha avviato e in buona parte realizzato numerose riforme strutturali, utili per il presente e il futuro del Paese: pubblica amministrazione, scuola, università, enti di ricerca, giustizia, grandi opere e molto altro ancora.

PER RIPARTIRE DOPO LA CRISI
• Riforma del processo civile
• Riforma della Pubblica Amministrazione
• Federalismo fiscale
• Ritorno all’energia nucleare
• Iniziative e incentivi per la “Green Economy”
• Ricerca: 1,05 miliardi di credito di imposta
• “Contratti per l’innovazione tecnologica”: 1 miliardo di investimento
• Libro Bianco per il nuovo welfare
• Tagliate 40.000 leggi inutili
• Liberalizzazione servizi pubblici locali
• Class Action

GRANDI OPERE: PRINCIPALI FINANZIAMENTI 2009

PONTE SULLO STRETTO: 1,3 miliardi
MOSE PER VENEZIA: 800 Milioni
EXPO 2015 E METROPOLITANE (ROMA, CATANIA, BARI, PARMA...): 1,5 miliardi
STRADE E AUTOSTRADE (SALERNO-REGGIO CALABRIA, TUNNEL DEL FREJUS, STATALE JONICA): 2 miliardi
AUTOSTRADE (PEDEMONTANA, CECINA-CIVITAVECCHIA, BRESCIA-PADOVA...): 8,1 miliardi
ALTA VELOCITÀ FERROVIARIA (MILANO-GENOVA, FIRENZE-BOLOGNA...): 2,75 miliardi
SISTEMA IDRICO DEL MEZZOGIORNO: 150 milioni
PIÙ EFFICIENZA, PIÙ QUALITÀ
Nella società della conoscenza, la scuola e l’università sono fondamentali per il destino di ogni persona e per fare in modo che l’Italia possa competere con gli altri Paesi. Per questo il governo è intervenuto per chiudere i rubinetti della spesa pubblica improduttiva e fuori controllo e per ridare qualità, serietà e produttività al nostro sistema formativo.

L’IMPORTANZA DEL CAPITALE UMANO: LA PERSONA AL CENTRO
• Riforma dei Licei
• Riforma dell’istruzione tecnico professionale
• Insegnamento della Costituzione
• Voto in condotta ora fa media in pagella
• Maestro unico o prevalente
• In pagella voti invece che giudizi
• Scuola digitale: lavagne interattive, pagella on line, sms scuola-famiglia
• Nuovo programma nazionale della ricerca
• Piano nazionale dei musei
• Disegno di legge per le comunità giovanili

LA RIFORMA DELL’UNIVERSITA’
• Stop alla proliferazione dei corsi inutili.
• Chiusura delle sedi decentrate superflue.
• Concorsi e assunzioni “trasparenti”.
• Fondi in più a chi li merita e meno a chi li spreca.
• Nuovo sistema di valutazione delle università.
• Nuove forme di sostegno per gli studenti meritevoli.
NON SOLO LOTTA CONTRO I FANNULLONI
Aumentare la produttività della pubblica amministrazione può far crescere l’economia del 30-40% e far risparmiare ingenti risorse pubbliche, da destinare a chi ha bisogno. La riforma approvata e le altre innovative misure per rendere più efficienti i servizi di pubblica utilità e ridurre gli sprechi puntano a questo scopo: trasformare la pubblica amministrazione in fattore di sviluppo.

I CONTENUTI DELLA RIFORMA
• Responsabilizzazione dei dirigenti
• Premi solo a chi merita
• Sanzioni dure per gli assenteisti
• Controllo della spesa
• Digitalizzazione dei servizi

PIÙ INNOVAZIONE, PIÙ SERVIZI PER TUTTI
• Posta elettronica certificata
• Piano e-government 2012
• Reti amiche: www.retiamiche.gov.it
• Accessibilità per i disabili: www.accessibile.gov.it

LINEA AMICA: LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE A PORTATA DI MANO
• Usufruire da casa, via telefono o via internet, dei servizi della pubblica amministrazione, centrale e locale.
• Segnalare disservizi.
• Chiedere informazioni sulle pratiche da svolgere.
• Monitorare la soddisfazione dei cittadini.
• 100.000 casi risolti nei primi sei mesi di attività.
• Il sito internet: www.lineaamica.it

LINEA AMICA
803.001 da telefono fisso
06.828.881 da cellulare lunedi-venerdi dalle 9 alle 18UN IMPEGNO FONDAMENTALE
Già nel corso della campagna elettorale 2008, Silvio Berlusconi si era impegnato a praticare una forte iniziativa per contrastare e ridurre l’evasione fiscale. Nel corso del primi venti mesi di governo sono stati messi in campo nuovi metodi di contrasto che hanno consentito di recuperare nel 2009 la cifra record di 8 miliardi di euro.

PARADISI FISCALI, FINITA LA PACCHIA
• Da giugno 2009 le attività finanziarie detenute nei cosiddetti paradisi fiscali, sono considerate evasione salvo prova contraria e come tali trattate dalla guardia di finanza

CONTROLLI INCROCIATI REDDITO/STILI DI VITA
• Nel 2009 sono stati 20.000 gli “accertamenti sintetici”, che mettono a confronto reddito dichiarato e reale tenore di vita, realizzati coinvolgendo per la prima volta i comuni. Recuperati oltre 300 milioni di euro di tasse evase

FALSI INVALIDI: 300.000 CONTROLLI 2009-2010
• L’Italia eroga 2.500.000 pensioni di invalidità. Il piano straordinario di verifica prevede 200.000 controlli realizzati nel 2009 e altri 100.000 da fare nel 2010, sulle posizioni considerate dubbie.
• I controlli finora effettuati hanno riscontrato circa il 15% di falsi invalidi, ai quali è stata tolta la pensione.
• In totale saranno recuperati almeno 300 milioni di euro.I PRINCIPALI SUCCESSI
- Mediazione crisi Russia-Georgia
- Accordo con la Libia
- Crisi economica mondiale: passa la linea italiana di non far fallire le banche
- Moratoria “Pacchetto clima” Europa
- Azione italiana per la pace in Medio Oriente
- Scelta del Segretario generale della Nato
- Il G8 2009 a L’Aquila

PIÙ SVILUPPO CON LA DIPLOMAZIA COMMERCIALE
La politica estera è importantissima per le ricadute che ha sulla sicurezza e sullo sviluppo dell’Italia; per questo motivo il Presidente del Consiglio, da maggio 2008 a gennaio 2010, ha partecipato a 315 meeting
internazionali: G8, G20, vertici dell’Unione Europea e delle Nazioni Unite, incontri bilaterali in Italia e nel mondo. Il Premier ha attuato una efficace azione di “diplomazia commerciale”, che ha aperto i mercati
alle aziende italiane in Russia, Turchia, Libia, Egitto, Brasile, Est europeo, Cina, Arabia Saudita e in molti altri Paesi.

IL RIAVVICINAMENTO USA-RUSSIA
• Grazie all’intensa attività diplomatica del presidente Berlusconi, è tornato il sereno nei rapporti tra Stati Uniti e Federazione Russa, come ai tempi dell’accordo di Pratica di Mare del 2003.

MISSIONI ITALIANE DI PACE
• Da anni i nostri militari sono impegnati in molti Paesi in missioni di pace e di contrasto al terrorismo internazionale. Sono apprezzati, ascoltati e richiesti, per le loro capacità e per i risultati ottenuti sul campo.


Tutte le informazioni qui' sopra le trovate in una nota di Alberto Pane su Facebook

giovedì 25 marzo 2010

Sulle macerie dell'Abruzzo Berlusconi smaschera la sinistra


Alle macerie si aggiunge fango. Il fango delle polemiche che in Abruzzo la sinistra scarica sul governo alla vigilia del voto amministrativo puntando l’indice sulla ricostruzione post-terremoto e in particolare sulla rimozione delle macerie dal centro storico de L’Aquila. Accuse ripetute sui giornali e nei comizi elettorali, alle quali replica Silvio Berlusconi richiamando due episodi precisi: la campagna contro Bertolaso e la strumentalizzazione della protesta delle carriole di domenica scorsa.

Il premier non usa giri di parole e spiega che il governo voleva “togliere le macerie undici mesi fa ma è stato il sindaco de L'Aquila Cialente e il consiglio comunale a impedircelo perché ci hanno detto che volevano farlo con imprese locali”. In un collegamento telefonico con la manifestazione del Pdl a Sulmona per sostenere la candidatura di Antonio Del Corvo alla presidenza della Provincia de L’Aquila, Berlusconi ha ricordato le cose fatte durante la fase dell’emergenza post-terremoto e quelle che stanno caratterizzando la fase della ricostruzione.

Sabato scorso nel centro storico del capoluogo abruzzese sono iniziate le operazioni di rimozione delle macerie: quindicimila tonnellate di detriti da trasferire in siti di stoccaggio. Il lavoro è cominciato da Piazza Palazzo, dove affaccia il municipio, ed ha impegnato gli uomini dei Vigili del Fuoco e dell’Esercito, sotto la supervisione di vari enti fra i quali la Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio. Ma il “popolo delle carriole” è tornato in quella piazza per “controllare il rispetto delle procedure per la separazione dei detriti dalle pietre antiche e da altri materiali da salvare”, ha ammonito Giusi Pitari, una delle rappresentanti del comitato di protesta. E non sono mancate nuove accuse, questa volta all’indirizzo del ministero dell’Ambiente, “reo” di aver coordinato male i primi lavori di sgombero delle macerie dal centro storico. Accuse respinte al mittente dal ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo arrivata a L’Aquila per seguire i lavori. “Qualcuno sta sfruttando il terremoto per una polemica politica sterile”, ha sottolineato rivendicando che “le operazioni avvengono sotto la vigilanza del nucleo ecologico dei carabinieri e della sovrintendenza. Sappiamo benissimo cosa stiamo facendo e conosciamo la storia di questa città”.

Ma c’è un particolare non di poco conto. Lo rivela lo stesso ministro Prestigiacomo in un’intervista a Il Giornale quando parla di “un assessore che ha chiesto ai vigili del fuoco di non cominciare la rimozione delle macerie dalla piazza ma dai vicoli, perché in quella stessa piazza era prevista una manifestazione di protesta” e per l’occasione “ci sarebbe stata la stampa e la tv e per l’effetto scenico servivano le macerie”. Comprende l’esasperazione dei residenti che ancora non possono avvicinarsi alle abitazioni del centro, ma al tempo stesso considera “ingiuste le critiche del popolo delle carriole contro i vigili del fuoco accusati di fare la corvè di emergenza per conto del governo. E’ ingiusto verso chi ha rischiato la vita per L’Aquila”.

Sulla stessa lunghezza d’onda il commento del presidente della Regione Gianni Chiodi, neo-commissario per la ricostruzione, che considera “inaccettabile mettere in dubbio l’affidabilità della Soprintendenza e se lo si fa vuol dire che c’è un disegno prettamente politico. Bisogna considerare che siamo in piena campagna elettorale”.

Netta l’analisi del senatore Gaetano Quagliariello che, non a caso, evidenzia lo “spirito di collaborazione istituzionale dell’esecutivo nazionale e della Regione nei confronti delle amministrazioni locali e degli altri soggetti a vario titolo coinvolti nelle operazioni di ricostruzione, che non è venuto meno neanche con l'approssimarsi delle elezioni provinciali all'Aquila. E neppure di fronte ad aperte provocazioni, il Pdl ha mai ceduto alla tentazione di utilizzare politicamente vicende di varia natura – anche giudiziaria – che si sono verificate attorno alla questione della rimozione delle macerie, o infine, ha mai pensato di abbandonare al loro destino il Comune e la Provincia che su questo fronte, dopo mesi di inerzia, hanno chiesto aiuto al governo e al commissario Chiodi”.

Non tutti però, osserva il vicepresidente dei senatori Pdl “utilizzano la stessa prudenza istituzionale” soffermando su quanto riportato da Il Giornale e in particolare sulle accuse del “popolo delle carriole” nei confronti dei vigili del fuoco. E il ministro Prestigiacomo denuncia che domenica, all'arrivo dei vigili per la rimozione delle macerie, un assessore ha chiesto che si iniziasse dai vicoli e non da piazza Palazzo per non rovinare la scena a una manifestazione di protesta che avrebbe dovuto essere ripresa dalle telecamere. Una parte della sinistra sta tentando di strumentalizzare vicende che meriterebbero quella concordia istituzionale che il governo e la maggioranza si sono fin qui impegnati a garantire, anche a discapito delle proprie convenienze elettorali”.

Per Quagliariello “continuando lungo questa deriva qualcuno, nel tentativo di colpire il centrodestra, finirà per offendere il dolore dei terremotati e l'impegno di quanti da mesi, quotidianamente, si adoperano per restituire loro un futuro. Per questo ci appelliamo al buon senso di tutti: i fuochi della campagna elettorale non impediscano di tenere distinta la passione di parte dalla responsabilità istituzionale, e si preservi quel senso della misura che una minima consapevolezza della situazione dovrebbe suggerire”.

Sul fronte operativo i lavori di rimozione delle macerie procedono a pieno ritmo. Il ministero dell’Ambiente sta seguendo un preciso “crono-programma” per il coordinamento delle operazioni: in particolare il piano prevede il carico dei detriti (operazione molto delicata e laboriosa con particolare riferimento ai materiali pregiati degli edifici storici) ed il loro trasporto e stoccaggio in appositi siti. “Si tratta di oltre 10-15 mila tonnellate di macerie che saranno subito depositate nelle piazze e nelle strade pubbliche e successivamente stoccate in apposite aree” ha spiegato il governatore Chiodi. In sostanza, in base al programma ministeriale è stato stabilito l’ampliamento dell’attuale sito ex Teges entro aprile, l’apertura di altri due siti a giugno e l’individuazione di un’ulteriore area di stoccaggio, attualmente al vaglio dei tecnici.

Ma nella tabella di marcia del governo c’è un altro passaggio, strategico, che per L’Aquila vuol dire molto. Significa rimettere in moto l’economia della città e della sua provincia. Si tratta dell’istituzione della "Zona franca" nel comune capoluogo. Un provvedimento fortemente voluto dal Pdl che ora è diventato realtà e il ministero dello Sviluppo economico ne è l’attore principale. Proprio il ministro Claudio Scajola in questi giorni ha inviato una lettera a Gianfranco Miccichè, sottosegretatio con delega al Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica (Cipe), per sollecitare l’organismo a deliberare al più presto il finanziamento destinato alla fase di ricostruzione L’Aquila. Un modo per velocizzare quanto già previsto dal governo nel decreto per l’Abruzzo. “I fondi sono già disponibili” ha sottolineato il commissario Chiodi secondo il quale “a questo punto possiamo ben dire di aver completato tutto l’iter, manca solo lo stanziamento del denaro”. Lo sblocco dei fondi è atteso a breve. "Il fondo per finanziare la Zona franca de L'Aquila, solo per il primo anno, ammonta a 45 milioni di euro. Per gli anni successivi – ha chiarito il neo commissario per la ricostruzione – si farà riferimento al fondo per la ricostruzione".

La “Zona franca” è un provvedimento che ha lo scopo di favorire lo sviluppo economico e sociale delle aree urbane più deboli. In sostanza, prevede sgravi fiscali per le amministrazioni locali che consentiranno di ridare slancio alle attività imprenditoriali e commerciali della città, oltre a garantire nuovi posti di lavoro nei settori della micro impresa. “Questo provvedimento – ha spiegato il vice presidente del Consiglio regionale d'Abruzzo Giorgio De Matteis – permette di insediare nuove attività produttive, con sgravi fiscali applicati per i prossimi 5 anni. L'obiettivo è quello di creare occupazione e opportunità concrete”. Insomma, il fango delle polemiche (elettorali) non fermerà la rinascita de L’Aquila e dell’Abruzzo.

mercoledì 24 marzo 2010

Berlusconi a indecisi: votate o chi non vi è amico deciderà per voi

"Da 16 anni sono l'incubo della sinistra" "La Polverini vincerà"
Roma, 24 mar (Velino) - “Sono sicuro, che Renata Polverini vincerà, perché i cittadini hanno capito e quindi voteranno per lei. E’ la persona che noi abbiamo scelto per riportare il buongoverno nel Lazio. Votare per lei, mettere una croce sul suo simbolo e sul suo nome, sarà come votare per il Pdl". Lo ha detto il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi intervenendo telefonicamente all’edizione delle 8 del Tg5. “La Polverini - ha aggiunto Berlusconi - ha tutte le caratteristiche per vincere perché viene dal mondo del lavoro e non dalla politica a differenza della Bonino”. Inoltre “agirà in collaborazione col governo portando nel Lazio sviluppo e lavoro, e disporrà di una squadra nuova e competente mentre la sinistra schiera gli stessi uomini della giunta Marrazzo, che è stata travolta dal malgoverno e dagli scandali”. Berlusconi sottolinea che il Pdl avrà vinto “se il giorno dopo le elezioni la maggioranza degli italiani sarà governata da giunte di centrodestra. Tenendo conto che in questi mesi abbiamo già vinto in Sicilia, in Sardegna, in Molise, in Friuli, in Abruzzo – osserva il premier -, io credo che vinceremo. E ogni regione strappata alla sinistra sarà per noi un grande successo”. Berlusconi fa quindi un appello contro l’astensionismo: “L’astensionismo – dice - se lo augura la sinistra, perché è stata sempre avvantaggiata, credo che gli italiani abbianio buon senso e gli occhi ben aperti visto che sono in gioco questioni come la salute, la casa, il lavoro, le tasse. Quindi sono sicuro che andranno a votare”. E “agli ultimi indecisi” dice: “Andate a votare, esercitate questo sacrosanto diritto democratico, perché se non lo fate ci sarà sempre qualcuno che deciderà per voi, nonostante voi. E quel qualcuno non sarà un vostro amico”.

SCELTA DI CAMPO - Il premier ha quindi ribadito che queste elezioni “rappresentano a tutti gli effetti una scelta di campo tra il governo del fare, il nostro governo che tanti risultati ha ottenuto in questi due anni, e la sinistra delle critiche, dell’invidia sociale e dell’odio”. “O con noi, col governo del fare e della libertà, o con loro – ha aggiunto Berlusconi -, con questa sinistra ammanettata a Di Pietro. Una sinistra incapace di governare il paese, che porterebbe il suo malgoverno e le sue divisioni anche nelle regioni. Una sinistra che da 16 anni ha un solo grande incubo, che si chiama Silvio Berlusconi e che a loro avviso ha usurpato il loro potere”. Gli italiani col loro voto – spiega Berlusconi -, possono creare una sintonia tra il governo centrale e quello delle regioni, sintonia che è indispensabile per migliorare la qualità della vita dei cittadini. Molti provvedimenti del governo in questi mesi, sono stati boicottati dalle regioni governate dalla sinistra. Penso soprattutto al piano casa, alla salute, all’ambiente, alla sicurezza, all’oppressione burocratico-fiscale. Votando i candidati del Pdl questo non accadrà più”. “Quello che abbiamo realizzato su scala nazionale – ha aggiunto - , salvando l’Italia dalla crisi e da molte altre emergenze come i rifiuti a Napoli e il terremoto, volgiamo e dobbiamo trasferirlo a livello locale. Per questo è assolutamente indispensabile la concordia, la collaborazione, tra governo centrale e governo regionale”.

SCESO IN CAMPO CONTRO ATTACCHI PM – Il premier ha ribadito le ragioni che lo hanno spinto a scendere in campo personalmente nella campagna elettorale per le regionali. “Le ragioni sono sotto gli occhi di tutti: la magistratura di sinistra - ha detto - ha condizionato pesantemente la campagna elettorale, riempiendo i giornali e le televisioni con le solite inchieste a orologeria. Hanno poi escluso la lista del Pdl a Roma e hanno tentato di fare lo stesso anche a Milano. La sinistra ha tutto l’interesse a non parlare di fatti concreti, perché il paragone tra i successi delle nostre giunte, quelle di Formigoni e di Galan e i fallimenti delle regioni rosse sarebbero stato impietoso e schiacciante. E quindi io per ristabilire la verità ho deciso di cambiare la mia decisione, che era stata quella di non intervenire nella campagna elettorale, e ho deciso di rivolgermi agli italiani. Non si era mai visto in oltre 60 anni si storia repubblicana cancellare l’avversario dalle elezioni. Avevo e ho il dovere di reagire”.

Cercano voti tra le macerie. Invece di rimuoverle


La sinistra sfrutta la tragedia dell’Aquila per fare campagna elettorale: accusa il governo di non aver spostato i detriti. Ma quando sono intervenuti i vigili del fuoco, i contestatori del "popolo delle carriole" hanno gridato: "Fermatevi"

Roma - Cornicioni sbriciolati, polvere di mattoni, pietre frantumate. Una nuvola di macerie, mai rimosse, da undici mesi. Ancora lì, simbolo doloroso di qualcosa di non fatto, di un’inadempienza, una vergogna. Con lo sfondo di quest’immagine terribile è andata in scena la protesta delle carriole all’Aquila. Settimane di battaglie, condotte anche legittimamente da chi rivuole un centro pulito, una città senza lo sfregio dei suoi detriti mai rimossi. Una città normale. Battaglie condotte anche dalle autorità cittadine, sindaco Cialente e presidente della provincia Pezzopane in prima fila.

Domenica anche l’Aquila andrà al voto. Si rinnova il consiglio provinciale (Stefania Pezzopane si ripropone come candidata del centrosinistra). Ma da cinque giorni sta avvenendo un fatto nuovo: i vigili del fuoco hanno iniziato a rimuovere le macerie. È la risposta ai desideri degli aquilani. Qualcuno finalmente inizia a portare via i resti sparpagliati della città distrutta dal terremoto.

Ai pompieri arriva però una lettera sorprendente. Firmata: «il popolo delle carriole». I vigili del fuoco vengono invitati a fermarsi, sono accusati di «pulire piazza Palazzo di nascosto», di non fare «la raccolta differenziata» delle macerie. Il testo integrale di questa lettera è stato pubblicato domenica 21 marzo sul portale abruzzese www.ilcapoluogo.it. È paradossale, a prima vista. Mesi di guerra delle macerie, e ora che pietre e mattoni sono sollevati, si dice stop, fermatevi, pompieri: «In due giorni - scrive il popolo delle carriole - avete fatto quello che nessuno ha voluto fare in 11 mesi e noi avevamo cominciato a fare bene da tre settimane, ricostruendo un’unità di popolo». Vi siete prestati, scrivono gli «scarriolanti» a «strumentalizzazioni tanto da fare la corvée d’emergenza per il governo». I vigili del fuoco stanno lavorando per gli aquilani e sono messi in croce. C’è qualcosa di strano e insensato, in questa lettera. E allora val la pena scavare più a fondo dentro le macerie dell’Aquila.
Consultando tra i documenti post-terremoto della presidenza del Consiglio dei ministri si scopre che la rimozione dei «materiali derivanti dal crollo degli edifici pubblici, nonchè quelli provenienti dalla demolizione degli edifici danneggiati», spettava ai Comuni, non alla struttura commissariale. Non quindi alla Protezione civile, o al governo. È tutto scritto nell’ordinanza numero 3767 del 13 maggio 2009. Dieci mesi fa. Articolo uno, comma 6: «I Comuni procedono alla rimozione dei materiali di cui al comma due».

C’è un altro documento: una lettera datata 22 agosto 2009. La presidenza del Consiglio dei ministri invitava i Comuni a «provvedere celermente all’individuazione dei siti presso i quali realizzare gli impianti di deposito temporaneo e selezione». Alla provincia dell’Aquila era «demandato il ruolo generale di coordinamento e di supporto tecnico». Solo un decreto del primo febbraio di quest’anno delegava tutta la gestione delle macerie al commissario (il governatore Gianni Chiodi). La struttura centrale dello Stato ha preso quindi in mano il problema solo da poche settimane. Nessuno lo ha mai spiegato, e intanto la battaglia delle carriole andava avanti.

Il 3 marzo si è svolta la prima riunione operativa coordinata dal ministro Stefania Prestigiacomo, a cui erano presenti, oltre a Chiodi, il prefetto dell’Aquila Franco Gabrielli, Cialente e Pezzopane. Dal 18 marzo i vigili del fuoco hanno iniziato a liberare piazza Castello. Tre giorni dopo, la lettera indignata del popolo delle carriole. Ai pompieri si contesta anche di procedere senza «nessuna presenza della soprintendenza, nessuna differenziazione». La separazione del materiale di scarto dai pezzi di pregio, spiegano dal ministero dell’Ambiente, avviene in un apposito sito di stoccaggio, la cava «ex Teges»: questa procedura era stata stabilita proprio nella riunione al ministero, come risulta dal verbale firmato anche dalle autorità locali.
È una strana storia, questa delle macerie dell’Aquila. Tra quattro giorni si vota.

lunedì 22 marzo 2010

Con le indicazioni della sinistra, la disoccupazione sarebbe alle stelle


Nei giorni scorsi, durante un’audizione nella Commissione Lavoro della Camera, i rappresentanti della Fiat hanno fornito una valutazione molto indicativa e chiara degli effetti della cassa integrazione durante la crisi.

Nel corso del 2009, il gruppo si è avvalso di 30 milioni ore di cig. In termini di unità di lavoro il dato equivale a 20mila persone in meno (in Italia il gruppo occupa 80mila lavoratori sui 190mila complessivi in tutto il mondo). Aggiungendo all’uso della cassa altre misure come l’esaurimento di periodi di ferie residue o di permessi non goduti (per complessivi 24 milioni di ore) si sarebbero dovute aggiungere altre 12 mila persone che, invece, non hanno perduto il posto.

Questo risultato è sicuramente derivato sia da un sistema di protezione sociale che, pur con tutti i suoi limiti, ha saputo reggere l’impatto con una crisi violenta, improvvisa e profonda, sia da una scelta di evitare il più a lungo possibile la via d’uscita dei licenziamenti. Ovviamente, la Fiat costituisce una sorta di caso di scuola; ma in generale le scelte adottate dalle imprese sono state caratterizzate da un alto senso di responsabilità e sono state in grado – almeno fino ad ora – di evitare maggiori costi sociali.

Il Governo ci ha messo sicuramente del suo. Si può sostenere all’infinito che la cassa integrazione in deroga è uno strumento rozzo. Si deve riconoscere, tuttavia, nel medesimo tempo, che il meccanismo ha funzionato. Nessun altro tipo d’intervento avrebbe potuto operare, in maniera tanto sollecita, in un contesto in cui le imprese avevano la necessità, nel giro di pochi giorni, di risposte concrete. E’ a questo punto che vien fatto di porre alcune domande alla sinistra che ha reclamato e reclama profonde riforme del sistema degli ammortizzatori sociali. La prima è la seguente. Se all’inizio del 2009 il Governo avesse seguito i suggerimenti dell’opposizione e si fosse fatto carico di finanziare, non già la cig in deroga, ma un’indennità ‘universalistica’ di disoccupazione, quale sarebbe stata l’indicazione recepita dai datori di lavoro? Noi crediamo che si sarebbe trattato di un invito a licenziare e non di un’esortazione a prendere tempo avvalendosi della possibilità di sospendere il lavoro. Insomma, la sinistra è malata di retorica. In mancanza della legge dove appiccicare il cartello della riforma tutto il resto non ha valore.

Il Governo, ad esempio, ha trovato il modo di risolvere in via amministrativa (attraverso alcune circolari del ministero del Lavoro e dell’Inps) il problema di garantire alle imprese lunghi periodi di cassa integrazione.

E’ noto che la cig ordinaria (cigo) può durare solo 52 settimane, trascorse le quali per passare alla cig straordinaria (cigs) occorre compiere un vero e proprio salto di qualità ed incamminarsi, cioè, lungo un processo di ristrutturazione con tutte le sue conseguenze, incluso il piano degli esuberi. In sostanza è stato messo a fuoco il concetto di "evento improvviso e imprevisto" che genera la "crisi aziendale" riferibile non solo a vicende interne alla singola impresa ma a tutte le situazioni quali "riduzione delle commesse, perdita di quote di mercato interno o internazionale, contrazione delle esportazioni, difficoltà di accesso al credito".

Di conseguenza, sulla base di questi nuovi orientamenti interpretativi si è ritenuto che rientrasse nelle fattispecie previste il caso dell’azienda la cui crisi fosse riconducibile alle causalità indicate. La stessa azienda potrà accedere alla cig straordinaria immediatamente dopo e "senza soluzione di continuità" con la cigo, una volta superato il limite delle 52 settimane.

E’ stato altresì precisato che per valutare il limite massimo si deve tener conto non di un’intera settimana di calendario, ma dei giorni effettivi di sospensione del lavoro. Come si vede, si possono fare tante cose utili senza il clamore della propaganda.

La settimana scorsa – l’ultima prima che la Camera prendesse una pausa in vista delle elezioni – vi è stato un dibattito in Aula sulla crisi a cui hanno preso parte, tra gli altri, Tremoni e Bersani. L’opposizione l’aveva chiesto ed ottenuto. La discussione è stata utile ed interessante. Alla fine, quel dibattito durato un intero pomeriggio non ha portato un sol posto di lavoro in più. Ma – come abbiamo già ricordato – la sinistra è ammalata di retorica.

Cdm/Tagliate 375mila leggi. Calderoli: Stato risparmierà 800 milioni


"Non è ammessa ignoranza della legge. Questo è un principio sacrosanto in uno stato di diritto, ma uno stato di diritto deve mettere il cittadino nella condizione di conoscere le leggi, cosa che finora non era possibile". Così il ministro della Semplificazione normativa Roberto Calderoli, nella conferenza stampa con cui, presente il premier Silvio Berlusconi, ha presentato gli ultimi due provvedimenti “taglialeggi” del suo ministero, ha sintetizzato il significato dell’opera di razionalizzazione e di abrogazione di norme desuete, in cui è impegnato dall’inizio della legislatura, e che oggi hanno portato l’esecutivo a un passo dall’obiettivo prefissato: quello di cinquemila leggi vigenti. “Tra leggi e norme – ha spiegato Calderoli - abbiamo abolito 375mila documenti. Ne restano diecimila, ai quali ci dedicheremo per fare codici e testi unici, in modo da arrivare a cinquemila, che è il miglior risultato ottenuto a livello internazionale”. Ma l’opera di semplificazione avrà un impatto favorevole sulla vita dei cittadini e dello stato anche a livello economico: “Lo Stato risparmierà 800 milioni di non manutenzione, più tutti quegli abbonamenti che oggi sono a carattere oneroso sia per il pubblico sia per il privato, per accedere alle banche dati privati, che ora sarà un servizio fornito gratuitamente dallo stato”.

Il lavoro del dipartimento diretto da Calderoli, durante questo lavoro durato mesi, ha anche potuto realizzare delle simulazioni che danno la misura di quante fossero le norme in surplus nel nostro ordinamento: “Abbiamo provato a fare un striscia composta delle righe delle leggi abolite, e siamo arrivati a 42 milioni e 700mila chilometri, occorrenti a circumnavigare tutto il perimetro della terra,e anche di più. Quest’oggi – ha aggiunto il ministro - avremmo dovuto realizzare un muro con i faldoni delle leggi abolite, ma era tanta e tale la dimensione che abbiamo dovuto desistere per motivi di sicurezza. Lo faremo mercoledì prossimo, nell’area di addestramento dei vigili del fuoco della caserma delle Capannelle”. Nel corso della conferenza stampa è stato presentato anche il sito www.normattiva.it, in cui sarà possibile consultare tutte le leggi in vigore nel nostro paese: “Questa mattina – ha spiegato Calderoli - con un ‘click’, abbiamo dato il via alla presenza online del sito “Normattiva” dove chiunque, cittadino o professionista, può accedere per vedere non solo le leggi che sono in vigore ma anche la multivigenza, e cioè ricostruire la storia della legge in un dato anno. Ciò consente anche un’attività legislativa può corretta, semplice e comprensibile”.

Visibilmente soddisfatto anche il premier Silvio Berlusconi, che si è fatto ritrarre dietro un “muretto” di fascicoli costituiti dai titoli delle leggi abolite assieme al ministro e al sottosegretario Aldo Brancher. "Dall'inizio della legislstura - ha dichiarato Berlusconi - Calderoli e suoi collaboratori hanno svolto un lavoro grandissimo per capire quali atti andavano abrogati. Questo ci porterà - ha concluso - risparmio per centinaia e centina di euro. Ogni anno si archiviano volumi di carta pari al duomo di Milano. Questo costringerà anche le aziende a rapportarsi alla Pa attraverso Internet". E prima di congedarsi dai presenti, Berlusconi ha avuto il tempo di una battuta mentre, assieme a Calderoli e Brancher si faceva ritrarre con le pile di atti abrogati (vedi foto). "I titoli dei giornali della sinistra di domani - ha detto con ironia il premier - saranno 'ecco i distruttori e i nemici della legge'".

domenica 21 marzo 2010

Candidati sul ring.


In una campagna elettorale infiammata dai casi Lazio e Lombardia prosegue a colpi di manifesti, comizi e web la sfida tra Pd e Pdl alle consultazioni di marzo. Tredici le Regioni chiamate alle urne: Lombardia, Emilia Romagna, Toscana, Campania, Basilicata, Piemonte, Veneto, Liguria, Umbria, Marche, Lazio, Calabria e Puglia. In due di queste, Lombardia e Veneto, la giunta uscente è di centrodestra mentre nelle altre undici di centrosinistra. Tra riconferme, new entry e sfide in rosa ecco, Regione per Regione, i candidati presidenti schierati da Pd e Pdl.

Nel Lazio del dopo Marrazzo il centrosinistra punta sulla radicale Emma Bonino in una sfida tutta in rosa con la candidata del centrodestra, l'ex sindacalista dell'Ugl Renata Polverini (Pdl), che tra i suoi sostenitori ha anche l'Udc.

In Lombardia, nella corsa al Pirellone, invece, il Popolo della Libertà scommette ancora una volta su Roberto Formigoni, al quarto mandato, mentre l'Udc si smarca e corre sola con Savino Pezzotta e il Pd schiera l'ex presidente della Provincia di Milano Filippo Penati.

In Emilia Romagna sono invece i democratici a ricandidare il presidente uscente Vasco Errani, forte del sostegno di Prc, Pdci e Socialismo 2000 contro il quale il Pdl mette in campo Anna Maria Bernini, vice portavoce nazionale e deputato. Anche qui l'Udc va da sola, con Gianluca Galletti.

Candidato confermato dal Pd anche in Basilicata, dove all'attuale presidente del centrosinistra Vito De Filippo il Pdl contrappone il consigliere regionale Nicola Pagliuca.

Stesso copione in Piemonte dove per il Pd, ma stavolta con l'appoggio dei centristi, corre il governatore uscente Mercedes Bresso contro il leghista Roberto Cota sostenuto dal centrodestra.

I democratici tentano una riconferma anche in Liguria con Claudio Burlando, forte del sostegno centrista, mentre il Pdl punta su Sandro Biasotti, deputato e capogruppo in commissione Trasporti di Montecitorio.

Governatore uscente in corsa anche nelle Marche dove il centrosinistra presenta l'attuale presidente Gian Mario Spacca, che conta su uno schieramento ampio che raggruppa con fra gli altri, Idv, Udc, Api, liste civiche. Qui il Pdl, invece, mette in campo il medico Emilio Marinelli, vice sindaco di Civitanova Marche

Altra candidata donna in Toscana. Monica Faenzi è in corsa per il Pdl, senza il sostegno dei centristi che lanciano come sfidante Francesco Bosi mentre l'attuale assessore alla Sanità Enrico Rossi è alla guida di un ampio schieramento di centrosinistra.

In Campania la difficile 'quadra' delle candidature è stata trovata sia in casa Pd che Pdl. I democratici schierano Vincenzo De Luca, candidato accettato alla fine anche dall'Idv di Antonio Di Pietro, non senza critiche da una componente del suo partito. Il Pdl, invece, punta su Stefano Caldoro, appoggiato anche dell'Udc.

Ministro candidato, invece, in Veneto dove al titolare del dicastero dell'Agricoltura Luca Zaia, in corsa per il centrodestra, il Pd contrappone Giuseppe Bortolussi, direttore della Cgia di Mestre. L'Udc punta invece su un suo candidato, segretario regionale del partito, Antonio De Poli.

In Umbria la sfida è tutta al femminile: il Pd, con le primarie, ha scelto Catiuscia Marini, la candidata Pdl è Fiammetta Modena e quella dell'Udc Paola Binetti, che ha da poco lasciato il Partito democratico.

Anche in Calabria sono state le primarie a investire il presidente uscente Agazio Loiero mentre il centrodestra ha come candidato il sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Scopelliti. 'Terzo incomodo' Pippo Callipo, sostenuto invece dall'Idv.

Infine, sempre grazie al successo delle primarie, in Puglia è il governatore in carica Nichi Vendola a tentare il bis per il centrosinistra sfidando Rocco Palese (Pdl) e Adriana Poli Bortone, leader di 'Io Sud' e candidata dell'Udc.

Il Cav. vince la prova della piazza, rinnova il patto col popolo e rilancia le riforme


Il leader e il suo popolo, la prova della piazza. La cifra della manifestazione del Pdl in piazza San Giovanni a Roma sta in queste due coordinate. Silvio Berlusconi parla al popolo del centrodestra al quale affida una nuova mission: difendere la libertà, valore supremo della democrazia, oggi messo a rischio da una sinistra che a corto di argomenti e proposte, usa la clava mediatica e l'alleanza con i "magistrati politicizzati" per rovesciare il principio cardine della Costituzione: la sovranità popolare.

Dice questo il Cav. alla sua gente in una piazza strapiena. Due i cortei partiti da Colli Albani e dal Circo Massimo (quest'ultimo aperto dai ministri, i vertici di Camera e Senato e lla candidata nel Lazio Renata Polverini) che convergono sulla piazza dove campeggia il mega-palco e lo slogan della kermesse scritto a caratteri cubitali: "L'amore vince sempre sull'invidia e sull'odio". Una piazza con una forte carica simbolica per il centrodestra: in San Giovanni il 2 dicembre 2006 nacque il Pdl e cominciò l'inesorabile disfatta del governo Prodi.

E quello che nelle aspettative degli organizzartori si sperava ma che fino in fondo non si ammetteva per prudenza e forse anche un pò di scaramanzia, si è tradotto nei numeri di una partecipazione massiccia e spontanea. Al di là della consueta guerra delle cifre (per il Pdl un milione, per il Pd poche migliaia, per la questura 150mila persone) quella piazza da sola vale più di mille analisi. A maggior ragione se si pensa che siamo al rush finale della campagna elettorale e che il tutto è stato messo in piedi nello spazio ristretto di dieci giorni.

Il leader e il popolo, la prova della piazza: due obiettivi centrati. Ai quali se ne aggiunge un terzo, non meno importante: riaffermare l'importanza della sfida nel Lazio, regione-chiave di questa competizione elettorale e ridare slancio all'esercito dei militanti romani delusi dall'esclusione della lista Pdl focalizzando tutto sull'unico obiettivo che conti: conquistare il governo della Regione. Nonostante le sentenze-fotocopia che in questi giorni hanno confermato la non riammissione, nonostante quella del Consiglio di Stato che proprio ieri ha definitivamente chiuso la questione respingendo l'ennesimo ricorso del Pdl.

Berlusconi ci batte il tasto quando ricorda che "loro vogliono vincere da soli, come in Unione Sovietica, lasciando l'avversario negli spogliatoi, con la complicità dell'arbitro amico" e quando spiega che se anche "la nostra lista non sarà riammessa voi nella scheda elettorale dovete mettere la croce sul nome di Renata Polverini". Dei tredici candidati governatori che sul palco e insieme al Cav. firmeranno il "Patto per l'Italia", la Polverini è quella sulla quale il premier si sofferma di più per chiamare alle urne il popolo "defraudato" di un diritto sancito dalla Costituzione: il "diritto di esprimere liberamente il proprio voto. Ma noi nel Lazio vinceremo lo stesso", scandisce tra gli applausi e i caroselli di bandiere tricolore e di vessilli del Pdl che muovono la piazza. Per questo, ancora una volta, c'è bisogno di una scelta di campo.

Passaggio che il Cav. usa catalizzando su di sè il significato politico della competizione elettorale. "Si tratta di una scelta di campo tra noi e loro, tra il governo del fare che affronta e risolve le emergenze vecchie e nuove che fa le riforme necessarie alla modernizzazione del Paese e la sinistra che sa solo dire no, diffondere pessimismo e catastrofismo, il cui unico tratto distintivo è la cultura dell'invidia sociale e dell'odio personale". Insomma, una sinistra che non cambia perché "i loro comportamenti sono sempre gli stessi e gli alleati che si sono scelti sono peggio di loro", incalza Berlusconi che senza citare Di Pietro spiega: ''Vanno a braccetto, anzi ammanettati, al campione del giustizialismo". Una sinistra, infine, che "non ha mai imparato cosa significa essere un'opposizione seria e responsabile che dovrebbe condividere con la maggioranza la responsabilità istituzionale della democrazia e le regole del gioco". Se fosse stata così - è il convicimento del premier - "non si sarebbe mai sognata di mettere in discussione il diritto dei cittadini a votare e sarebbe stata la prima a chiedere che il voto si svolgesse in condizioni di parità democratica" tra gli avversari.

Gli effetti, è il ragionamento del Cav. sono inchieste ''risibili'' come quella di Trani ''basate sul nulla'' e i no alle liste del Pdl arrivati "guarda caso'' proprio a Roma e Milano. C'è tutto il repertorio dell'ultimo Berlusconi nell'intervento in piazza San Giovanni: i risultati raggiunti in due anni di governo, la difesa di Guido Bertolaso, un ''uomo onesto'' sul quale ''hanno cercato di gettare fango''; e, soprattutto, la carica ai suoi per portare a casa un risultato importante nelle regioni al voto.

Le cose da fare nei prossimi tre anni: il premier le mette in fila annunciando che subito dopo le elezioni andrà in Parlamento "una grande riforma della giustizia" alla quale seguirà quella costituzionale per "l'elezione diretta del premier o del presidente della Repubblica", la riforma del fisco con interventi mirati dopo l'uscita dal tunnel della crisi ecomomica e l'attuazione del federalismo fiscale. C'è anche un momento quasi liturgico a scandire i tratti salienti della kermesse.

Il premier chiama sul palco i tredici candidati governatori che giurano sul "Patto per l'Italia" assumendosi un impegno diretto su alcuni punti-chiave del loro mandato, in sinergia col governo nazionale: l'attuazione del piano casa, lo snellimento delle procedure burocratiche eliminando almeno cento leggi regionali, il dimezzamento delle liste d'attesa nella sanità e il potenziamento della prevenzione, dell'assistenza e della ricerca. Non solo: l'attenzione all'ambiente e alla qualità della vita dei cittadini passa anche dalla messa a dimora di cento milioni di alberi e dalla realizzazione di un numero maggiore di piste ciclabili "per fare dell'Italia il giardino d'Europa".

Le corde del popolo di centrodestra il Cav. le tocca quando ricorre al manifesto della sua discesa in campo nel '94 per dire che "così come allora anche oggi quelle parole hanno un senso, anzi probabilmente ancora di più, perché noi siamo uomini e donne che vogliono restare liberi e hanno scelto di impegnarsi per difendere la libertà".

In piazza c'è anche la delegazione della Lega e che l'asse col Carroccio tiene lo si tocca con mano quando Umberto Bossi raggiunge il premier sul palco: "E' un mio amico fraterno è un uomo del popolo ed un alleato leale che ha gli stessi principi e valori", dice di lui Berlusconi. Il Senatur lo ricambia con calore, sottolineando l'amicizia disinteressata visto che ''io sono uno dei pochi che non ha mai chiesto nè una lira nè un aiuto a Berlusconi'' e riconoscendogli di parlare "come la nostra gente". Quanto basta per far dire all'opposizione che il premier è "ostaggio della Lega". O a Bersani a proposito della manifestazione, che quelli in San Giovanni non erano di certo un milione ma qualche migliaio e che Berlusconi "ha fatto un discorso da capopolo, non da statista"o ancora a Casini che il premier è bravissimo a organizzare "manifestazioni e feste" e di Pietro che nella piazza vede un "attentato alla Costituzione".

Risposte stizzite alla fine di una giornata che consegna alle cronache un dato oggettivo: la forza di un leader che sedici anni dopo la sua discesa in campo non ha perso la sintonia col suo popolo. Particolare che in molti anche nelle file di An hanno evidenziato, quasi a voler richiamare in contrapposizione, il progetto politico voluto da Gianfranco Fini e lanciato dal suo fedelissimo Bocchino (in piazza i finiani c'erano ed erano entusiasti per come sono andate le cose). Chi ha parlato con il presidente della Camera lo descrive molto soddisfatto per la riuscita della manifestazione e per il clima della piazza. Ora resta da vedere come si svilupperà il rapporto tra i due co-fondatori del Pdl dopo il voto .

Certo è che da piazza San Giovanni la leadership del Cav. esce rafforzata, non solo per i numeri della partecipazione, ma anche per il fatto che tutti, compresi gli aennini, ancora una volta si sono affidati a lui per imprimere una svolta alla campagna elettorale.

martedì 16 marzo 2010

Reggio Calabria, Maroni inaugura Agenzia beni confiscati a criminalità organizzata


Il ministro dell'Interno Roberto Maroni ha inaugurato questa mattina la sede dell'Agenzia nazionale per la gestione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalita' organizzata. Ha tagliato il nastro all'ingresso dell' immobile messo a disposizione dal Comune del capoluogo reggino.

Alla cerimonia erano presenti il Sindaco Giuseppe Scopelliti, il Procuratore nazionale Antimafia Piero Grasso, il Procuratore Capo di Reggio Calabria Giuseppe Pignatone, il sottosegretario all' interno Francesco Nitto Palma, il capo della polizia e i comandanti generali delle forze dell' ordine. A gestire la struttura sara' il Prefetto Alberto Di Pace.

sabato 13 marzo 2010

Crisi economica: Brunetta, le famiglie non hanno perso potere d'acquisto ma hanno risparmiato di più

Le famiglie, in questa crisi, non hanno perso potere d'acquisto. Hanno, semmai, aumentato la propensione al risparmio perche' hanno paura. E' quanto sostiene il ministro della Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, a margine del Forum di Confcommercio in corso a Cernobbio, sul lago di Como.

P.A., Brunetta: ''Stop alle raccomandazioni arrivano i concorsi 'chiavi in mano'''


Concorsi pubblici 'chiavi in mano' per porre un freno alle raccomandazioni e risparmiare tempo e denaro. E' la nuova scommessa messa in piedi dal ministro per la Pubblica amministrazione Renato Brunetta che punta ad offrire alle pubbliche amministrazioni, centrali e periferiche, un servizio completo per la realizzazione dei concorsi. "Stiamo lanciando un programma che si chiamerà 'Vinca il migliore' e che collega Formez Italia con la Bocconi per offrire a tutti gli enti pubblici, centrali e periferici, dal piccolo comune al grande, il nostro servizio chiavi in mano per la realizzaZione di concorsi", spiega Brunetta in un'intervista all'ADNKRONOS . L'idea è quella di sgravare gli amministratori di un 'peso' e di liberarli da possibili pressioni.

"Siamo in grado -spiega- di fornire un servizio completo a costi ridotti, dalla preparazione del bando alla preselezione, dallo svolgimento delle prove alla certificazione fino alla proclamazione e alla formazione dei vincitori, per evitare che di volta in volta una amministrazione si metta a organizzare un concorso senza neanche sapere da dove cominciare... ". Il tutto in un'ottica di dematerializzazione e di semplificazione. "L'ente pubblico potrebbe essere permeato da sollecitazioni di vario tipo, - continua Brunetta - per questo l'incarico dovrebbe essere dato a un'agenzia terza, in maniera 'blind' (cieca). L'agenzia, che viene chiamata da un comune del profondo sud o del profondo nord, invece non può essere permeata - sostiene ancora il ministro - così siamo in grado di liberare gli amministratori dalle eventuali sollecitazioni che sono fonti solo di problemi". Naturalmente le pubbliche amministrazioni sono libere di scegliere se usufruire del servizio o meno, il pacchetto ha un costo anche se inferiore a quanto costerebbe farselo in proprio.

"Non c'è alcun obbligo da parte dell'ente ad affidare un concorso a Formez-Bocconi - spiega Brunetta - tuttavia c'è la garanzia di una buona reputazione". Il ministro infatti, racconta di aver voluto la joint venture con l'Università Bocconi "per avere il meglio delle esperienze internazionali". Il comune di Napoli sta sperimentando il sistema 'chiavi in mano' e lunedì prossimo chiuderà i battenti del concorso-corso Ripam per 530 posti di lavoro, per la presentazione delle domande esclusivamente on line . "Il primo ad averci chiesto il servizio è il comune di Napoli, ed e' sintomatico" commenta il ministro. La previsione è di chiudere il concorso entro un anno solare, con notevoli risparmi di denaro, molti comuni infatti, non indicono bandi proprio per non affrontare spese insostenibili. Anche il risparmio di tempo ha un altro risvolto sotto il profilo della qualità, siccome spesso dall'inizio del percorso all'assunzione passa moltissimo tempo, le gradutorie possono risultare vecchie, ovvero i vincitori di concorsi, i migliori, spesso finiscono per rinunciare al posto perché nel frattempo hanno trovato un'altra occupazione. Il nuovo sistema tra l'altro, prevede una sorta di riforma dei concorsi a partire dai quiz, improntati a nuove formulazioni (più scientifiche) e con processi di valutazione automatizzati che garantiscono una maggiore oggettività di giudizio, di qui il contributo anche dell'Università Bocconi. Modifiche normative in vista sotto il profilo della sicurezza e dell'ambiente dove si svolgono i concorsi (distanza tra posti, sterilizzazione del segnale telefonico, ecc). Formez Italia, la nuova Spa, presieduta da Secondo Amalfitano, la cui mission va dalla formazione all'accesso nella pubblica amministrazione, comunque metterà a disposizione di Regioni, Comuni e Province il 24% del capitale per consentire un azionariato diffuso.

Il ministro ha poi parlato del fenomeno della corruzione. Promettendo che sarà presto disponibile una mappa del rischio corruttivo basata non solo sulle denunce ma anche sull'osservazione dei fenomeni. E' quanto garantisce Brunetta dopo la recente approvazione del ddl anticorruzione da parte del Consiglio dei ministri, un provvedimento che prevede l'istituzione di un osservatorio e di piani anticorruzione da parte delle singole amministrazioni che dovranno convergere in un unico piano nazionale. "La corruzione è un argomento molto caldo e avere un osservatorio analitico che mette sotto osservazione continua i fenomeni, non solo le denunce, ma tutti i fenomeni - spiega Brunetta - è un elemento di trasparenza e chiarezza che fa da 'pendant' al piano". D'altra parte, continua il ministro, "noi non abbiamo attualmente una statistica organica sui temi della corruzione, per cui vengono fuori spesso allarmi motivati, a volte immotivati con statistiche più o meno credibili". Cosi' invece, verra' messa a punto "una mappa del rischio corruttivo - sostiene Brunetta - in modo da indirizzare eventuali investimenti per combattere il fenomeno in determinate aree piuttosto che in altre, in determinati passaggi o tipologie, dove porre maggiore attenzione. Saranno i singoli dirigenti a fornire le informazioni al dipartimento della Funzione pubblica".

Infine l'economia e la questione Fiat: "I posti di lavoro vanno difesi però la logica di una multinazionale è quella di una multinazionale. Quindi fa bene il ministro Scajola a trovare tutte le soluzioni alternative e la Fiat, dal canto suo, ha il diritto di essere un player globale". Così Brunetta in merito a un possibile futuro meno italiano per il Lingotto. "Noi non possiamo essere orgogliosi della Fiat quando si compra la Chrysler e - spiega - vergognarci quando ... è la stessa Fiat. Bisogna essere equilibrati".

martedì 9 marzo 2010

Il Governo pone la fiducia al Senato


Per superare l'ostruzionismo delle opposizioni: sono 1700 gli emendamenti presentati al testo
Il governo ha posto la questione di fiducia sul ddl sul legittimo impedimento all'esame dell' Aula del Senato. Lo ha annunciato il ministro per i Rapporti con il Parlamento Elio Vito motivando la decisione con l'ostruzionismo del Pd e dell' Idv che hanno presentato circa 1700 emendamenti.

Appena il ministro per i Rapporti con il Parlamento Elio Vito ha chiesto la parola per annunciare la questione di fiducia, i senatori dell'Idv e del Pd hanno cominciato a protestare. Vito ha dovuto aspettare qualche attimo prima di poter ufficialmente chiedere la fiducia mentre il presidente del Senato invitava l'opposizione a farlo parlare. "Vi siete sfogati - ha detto - ora lasciate parlare il ministro". Il presidente Schifani dopo l'annuncio del ministro Vito ha convocato la conferenza dei capigruppo sospendendo i lavori dell'Aula.

DUE VOTI DI FIDUCIA E VOTO FINALE ALLE 19 DOMANI - Il Senato e' chiamato a votare i due voti di fiducia sui due articoli in cui e' composto il ddl sul legittimo impedimento e dopo votera' l'intero provvedimento. Lo ha detto il capogruppo del Pdl al Senato, Maurizio Gasparri, al termine della conferenza dei capigruppo precisando che il primo voto di fiducia e' alle 17, il secondo alle 18 e per le 19 e' previsto il voto finale
ALLA CAMERA SALTA SETTIMANA DI PAUSA - Salta intanto la settimana di pausa dei lavori parlamentari prima delle elezioni. Visto l'ostruzionismo delle opposizioni dopo l'ok del Cdm al dl salva-liste, infatti, i lavori dovranno andare avanti per la presenza di tre decreti in scadenza (enti locali, agenzia dei beni confiscati alla mafia e salva-Alcoa). Durante la conferenza dei capigruppo di Montecitorio, il presidente della Camera Gianfranco Fini, ha sottolineato che appare assai problematico se non impossibile mantenere la previsione della sospensione dei lavori nella settimana antecedente le elezioni. A rischio anche le vacanze di pasqua per i parlamentari.

L.IMPEDIMENTO: OSTRUZIONISMO PD SENATO,1.585 EMENDAMENTI - Sono circa 1.700 gli emendamenti complessivi al ddl sul legittimo impedimento che andrà all'esame dell'Aula del Senato. Il Pd ne ha presentati 1.585; 99 sono dell'Italia dei Valori mentre 7 sono gli emendamentidell'Udc. Il gruppo centrista ha annunciato ieri che in assenza di modifiche al testo del provvedimento approvato alla Camera, si asterrà al momento del voto finale in Senato.

FINOCCHIARO, VIOLATI DIRITTI OPPOSIZIONE -"Il paese sta marcendo e noi siamo qui a discutere di legittimo impedimento e cioé sempre dei problemi del presidente del Consiglio". Lo dice Anna Finocchiaro, presidente dei senatori del Pd, che ai cronisti annuncia un'opposizione che in Aula "non farà sconti al governo e alla maggioranza". Finocchiaro spiega che in aula il Pd interverrà subito per denunciare che vengono "violati i diritti dell'opposizione" perché i tempi stabiliti e contingentati per la discussione del provvedimento sono ridicoli vista la delicatezza della materia trattata". Con questo ddl, infatti, aggiunge Finocchiaro , "si viola il principio di uguaglianza. Si certifica che chi è più forte, potente e ha più mezzi prevale su chi è meno potente". "Questo è intollerabile in un momento di crisi complessiva del Paese" sostiene la capogruppo del Pd. Alla ripresa dei lavori dell' Aula Anna Finocchiaro ha chiesto infatti che i tempi non siano contingentati lamentando il fatto che "rispetto ad altri provvedimenti i tempi sono più ristretti".

SCHIFANI, GARANTE DI DIBATTITO APPROFONDITO - Il presidente del Senato Renato Schifani ha assicurato che si farà garante con l'opposizione perché abbia tempi adeguati per discutere il ddl sul legittimo impedimento, anche se ha invitato l'opposizione a "selezionare e concentrare" le proprie proposte riducendo il numero degli emendamenti presentati, che sono 1585. Schifani ha però ricordato che nella Conferenza dei capigruppo che approvò a maggioranza il calendario d'Aula, l'opposizione aveva già avanzato la richiesta di vedersi attribuito un tempo maggiore per discutere il ddl sul legittimo impedimento.

mercoledì 3 marzo 2010

Berlusconi e il caos liste: ''Finirà che mi occuperò io del partito''


Il premier riunisce i coordinatori del Pdl: ''Ora il Tar ma allo studio anche interventi ad hoc''. Il Cavaliere si sarebbe detto convinto che nel partito non si lavori bene e sarebbe tornato a diffidare dei partner della coalizione. Allo studio ci sarebbero due soluzioni: un decreto legge per rinviare le elezioni o, in alternativa, un provvedimento d'urgenza

'Finira' che io mi occupero' del partito'. L'esclusione di Roberto Formigoni dalla Lombardia e della lista provinciale del Pdl nel Lazio avrebbe fatto perdere la pazienza a Silvio Berlusconi. Il premier, racconta chi ha avuto modo si sentirlo dopo la doppia bocciatura alle regionali, sarebbe molto seccato dalla gestione della macchina organizzativa del Popolo della liberta'. Il Cavaliere, riferisce un'autorevole esponente della maggioranza, e' convinto che nel partito non si lavori bene e sarebbe tornato a diffidare dei partner della coalizione.
'Alcuni non ci favoriscono' si sarebbe lamentato il presidente del Consiglio, facendo riferimento alle critiche di esponenti di spicco del centrodestra, a cominciare da Gianfranco Fini. Da qui l'intenzione del premier di riprendere in mano le redini del Pdl e tornare ad occuparsi di piu' e in prima persona del suo apparato organizzativo. In serata Berlusconi ha riunito in via del Plebiscito lo stato maggiore del Pdl. Vuole vederci chiaro, prima di prendere iniziative e studia i dossier per trovare la via d'uscita all'impasse attuale.

Intanto si conferma la strada 'obbligata' della giustizia amministrativa e si guarda con fiducia a un ribaltamento delle decisioni prese dalle Corti di Appello a Roma e Milano. Sul tavolo, pero', ci sarebbe anche l'ipotesi di interventi ad hoc per un 'recupero' in zona Cesarini. Berlusconi non ha cambiato idea e sospetta manovre precise dietro quanto sta accadendo al centrodestra nel pieno della campagna elettorale

Secondo il ragionamento di Berlusconi, i ricorsi respinti sia della lista Formigoni, sia di quella provinciale del Pdl del Lazio, insieme all'accettazione della lista di disturbo a Cota in Piemonte, sarebbero la dimostrazione dell'intenzione di falsare queste elezioni con inevitabili e gravi conseguenze per la nostra democrazia. Una cosa e' certa: il Pdl non restera' con le mani in mano e fara' di tutto per sciogliere tutti i nodi. Linea dura, dunque, come richiesto da Berlusconi. A preoccupare di piu', spiegano fonti del partito, e' certamente il caso Lazio, ma nessuno intende sottovalutare in questo momento delicato per la coalizione la Lombardia.

A quanto si apprende, allo studio ci sarebbero due soluzioni: un decreto legge per rinviare le elezioni o, in alternativa, un provvedimento (sempre d'urgenza) per sanare la situazione attuale in merito all'interpretazione delle norme sulla presentazione delle liste. Queste due opzioni saranno presentate, riferiscono esponenti della maggioranza, stasera al premier dai coordinatori nazionali del Pdl, convocati a palazzo Grazioli per una vera e propria unita' di crisi.

Non c'e' solo il problema delle liste. Sul tavolo del presidente del Consiglio resta sempre il dossier giustizia. A cominciare dal processo per i diritti tv di Mediaset. Non e' escluso che oggi Berlusconi ne abbia parlato a palazzo Grazioli con il Guardasigilli, Angelino Alfano, e con Niccolo' Ghedini. Lunedi' prossimo il processo dovrebbe ricominciare a Milano, ma quel giorno, il premier potrebbe essere impegnato in un viaggio di Stato in Brasile. Non trova ancora conferma ufficiale il rinvio della visita. E qualcuno avrebbe parlato anche della tentazione del leader del Pdl (stoppata dai suoi legali) di presentarsi nelle aule processuali per difendersi e dimostrare la totale estraneita' a ogni accusa, voci che non troverebbero nessun riscontro.

I giochetti del sindaco sulle rovine dell’Aquila


Il pd Cialente ha bloccato la proposta di Berlusconi di utilizzare le macerie per creare un parco come Monte Stella a Milano. Poi ha tentato d’affidare un appalto da 50 milioni per rimuovere i detriti a un prezzo quadruplo rispetto alla base d’asta

C’è chi negli armadi tiene gli scheletri e chi invece le macerie. Le macerie del terremoto.
Facciamo un nome e un cognome a caso: il sindaco piddino dell’Aquila, Massimo Cialente.

Non più tardi di domenica scorsa, quando è sceso in piazza Palazzo, assieme ai comitati cittadini per la folcloristica e asettica carriolata di sinistra, davanti alle telecamere e ai microfoni, che gli si genuflettevano per catturare la dichiarazione di rito, ha ribadito il concetto: «La stima è di 4 milioni e mezzo di tonnellate di macerie da rimuovere dopo il terremoto del 6 aprile e il problema maggiore è rappresentato da una normativa che considera queste macerie come rifiuti normali, dunque non smaltibili in altro modo. Bisogna modificare questa norma perché solo così si potranno avviare i lavori e cominciare a ripulire L’Aquila». Bene, fin qui ci siamo.

Ciò che bisognerebbe cominciare a sapere però è che il premier Berlusconi ha fatto a Cialente una proposta: prendiamo le macerie del sisma e facciamone una collina, la «collina del ricordo». Un serbatoio di verde con annesso parco giochi. Qualcosa di simile, per capirci, al Monte Stella di Milano, meglio conosciuto come la Montagnetta, nato dai detriti dei bombardamenti della Seconda guerra mondiale. Cialente prima obietta che occorrerebbe una deroga della Ue, poi, alle assicurazioni del presidente del Consiglio di farsi carico della procedura, lascia cadere un ni, che, giorno dopo giorno, diventa un no. Sappiamo poi che piega ha preso la vicenda, con la disponibilità di Bertolaso ad intervenire, se richiesto, e con l’impegno del governatore, nonché commissario straordinario alla ricostruzione, Chiodi, di un bando «importante» perché ad occuparsi di raccolta, stoccaggio, smaltimento ed eventuale riciclaggio dei detriti, sia una ditta altamente specializzata, non necessariamente italiana.

Altamente specializzata, appunto. Segnatevi questo piccolo particolare prima di aprire assieme a noi l'armadio dei segreti di Massimo Cialente. Perché il sindaco che, per queste macerie ha traccheggiato, ha fatto la voce grossa e adesso non si capisce bene che cosa vuol fare, qualche mese fa ci aveva provato. Provato a far tutto da solo. Gestendo l’affaire macerie in modo quanto meno anomalo.

Aveva infatti, disinvoltamente, dato corso a un maxi appalto da 50 milioni di euro per smaltire un po' di detriti e la gara era stata vinta dalla ditta «T&P», un’azienda che, curiosamente, già all’atto dell’aggiudicazione, non sembrava avesse proprio le credenziali per compiere il lavoro. Risultava infatti non operativa fino al 31 maggio ma, un paio di giorni prima dell’affidamento, avvenuto il 12 giugno, aveva, improvvisamente, reso noto al mondo la propria attività. Immediate le polemiche. Innescate dal capogruppo in consiglio regionale del Pdl, Gianfranco Giuliante e ancor più roventi dopo che anche la commissione consiliare di vigilanza strepita per quel modus operandi.

Morale la gara viene precipitosamente annullata. Ma, tutt’altro che intenzionata a mettere un’altra pietra sopra le tante altre che già sono accatastate all’Aquila, il 16 luglio la commissione consiliare di vigilanza invia un’informativa all’autorità giudiziaria per chiedere che si faccia chiarezza su ciò che è accaduto. Anche se alla vicenda è stata posta la sordina sappiamo che sono state effettuate perquisizioni e che l’inchiesta è in corso. Risultato? Dopo vari, altrettanto sospetti, tentativi di difendere l’aggiudicazione dell’appalto si è arrivati alla revoca della concessione alla società «T&P» per «mancanza di requisiti».
Ma i conti, anche se il sindaco Cialente si è affrettato a chiudere l’armadio dei suoi segreti per far dimenticare quella faccenduola, continuano a non tornare. O meglio, li ha fatti tornare Giuliante. Spulciando nei bandi più recenti si scopre infatti che il Comune dell’Aquila ha previsto un capitolato speciale di appalto per il recupero dei materiali inerti omogenei con codice Cer 17.09.04 e 17.01.07 provenienti dalle macerie del terremoto. Il prezzo ipotizzato a base d’asta per le operazioni di recupero degli inerti fino al 10% è pari a 7,64 euro da aggiudicarsi al miglior ribasso. Che cosa significa? «Significa - denuncia Gianfranco Giuliante - che ora che si è ufficializzata la quantità di macerie da smaltire e si è riconosciuto che la cifra dell’affidamento era superiore ai 50 milioni di euro, si è implicitamente ammessa l’abnormità di un affidamento senza gara per l’entità del servizio che si convenzionava a soggetti senza requisiti accettandone a scatola chiusa il listino prezzi che prevedeva importi spropositati per i servizi che si offrivano».

Stando così le cose a questo punto ci piacerebbe chiedere (e ci piacerebbe anche avere una risposta adeguata) al sindaco Cialente come mai la convenzione che il Comune dell’Aquila aveva stipulato con la «T&P» per lo stesso materiale era stata di 29 euro alla tonnellata cioè più di quattro volte il prezzo a base d’asta da ribassare. E come è possibile che, nello stesso Comune, lo stesso sindaco e lo stesso assessore, avessero accettato di pagare 29 euro per quello stesso servizio e per quelle stesse macerie che adesso invece costano solo 7 euro alla tonnellata?

lunedì 1 marzo 2010

Ddl anticorruzione: via libera dal consiglio dei ministri

ROMA - Il Consiglio dei ministri ha approvato il disegno di legge anticorruzione. E' quanto si apprende da fonti di governo.

Il ddl anticorruzione approvato in Consiglio dei ministri introduce anche le 'liste pulite' per i parlamentari. Il ministro della Semplificazione Roberto Calderoli ha infatti presentato una "proposta emendativa" al testo entrato in Cdm in base alla quale è stata prevista l'"ineleggibilità alle cariche di deputato e senatore per coloro che sono stati condannati, con sentenza passata in giudicato, per i reati di cui alla lettera B dell'articolo 58 del testo unico degli enti locali, per un periodo di 5 anni".