giovedì 30 aprile 2009

Berlusconi. «Possiamo uscirne prima e meglio di altri dalla crisi economica»


«Serve più fiducia per aggredire i mercati stranieri». Alla fine mangia la mortadella e fa il cameriere


ROMA - Per superare la crisi serve «più fiducia nella possibilità di aggredire i mercati stranieri». Lo ha detto il premier Silvio Berlusconi, nel corso del suo intervento all'assemblea agricoltori della Coldiretti riuniti all’Eur, citando fra i mercati da «aggredire» la Cina e quelli dei Paesi in via di sviluppo «dove i benestanti sono sempre di più e si guarda all’Italia con simpatia e amore».
A FIANCO DEGLI AGRICOLTORI - «Il vostro traguardo è ambizioso e per raggiungerlo avrete il nostro governo al vostro fianco». Lo assicura il premier Silvio Berlusconi nel corso del suo intervento durante la convention della Coldiretti. «Se ci saranno difficoltà da superare - dice il Cavaliere - e se dovremo intervenire con decreti legge per eliminare gli ostacoli, lo faremo». Il presidente del Consiglio spiega come siano già stati individuati alcuni provvedimenti in accordo con il ministro dell'Agricoltura Luca Zaia: «Noi - spiega - infatti siamo orgogliosi della nostra agricoltura e dei nostri prodotti». Una filiera agricola più corta e la lotta alla contraffazione sono le due linee guida principali secondo il premier che ribadisce che «il governo sarà dalla parte degli agricoltori perchè ne apprezza il sacrificio». «Il vostro traguardo è ambizioso e per raggiungerlo avrete il nostro governo al vostro fianco». Lo assicura il premier Silvio Berlusconi nel corso del suo intervento durante la convention della Coldiretti. «Se ci saranno difficoltà da superare - dice il Cavaliere - e se dovremo intervenire con decreti legge per eliminare gli ostacoli, lo faremo». Il presidente del Consiglio spiega come siano già stati individuati alcuni provvedimenti in accordo con il ministro dell'Agricoltura Luca Zaia: «Noi - spiega - infatti siamo orgogliosi della nostra agricoltura e dei nostri prodotti». Una filiera agricola più corta e la lotta alla contraffazione sono le due linee guida principali secondo il premier che ribadisce che «il governo sarà dalla parte degli agricoltori perchè ne apprezza il sacrificio».
BANCHE - E un Berlusconi a tutto campo quello che ha parlato all'Eur. È passato dall'argomento credito, «il nostro sistema bancario è solido ma oggi dobbiamo insistere e chiedere alle banche di continuare a fare le banche, continuando a dare ciò che è necessario», a quello relativo al problema sicurezza: «Continueremo a utilizzare l'esercito per continuare a garantire la legalità in Italia sempre, credo che sia fatto distintivo di questa gestione democratica».
VELINE - Il premier aveva esordito con una battuta sulle recenti polemiche circa le future candidature femminili nel Pdl : «Vi chiedo scusa perché non sono riuscito a portarvi le veline...». «Mi rifarò pensando ai vostri 20mila punti vendita: se avete bisogno di belle commesse, sapete a chi rivolgervi...». «L’ironia è necessaria» ha continuato Berlusconi, «solo se si è sereni e allegri si riescono a fare cose importanti». Il premier poi iniziando a fare una serie di espressioni buffe con il viso aggiunge: «Chi aveva parlato di demagogia? Un certo - dice prendendo tempo - un certo onorevole Casini. Chi ha parlato di filiera italiana come fanciullaggine? Un certo D'Alema. Io non parlo mai male dei miei oppositori, ma quando se la tirano, se la tirano».
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MANGIA LA MORTADELLA - Alla fine accetta la «sfida» lanciata dal presidente della Coldiretti Sergio Marini e davanti al pubblico del Palalottomatica di Roma assaggia un pezzetto di mortadella. A offrirgliela su un vassoio è il numero uno dell'organizzazione degli agricoltori, non appena il Cavaliere ha terminato il suo intervento. Si tratta, spiegano Berlusconi e Marini, di «una sfida» che raccoglie senza esitazione e per dimostrare la bontà dei prodotti italiani mentre assaggia la pietanza il Cavaliere mima con un gesto la squisitezza del gusto. Dopo di che Berlusconi si impossessa del vassoio, sul quale sono deposti i dadini di mortadella e salame, scende le scale del palco e si improvvisa cameriere offrendo la pietanza ai presenti.


Motovedetta maltese con 66 migranti Punta su Lampedusa: l'Italia dice no


Gli extracomunitari soccorsi da un peschereccio tunisino in acque di competenza maltesi e poi trasbordati



PALERMO - Le autorità italiane non hanno consentito l'ingresso nelle acque territoriali nazionali e l'attracco a Lampedusa a una motovedetta di Malta con a bordo 66 extracomunitari. Lo si apprende dal comando generale delle capitanerie di porto. I migranti erano stati soccorsi da un peschereccio tunisino mentre erano su un gommone alla deriva in acque di competenza maltesi. La motovedetta ha quindi ripreso la navigazione dirigendosi a Malta.


VICENDA PINAR - La motovedetta aveva preso a bordo i migranti, tra i quali ci sono due donne, dal peschereccio tunisino. L'operazione era avvenuta a circa 23 miglia a sud di Lampedusa e a 120 da Malta, in acque di competenza maltese per quanto riguarda gli interventi di ricerca e soccorso. Ma le autorità maltesi anche in questo caso, come già avvenuto in occasione della vicenda della Pinar, sostengono che gli immigrati debbano essere trasferiti nel porto più vicino, e cioè a Lampedusa.

Europee, poche sorprese nelle liste: c'è anche Staino

ROMA (30 aprile) - Il Pdl presenta Ignazio La Russa, Clemente Mastella e Iva Zanicchi, il Pd Sergio Cofferati e Davide Sassoli, la Lega Bossi e Borghezio, l'Udc Emanuele Filiberto di Savoia e Magdi Allam, l'Idv Di Pietro e l'ex pm De Magistris, Rifondazione e comunisti italiani Margherita Hack, Sinistra e libertà il comico Bebo Storti. Ecco i principali candidati delle liste per le europee. Italia nord-occidentale - Sono in tutto 20 le liste presentate alla Corte d'appello di Milano. Ultima in ordine di tempo è arrivata la lista del Pdl dove figurano ai primi due posti Silvio Berlusconi e il ministro della Difesa, Ignazio La Russa. Dopo di loro figurano gli altri candidati in ordine alfabetico con in testa l'ex sindaco di Milano, Gabriele Albertini, e la presidente della commissione cultura della Camera, Valentina Aprea, e in coda Iva Zanicchi. Il primo ad arrivare questa mattina è stato Marco Ferrando per il Partito Comunista dei Lavoratori, seguito dai Liberaldemocratici, che hanno messo in lista fra gli altri Daniela Melchiorre e Piera Levi Montalcini. L'Udc è arrivata con un lista dove spiccano i nomi di Magdi Allam e del principe Emanuele Filiberto di Savoia. Sinistra e Libertà, invece, ha scelto come capilista due eurodeputate uscenti: Monica Frassoni e Pia Locatelli. Ma può contare anche sulla candidatura dell' attore e comico Bebo Storti. Forza Nuova ha candidato Mario Sossi, il magistrato rapito dalle Br nel 1973 e liberato l'anno dopo. Italia nord-orientale - Sono 18 le liste di candidati per la circoscrizione del nord est. Consegnate, tra le altre, le liste del Partito democratico, della Lega nord, dell'Italia dei Valori lista Di Pietro, di Rifondazione e Comunisti italiani, del Movimento sociale fiamma tricolore, della Lista Emma Bonino e Marco Pannella, della Sudtiroler Volkspartei e del Parlamentare indipendente (nome unico) Lamberto Roberti. Ultimi ad essere depositati i 13 nomi dei candidati del Pdl - lista aperta da Silvio Berlusconi - tra i quali non c'è traccia di "veline" . Ci sono invece l'avvocato bellunese Maurizio Paniz, noto per aver difeso Elvo Zornitta nell'inchiesta Unabomber, e la riconfermata Elisabetta Gardini. Per l'Udc anche Antonio Guadagnin, l'amministratore veneto a capo del movimento dei sindaci che chiede per i Comuni il 20% dell'Irpef. A sorpresa, al quinto posto della lista della lista "L'Autonomia" (Mpa di Lombardo, la Destra, Alleanza di Centro) figura il comandante del Ris di Parma dei carabinieri, Luciano Garofano. Italia centrale - Sono 13 le liste presentate per la consultazione: sono Popolo della Libertà, Partito Democratico, Italia dei Valori, Rifondazione Comunista, Liberaldemocratici, Partito Comunista dei Lavoratori, Lega Nord, Udc, Lista Emma Bonino-Marco Pannella, Forza Nuova, L'Autonomia (Mpa-Pensionati-La Destra-Alleanza di Centro), Sinistra e Libertà e Movimento Sociale Italiano-Fiamma Tricolore.Capolista del Pdl è Silvio Berlusconi, Barbara Mannucci, 27 anni, la più giovane candidata della lista. L'Italia dei Valori candida Carlo Rossetti, ex presidente dell'associazione per i disabili Aisa. La giornalista del Manifesto Giuliana Sgrena, l'astrofisico e astronauta Umberto Guidoni, europarlamentare uscente, e il vignettista Sergio Staino sono alcuni dei candidati per la lista Sinistra e Libertà con l'europarlamentare uscente Alessandro Battilocchio, «il più giovane italiano al Parlamento europeo» e il dirigente scolastico Simonetta Salacone, della scuola romana Iqbal Masih, capofila delle proteste contro la riforma Gelmini.Italia meridionale - 17 le liste presentate alla Corte d'appello di Napoli per la circoscrizione sud. Sono Partito comunista dei Lavoratori; Italia dei Valori; Liberal democratici con Melchiorre; Rifondazione e Comunisti Italiani; Destra Sociale- Fiamma Tricolore; Autonomisti; Udc di Casini; Lega Nord; Partito Democratico; Lista Pannella; Lamberto Roberti, parlamentare indipendente; Forza Nuova; L'autonomia con Adc, La Destra ed Mpa; Socialisti uniti per l'Europa; Popolo della Libertà; Nuovo Psi. Il Pdl è stato tra gli ultimi a consegnare la lista alle 19.30 di oggi; nella lista, con Silvio Berlusconi numero uno, ci sono Salvatore Tatarella, Franco Malvano, Clemente Mastella e Barbara Matera. Per l'Udc si candidano Ciriaco De Mita e Angelo Sanza.Per la Lega Nord Umberto Bossi e Francesco Speroni, per il Partito Democratico Paolo De Castro e la giornalista Rosaria Capacchione, per la Lista Pannella Aldo Loris Rossi e Marco Pannella. In lista per Autonomia Mpa Francesco Pionati e Francesco Storace. Nell'elenco di Sinistra e Libertà i primi due candidati sono Nichi Vendola e Marco Di Lello.Isole - Sono in tutto 14 le liste presentate per la circoscrizione Italia insulare. Il sindaco di Salemi, Vittorio Sgarbi, è candidato con il Movimento per l'Autonomia di Raffaele Lombardo, mentre per Sinistra e Libertà in lista sono Nichi Vendola, presidente Regione Puglia, e Claudio Fava, europarlamentare uscente, segretario nazionale di Sinistra Democratica.

http://www.ilmessaggero.it/articolo_app.php?id=17271&sez=HOME_INITALIA&npl=&desc_sez=

Sicurezza, Maroni pronto a chiedere la fiducia "Emendamento appalti sostenuto da lobby"


Il ministro dell'Interno attacca sulle norme ronde e Cie bocciate in SenatoDuro sulla modifica anti-racket. "Voglio reintrodurre la norma: c'era l'accordo di tutti"



ROMA - Martedì si terrà una riunione tra il ministro dell'Interno, i ministri della Difesa Ignazio La Russa e della Giustizia Angelino Alfano, e i capigruppo di maggioranza per verificare se si può andare avanti sul ddl sicurezza oppure se sarà necessario mettere la fiducia. Maroni non vuole rischiare un'altra bocciatura sulle ronde e sulle norme che prolungano la sosta dei clandestini nei Centri di identificazione ed espulsione. "Voglio capire - ha spiegato Maroni - se si può procedere

tranquillamente o se le acque sono ancora agitate da dover porre la fiducia. In quel caso chiederò la riunione di un consiglio dei ministri straordinario che la autorizzi. Un incidente succede una volta, la seconda volta già mi viene qualche dubbio..." Sul tema della sicurezza, più di un segnale annunciava acque agitate nella maggioranza. Dopo la clamorosa bocciatura dei Cie e delle ronde, c'era quella dei medici-spia, ed infine la cancellazione dell'obbligo per l'imprendiotre titolare di appalti pubblici di denunciare un'estorsione. Il ministro dell'Interno ha espresso "un forte disappunto" per il nuovo incidente di percorso che ha permesso lo "svuotamento" della norma antiestorsione, voluta anche dall'associazione antiracket e dalla procura antimafia. "Un emendamento - attacca Maroni parlando a Montecitorio - sostenuto da certe lobby per svuotare di significato la lotta alla criminalità organizzata. La modifica apportata inopinatamente svuota di significato la norma chiesta dalle associazioni antiracket e dal procuratore nazionale antimafia. Voglio reintrodurre la norma: era condivisa e c'era l'accordo di tutti".

mercoledì 29 aprile 2009

FEDERALISMO: VIA LIBERA DA SENATO, DDL E' LEGGE


di Alessandra Chini


ROMA - La riforma federalista, vera ragione sociale della Lega dai tempi in cui il Senatur Umberto Bossi parlava di secessione, è legge. Il Senato ha approvato con 154 voti a favore, 87 astensioni e soli 6 voti contrari (i tre senatori dell'Udc, e tre del Pd, Marco Follini, Claudio Molinari e Franco Bruno) il disegno di legge delega sul federalismo fiscale, la 'cornice' che dà autonomia di entrata e di spesa alle autonomie locali. Nel voto finale, il Pd conferma l'astensione della Camera. Il testo, dice la capogruppo del partito di Franceschini al Senato, Anna Finocchiaro, è migliorato rispetto all'ipotesi iniziale, al 'modello lombardo', proprio grazie al contributo dell' opposizione, ma "restano dei nodi irrisolti". L'Italia dei Valori, invece sceglie di votare sì. "Votiamo a favore di questa legge - dice il capogruppo del partito di Di Pietro, Felice Belisario - non per fare un favore a una parte politica che tanto tiene a questa riforma, ma perché riteniamo che questo Paese meriti l'innovazione e l'Idv accetta questa sfida". La Lega esulta e, pur sottolineando l'importanza del dialogo, che ha portato all'approvazione del ddl dopo 6 mesi di dibattito in Parlamento, rivendica anche quella che è una propria battaglia. "La battagliadella Lega - scandisce tra gli applausi il capogruppo Federico Bricolo - l'abbiamo iniziata da soli, con la stampa e i partiti della Prima Repubblica contro. L'abbiamo portata avanti fuori dai palazzi e col popolo. E' stata una battaglia dal basso e per questo ringraziamo i tanti militanti che da anni con le scritte, i manifesti, i gazebo, hanno continuato a portarla avanti". Sono gli stessi toni usati dal ministro dell'Interno Roberto Maroni ("E' un giorno storico"), e dal capogruppo alla Camera, Roberto Cota: "Non si torna più indietro, è la fine del centralismo". Tutti i ministri della Lega sono in Aula al momento del sì finale e i senatori sventolano i fazzolettoni verdi con il simbolo del Carroccio. Poi Umberto Bossi si chiude con i suoi per festeggiare. Ci sono il figlio Renzo e la moglie Manuela; alla festa federalista fa capolino anche il ministro dell' Economia Giulio Tremonti. Non può mancare il ministro della Semplificazione, Roberto Calderoli, colui che ha seguito passo passo tutto il ddl e che si appresta a mettere mano anche alla Carta delle Autonomie e alle riforme costituzionali, che completeranno il quadro. E' felice tanto da suggerire di giocare al lotto la cinquina dei numeri dell'entrata il vigore della legge delega. Per il resto, torna a ribadire, e suona un po' come una risposta alle ultime prese di posizione di Silvio Berlusconi, che "il dialogo è la via maestra" che ha portato, esattamente a un anno dall'insediamento della XVI legislatura, ad approvare un riforma di vasta portata, la prima del governo Berlusconi ter. "Un buon compleanno", commenta il presidente del Senato Renato Schifani. "A un anno esatto dall'insediamento del Senato - dice la seconda carica dello Stato - il clima di collaborazione o almeno di legittimazione reciproca comincia a dare i suoi frutti".


Ecco la vera riforma Brunetta: c'è anche la classifica degli statali bravi e non bravi


di Pietro Piovani


ROMA (29 aprile) - Ogni anno il 25% dei dipendenti dovrà accontentarsi del salario base, senza neanche un centesimo di incentivo di produttività. E ogni anno verrà stilata la classifica dei dipendenti pubblici: in ciascuna amministrazione si farà una graduatoria dei dipendenti, dal più bravo al meno bravo. Sulla base di questa classifica si decideranno gli stipendi e le carriere.Così prevede la bozza del decreto che il ministro Renato Brunetta e i suoi collaboratori stanno per portare in Consiglio dei ministri. Sarà un provvedimento destinato a cambiare radicalmente le regole del pubblico impiego italiano, una riforma confrontabile con il famoso decreto 165 scritto nel 2001 da Franco Bassanini. Leggendo il testo si capisce che gli obiettivi di Brunetta sono due: primo, ridurre il potere di intervento dei sindacati, che d'ora in poi avranno molta meno voce in capitolo sui salari, sulle norme disciplinari, sull'organizzazione del lavoro; secondo, obbligare le amministrazioni a distribuire le risorse in modo molto differenziato, cioè dare tanti soldi ad alcuni e pochi ad altri.Il salario accessorio. Già da molti anni nel pubblico impiego è stata introdotta la “produttività”, cioè una parte di stipendio che non è fissa e uguale per tutti, bensì è legata ai risultati ottenuti. Si chiama “salario accessorio”, ed è stato creato (con il consenso di tutti i maggiori sindacati) nell'intento di favorire l'impegno del personale e ottenere più l'efficienza. Almeno in teoria, perché nella pratica è successo che alcune amministrazioni hanno usato questo strumento con accortezza e intelligenza, altre invece hanno distribuito soldi a pioggia o peggio ancora con criteri clientelari. È per rimediare alla prima disfunzione (i premi a pioggia, uguali per tutti) che il decreto vuole istituire le classifiche del merito. Al termine di un anno di lavoro, tutto il personale viene giudicato secondo i risultati individuali e si crea così una graduatoria. Il 25% dei dipendenti che si trovano ai primi posti della classifica riceve il premio intero. Il 50% della fascia centrale avrà il premio dimezzato. Infine il 25% che finisce in fondo alla classifica non avrà niente. Detto in altro modo, su quattro dipendenti ce ne saranno due con il salario accessorio normale, uno che lo riceverà raddoppiato e uno che invece non vedrà neanche un centesimo. È un sistema adottato già in alcune amministrazioni italiane (per esempio all'Agenzia del Territorio è in vigore da tempo un meccanismo di differenziazione molto sofisticato). Ora diventa obbligatorio per tutti.Chi decide le classifiche. Le bozze del decreto che circolano in questi giorni sono ancora poco chiare su un punto: chi sarà a dare i voti in pagella? Alcuni articoli del provvedimento prevedono che la formulazione delle graduatorie spetti a un apposito “Organismo per la valutazione”: una specie di commissione che dovrà nascere in ogni amministrazione, nominata dal responsabile politico (il ministro, il sindaco, eccetera). In altri passaggi del testo però si legge che il compito di giudicare il lavoro dei dipendenti spetta ai dirigenti loro diretti superiori. Questo punto verrà probabilmente chiarito nei prossimi giorni.Le carriere. Le classifiche non serviranno solo a distribuire il salario accessorio. Il giudizio annuale inciderà anche sulle promozioni, gli avanzamenti economici, l'assegnazione di incarichi, l'accesso a corsi di formazione. Saranno inoltre istituiti alcuni premi speciali: uno si chiamerà “bonus delle eccellenze”, un altro “premio all'innovazione”. I primissimi classificati di ciascuna amministrazione potranno anche candidarsi a una sorta di selezione nazionale, per ottenere un ulteriore premio.Nuovi organismi. La riforma istituisce una serie di organismi che fino a oggi non esistevano. Ci sono gli Organismi di valutazione, di cui si è detto sopra. Poi ci sono i Comitati dei garanti, che devono esprimere un parere ogni volta che un dirigente viene rimosso dall'incarico. Infine c'è la già annunciata Autorità indipendente per la valutazione (che nella legge delega era annunciata come una semplice “agenzia”, ma ora nel decreto sembra essere stata promossa ad authority). L'Autorità costerà ai contribuenti ben 4 milioni l'anno, e i suoi cinque membri nominati da governo e Parlamento riceveranno uno stipendio di 300 mila euro l'anno.I sindacati. Quando il decreto entrerà in vigore i sindacati del pubblico impiego conteranno molto meno di prima. Lo spazio della contrattazione viene ridotto, molte cose saranno decise per legge. Per i contratti nazionali diventa vincolante il parere della Corte dei conti, mentre gli accordi integrativi raggiunti nelle singole amministrazioni potranno essere bocciati dal ministro della Funzione pubblica. Non solo, ma per le norme siglate nei contratti costituirà in qualche modo un limite anche “l'autonoma decisione definitiva” del dirigente. Viene infine istituita una regola di incompatibilità fra attività sindacale e dirigenza: gli ex sindacalisti non potranno essere nominati alla guida di un ufficio, né potranno entrare nei vari organismi di valutazione.Contratti. La bozza del decreto Brunetta prevede una riduzione molto drastica del numero di contratti nazionali: resterebbero soltanto due grandi accordi, uno per lo Stato centrale e un altro per le amministrazioni decentrate. In altre parole non esisterebbe più il contratto della scuola, perché verrebbe unito a quelli dei ministeri, delle agenzie fiscali, degli enti previdenziali. Né ci sarebbe più il contratto della sanità, accorpato a quello di comuni, province e regioni. All'interno dei due grandi accordi nazionali però si dovrebbero prevedere delle “sezioni”, per salvaguardare le “specificità” di ciascun comparto.I tempi del decreto. Il provvedimento di cui stiamo parlando è un decreto legislativo, quindi segue un iter semplificato. Brunetta potrebbe presentarlo in Consiglio dei ministri la prossima settimana, dopo di che dovrà ottenere soltanto un parere dalle commissioni parlamentari per poi diventare esecutivo.


Ddl federalismo fiscale diventa legge Via libera a Roma Capitale


ROMA (29 aprile) - Via libera dall'Aula del Senato al ddl sul federalismo che da oggi diventa legge dello Stato. A favore hanno votato PdL, Lega e Italia dei Valori. Il Pd si è astenuto. Contro ha votato l'Udc. I voti favorevoli sono stati 154 (PdL, Lega Nord, Italia dei Valori), quelli contrari 6 e 87 i voti di astensione (Pd).Le novità principali. Un fisco a misura delle autonomie locali ma che salvaguardi un servizio di pari livello a tutti i cittadini. Nove città metropolitane e Roma capitale con la sua Assemblea Capitolina. Una bicameralina per rafforzare il potere di controllo del Parlamento sui decreti attuativi della delega. Sono questi alcuni dei punti più importanti del ddl.Roma Capitale. L'Aula del Senato ha approvato l'articolo 24 della riforma che danno nuove funzioni alla città. Funzioni disciplinate da regolamenti del consiglio comunale che diventa Assemblea capitolina.Il Comune diventa un ente territoriale con speciale autonomia statutaria, amministrativa e finanziaria. A Roma Capitale vengono attribuite nuove funzioni, risorse ed anche beni dello Stato. Il Consiglio comunale si chiamerà Assemblea capitolina. Entro sei mesi sarà varato un nuovo statuto dagli stessi membri dell'Assemblea capitolina, ovvero gli attuali consiglieri comunali. L'ente territoriale avrà nuove funzioni amministrative in varie materie: valorizzazione dei beni storici, artistici, ambientali e fluviali in accordo con il Ministero per i Beni e le attività culturali; sviluppo economico e sociale di Roma capitale, con particolare riferimento al settore produttivo e turistico; sviluppo urbano e la pianificazione territoriale; edilizia pubblica e privata e l'organizzazione e il funzionamento dei servizi urbani, con particolare riferimento al trasporto pubblico ed alla mobilità. Tra le nuove funzioni anche quella della protezione civile in collaborazione con la Presidenza del Consiglio dei Ministri e la Regione Lazio. Infine «ulteriori funzioni» saranno conferite dallo Stato. Tutte le disposizioni ovviamente saranno riferite alla città metropolitana di Roma capitale in seguito all'attuazione della disciplina delle città metropolitane. La legge, infine, sancisce che i comuni della Provincia di Roma non inseriti nell'area metropolitana potranno, con un referendum, decidere di essere inclusi nell'area metropolitana di Roma capitale.Le altre novità. Da spesa storica a costo standard. L'obiettivo della riforma è quello di assicurare autonomia di entrata e spesa agli enti locali in modo da sostituire, gradualmente, per tutti i livelli di governo, il criterio della spesa storica con quello dei costi standard per i servizi fondamentali che devono costare ed essere erogati in modo uguale in tutto il Paese. Autonomia, arriva fisco su misura. Il fisco diventa a più livelli, ognuno con propria autonomia, anche se nel rispetto dei principi di capacità contributiva e progressività previsti dalla Costituzione. Per quanto riguarda le Regioni, le funzioni fondamentali (assistenza, sanità e spese amministrative dell'istruzione) vanno coperte con gettito tributario valutato ad aliquota e base imponibile uniformi e in base a tributi propri derivati, istituiti con legge statale; addizionale regionale Irpef; compartecipazione all'Iva (in via prioritaria); quote di fondo perequativo; Irap, ma solo in via transitoria in vista di un superamento di questa imposta. Le altre funzioni sono finanziate con tributi propri e fondo di perequazione. Le spese essenziali dei Comuni (che riguardano territorio e ambiente, istruzione con gli asili nido o l'edilizia scolastica, viabilità, settore sociale...) vengono finanziate con le imposte immobiliari, un mix di compartecipazione a Iva e Irpef e fondo di perequazione. Per le altre ci sono tributi propri e compartecipazione a tributi regionali. Le funzioni fondamentali delle Province (tutela ambiente; trasporti; istruzione...), vengono finanziate con tributi connessi al trasporto su gomma; compartecipazione a tributi erariali; perequazione. Mentre per le altre il meccanismo è uguale a quello dei Comuni. Fondo perequazione: colidarietà per prestazioni base. Il fondo perequativo è statale ed alimentato dal gettito da compartecipazione all'Iva assegnata per le spese relative alle prestazioni essenziali ma anche da una quota del gettito derivante dall'aliquota media di equilibrio di addizionale regionale all'Irpef assegnata per il finanziamento delle spese non riconducibili alle funzioni essenziali. Viene utilizzato, secondo il principio costituzionale del favore verso i territori a minore capacità fiscale e le sue quote vengono assegnate a ciascuna regione senza vincolo di destinazione. Nove città metropolitane, anche Reggio Calabria. Nel ddl viene delineato l'iter per l'istituzione di nove città metropolitane: Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli e Reggio Calabria. Percorso che prevede anche un referendum consultivo della popolazione, potrebbe anche portare - è previsto esplicitamente - alla cancellazione delle corrispondenti province.Bicameralina. A dare il parere sui decreti attuativi della delega sarà una commissione bicamerale, composta da 15 deputati e 15 senatori nominati dai presidenti delle Camere che indicano, di comune accordo, anche il presidente. Clausola salvaguardia. L'entrata in vigore del federalismo fiscale non può causare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.

Referendum, l'ira della Lega: «Preoccupa il sì del premier: se passa, tanti saluti»


Franceschini attacca: il Cavaliere umilia Bossi


ROMA (29 aprile) - Il sì di Berlusconi al referendum scatena la rabbia della Lega. Se passa il referendum difficilmente il Parlamento potrebbe fare una legge che ne modifica l'esito. Quindi «bisogna evitare il danno prima che avvenga perché, se avviene, poi tanti saluti», ha sottolineato il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, che interpellato in Transatlantico alla Camera, si è detto non sorpreso ma «preoccupato» per il «sì» al quesito referendario annunciato dal presidente del Consiglio. «Non la condividiamo e cercheremo di fargliela correggere», ha aggiunto il responsabile del Viminale. Secondo Maroni bisogna evitare che il referendum passi perché altrimenti si determinerebbe una situazione «non governabile attraverso una nuova legge elettorale». Il ministro dell'Interno ha avvertito che «se il referendum raggiungesse il quorum e vincesse il sì sarebbe inevitabile trarre le conseguenze di una così forte spinta popolare».Maroni: referendum giova al premier, Pd ci ripensi. «Mi pare evidente dopo la dichiarazione di ieri di Berlusconi che ha annunciato il voto a favore nel referendum elettorale, a chi convenga quella consultazione: ora mi aspetto, dopo una dichiarazione così esplicita e onesta del premier, che il segretario del Pd, Dario Franceschini, ripensi a quanto finora dichiarato e cioè che sosterrà il referendum», ha detto ancora il ministro dell'Interno. Questo sì, ha spiegato Maroni, «mi sembrerebbe un atto masochista da parte del leader del Partito democratico». Quanto alla Lega, ha sottolineato Maroni, «la nostra posizione è di contrasto netto ai contenuti del referendum e mi aspetto che anche la sinistra si ravveda perché da ieri è chiaro a chi giova e a chi non giova quella consultazione».Franceschini. «Il sì di Berlusconi non ci crea nessuna difficoltà e a me sembra surreale che il premier voti sì per abrogare una legge che ha fatto lui per avendo i numeri in Parlamento per correggerla», ha commentato Franceschini.«Al Pd non crea difficoltà - spiega Franceschini - perché noi abbiamo deciso di votare sì per abrogare una legge-porcata anche se sappiamo che non risolve i problemi». I problemi invece si creano, per il leader del Pd, nel centrodestra «perché Berlusconi passa le giornate a umiliare la Lega ora annunciando il sì al referendum, ora bocciando le norme sulle ronde sui Cie». Guzzetta. «Non posso che rallegrarmi del fatto che Silvio Berlusconi dichiari di votare sì al referendum». Lo ha sostenuto il presidente del comitato organizzatore del referendum elettorale Giovanni Guzzetta. «Il referendum avvantaggia chi ha più capacità di aggregare consenso o, come avrebbe detto Aldo Moro, chi avrà più filo da tessere. È la regola della democrazia dell'alternanza: sono gli elettori a decidere. Chi corre corre per vincere e chi vince crea un governo stabile. Chi sbaglia o non convince la volta successiva va a casa. E oggi anche l'Italia questo tipo di democrazia se la può permettere».Casini. «Che Berlusconi e Franceschini marcino insieme per il sì al referendum non mi sorprende affatto»: lo afferma Pier Ferdinando Casini, leader dell'Udc. «Non vorrei però che questa volta sbagliassero i conti, perché c'è sempre una goccia che fa traboccare il vaso. Comunque questa vicenda dimostra inequivocabilmente che il Pd è una opposizione di comodo e se aspettiamo che sul progetto del Partito Democratico cresca l'alternativa a questo governo, possiamo metterci il cuore in pace. Dopo mesi di incertezze, oggi il PD si accoda a Berlusconi nel tentativo di instaurare un bipartitismo zoppo in cui il suo ruolo è però solo quello di continuare a perdere», conclude.

Berlusconi e il caso Veronica «Ecco le mie candidate»


Il premier annuncia: «In lista Barbara Matera, Lara Comi e Licia Ronzulli. Chi ha criticato si vergogni»


VARSAVIA - Barbara Matera, Lara Comi e Licia Ronzulli. Conversando con i giornalisti a Varsavia, Silvio Berlusconi svela i nomi dei "volti nuovi" nelle liste Pdl alle Europee, mettendo così la parola fine al rincorrersi di voci e smentite sulle possibili candidate. «Lara Comi (ex bocconiana e coordinatore di Forza Italia giovani Lombardia, ndr) è bravissima - ha detto il premier -, la Ronzulli è la prima dei non eletti alle scorse politiche, candidata nelle Marche, e lavora in una clinica e con i bambini del Bangladesh. La terza è Barbara Matera (ex annunciatrice Rai, ndr), che ho conosciuto tramite Letta perché è fidanzata con il figlio di un prefetto amico di Letta: è laureata ed è bellissima». «Queste tre - ha aggiunto il premier - le porterò con me in campagna elettorale e dirò: "Voi siete veline?". Poi le lascerò parlare e questo sarà lo schema di ogni comizio e faremo un figurone». «Ora che le liste sono chiuse - ha voluto anche precisare il premier - tutti quei signori che hanno montato questa campagna stanno zitti e si chiudono da qualche parte per la vergogna ed il rossore, oppure no?».


«MIA MOGLIE? HA CREDUTO AI GIORNALI» - Le candidature femminili del Pdl, ancor prima di essere ufficializzate dal premier, sono state oggetto di dure critiche da parte di Veronica Lario. Martedì sera, la moglie del presidente del Consiglio ha fatto sapere che, a suo avviso, la candidatura di donne dello spettacolo da parte del Pdl rappresenta «ciarpame senza pudore». «Mia moglie? Ha creduto ai giornali» è stata la replica del presidente del Consiglio. «È tutta una manovra della stampa di sinistra» ha spiegato il premier da Varsavia. «Mi sembra che la situazione sia molto chiara, c'è una manovra montata dalla stampa di sinistra e dell'opposizione sulle nostre liste con notizie assolutamente infondate». «Come si dice - ha poi aggiunto Berlusconi -, tra moglie e marito non mettere il dito». E a chi gli faceva notare che lo stesso proverbio lo ha usato il segretario Dario Franceschini per commentare la vicenda, Berlusconi ha risposto: «Finalmente ne dice una giusta».


L'ACCUSA - «Voglio che sia chiaro - aveva spiegato Veronica Lario martedì sera - che io e i miei figli siamo vittime e non complici di questa situazione. Dobbiamo subirla e ci fa soffrire». Poi la moglie del premier aveva rincarato la dose: «Qualcuno ha scritto che tutto questo è a sostegno del divertimento dell'imperatore. Condivido, quello che emerge dai giornali è un ciarpame senza pudore, tutto in nome del potere».


«NO A CANDIDATURE MALEODORANTI» - Ma Berlusconi ha respinto le accuse. Affermando che sua moglie è vittima di una vera e propria «manovra» messa in piedi dalla sinistra, che a suo avviso, si trasformerà in un «boomerang» per la sinistra stessa, «quando verranno fuori le liste». Il premier poi ha ribadito i criteri che hanno portato alla selezione delle candidate donne nel Pdl: «Noi vogliamo rinnovare la nostra classe politica con persone che siano colte, preparate e che garantiscano la loro presenza a tutte le votazioni. E che magari non siano maleodoranti e malvestite come certi personaggi che circolano nelle aule parlamentari da parte di certi partiti».LE VELINE - «Farò campagna elettorale con le cosiddette veline - ha detto il premier, prima di rendere noti i nomi dei "volti nuovi" nelle liste del Pdl - e loro parleranno insieme a me» per dire quali sono i loro titoli di studio e che cosa hanno fatto fino adesso. «Questa stampa di sinistra, ahimè, non ha smesso di essere una stampa che disinforma - prosegue - e che costruisce delle manovre solo ai fini di delegittimare l'avversario politico con la complicità delle opposizioni». Infine un passaggio dedicato ai figli (citati da Veronica): «Mi vogliono un bene dell'anima e credo di essere il più amato dei genitori. Tutto qui».
«LA FESTA A NAPOLI? NON ERA UNA COSA PICCANTE» - Da Varsavia il premier è tornato anche sulla sua presenza alla festa della 18enne Noemi a Casoria: «Se fosse stata una cosa piccante sarei andato lì, in mezzo a tutta quella gente, a farmi fare tutte quelle foto?» ha chiesto Berlusconi ai cronisti. «Domenica ho telefonato - ha raccontato il prmier - al padre della ragazza e gli ho detto che in poche ore mi sarei trovato a Napoli. Lui mi ha detto della festa e del compleanno. Questo signore io lo conosco da anni, è un vecchio socialista, era l'autista di Craxi» ha rivelato il Cavaliere, che ribadisce di essere stato presente alla festa non per molto tempo. «Mi hanno fatto milioni di foto, i miei mi dicono che se chiedessi 10 euro per ogni foto - scherza Berlusconi - guadagnerei più che con Mediaset che, tra l'altro, sta andando giù...».

Veline in lista, l'ira di Berlusconi "Veronica ha creduto alla sinistra"


Il Cavaliere all'attacco dopo la sconfessione pubblica della moglie"E' una manovra. E noi non candidiamo persone maleodoranti"

"E comunque farò campagna elettorale con loro"



ROMA - Irritato. Con la sinistra e con la stampa "che manipola". Irritato con "la signora" Veronica come nel 2007. Lui che in Europa non vuole "persone maleodoranti" e che "vuole solo rinnovare la politica". Dura poco la fase della concordia bipartisan legata al terremoto in Abruzzo. La polemica sulle veline candidate in Europa fa esplodere la rabbia di Silvio Berlusconi. Rabbia nei confronti della moglie che oggi sui giornali ha pubblicamente sconfessato la decisione del marito di far correre ex veline e attrici di soap per un seggio a Strasburgo. Veronica "ha creduto a quello che hanno messo in giro i giornali", tuona il Cavaliere da Varsavia. Ex show girl in lista? Ma quando mai. E' tutta una manovra della stampa di sinistra. Mi sembra che la situazione sia molto chiara, c'è una manovra montata dalla stampa di sinistra e dell'opposizione sulle nostre liste con notizie assolutamente infondate. Mi spiace che la signora (ovvero la moglie, ndr) abbia creduto alla stampa". Poco dopo il premier torna all'attacco: "Farò la campagna elettorale con a fianco queste cosiddette veline e loro parleranno insieme a me e diranno quali sono i loro titoli di studio e che cosa hanno fatto fino adesso". Berlusconi è un fiume in piena. Rivendica quella che definisce la scelta di "rinnovare la nostra classe politica con persone che siano colte, preparate e che garantiscano la loro presenza a tutte le votazioni". Niente "personaggi maleodoranti e malvestite come altri personaggi che circolano nelle aule parlamentari candidati da certi partiti" con il Pdl.
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"Noi non accettiamo di vederci imporre dalla sinistra quello che è per loro il metro di azione - prosegue Berlusconi - nella nomina dei candidati alle europee, che molto spesso sono vecchia arnesi della politica e liberano il campo in Italia per mandarli in pensione in europa. Sono soltanto interessati al compenso e molto spesso sono assenteisti". Altra questione, altra piccata replica del Cavaliere. Stavolta tocca alla partecipazione di Berlusconi a una festa di compleanno di una diciottenne napoletana che dice di chiamarlo "papi". La cosa non è piaciuta a Veronica. Il premier minimizza: "Solo un brindisi e qualche fotografia. Si tratta di una strumentalizzazione veramente assurda e contro la realtà". Infine chiusura dedicata alla famiglia. "Toccato dalla vicenda? No, i miei figli mi voglio un bene dell'anima e credo di essere il più amato dei genitori".

«Veronica? Manovra della sinistra»


Berlusconi dopo le critiche sulle candidature femminili nel Pdl: «No a politici maleodoranti e malvestiti»


VARSAVIA - «Mia moglie? Ha creduto ai giornali». Silvio Berlusconi risponde così alle dure critiche lanciate da Veronica Lario sulle candidature femminili nel Pdl. «È tutta una manovra della stampa di sinistra» spiega il premier da Varsavia. «Mi sembra che la situazione sia molto chiara, c'è una manovra montata dalla stampa di sinistra e dell'opposizione sulle nostre liste con notizie assolutamente infondate». L'ACCUSA - Nella serata di martedì Veronica Lario aveva fatto sapere che, a suo avviso, la candidatura di donne dello spettacolo da parte del Pdl rappresenta «ciarpame senza pudore». «Voglio che sia chiaro - aveva spiegato - che io e i miei figli siamo vittime e non complici di questa situazione. Dobbiamo subirla e ci fa soffrire». Poi la moglie del premier aveva rincarato la dose: «Qualcuno ha scritto che tutto questo è a sostegno del divertimento dell'imperatore. Condivido, quello che emerge dai giornali è un ciarpame senza pudore, tutto in nome del potere».

NO A CANDIDATURE MALEODORANTI - Ma Berlusconi respinge le accuse. Afferma che sua moglie è vittima di una vera e propria «manovra» messa in piedi dalla sinistra, che a suo avviso, si trasformerà in un «boomerang» per la sinistra stessa, «quando verranno fuori le liste». Il premier poi ribadisce i criteri che hanno portato alla selezione delle candidate donne nel Pdl: «Noi vogliamo rinnovare la nostra classe politica con persone che siano colte, preparate e che garantiscano la loro presenza a tutte le votazioni. E che magari non siano maleodoranti e malvestite come certi personaggi che circolano nelle aule parlamentari da parte di certi partiti».LE VELINE - Poco dopo, Berlusconi torna sull'argomento. E rilancia. «Farò campagna elettorale con le cosiddette veline - dice il premier - e loro parleranno insieme a me» per dire quali sono i loro titoli di studio e che cosa hanno fatto fino adesso. «Questa stampa di sinistra, ahimè, non ha smesso di essere una stampa che disinforma - prosegue - e che costruisce delle manovre solo ai fini di delegittimare l'avversario politico con la complicità delle opposizioni». Infine un passaggio dedicato ai figli (citati da Veronica): «Mi vogliono un bene dell'anima e credo di essere il più amato dei genitori. Tutto qui».

martedì 28 aprile 2009

Silvio ritira la legge su Salò, Pd in festa Il Parlamento è sovrano a intermittenza

Ma non era sovrano, questo Parlamento? Ma non era "Silvio dittatore" che cuce e disfa come gli pare? Non c'erano vesti strappate ogni volta che la maggioranza faceva quel che le pareva senza chiedere all'Aula? Eppure questa volta proprio Franceschini ha chiesto a Berlusconi: prego, tolga la legge su Salò. Ma le leggi non le facevano mica i parlamentari? Misteri del Pd. Il premier, da parte sua, non se l'è fatto ripetere due volte: non dev'essergli parso vero, questo invito all'autoritarismo servito dalla sinistra sul piatto d'argento. Detto fatto, la proposta di legge che il Parlamento avrebbe dovuto perlomeno discutere -dare o non dare un vitalizio a tutti quelli che hanno combattuto la Guerra, anche ai repubblichini- non c'è più. Il dibattito in Aula è saltato, e franceschini e il Pd apprlaudono beoti come a una loro vittoria. Non hanno capito. Il Cavaliere è stato al gioco, ultimamente fa così: spegne il cerino prima che prenda fuoco. Politicamente e strategicamente fine: chi può più dirgli niente? Franceschini provoca, lo invita in Abruzzo per il 25 aprile? E lui ci va, perché no. Franceschini chiede parole di pacificazione? Eccolgiele. Franceschini dice: e vabbè, troppo facile: ritiri una proposta di legge. Pronto. Che vuole di più, il Pd? Che senso ha di esistere, visto che il Cavaliere è così conciliante e non è più il Babau contro cui combattere? Resta il fatto che il Pd ha chiesto, e Silvio ha concesso, che il Parlamento stesse zitto. La legge nemmeno si discute: si ritira prima. Se questa è la democrazia che il Pd vuole...


http://www.libero-news.it/webeditorials/view/881

Toscana,"no a legge per fannulloni"


Brunetta intervistato da Tgcom
Intervistato da Paolo Liguori nel consueto appuntamento del martedì su Tgcom, il ministro della Funzione Pubblica Renato Brunetta ha attaccato la Regione Toscana che sta preparando una norma che non prevde tagli di stipendio per chi si assenta dal lavoro. "Io sto con i tre milioni e mezzo di toscani che lavorano, non con quei 2-3mila che stanno coi fannulloni", ha detto il ministro. "E' un'iniziativa dell'opposizione che mi fa una tristezza infinita", ha aggiunto
Nel dodicesimo appuntamento della rubrica settimanale Brunetta 2.0, il ministro è tornato sulla polemica con Daria Bignardi, con la quale ha avuto un battibecco nell'ultima puntata dell' "Era glaciale". "Mi ha intervistato sul mio libro, si può anche non leggerlo, e ci sta anche se la ritengo una cosa non professionale, ma non ha avuto l'umiltà di dire 'mi scusi' ", ha affermato Brunetta, per il quale la conduttrice si è mostrata arrogante. Il ministro ha inoltre parlato della satira ("mi piace quella rivoluzionaria contro il potere, come fa Vincino, non quella conservatrice e violenta stile Vauro"), del ruolo di Internet nella diffusione delle notizie alla luce di quanto circola sul web a proposito dell'influenza suina e ha risposto alle domande di diversi lettori su come ottenere i pc e internet nelle zone terremotate ("è stato fatto un accordo anche con Telecom", ha detto), sulle assicurazioni obbligatorie nelle case e sul ruolo dei "totem telematici" negli uffici della P.A..

BRUNETTA, SUI FANNULLONI DICO VERITA'


ROMA - "La sinistra radical chic storce il naso, alza il ditino, dice 'non puoi criminalizzare i lavoratori'. Io sto dalla parte dei ceti più poveri, dei lavoratori, dei cittadini che usano la Pubblica Amministrazione. E lo faccio chiamando le cose con il loro nome, che tutti sanno: che esiste una componente del lavoro pubblico poco produttiva e poco controllata, quella che va a fare la spesa, per capirci. Sarà sgradevole, sarà greve, come dice Emma Bonino, ma è la verità". Lo ha detto il Ministro Renato Brunetta in un forum in diretta a Radio Radicale. LA RIFORMA DELLE PENSIONI VA FATTALa riforma delle pensioni va fatta, ''non ora ma va fatta''. Cosi' il ministro della P.A., Renato Brunetta, ospite di Radio radicale, entra nel dibattito sull'opportunita' o meno di mettere mabno alla riforma previdenziale. ''Le riforme che danno stress sociale molto probabilmente andrebbero posticipate - afferma Brunetta - Ma vanno fatte. E vanno fatte in modo razionale, non banale. In questo il ministro Tremonti ha ragione: applicare schemi nordici, di Paesi molto piu' piccoli del nostro, non ha senso. La riforma Dini va bene, ma non e' sufficiente. Riformare il licenziamento collettivo, lo statuto dei lavoratori, il contratto nazionale, serve. Lo dicevamo gia' negli anni 80, lo proponeva lo stesso Gino Giugni negli anni 80''. ''In questa crisi la gestione degli ammortizzatori sociali ha funzionato, sta funzionando. Non c'e' stato conflitto sociale, la poverta' e' in diminuzione, checche' se ne dica'', ha aggiunto Brunetta. ''Il sistema insomma sta funzionando. Non dico e non ho mai detto che il nostro e' il migliore dei sistemi. E aggiungo: usciamo dalla crisi, e mettiamo le mani ad esempio all'eta' di pensionamento delle donne. Lo dico, l'ho detto e lo faro', per quanto riguarda il pubblico impiego, che e' di mia competenza, e non solo per una sentenza dell'Europa ma perche' e' una necessita', anzitutto demografica''.

Sacconi: «Niente riforma delle pensioni,non è questo il momento»


ROMA (28 aprile) - «Non è questo il momento di una ulteriore riforma del sistema previdenziale»: lo ha detto oggi il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, intervistato a "Faccia a faccia" su Radio Tre. «Condivido l'idea - ha detto Sacconi commentando le dichiarazioni di ieri della presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia - che nel tempo di crisi debbano essere accelerati i percorsi di riorganizzazione del nostro sistema istituzionale e sociale: dobbiamo soltanto ponderare bene nel tempo di crisi se ci sono interventi riformatori che agiscono da un punto di vista negativo sulla fiducia, che è l'aspetto fondamentale crisi. La riforma delle pensioni non sembra coerente con l'obiettivo di ricostruire la fiducia». «E' evidente - ha detto Sacconi - che se la caduta del pil dovesse perdurare questo inciderebbe sulla sostenibilità della nostra spesa pubblica e previdenziale, ma non è questo il momento di una ulteriore riforma del sistema previdenziale». Diverso il ragionamento su altri settori, come la liberalizzazione dei servizi locali, per la quale «si deve riprendere il percorso di riforma», o la sanità, con le regioni che dovrebbero mostrare «maggiore responsabilità» nella spesa grazie al federalismo fiscale.

Sicurezza, Gasparri: intesa su Cie e ronde


ROMA (28 aprile) - L'intesa raggiunta sul ddl sicurezza tra il Pdl e la Lega nord nella riunione di maggioranza, di questa mattina al Senato, è confermata da Maurizio Gasparri presente all'incontro. «Siamo decisi - spiega Gasparri - ad allungare i tempi di trattenimento nei centri per i clandestini ed a coinvolgere dei volontari, carabinieri o ex appartenenti alle forze dell'ordine per il controllo del territorio». Più sicurezza - sottolinea Gasparri - è la priorità di tutto il centrodestra. C'è coesione nella maggioranza su tutti i principali temi, dalla sicurezza dove si marcia speditamente, alla necessità di riformare gli enti locali, a far partire il piano per il nucleare. Secondo il capo gruppo del Pdl, una «tappa importante» di questo percorso sarà l'approvazione del federalismo fiscale fissata per domani sera a Palazzo Madama «a conferma che dalla riforma delle istituzioni al contrasto alla criminalità, a tutti i temi della riforma economica stiamo attuando il programma che hanno votato gli elettori».Alla riunione, che si è tenuta nella sede della Lega del Senato, hanno partecipato oltre ai capigruppo della Lega di Camera e Senato, Roberto Cota e Federico Bricolo, anche il ministro della semplificazione Roberto Calderoli, la vice presidente del Senato Rosi Mauro. Per il Pdl erano presenti oltre a Gasparri anche il vice presidente del gruppo al Senato Gaetano Quagliariello e per la Camera il capogruppo Fabrizio Cicchitto e il vice capo gruppo Italo Bocchino. Alla riunione che è stata incentrata soprattutto sul disegno di legge sulla sicurezza era presente anche Sonia Viale, capo della segreteria tecnica del ministro Maroni.

lunedì 27 aprile 2009

Bossi: «Inutile fare ddl sulla storia»


ROMA (27 aprile) - «La storia è storia è inutile fare disegni di legge sulla storia». Lo ha detto il ministro delle Riforme Umberto Bossi, intervistato domenica sera a Varese dal Tgr Lombardia, che manderà in onda oggi l'intervista, rispondendo a una domanda sulle parole di Berlusconi che aveva annunciato il ritiro della proposta di legge che equipara partigiani e repubblichini.Quanto alla festività del 25 aprile Bossi ha ricordato «sia io che mia moglie veniamo da famiglie partigiane e il nonno di mia moglie ha salvato tanti ebrei. Il 25 aprile è una data importante e se una cosa è importante bisogna ricordarla indipendentemente dalle leggi».Idv: autogl di Franceschini. «A bocce ferme e a due giorni di distanza ci sono tutti gli elementi per affermare che l'operazione politica che puntava ad incalzare il premier Berlusconi sulla sua presenza alle celebrazioni del 25 aprile ha avuto un saldo negativo», afferma invece Silvana Mura dell'Idv riferendosi all'invito del segretario deel Pd al premier a celebrare il 25 aprile. «Anzi - aggiunge - purtroppo sembra essersi trasformata in un boomerang per chi l'ha promossa, dal momento che ha consentito a Silvio Berlusconi, in cambio di una svoltina, di lanciare una proposta assolutamente inaccettabile come quella di modificare il nome dell'anniversario della liberazione. Una proposta della quale non tutti hanno colto la portata dirompente e revisionista, oltre alla solita operazione di marketing politico che non manca mai nelle parole del premier. Già questo basterebbe, se poi si aggiunge che la presenza alle celebrazione del 25 aprile ha consentito al premier di rilanciare l'offensiva sulle riforme costituzionali che tutti ben conosciamo - conclude - la sensazione di aver assistito ad un clamoroso autogol che certamente poteva e doveva essere evitato è davvero fortissima».

Sicurezza, da ddl via "medici spia" Tornano le ronde, rivista norma su Cie


Relatori e governo ridisegnano il testo. No all'oscuramentodei siti internet accusati di istigazione a delinquere


ROMA (27 aprile) - Stop dei relatori di maggioranza alla norma del ddl sicurezza che dava la possibilità ai medici di denunciare gli immigrati clandestini. Altri emendamenti, sempre dei relatori Jole Santelli e Francesco Sisto e del governo, riguardano le norme contestate e bocciate sulle «ronde» e, modificano lievemente quelle sui tempi di permanenza nei Cie (Centri di identificazione ed espulsione). "Medici spia". Già dal mattino era stato il presidente della Camera Fini a tornare all'attacco della norma sui "medici -spia": approvarla - aveva detto - sarebbe stato un caso di «miopia politica» anche perchè non sarebbe stato garantito «il rispetto per la dignità umana». Alessandra Mussolini, che si era battuta con veemenza contro la norma promuovendo la "lettera dei 101", anche dopo l'annuncio della proposta di cancellarla, mantiene qualche perplessità anche se dice che ci si è incamminati «sulla strada giusta». «Ora - spiega però - c'è il reato di clandestinità. Bisognerà quindi essere espliciti e chiari su questo tema per non creare problemi di interpretazione». Comunque, promette la Mussolini, domattina sarà in commissione per difendere i suoi 20 emendamenti.Cie. Il governo chiede che la legge preveda che, in caso di ritardi o di non cooperazione nel rimpatrio da parte delle nazioni di origine, gli immigrati possano essere trattenuti per 30 giorni più altri 30. Sono previste ulteriori proroghe di 60 giorni più altri 60 «fino ad un periodo massimo complessivo non superiore a 180 giorni». Sulle «ronde» nessuna novità: il ministro dell'Interno Roberto Maroni punta a riproporle secondo lo stesso schema già bocciato in Senato e, a scrutinio segreto, anche alla Camera. In mattinata Gianfranco Fini aveva detto che approvarla sarebbe stato un caso di «miopia politica», non sarebbe stato garantito «il rispetto per la dignità umana».Il Pd prende atto della scelta, che giudica positiva, di cancellare la norma sui "medici-spia", ma è preoccupato per l'annunciata intenzione della maggioranza di riproporre la norma in un altro provvedimento. Ci sono comunque troppe cose che non vanno, dice Donatella Ferranti, capogruppo democratica in commissione Giustizia: «Per noi il ddl resta inaccettabile perché contiene molti punti contro i diritti della persona e dei minori». Già stamane il Pd aveva duramente criticato il provvedimento accusato di razzismo. Anche l'Udc ha criticato duramente la riproposizione della norma sulle ronde. «La vittoria delle camicie verdi per il controllo politico del territorio - ha detto Luca Volontè - si è consumata. Una norma contraria ad ogni senso di solidarietà ma anche opposta alla sicurezza. Berlusconi si avvicina alla Lega e si allontana dal Ppe».Via la norma sull'oscuramento dei siti internet. La norma che prevedeva la possibilità di oscurare i siti internet accusati di istigazione a delinquere o di apologia è stata tolta dal ddl sulla sicurezza. I relatori di maggioranza del provvedimento, Jole Santelli e Francesco Sisto, hanno infatti presentato nelle commissioni Affari Costituzionali e Giustizia di Montecitorio un emendamento per togliere dal provvedimento questa norma duramente contestata da chi usa Internet. La norma prevedeva che «in caso di accertata apologia o di incitamento, il ministro dell'Interno dispone con proprio decreto l'interruzione dell'attività indicata, ordinando ai fornitori di servizi di connettività alla rete Internet di utilizzare gli appositi strumenti di filtraggio necessari a tal fine, ampliando sanzioni pecuniarie per gli inadempienti».

Europee, il Pdl lascia fuori Angela Sozio Ok per Mastella, rischia Cirino Pomicino


Nelle liste i riconfermati sarebbero più delle new entriesNiente ministri, sì alle giovani parlamentari, obiettivo 30 seggi


ROMA (27 aprile) - Sembrano ormai a posto le liste Pdl per le elezioni europee: c'è l'ok di Fini, manca il visto finale di Berlusconi, il che obbliga al condizionale. Sulla materia è comunque in corso, questa sera, una riunione a palazzo Grazioli, con Silvio Berlusconi, i tre coordinatori del Pdl, Ignazio La Russa, Sandro Bondi e Denis Verdini, e il vicepresidente della Commissione Ue, Antonio Tajani.Mastella sì, Pomicino forse, Sozio no. Sarebbe dunque stato escluso Paolo Cirino Pomicino, mentre sarebbe confermata la candidatura Clemente Mastella in testa di lista. Sarebbero rimaste fuori, dopo le polemiche che avevano accompagnato il loro nome, anche Angela Sozio (la rossa del grande Fratello) ed Eleonora Gaggioli. Dentro invece l'ex annunciatrice Rai Barbara Matera e, forse, l'attrice Camilla Vittoria Ferranti. Moderato rinnovamento, obiettivo 30 eurodeputati. Il criterio seguito, secondo chi ha partecipato alla stesura delle liste, è stato quello di un «moderato rinnovamento», vale a dire che i riconfermati sarebbero più delle new entries. L'obiettivo è arrivare ad almeno una trentina di eurodeputati (34, se andasse particolarmente bene) contro gli attuali 28. Se dovesse andare così, sarebbero quindi riconfermati una ventina di parlamentari e solo 10 (o 14 nella migliore delle ipotesi) sarebbero le "facce nuove" chieste da Berlusconi. Dovrebbero restare all'Europarlamento Mario Mauro (vice presidente del Parlamento Ue), Stefano Zappalà (ex capogruppo di Fi), Elisabetta Gardini, Roberta Angelilli, Giuseppe Gargani, Gabriele Albertini, Cristiana Muscardini, Alfredo Antoniozzi. Sarebbe confermata anche Iva Zanicchi. Niente ministri, sì alle giovani parlamentari. Definitivamente tramontata l'ipotesi di far correre alcuni ministri: l'unico sarà proprio il presidente del Consiglio. Resterebbero invece candidate alcune giovani parlamentari del Pdl, volute da Berlusconi per irrobustire la rappresentanza femminile, che tuttavia dovrebbero dimettersi o rinunciare al seggio a Montecitorio: sarebbe confermata la corsa per Laura Ravetto, Gabriella Giammanco e Beatrice Lorenzin. Giovani. Vi saranno poi alcuni giovani provenienti dal territorio, come Carlo Fidanza (vice capogruppo del Pdl al comune di Milano), Alfredo Pallone (consigliere regionale del Pdl nel Lazio). La campagna elettorale, come deciso da Berlusconi, non si inizia prima della presentazione delle liste, che avverrà entro mercoledì, anche per ridurre la sovrapposizione con l'emergenza terremoto.

Europee, il Viminale ammette 79 simboli

Partiti storici, novità, curiosità, raggruppamentie sullo sfondo battaglie giudiziarie e liti per il copyright


ROMA (27 aprile) - Mentre le Poste italiane celebrano le prossime elezioni europee con un francobollo da 60 centesimi, il Viminale ha annunciato che, al termine delle procedure di verifica sui 93 simboli presentati il 19 e 20 aprile, sono 79 i simboli elettorali che sono stati ammessi alle elezioni. Il comunicato del Viminale. «In vista delle elezioni europee che si svolgeranno 6 e 7 giugno prossimi, in un'unica tornata di voto con le amministrative la Commissione elettorale del ministero ha concluso l'esame circa la regolarità dei contrassegni presentati, verificando il numero di firme necessarie per il deposito ed individuando i simboli ammessi. Al termine della procedura di verifica, sono stati ammessi, per l'elezione dei membri del Parlamento europeo spettanti all'Italia, 79 contrassegni».Le curiosità. Molte le curiosità nell'elenco dei 79, come il Partito impotenti esistenziali, uno dei cinque simboli presentati da Giuseppe Cirillo, il 45enne salernitano che già alle scorse politiche aveva presentato lo stesso contrassegno, riuscendo a farlo diventare un film nel quale interpretava uno psicologo specializzato in sessuologia e recitava con Tinto Brass (la pellicola girata in HD, in quattro settimane, è costata circa 600 mila euro). Presenti anche Pari opportunità maschili, rappresentato da un oplita greco che corre con scudo e lancia in resta, e Amo l'Italia non voto la provincia, scritta nera su sfondo bianco al centro di un disco bordato di rosso, tipo divieto di transito. Ok anche alla lista del Movimento dei giovani poeti d'azione, fondato nel 1994 da Alessandro D'Agostini, e alla Lista dei Grilli parlanti-Lega padana-No euro. Immancabile il Fronte dell'Uomo qualunque con l'immagine di un cittadino schiacciato da una pressa fedele a quella creata da Guglielmo Giannini nel dopoguerra. In pista resta anche il simbolo che riprende il motto della Rivoluzione francese ed è a metà tra il richiamo storico e le pulsioni anti-casta: al centro campeggia il classico Libertè egalitè fratenitè mentre in alto si vede un salvadanaio con lo slogan "Recupero del maltolto-chiudiamo le province, acqua bene comune, no amnistie". Sullo stesso genere c'è il contrassegno di Giustizia sociale-Mani pulite con tricolore in primo piano. È passato anche il Sacro romano impero liberale, che rappresenta il 'Movimento europeo, liberal cristiano-giustizia e libertà, con in primo piano una bilancia. La battaglia della Quercia. Naturalmente ci sono simboli noti, dei partiti che siedono in Parlamento, e quelli storici. Tra quest'ultimi, la Quercia, al centro di una contesa giudiziaria che va avanti da quasi un anno sull'asse Roma-Barletta. L'emblema storico del Pci se lo contendono i Democratici di sinistra di Piero Fassino confluiti con la Margherita nel Pd tre anni fa e un gruppo di irriducibili pugliesi che ne rivendica la titolarità, perchè si rifiuta di entrare a far parte del nuovo soggetto unitario del centrosinistra. Sono quaranta dissidenti di Barletta guidati dall'avvocato Antonio Corvasce, che ha visto escluso dal Viminale il suo simbolo a favore di quello depositato dai Ds di Fassino. Il legale fa il punto sugli ultimi sviluppi della battaglia in corso: «A questo punto, vista l'ennesima ingiustizia subita, inizierò lo sciopero della fame, finchè non otterremo un incontro con il presidente della Repubblica, nella sua qualità di garante supremo della Carta costituzionale, al quale chiederemo che il ministero dell'Interno faccia osservare il rispetto del nostro diritto ad associarci liberamente e a poter partecipare alle elezioni!». Tra i vecchi loghi depositati per tutelare il copyright evitando atti di pirateria e confusione tra gli elettori, ci sono la margherita dei Dl, l'Asinello dei Democratici fondati da Arturo Parisi, e l'Ulivo di Romano Prodi. Tutte forze politiche che si sono poi ritrovate del Partito democratico, ammesso con il numero 17. In campo ci sono tre falce e martello (Partito comunista dei lavoratori; Lista dei comunisti; Sinistra critica), tre fiamme (Msi, An, Lista L'autonomia con i quattro simboli di Destra, Mpa, Pensionati e Alleanza di centro), due garofani (I socialisti; Partito socialista), un'edera (Pri), tre rose (La rosa per l'Italia; Partito radicale, Sinistra democratica), uno scudocrociato (l'Udc di Casini). C'è, ovviamente, il Popolo delle Libertà lanciato da Silvio Berlusconi il cosiddetto giorno del predellino (il 18 novembre 2007, in occasione di un comizio a piazza San Babila, a Milano). E ci sono anche i contrassegni di Forza Italia e Alleanza nazionale. Con il numero 65 compare pure un Partito della libertà su sfondo giallo e tricolore in basso. Non mancano i richiami a Lega, sinistra e centro. Prevalgono, i simboli che rieccheggiano il Carroccio. Oltre alla lista dei Grilli parlanti, ci sono la Lega per l'autonomia-alleanza lombarda; la Lega Alleanza lombarda; la Lega Nord-Bossi, la Liga veneta repubblica; Indipendenza veneta. Ha incassato l'ok il Partito del Nord Est, nato nel 2004 e presente per la prima volta alle europee. Il suo fondatore, l'imprenditore Giorgio Panto, è scomparso tragicamente nel 2006 in un incidente mentre guidava l'elicottero sulla Laguna di Venezia. Tra le altre curiosità, la Lega per il Meridione. Le aggregazioni. Ha superato l'esame anche il nuovo simbolo che raccoglie La Destra di Storace, il Mpa di Lombardo, i Pensionati di Fatuzzo e l'Alleanza di centro di Pionati. Si tratta di un contrassegno con sfondo arancione, con la scritta L'autonomia e contenente i quattro simboli di Destra, Mpa, Pensionati e Alleanza di centro. L'obiettivo è ottenere la soglia del 4%. Per raggiungere la soglia si sono formate altre due aggregazioni. Con lo stesso simbolo si presentano, infatti, la Lista dei comunisti, formata da Prc-Pdci-Socialismo 2000-Consumatori uniti (sarà l'unica lista delle schede elettorali a correre sotto l'insegna della falce e del martello). Mentre Ps, Verdi, Sd, Mps di Nichi Vendola si sono uniti sotto le insegne di Sinistra e Libertà. Altri piccoli partiti hanno invece scelto di presentarsi soli come l'Udeur di Clemente Mastella, Azione sociale di Alessandra Mussolini, Nuovo Psi, Italiani nel mondo del senatore Sergio De Gregorio e il Pri guidato da Francesco Nucara: tutti si collocano nell'area del Pdl. Compare anche il simbolo di Forza Nuova, così come il Terzo Polo di Centro-Democrazia cristiana.

domenica 26 aprile 2009

Terremoto, Maroni: gli investimenti pubblici saranno tracciabili

Il premier: ricostruzione in tempi stretti, comprate mobili Ikeapotrebbe pagarli il governo. Proteste a Onna per centro chiusoROMA (25 aprile) - Per evitare infiltrazioni mafiose nei lavori per la ricostruzione dopo il terremoto in Abruzzo, il governo ha per la prima volta introdotto il principio della tracciabilità degli investimenti pubblici. Ad affermarlo il ministro dell'Interno Roberto Maroni, a margine delle celebrazioni per il 25 Aprile a Varese. «Ogni euro pubblico - ha detto - sarà seguito perché lascerà una traccia in tutti i passaggi, fino a quello finale». Lo sciame sismico. Nuova scossa (epicentro vicino a L'Aquila, Pizzoli, Scoppito e Collimento) alle 09.18 con magnitudo 2.6.Berlusconi: ricostruzione in tempi stretti. Berlusconi, a Onna per celebrare il 25 aprile, ha rassicurato che «la ricostruzione delle case di Onna avverrà in tempi strettissimi» sottolineando che bisogna intervenire prima dell'arrivo dell'inverno.Comprate mobili Ikea, il governo pagherà. «Ci sono ancora posti in albergo e in 1500 appartamenti costruiti e tenuti sfitti. Andateci, portandovi i mobili. Basta andare ad Ikea e con pochi soldi si arreda una casa. Magari, e mi viene in mente adesso, si farà un provvedimento anche per risarcirvi di questi pochi soldi».Franceschini: adesso si riparte. «State tranquilli, ora ce ne andiamo che tanto qui creiamo solo disagio » ha rassicurato volontari e sfollati nel campo di Onna, uno dei paesi più colpiti dal terremoto abruzzese, il leader del Pd, Dario Franceschini. Franceschini, prima di una breve visita nella tendopoli, incrocia il leader Udc, Pier Ferdinando Casini, anche lui qui per celebrare la Liberazione e visitare i terremotati. I due leader si salutano, entrambi camminando in mezzo ad un alto strato di fango. «Ora piove e le cose si complicano - dice poi Franceschini agli sfollati -. La ghiaia non ve l'hanno portata?». Poi un messaggio di speranza «adesso si riparte, so che gli abruzzesi sono gente forte». Proteste a Onna. La decisione di formare un cordone e di limitare l'accesso al centro di Onna, ha suscitato le proteste di alcuni abitanti, una quarantina di persone, che volevano avvicinarsi al luogo della celebrazione del 25 aprile. «Ci state rovinando questa festa», ha detto uno di loro http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=55885&sez=HOME_INITALIA

Berlusconi da Onna: «Rispetto per tutti i caduti non è neutralità»

«Rispetto anche per chi fu dalla parte sbagliata, ma no a neutralità, siamo per chi combattè per la libertà»L'AQUILA - Alla fine il premier Silvio Berlusconi ha voluto fare chiarezza e sedare le polemiche precedenti. E in occasione della cerimonia del 25 aprile da Onna, paese simbolo del terremoto dell'Abruzzo, parla chiaramente: «Dobbiamo ricordare con rispetto tutti i caduti, anche chi ha combattuto dalla parte sbagliata sacrificando la propria vita ad una causa già persa. Questa non è neutralità o indifferenza perchè tutti gli italiani stanno con chi ha combattuto per la patria. La Resistenza, come il Risorgimento, è uno dei valori fondanti della nostra Nazione e rimanda alla libertà che viene prima delle leggi e dello Stato». IL DISCORSO DEL PREMIER - «Viva la festa di tutti gli italiani, festa che deve diventare di libertà. Sono convinto che siano maturi i tempi perchè la festa della Liberazione possa diventare la festa della libertà, e possa togliere a questa ricorrenza il carattere di contrapposizione che la cultura rivoluzionaria le ha dato e che ancora divide piuttosto che unire. Il 25 aprile infatti fu all'origine della nostra democrazia» ha detto ancora Berlusconi. «Compito di tutti è costruire finalmente un sentimento nazionale unitario. Dobbiamo farlo tutti insieme a prescindere dalle appartenenze politiche per un nuovo inizio della democrazia repubblicana che porti il bene e l'interesse di tutti. Il 25 Aprile - ha sostenuto sempre Berlusconi - è l'occasione per riflettere sul passato ma anche sul presente e sul futuro. Se lavoreremo insieme a questo sentimento nazionale unitario avremo reso un grande servizio non ad una parte politica ma al popolo italiano e ai nostri figli».DI PIETRO CRITICO - Ma l'invito ad un sentimento nazionale unitario non trovano d'accordo tutto l'arco politico. «Berlusconi non è il novello partigiano d'Italia. Coloro che non stavano con chi faceva la Resistenza, coloro che non l'hanno riconosciuta fino a ieri, se oggi partecipano alla festa del 25 aprile lo fanno, ipocritamente, per comprare un po' di consenso a buon mercato» ha dichiarato Antonio Di Pietro, presidente dell'Italia dei Valori. «Chi ci va, ci deve credere - ha aggiunto il leader dell'Idv - altrimenti la sua è una presa in giro. Chi governa l'Italia, ai vari livelli, ha il dovere di ricordare che ci siamo perchè qualcuno, prima di noi, ha dato la vita per la nostra democrazia e liberta». «Io non mi permetterei di allontanare nessuno dalla festa del 25 aprile - continua - resta invece l'amarezza in bocca per chi la strumentalizza senza sentirla dentro l'animo. Per rispetto dei morti e per non prendere in giro i vivi bisogna che chi ci va - e tutti possono andarci - senta nell'animo che cos'è questo giorno». «Io sono convinto - ha concluso Di Pietro - che al presidente del Consiglio non gli importa niente del 25 aprile, ci va perchè gli tocca andarci. Sia il benvenuto, ma da qui a dire che è diventato il novello partigiano d'Italia ce ne passa».LA RUSSA - «Con le parole del presidente della Repubblica e del presidente del Consiglio si apre la porta a una celebrazione assolutamente condivisa del 25 aprile, festa di tutti gli italiani» ha dichiarato invece il ministro della Difesa, Ignazio La Russa. «Ho apprezzato particolarmente le parole del presidente della Repubblica che fanno di questa data una festa di tutti coloro che si riconoscono nella Costituzione, indipendentemente dal giudizio storico di quegli anni».FRANCESCHINI - In precedenza anche il leader del Pd, Dario Franceschini, si era recato prima a Filetto (L'Aquila) e poi a Onna sempre per le celebrazioni del 25 Aprile. «L'avevo promesso, sono tornato - ha detto Franceschini -. Filetto è un luogo lontano e che rischia di essere dimenticato. Sono venuto da voi a visitare questa piccola tendopoli alcuni giorni dopo il terremoto ed ho trovato anche qui un lavoro straordinario della protezione civile e la grande dignità di una piccola comunità che si è rinsaldata ancora di più in un momento di grande difficoltà come il terremoto». Dopo avere reso omaggio alla lapide che reca i nomi delle 17 vittime della strage nazista del 7 giugno 1944, Franceschini ha salutato il sindaco dell'Aquila, Massimo Cialente, ed ha lasciato Filetto per recarsi ad Onna, epicentro del sisma.L'INCONTRO CON CASINI - A Onna Dario Franceschini, prima di una breve visita nella tendopoli, ha incrociato il leader Udc Pier Ferdinando Casini, anche lui presente per celebrare la Liberazione e visitare i terremotati. I due leader si sono salutati, camminando in mezzo ad un alto strato di fango. «State tranquilli, ora ce ne andiamo, tanto qui creiamo solo disagio» ha detto Franceschini a volontari e sfollati nel campo di Onna. «Ora piove e le cose si complicano - ha detto poi Franceschini agli sfollati -. La ghiaia non ve l'hanno portata?». Poi un messaggio di speranza: «Adesso si riparte, so che gli abruzzesi sono gente forte». ANCORA SCOSSE - Intanto ancora scosse di terremoto in provincia dell'Aquila, nella notte e in mattinata. Intorno alle 2 di notte una scossa è stata avvertita in particolare dalla popolazione di L'Aquila, Lucoli e Scoppito, con una magnitudo locale di 2.7. E ancora alle 9.18 è stata registrata una scossa di magnitudo 2.6, con epicentro tra i Comuni di Barete, Cagnano Amiterno, Fossa, Lucoli, Ocre e Poggio Picenze. http://www.corriere.it/cronache/09_aprile_25/abruzzo_terremoto_attesa_celebrazioni_onna_e22d6b40-3179-11de-98f0-00144f02aabc.shtml

La proposta di Berlusconi:"Spostare il G8 a l'Aquila"

Un Consiglio dei Ministri a l'Aquila, per varare il decreto legge sugli interventi urgenti in favore della popolazione abruzzese colpita dal terremoto. Durante la riunione, iniziata poco dopo le dieci di questa mattina nel capoluogo abruzzese, nella Scuola per ispettori e sovrintendenti della Guardia di Finanza, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha affermato che "sarebbe giusto spostare il G8 della Maddalena qui all'Aquila". Il premier, secondo quanto riferito da fonti governative, ha motivato questa decisione con il fatto che in questo modo si risparmierebbero denaro e risorse che potrebbero essere utilizzati per la ricostruzione. In questo modo, ha aggiunto Berlusconi, si porterebbe l'Abruzzo al centro dell'attenzione mondiale. L'ipotesi di spostamento incontrerebbe il favore della Provincia de l'Aquila, la cui presidente, Stefania Pezzopane, ha così commentato: «Sarebbe sicuramente una grandissima occasione per L'Aquila che vive una situazione difficile. Certo dal punto di vista organizzativo ci sarebbero tantissimi problemi da affrontare ma sarebbe un gesto di generosità per la nostra città martoriata». «Avere il g8 a L'Aquila - ha aggiunto - sarebbe un'occasione per essere al centro del mondo e avere i più importanti leader della politica mondiale. Potrebbe essere molto importante anche per la ricostruzione». Ma l'idea del Cavaliere, sempre secondo quanto si è appreso, avrebbe sollevato diverse perplessità nello stesso governo in quanto ci sarebbero da risolvere una serie di problemi di tipo logistico ma anche di sicurezza che al momento non sarebbero stati affrontati. Già in passato il premier aveva ventilato la possibilità di cambiare la sede della riunione degli otto grandi: fu quando, con Napoli sommersa dai rifiuti, annunciò che sarebbe stata una buona idea - una volta usciti dall'emergenza - tenere almeno una delle riunioni nel capoluogo partenopeo, facendo arrivare gli otto leader con una nave.http://www.libero-news.it/pills/view/10130

Pronto il dl Abruzzo Stanziati 8 miliardi

Il decreto legge 'Abruzzo' è pronto. Il governo stanzierà in tutto 8 miliardi: uno e mezzo copriranno le misure più urgenti (emergenza), gli altri sei e mezzo saranno utilizzati per la ricostruzione. Nessuna nuova tassa, dunque, né incremento delle accise sulle sigarette o sulla benzina: lo hanno escluso sia Palazzo Chigi sia il ministero dell'Economia Giulio Tremonti. Le risorse saranno in parte attinte dal fondo della presidenza del Consiglio (che può contare su 9 miliardi), dal fondo delle Infrastrutture e dalle risorse messe a disposizione dall'Inail e dalla Cassa depositi e prestiti. Queste ultime due voci si aggirano intorno ai due miliardi. Facilitazioni a chi ricostruisce - Tra le novità previste, potrebbe arrivare il contributo per la ricostruzione delle abitazioni. Che dovranno ovviamente rispettare criteri antisismici. Possibile che spunti qualche qualche intervento ulteriore sui mutui. Mutui - Le operazioni di rinegoziazione dei mutui e di ogni altro finanziamento per le popolazioni colpite dal terremoto «sono effettuate senza applicazione di costi da parte degli intermediari e sono esenti da imposte e tasse di ogni genere. I relativi onorari notarili sono ridotti del 50%». Affitto - È prevista la «sospensione» del pagamento dei canoni di locazione delle case dichiarate parzialmente o totalmente inagibili. Stop cartelle fisco - Sospensione dei termini per la notifica delle cartelle di pagamento da parte degli agenti della riscossione e differimento dell'esecuzione «dei provvedimenti di rilascio per finita locazione di immobili pubblici e privati». Sono due delle misure in favore dell'Abruzzo contenute nella bozza del decreto legge predisposta in vista dal Consiglio dei Ministri che si sta tenendo oggi a L'Aquila. Tra le altre misure contenute alla bozza all'articolo 2 (sospensione e proroga termini, deroga al patto di stabilità interno e modalità di attuazione del piano di rientro dei disavanzi sanitari) c'è anche la sospensione dei termini processuali, di notifica degli atti giudiziari e dei processi verbali, di esecuzione del pagamento in misura ridotta, di svolgimento di attività difensiva, per la proposizione di ricorsi amministrativi e giurisdizionali. Per quanto riguarda il patto di stabilità interno la bozza prevede per gli anni 2009-2010 l'esclusione delle spese sostenute dall'Abruzzo e dalla provincia dell'Aquila e dei comuni interessati. È inoltre prevista la sospensione dei termini di versamento delle entrate aventi natura patrimoniale de assimilata, dovute all'amministrazione finanziaria ed agli enti pubblici locali così come alle regioni. Si proroga anche la validità delle tessere sanitarie per un anno.Donazioni - Le donazioni che verranno fatte da imprese e privati a favore degli interventi post-terremoto saranno deducibili dalle tasse. È quanto si legge nella bozza del decreto 'Abruzzò nel quale si specifica che le erogazioni liberali scontabili sono quelle fatte «per il tramite della Presidenza del Consiglio dei ministri-Dipartimento protezione civile ovvero da altri enti appositamente individuati».Bollette luce e gas - Una prima sospensione, di due mesi, delle bollette è già scattata. Il decreto potrebbe prorogare il termine. E arrivano agevolazioni per le forniture di energia: c'è anche la possibilità di ottenere una scheda sim per il cellulare «anche in deroga alle misure di identificazione». Per i clienti domestici e residenti e le imprese con meno di 50 dipendenti (e fatturato annuo sotto i 10 milioni) titolari di contratti di forniture di energia elettrica, di gas naturale o Gpl è prevista «un'agevolazione temporanea sui corrispettivi dei medesimi contratti».Disoccupazione - Arriva una proroga dell'indennità ordinaria di disoccupazione per i lavoratori colpiti dal terremoto e indennizzi in favore dei collaboratori coordinati e continuativi: lo prevede la bozza di Dl esaminata oggi dal consiglio dei ministri. Tra le altre misure la sospensione del versamento dei contributi previdenziali e dei premi per l'assicurazione obbligatoria contro gli infortuni e le malattie professionali. Si prevede inoltre la non applicazione delle sanzioni amministrative per inadempimenti in materia di lavoro e fiscale per ritardate comunicazioni di assunzione, cessazione e variazione del rapporto di lavoro in scadenza dal 6 aprile e fino al 30 giugno 2009.Sigarette e lotterie - Aumentano gli incassi fiscali dalle sigarette e sono in arrivo nuove lotterie: sono queste due delle novità previste dalla bozza di decreto che il Cdm ha esaminato con le misure in favore dell'Abruzzo che serviranno a finanziare la ricostruzione. È previsto l'aumento dell'aliquota base del prelievo sulle sigarette, che si calcola in base agli aumenti decisi dalle società produttrici: da questo si conta di ottenere entrate aggiuntive per 150 milioni nel 2009 e per 200 milioni annui a decorrere dall'anno prossimo. Per quanto riguarda i giochi il ministero del Tesoro potrà indire nuove lotterie a estrazione istantanea, i 'gratta e vincì, adottare nuove modalità di gioco del Lotto (più estrazioni settimanali) e infine consentire l'apertura delle tabaccherie anche nei giorni festivi.Contributi pompieri-forze dell'ordine - Per proseguire gli interventi di soccorso in Abruzzo il Governo autorizza uno stanziamento di 80 milioni dal primo giugno per Vigili del fuoco, e delle forze di polizia. La bozza di decreto fissa al 31 dicembre 2009 la scadenza per l'erogazione dei fondi. Aumenta inoltre il tetto di straordinari per il personale impegnato, fino ad un massimo di 75 ore mensili pro-capite.Strade e ferrovie - Anas e Rfi dovranno ridefinire i propri programmi di investimento per concentrare nelle zone colpite dal sisma interventi di ricostruzione per almeno 300 milioni complessivi. Lo prevede la bozza di decreto esaminata dal Cdm che specifica che dovranno essere investiti almeno 200 milioni per le infrastrutture viarie e almeno 100 milioni per quelle ferroviarie nel 2009Sostegno ai commercianti - In arrivo un sostegno per commercianti, artigiani e professionisti che lavorano nelle zone colpite. Inizialmente l'aiuto dovrebbe essere garantito per 90-120 giorni. Si è parlato di 800 euro al mese, ma la cifra dell'intervento dovrebbe definita da un'ordinanza successiva. Indennità disoccupazione - Prevista la proroga, che dovrebbe essere di circa sei mesi, della indennità di disoccupazione laddove fosse in scadenza. Spese farmaceutiche - Sconto del 7% sul prezzo dei farmaci generici per le popolazioni dell'Abruzzo colpite dal terremoto: la norma non si applica ai medicinali coperti da brevetto.Bonus oratori, negozi, seconde case - Contributi ed indennizzi per le imprese colpite dal sisma, ma anche per le strutture adibite alle attività sociali, ricreative, sportive e religiose, come, ad esempio, gli oratori. Ma anche bonus fiscali per ricostruire negozi e seconde case: lo prevede la bozza di decreto esaminata dal Consiglio dei ministri. Arrivano quindi ulteriori contributi, con la modalità del credito di imposta, per la ricostruzione o la riparazione delle seconde case o immobili ad uso commerciale. Sono inoltre previsti indennizzi a favore delle imprese che hanno subito conseguenze economiche sfavorevoli per effetto degli eventi sismici e per quelle che dovranno riparare o ricostruire beni mobili distrutti o ripristinare le scorte.Case antisismiche - Arrivano 700 milioni in Abruzzo per realizzare «moduli abitativi di carattere non precario e destinati ad un durevole utilizzo». Tali moduli abitativi «garantiscono elevati livelli di qualità, innovazione tecnologica per l'autosufficienza impiantistica, protezione dalle azioni sismiche anche mediante isolamento sismico per interi complessi abitativi». Per tale finalità viene stanziata una cifra di 300 milioni di euro per il 2009 e di 400 per il 2010.5 per mille - Non soldi in meno al volontariato, ma soldi in più per il terremoto. Per aiutare la popolazione dell'Abruzzo potrebbe arrivare dunque un secondo modulo. Garanzia al credito al consumo - È una delle proposte del ministro dello Sviluppo Economico Claudio Scajola e punta a introdurre aiuti sotto forma di garanzia al credito al consumo per l'acquisto di mobili per le aziende e per gli studi professionali. Defiscalizzazione - Applicazione di alcune misure di defiscalizzazione ai comuni abruzzesi colpiti dal terremoto. 400 milioni a poli produttivi - Sblocco di 400 milioni per realizzare contratti di programma e riavviare i poli produttivi nei settori dell'informazione e della comunicazione, della farmaceutica e agroalimentare. Scuola - Arrivano 110 milioni per l'edilizia scolastica nelle zone colpite dal sisma. Norme antisciacalli - Lo sciacallaggio non diventerà un nuovo reato del codice penale, ma verrà punito nella forma di aggravante di tutti i reati compiuti contro il patrimonio, con un aumento delle pene previste da un terzo alla metà. Patto stabilità interno - Per l'Abruzzo dovrebbero ammorbidirsi le maglie del Patto di stabilità interno.http://www.libero-news.it/pills/view/10144