lunedì 29 giugno 2009

Tremonti: "Il governo è fortissimo, durerà"


Roma - Il Governo è "fortissimo" e "finirà tutta la legislatura". Lo ha detto a "In Mezzora" su Rai Tre, il ministro dell'Economia Giulio Tremonti. I governi - ha aggiunto - "sono forti se hanno il sostegno del Parlamento. Se non hai il Parlamento non sei forte. Nel Parlamento italiano c'é una voglia di sostegno al governo forte". Ho sentito parlare" dalla stampa internazionale "di un governo tecnico", "se lo porta in Parlamento ha un tempo di sopravvivenza non superiore a quello di uno Yomo", aggiunge, sottolineando che l'esecutivo in carica "é forte" e anche "nel Parlamento c'é una voglia di sostegno enorme".
"Crisi, fa bene il premier a dare fiducia" "Che ci sia la crisi e che sia in atto lo abbiamo sempre detto. Quando c'é una crisi il messaggio deve dare di fiducia", Tremonti sui dati della crisi che istituti, enti e media diffondono e sull'intervento del premier Berlusconi al riguardo, concorda con il premier. Secondo Tremonti serve invece "un po' di calma, un po' meno televisione, un po' meno show: sarebbe un bene per tutti". "Credo che altri Paesi non abbiano fatto tutto questo, penso che abbiano fatto di meno. Sono convinto che molte di queste misure avranno un effetto progressivo e positivo".
Avanti col federalismo Poi aggiunge, a proposito di federalismo: "E' la riforma delle riforme. Deve essere fatta". "Vuol dire moralità e responsabilità pubblica. Perché in questi paese metà del governo pubblico è fuori dal controllo e dal vincolo fiscalé. Vuol dire equità".
L'inchiesta di Bari Ma le pare che le indagini, invece di farle sulla Sacra Corona Unita si fanno su robe del genere?". Così - rispondendo a Lucia Annunziata, Tremonti commenta le indagini di Bari che coinvolgono il presidente del Consiglio Berlusconi. Il premier - ha aggiunto, "lavora per gli italiani". Secondo Tremonti "c'e un blocco di persone che pur di fare del bene e se stessi, convinti che il bene per loro sia fare il male agli altri, fanno del male agli italiani, all'Italia. Questo non lo trovo accettabile".

domenica 28 giugno 2009

Brunetta: "Pensioni, risparmi fino a 3 miliardi


Roma - "Bisogna vedere il risparmio che si produrrà da questa decisone nell'arco di un decennio: non è piccolissimo, sono tra i 2 e i 3 miliardi. Deve andare a compensare le disparità, le discriminazioni, i pesi diversi in termini di welfare e di ruolo fra uomini e donne. Io dico asili nido, tutto quello che verrà risparmiato deve andare in asili nido e welfare familiare". Il ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, intervenendo a Rtl, sparla di nuovo dell'adeguamento dell'età pensionabile fra uomini e donne nel pubblico impiego. Ricordando l'obbligatorietà di una soluzione del problema imposta dalla Corte di Giustizia europea, Brunetta ha sottolineato che "abbiamo una sentenza che dobbiamo ottemperare". Che venerdì scorso c'é stata "una riunione interministeriale" sul tema e che il ministro del Welfare ha incontrato il commissario Ue Vladimir Spidla.
"Entro il mese di luglio - ha detto - risolveremo il problema. Nel frattempo vedremo sindacato e parti sociali e troveremo la soluzione equilibrata e giusta. E' un obbligo postoci dalla sentenza della Corte". Naturalmente - ha aggiunto - "si deve fare, c'é un'ipotesi di farlo in 10 anni: con flessibilità, recuperando all'interno del settore pubblico e all'interno del welfare familiare, quanto risparmiato". Nel Governo - ha spiegato - "c'é tutta una discussione su come farlo e la maniera più giusta ed equa, salvaguardando i diritti acquisiti". L'operazione però - ha concluso Brunetta - si deve "fare presto. Entro l'anno: con una decisione legislativa entro luglio, la cui approvazione verrà poi perfezionata da parte del Parlamento".
Riforma del welfare "E' una riflessione che va fatta e molto probabilmente, una volta scavallata la crisi e cioé nel 2010, occorrerà seriamente mettere mano al welfare. E il welfare pensionistico, il welfare abitativo, il welfare familiare, sappiano tutti che sono collegati fra di loro. C'é un'opinione maggioritaria nel governo - ha spiegato Brunetta -: mentre c'é la crisi è inutile stressare la gente con riforme molto delicate come quella generale del welfare pensionistico". Secondo il ministro comunque, prima di affrontare il nodo di una vera riforma, sono necessarie "riflessioni sul welfare in generale: non solo innalzare l'età di pensionamento, ma anche ridistribuire maggiori risorse per il welfare familiare". E - non da ultimo - ripensare "anche alla rivalutazione delle pensioni in essere, che hanno un sistema di indicizzazione molto precario".

venerdì 26 giugno 2009

Via libera alla manovra d'estate Il premier: nessuno senza stipendio


Il provvedimento in materia economica approvato dal Consiglio dei ministri: misure per due miliardi di euro


ROMA - Via libera del Consiglio dei ministri al decreto legge anti-crisi: la cosiddetta «manovrina» che prevede misure per circa 2 miliardi di euro tra tagli e nuovi prelievi. Tra queste la detassazione degli utili reinvestiti e i rimborsi per i piccoli azionisti e obbligazionisti Alitalia. «Il governo non lascerà nessuno solo e senza salario. Aiuteremo con aiuti economici fino all'80% del salario e garantiremo una formazione per il reimpiego delle professionalità nei settori del lavoro». È quanto ha detto il premier Silvio Berlusconi, durante il vertice a Palazzo Chigi con le parti sociali sul G8.
TREMONTI TER - Nel decreto è stata inserito anche il provvedimento che prevede la detassazione per le aziende degli utili reinvestiti, la cosiddetta norma «Tremonti ter».
CASSA INTEGRAZIONE - Arrivano anche i progetti di formazione per i lavoratori che altrimenti sarebbero costretti a stare in cassa integrazione. «Al fine di incentivare la conservazione e la valorizzazione del capitale umano nelle imprese nell'eccezionale periodo di crisi - si legge nel testo - in via sperimentale per gli anni 2009-2010 i lavoratori già destinatari di trattamenti di sostegno al reddito di rapporto di lavoro, possono essere utilizzati dall'impresa di appartenenza in progetti di formazione o riqualificazione che possono includere attività produttiva connessa all'apprendimento». Il provvedimento stabilisce anche che «al lavoratore spetta a titolo retributivo la differenza tra trattamento di sostegno a reddito e retribuzione».
GAS - Deliberata una «riduzione del costo dell'energia per imprese e famiglie».PLUSVALENZE SU ORO - In arrivo un’imposta sostitutiva del 6% sulle plusvalenze su oro e metalli preziosi realizzate da società ed enti.
CONTRATTI DI SOLIDARIETÀ - Stanziati 190 milioni di euro per aumentare gli assegni legati ai contratti di solidarietà. «In via sperimentale per gli anni 2009-2010 - si legge - l'ammontare del trattamento di integrazione salariale per i contratti di solidarietà è aumentato nella misura del 20% del trattamento perso a seguito della riduzione di orario nel limite massimo di 40 milioni di euro per l'anno 2009 e 150 milioni di euro per l'anno 2010».
RIMBORSI ALITALIA BOND - I rimborsi per le obbligazioni Alitalia in mano ai piccoli azionisti salgono «al 70,97% del valore nominale». Rimborsi in arrivo anche per gli obbligazionisti.
AIUTI PER START-UP - Aiuti per aprire un'attività, destinati ai lavoratori che altrimenti a causa della crisi sarebbero destinatari di trattamenti di sostegno a reddito. A questi lavoratori vengono estesi gli incentivi già previsti dalla legge per le imprese che assumono lavoratori licenziati o in cassa integrazione. L'incentivo «è erogato al lavoratore destinatario del trattamento di sostegno al reddito - si legge nella bozza del decreto - nel caso in cui il medesimo ne faccia richiesta per intraprendere un'attività autonoma, avviare una microimpresa o per associarsi in cooperativa».
PROCEDURA D'URGENZA - Decisa una procedura per sbloccare gli investimenti privati e per realizzare opere infrastrutturali urgenti. Al pari di quanto accade per calamità naturali, catastrofi o grandi eventi il governo potrà dichiarare «lo stato d'emergenza» e nominare un «commissario delegato» che sarà incaricato di sovraintendere alla realizzazione delle infrastrutture. Agli eventi eccezionali si aggiungono dunque gli «interventi infrastrutturali, grandi opere, reti e altri investimenti, anche realizzati con capitale prevalentemente o interamente privato, per i quali ricorrano particolari ragioni di urgenza in riferimento allo sviluppo socio-economico del territorio e devono essere effettuati con mezzi e poteri straordinari».
PAGAMENTI PUBBLICA AMMINISTRAZIONE - Una norma velocizza i pagamenti delle pubbliche amministrazioni nei confronti delle imprese per evitare che gli enti continuino ad accumulare debiti nei confronti dei privati. La norma stabilisce anche una responsabilità del funzionario che decide gli impegni di spesa.
BANCHE DATI - Integrazione tra le banche dati dei ministeri dell'Economia e del Lavoro. «I sistemi informativi del ministero dell'Economia e delle Finanze, del ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali, nonché dei soggetti ad essi collegati o da essi vigilati o controllati, sono senza oneri aggiuntivi utilizzabili in modo coordinato e integrato al fine di poter disporre di una base unitaria di dati funzionale ad analisi e studi mirati alla elaborazione delle politiche economiche e sociali».
COMMISSIONE MASSIMO SCOPERTO - Il decreto prevede anche nuove normative relativamente alla commissione di massimo scoperto. «Sono nulle tutte le clausole contrattuali aventi ad oggetto la commissione di massimo scoperto e ogni altra clausola avente il medesimo scopo o finalità». Nell'articolo dedicato al «contenimento del costo delle commissioni bancarie», c'è anche una norma secondo la quale «per tutti gli assegni bancari versati in conto corrente la data di valuta e di disponibilità per il beneficiario non può superare i tre giorni lavorativi successivi alla data di versamento. Per tutti gli assegni circolari e i bonifici la data di valuta e di disponibilità non può superare un giorno. È nulla ogni pattuizione contraria».
STIPENDI - In arrivo anche una norma «di contenimento per stipendi e consulenze nelle società pubbliche. In pratica dovranno adeguarsi ai limiti che vengono posti in generale alle amministrazioni pubbliche.
ABRUZZESI E TASSE - I terremotati dell'Abruzzo riprenderanno a pagare le tasse ma a rate e da gennaio 2010. La ripresa della riscossione, sospesa con un'ordinanza dello scorso 6 giugno, avverrà «senza sanzioni e interessi» e attraverso 24 rate mensili. Gli adempimenti diversi dai versamenti dovranno essere effettuati entro marzo 2010. Sarà l'Agenzia delle Entrate a comunicare le modalità di versamenti e adempimenti.
ARRIVANO ALTRI 1250 MILITARI - Arrivano 1.250 militari in più a pattugliare le strade delle città. Il piano per le città sicure viene inoltre prorogato dal 4 agosto fino al 31 dicembre. Il personale sarà a disposizione dei Prefetti delle province «per l'impiego nei comuni dove si rende maggiormente necessario».
PARADISI FISCALI - Arrivano anche le misure per rafforzare la lotta ai paradisi fiscali. L'articolo 1 del decreto riguarda proprio il contrasto ai paradisi fiscali ed è prevista anche una norma sugli arbitraggi fiscali internazionali. L’Agenzia delle Entrate, insieme alla Guardia di Finanza, istituisce un’unità speciale dotata di articolazioni anche all’estero.

giovedì 25 giugno 2009

Editoria, Elisa Grande lancia la riforma: ''Sarà condivisa. Semplificheremo il settore''


Roma - (Adnkronos) - Il capo dipartimento 'Informazione e editoria' di Palazzo Chigi: ''New media più veloci ma la stampa offre riflessione e autorevolezza''. Serve una "semplificazione dopo la stratificazione normativa avvenuta dal 1981'' e ''il regolamento si può migliorare''. Arab Media Group: ''Entro cinque anni il declino della carta stampata''



Roma, 25 giu. (Adnkronos) - "E' evidente la necessita' di una riforma strutturale in un quadro di certezza delle risorse". Lo ha detto il capo del Dipartimento Informazione ed editoria di palazzo Chigi, Elisa Grande (nella foto) che, intervenendo al convegno 'Informazione: pluralismo, autonomia e libertà - Proposte di riforma per uscire della crisi' ha spiegato che il regolamento del settore "attualmente al vaglio del ministero dell'Economia non puo' costituire un punto di arrivo della riforma" dell'editoria ma è "un passo verso la semplificazione" e che "i suoi contenuti sono perfettibili"


Roma, 25 giu. (Adnkronos) - "E' evidente la necessita' di una riforma strutturale in un quadro di certezza delle risorse". Lo ha detto il capo del Dipartimento Informazione ed editoria di palazzo Chigi, Elisa Grande (nella foto) che, intervenendo al convegno 'Informazione: pluralismo, autonomia e libertà - Proposte di riforma per uscire della crisi' ha spiegato che il regolamento del settore "attualmente al vaglio del ministero dell'Economia non puo' costituire un punto di arrivo della riforma" dell'editoria ma è "un passo verso la semplificazione" e che "i suoi contenuti sono perfettibili"


"Dopo il vaglio del Consiglio di Stato - ha aggiunto il capo Dipartimento Editoria di Palazzo Chigi al convegno organizzato da Mediacoop, Media non profit e Articolo 21 presso il cinema Capranichetta a Roma - ci sara' il vaglio di merito delle commissioni parlamentari" ma e' certo che si dovra' giungere ad una "semplificazione dopo la stratificazione normativa avvenuta dal 1981". La riforma, "che sara' condivisa", vedra' il coinvolgimento "di tutti gli operatori: editori, giornalisti, distributori, edicolanti".
Quanto agli Stati generali dell'editoria, secondo Grande, "sono lo strumento piu' opportuno anche per affrontare il ruolo fondamentale della stampa, che non puo' piu' vivere il complesso di inferiorita' rispetto alle nuove tecnologie, in particolare Internet oltre alla tv". La tempistica dell'informazione ormai "non e' piu' un argomento" visto che oggi Twitter batte tutti, ma "ci sara' sempre bisogno di un contenitore ragionato, autorevole, che fornisca il momento della riflessione e dell'approfondimento". Rispetto alla possibilita' di uscire dalla crisi del settore, il capo del Dipartimento si e' mostrata ottimista, sottolineando che "stiamo lavorando insieme" per superarla.
Quanto alle risorse del bilancio del dipartimento per l'editoria impegnate nella pubblicita' istituzionale, esse "sono assolutamente in linea con il rispetto delle quote previsto dalla legge" ha aggiunto Elisa Grande, spiegando che il 60% andra' ai giornali, il 15% a radio e tv locali e il resto agli altri media.
In concreto, ha spiegato, il dipartimento, nel primo semestre 2009, ha destinato "1.350.000 euro alle tv nazionali, mentre ha contratti in via di perfezionamento con la stampa per 3.400.000 euro", e altri "785.000 euro andranno a radio e tv locali". La responsabile per l'editoria ha poi annunciato che alle amministrazioni dello Stato sara' presto inviata una direttiva (in via di definizione) per assicurare "comportamenti uniformi e il rispetto delle percentuali".

La scritta 'Italia' attraversata da un baffo tricolore, è il nuovo logo del Made in Italy


Roma - (Adnkronos) - Il ministro Brambilla nel corso della conferenza stampa a palazzo Chigi: "Ordine e rigore insieme alla leggerezza e alla musicalità del paese, uno stile di vita italiano unico". E sottolinea: l'immagine del nostro Paese mancava di "una politica forte promozionale, un brand forte"


Roma, 24 giu. - (Adnkronos) - Il nuovo logo per il rilancio del made in Italy è la scritta 'ITALIA' attraversata da un baffo tricolore, come uno sventolio ondeggiante. "Ordine e rigore insieme alla leggerezza e alla musicalità del paese, uno stile di vita italiano unico". E' quanto ha spiegato il ministro del Turismo Michela Vittoria Brambilla nel corso della conferenza stampa a palazzo Chigi con il premier Silvio Berlusconi, il presidente della regione Abruzzo Gianni Chiodi, l'ad di Fs Mauro Moretti, l'ad di Alitalia Rocco Sabelli e l'assessore al turismo dell'Abruzzo Mauro Di Dalmazio.

L'immagine dell'Italia mancava di "una politica forte promozionale, un brand forte italy non veniva promosso né l'immagine che fosse riportata in comunicazione e nemmeno un portale", come viene dimostrato dall'evidente calo dei flussi turistici ha detto ancora la Brambilla. "Noi siamo partiti da un nuovo logo e dalla corporate identity con un lungo ed elaborato confronto e con due concetti fortieccellenza ed essenza del made in Italy".
Brambilla ha quindi spiegato che il logo è in carattere Bodoni e lo "svolazzo tricolore è lontano da una rappresentazione pedissequa della bandiera ma vi si rifà". Al logo, alla nuoiva veste grafica dell'Italia si affianca lo slogan 'Magic Italy' scelto per il nuovo magazine, un bimensile il cui primo numero uscirà in occasione del G8 e avrà in copertina l'Abruzzo, sarà dedicato alle eccellenze italiane, in esso prevarranno le immmagini, "oltre all'estetica e ai contenuti sarà anche un magazine di servizio con informazioni pratiche e chiare sulle eccellenze". ha spiegato la Brambilla. Il ministro ha inoltre annunciato che a metà luglio il portale www.italia.it andra' on line in versione promozionale.
Soddisfatto dell'iniziativa del Governo anche il presidente dell'Enit Matteo Marzotto. "Siamo integrati a tutte queste attivita', lo facciamo secondo le nostre capacita' e con i nostri mezzi - ha affermato - Italia much more: sono felice di dire che e' stato l'inizio di questa serie di bei documenti che possono essere utili alla promozione. Quindi avanti così".

Pensioni, procedura Ue contro l'Italia. Brunetta: ''10 anni per l'equiparazione uomo donna''


Bruxelles - (Adnkronos/Aki) - Della Commissione un'azione legale per il mancato adempimento alla sentenza della Corte europea. Il ministro della Pubblica amministrazione: ''Perequazione di un anno ogni 24 mesi e quanto risparmiato sarà impiegato nel Welfare familiare''. Dai sindacati no all'equiparazione, prima i servizi.


Bruxelles, 25 giu. - (Adnkronos/Aki) - L'Italia rischia le sanzioni europee per il mancato adeguamento alla sentenza della Corte Ue che chiede di innalzare l'età pensionabile delle donne nel settore della pubblica amministrazione, per equipararla a quelle degli uomini. Lo rende noto un comunicato Ue.


"La Commissione europea ha deciso di intraprendere azione legale contro l'Italia per il mancato adempimento alla sentenza della Corte Ue sulla equiparazione età pensionabile tra uomo e donna".
Nel dettaglio a Roma è stata inviata una lettera formale sulla base della fase 'due', 228, della procedura d'infrazione. Se l'Italia non dovesse prendere le misure richieste, Bruxelles invierebbe un secondo e ultimo avvertimento prima delle eventuali sanzioni.
A stretto giro di posta è arrivata la replica del ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta che spiega come l'aumento dell'età di pensione fino a 65 anni per le donne nel pubblico impiego dovrebbe essere spalmato in dieci anni.
"L'orientamento del governo è chiaro - ha spiegato Brunetta - la perequazione dovrebbe avvenire nell'arco di un decennio: un anno ogni 24 mesi. Quanto risparmiato sarà impiegato nel Welfare famigliare. E' la mia posizione che porterò domani in Cdm, ne ho parlato con numerosi ministri e ho trovato molte convergenze".
In particolare, Brunetta ha chiarito che per Welfare famigliare intende soprattutto "asili nido, è un principio che andiamo ad individuare, se ne discuterà in Consiglio dei ministri". Il ministro ha poi precisato che si tratta comunque di "un impianto base che sarà analizzato, sono cose importanti come è importante stabilire la destinazione delle risorse, si tratta anche di vedere come questo adempimento alla Corte di giustizia europea si collocherà in un quadro complessivo di riforma del welfare".
Inoltre, in merito all'apertura della procedura di infrazione da parte di Bruxelles il ministro ha commentato: "È un ulteriore stimolo a fare presto e bene".

mercoledì 24 giugno 2009

Berlusconi e la strategia del dopo voto: riparta la politica dei fatti. E la squadra non si cambia


Roma - (Adnkronos) - Dopo il G8 forse vertice del consiglio dei ministri, ma sulle voci di rimpasto il Pdl taglia corto: solo bufale estive. La Russa assicura: il premier non pensa a ritocco dell'esecutivo, il team funziona bene. E sui boatos su una nuova struttura del partito Gasparri e Fontana non hanno dubbi: non se ne parla. Obama l'8 luglio a Roma. Tappa al Quirinale prima di volare all'Aquila. E dopo il G8 l'incontro con Benedetto XVI


Roma, 24 giu. (Adnkronos) - Un vertice era stato programmato per dopo i ballottaggi, ma bisognerà aspettare la fine del G8. Solo allora Silvio Berlusconi dovrebbe vedere ministri capigruppo e coordinatori del Pdl per rilanciare l'azione politica del governo. Forte anche del voto amministrativo che ha riconfermato la tendenza del primo turno, il Cavaliere punta al rilancio. La parola d'ordine a palazzo Chigi e': dare un segnale forte alle gente, tornando ad occuparsi di fatti concreti.


A chi ha avuto modo di parlargli in queste ore, il premier avrebbe sottolineato la necessita' di non cavalcare le polemiche di questi giorni legate soprattutto all'inchiesta di Bari e di concentrarsi ancora di piu' sulle cose da fare. Lasciamo i gossip e le calunnie agli altri, noi siamo il governo del fare e come abbiamo sempre fatto dobbiamo pensare ai problemi dei cittadini, sarebbe stato il suo ragionamento. Le priorita' restano la ricostruzione post-sisma in Abruzzo, la crisi economica e le riforme istituzionali, a cominciare da quella sulla giustizia. Si comincia gia' venerdi' quando al Consiglio dei ministri approdera' il decreto fiscale, provvedimento importante per impostare la manovra finanziaria 2010.
Berlusconi invita gli alleati a rimboccarsi le maniche, guarda sempre con piu' attenzione all'Udc e chiede a Giulio Tremonti di dargli una mano sul fronte delle risorse per sostenere il rilancio dell'esecutivo. Dopo le tensioni interne vissute durante la campagna elettorale, soprattutto con la Lega uscita rafforzata dall'election day, ora e' il momento della verita' e dei bilanci per la maggioranza. Il primo 'giro di boa', infatti, ha registrato qualche problema di troppo sulla tenuta del Pdl, complice anche la giovane eta' del nuovo partito del centrodestra. E' gia' si rincorrono le voci su un 'mini rimpasto' all'interno del soggetto unitario con possibili ritocchi anche alla squadra di palazzo Chigi. Tutte indiscrezioni smentite ufficialmente e derubricate alla voce ''bufale estive'' legate al ''primo anno di vita di un governo''.
A mezza bocca, pero', trapelano i soliti malumori dalla 'base' del partito, preoccupata per le prossime strategie e dall'incognita sulla futura leadership. Da piu' parti, anche da autorevoli dirigenti del Pdl (specialmente An), riferiscono fonti parlamentari, arriva la richiesta di ripartire e accelerare, soprattutto sul fronte economico. Ben vengano, quindi, eventuali riunioni di maggioranza per un confronto programmatico e la messa appunto della prossima agenda politica. Nessuno, pero', vuol sentir parlare di rimpasto. Assicura Ignazio La Russa, ministro della Difesa: ''Non mai sentito una cosa del genere. Nessuno ha mai parlato di rimpasti.Una delle migliori cose e' proprio la nostra squadra di governo, che sta lavorando molto bene, tutti sono contenti. E mi risulta che questa sia l'opinione anche del presidente del Consiglio''. I rumors delle ultime ore parlano di un ministro dell'Economia sotto pressione per la manovra economica. Sul tavolo, il solito nodo dei fondi necessari per accontentare tutte le richieste dei colleghi, a partire dalla risorse per il lavoro. Un copione gia' visto, riferiscono fonti del Pdl, che si ripete in vista del Dpef e tre mesi prima della ripresa autunnale, dedicata per lo piu' all'approvazione della legge finanziaria. Oggi, intanto, dal palco dell'assemblea annuale di Confcommercio, ci ha pensato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, a ribadire la piena fiducia a Giulio Tremonti, confermare l'intoccabilita' del titolare di via XX settembre: ''Con la sua azione intelligente e rigorosa a difesa dell'economia italiana e dei conti dello Stato, ha ridato credito e credibilita' a un paese che rischiava di perderlo''. La tornata elettorale ha messo alla prova il Pdl e testato la sua incidenza sul territorio. La frenata al primo turno prima e la vittoria sul filo di lana di Milano ai ballottaggi dopo, hanno messo un po' in allarme lo stato maggiore del Pdl, ma tutti sono convinti che nonostante la forte astensione e la tempesta mediatica alimentata dall'opposizione la ''maggioranza ha tenuto bene'' e in futuro, con un partito piu' rodato ''si potra' fare solo meglio''.
In queste ore, i boatos, che non trovano nessuna conferma ufficiale, pronosticano cambi interni come il ritorno di Claudio Scajola alla macchina organizzativa. Un'ipotesi, spiegano fonti autorevoli del Popolo della liberta', ''priva di ogni fondamento''. C'e' chi parla, inoltre, anche dell'introduzione del divieto del 'doppio mandato' che impedirebbe ai coordinatori del partito di poter fare i ministri o svolgere ruoli governativi. La Russa scherza cosi' sull'argomento: ''Si e' parlato del tema prima ancora che facessi il coordinatore del Pdl.Il problema non e' il doppio incarico. Chi e' che non ha un doppio incarico nella vita?''. Il ministro, quindi, taglia corto:''Di questa storia del doppio incarico si discute e si parla da tempo e credo che se ne parlera' ancora per lungo tempo...''. Gregorio Fontana, deputato Pdl e responsabile adesioni del partito non ha dubbi:''Mi sembrano tutte bufale estive''. Anche Maurizio Gasparri, capogruppo al Senato, smentisce le voci sul doppio ritocco: ''Non mi risulta assolutamente nulla, e' un non argomento''. Quanto al rilancio dell'azione politica del governo dopo il G8, l'ex ministro delle Comunicazioni assicura che ''l'esecutivo non ha mai smesso di lavorare. Abbiamo tanto lavoro da fare. Oggi ho incontrato il capogruppo della Lega al Senato e il ministro Vito per fare il punto della situazione. A luglio ci sono vari provvedimenti in cantiere, a cominciare dal decreto che proroga la presenza dei nostri militari nelle citta' e le missioni dei soldati all'estero. Probabilmente -spiega- avremo il milleproroghe. Senza dimenticare il provvedimento sulle intercettazioni qui al Senato. In particolare, ci sono alcuni provvedimenti economici in vista del Dpef''. Spiega Giorgio Stracquadanio, ex Fi e tra i promotori del quotidiano on line del Pdl, 'Il Predellino': ''Dopo la tornata elettorale, ora e' il momento di concentrarsi sulle cose concrete, di pensare soprattutto al rilancio dell'economia, perche' quella e' la prima cosa che chiede il Paese''.

martedì 23 giugno 2009

Crisi, Tremonti: vie di uscita non siano gestite da banchieri


ROMA (Reuters) - Le vie di uscita dalla crisi non possono essere gestite con la mentalità dei banchieri, ossia attraverso un'alta inflazione che riduca i debiti accumulati, ma con una "buona politica" che fissi nuove regole per la conduzione degli affari nel mondo.
Lo ha detto Giulio Tremonti, ministro dell'Economia e presidente del G7 finanziario a margine di un convegno Aspen, rilanciando la sua proposta un global legal standard sulla falsariga del gold standard stabilito dopo la seconda guerra mondiale a Bretton Woods.
"L'accumulazione di enormi quantità di debito pubblico, i rischi connessi alle cosiddette exit strategy -- te la dicono così ma pensano all'inflazione -- sono tutti rischi politici molto forti e per gestire questa fase io non credo che debba affidarti ai banchieri ma alla politica e ai politici saggi", ha detto Tremonti.
"Un mondo che deve gestire e costruire sentieri di exit strategy, se è convinto di cavarsela con la testa e la cultura dei banchieri va a sbattere", ha aggiunto.
Per non ricadere in futuro negli errori che hanno portato alla peggiore recessione dagli anni Venti il ministro suggerisce la scrittura di nuove regole che siano condivise a livello globale.
Secondo Tremonti, è difficile entrare nel nuovo secolo con le regole del vecchio: "Non puoi avere un mercato globale e un diritto locale. Se vuoi un mercato globale devono convergere economia e diritto, mercato e regolamentazione, devono convergere verso l'alto standard di principi etici e giuridici generali".
Nel dibattito in corso, ha spiegato il ministro si confrontano due visioni del mondo: "Una riduttiva e l'altra più forte che non nega l'utilità di regole nella finanza ma le ritiene necessarie e non sufficienti e ritiene serva un apparato di principi più generali".
"È una visione che sta avanzando quando si scrive che serve una regolamentazione non solo per financial markets ma per business activity", ha detto ancora Tremonti.
Nel G7 di Lecce, su iniziativa della presidenza italiana, i minstri delle Finanze di Italia, Francia, Gran Bretagna, Germania, Usa, Canada e Giappone hanno approvato l'idea di costruire una cornice di principi sulla quale basare le nuove regole dell'economia. Al documento di oltre 70 pagine, non ancora pubblicato, è stato dato il nome di Lecce Framework perchè gli americani non sono stati d'accordo a usare la parola "standard".L'idea di Tremonti di un global legal standard è stata criticata per la sua vaghezza e per l'entrare in collisione con il lavoro del Financial Stability Board, il consesso guidato dal governatore della Banca d'Italia Mario Draghi incaricato dal G20 di disegnare le nuove regole per la vigilanza e la finanza.
Ma Tremonti ribadisce come il diritto, a suo parere, non serve solo a far funzionare l'economia ma anche "per dare più ordine alla società e criteri più etici all'economia sociale di mercato".
Per il ministro esistono tre visioni del futuro. La prima 'negazionista' sostiene che il mercato funziona bene da solo senza nessuna regola. La seconda 'minimalista' che il ministro ha descritto con ironia così: "Abbiamo fatto qualche errore, ci è scappato qualche derivato. Bastano regole che la finanza costruisce per la finanza. La crisi è finanziaria quindi ci è scappata la frizione su qualche derivato ma basta appiccicare alcune regole fatte dal mercato...".
La terza è quella del global legal standard ossia di un nuovo codice di condotta per il buon andamento degli affari del mondo che non riguardi solo la finanza e che sia guidato anche da considerazioni etiche.

SE IL PD PERDE PERFINO SASSUOLO

Alla fine qualcosa Franceschini la vince davvero: la palma del miglior comico dell’anno non gliela toglie nessuno. Ieri sera all’ora della minestrina, che per lui era già l’ora della zuppa, è comparso sui teleschermi per celebrare la vittoria del Pd e annunciare l’inizio del declino del centrodestra. Che è un po’ come se Napoleone avesse festeggiato trionfante l’esito della battaglia di Waterloo. O come se Marcello Lippi oggi rilasciasse un’intervista per commentare il lento declino calcistico del Brasile. Ognuno fa ridere come può: Berlusconi racconta storielle, il leggenDario per cercare di tenergli testa si trasforma direttamente in una barzelletta.Guardiamo i numeri: si votava in 62 province. 50 le aveva il centrosinistra, 9 il centrodestra, 3 erano di nuova costituzione. Oggi il centrosinistra ne ha 28 e il centrodestra 34. A conti fatti, dunque, in questa tornata il centrodestra ha conquistato 25 province senza perderne neppure una, il centrosinistra ne ha perse 22 e si può consolare solo con la conquista della nuova amministrazione di Fermo. Fermo: un nome, un programma per un partito che da 15 anni non si muove dall’asse litigioso Veltroni-D’Alema.Per quanto riguarda i capoluoghi di provincia: si votava in 30 città. Il centrosinistra ne aveva 25 e ora ne ha solo 16, il centrodestra ne aveva 5 e ora ne ha 14. Di fatto il centrosinistra non ha conquistato nemmeno un capoluogo di provincia e in compenso ne ha persi 9, fra cui alcune roccheforti storiche, come Prato, dove fino a qualche anno fa sarebbe stata usata la camicia di forza per chiunque del centrodestra avesse anche solo ipotizzato un possibile ballottaggio. Cadono anche città importanti come Caltanissetta soprattutto Cremona, dove l'ex canoista Oreste Perri colora d’azzurro Torrazzo e Torrone (sulla terza T stendiamo un pietoso velo per non incorrere nelle ire dei magistrati di Bari...). Come fa Franceschini a parlare di vittoria? Chiamate un dottore: se questa è una vittoria, allora Cicciolina è vergine, e la D’Addario pure. La cavalcata del gossip non ha pagato, l’assalto alla mutanda bianca contro il premier neppure, l’apporto editorial-sovversivo di Repubblica meno ancora. La rincorsa a Di Pietro sull’onda dell’antiberlusconismo è diventata un boomerang per il sussiDario: oggi il Partito Democratico è praticamente espulso da tutto il Nord. Da Savona a Venezia, passando per Belluno e Cremona, il centrosinistra cede il passo e di fatto scompare: tolte le isole di Torino provincia e Padova città, l’intero settentrione, cuore pulsante e produttivo del Paese, è nelle mani del centrodestra. «Gli elettori hanno punito Berlusconi», ha commentato con una certa faccia tosta l’ex ministro Fioroni. E meno male: se questa è la punizione, il premio che cos’è? La proclamazione del Cavaliere a zar della Padania?La sconfitta a Milano, per altro, ha dimensioni più ampie di quelle che appaiono a prima vista e perciò deve bruciare particolarmente al Pd. Filippo Penati era l’uomo di punta, il leghista di sinistra, lo sceriffo democraticamente corretto. Era un possibile esempio da imitare, una strada da seguire. Invece non ce l’ha fatta: ha sperato fino all’ultimo di conservare la poltrona d’oro da cui distribuiva abbondanti dosi di brioche a tutti. Gli è andata male. E gli è andata male nonostante l’elevato astensionismo e nonostante il fatto che dalla provincia di Milano è stata staccata la Brianza, zona da sempre a maggioranza berlusconiana. In teoria il centrosinistra nella nuova provincia di Milano versione ristretta avrebbe dovuto vincere facile: l’hinterland della metropoli, popoloso e popolare, da Sesto San Giovanni a Cinisello Balsamo, una volta non avrebbe tradito il Pd... Ma in realtà è il Pd che ormai ha tradito i ceti popolari. E questo è evidente anche dal fatto che ormai vacillano le zone tradizionalmente rosse. La clamorosa sconfitta al comune di Prato, per esempio, dove la crisi e l’immigrazione mettono in difficoltà i ceti più umili, dà il quadro esatto di un partito di centrosinistra ormai incapace di parlare con la propria gente. Il Pd si è arroccato fra Emilia e Toscana, come dimostrano le mappe della nuova Italia amministrativa, sempre meno chiazzate di rosso; è diventato una specie di Lega dell’Appennino, un partito locale sull’asse Bologna-Firenze. Ma anche nella ridotta tosco-umbro-emiliana è in crisi, subisce smacchi grandi e piccoli, umiliazioni inaspettate, come quella di Sassuolo, in quella terra che una volta era più rossa del pomodoro, e che ora diventa berlusconian-padana, o come Orvieto, dove la sinistra è stata spodestata dopo 60 anni di ininterrotto governo.Come è possibile che di fronte a una situazione del genere, Franceschini in condizioni di normale sobrietà e normale tasso di realismo alcolico, possa dichiararsi soddisfatto? È chiaro: il segretario Pd s’è affrettato a cantare vittoria, sperando di ripetere l’exploit delle europee, quando riuscì, nelle prime ore a far passare una caduta vertiginosa (sette punti percentuali in meno) come un successo. Ma i numeri sono numeri: -7 alle europee, -22 province e -9 capoluoghi di provincia. Non si scappa: per il centrosinistra ci sono tanti segni negativi in questo risultato che per farli sparire non basterebbe nemmeno Houdini. Il leggenDario si rassegni: non è ancora all’altezza, anche se pure lui sta dimostrando di essere assai bravo a far sparire le cose. Come per esempio i voti e (se gli danno tempo) pure il Pd.

http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=360758&START=0&2col=

Ue: "E' allarme debito" L'Ocse: "Da record spesa per le pensioni"


Bruxelles - "Gli squilibri interni dovuti all’elevatissimo debito pubblico possono colpire le vulnerabili finanze pubbliche italiane e possono portare ad un alto costo del capitale per l’intera economia, pesando perciò sulla sua crescita potenziale". Questo è il giudizio contenuto nel rapporto 2009 sullo stato delle finanze pubbliche della Ue, presentato oggi dalla Commissione Ue.
Rischi per la crescita Nel rapporto, dunque, la Commissione Ue si concentra sull’entità del debito pubblico italiano, che alla fine del 2008 si attestava appena al di sotto del 106%, "riflettendo anche - si spiega - l’accumulo precauzionale di asset liquidi operato dalla Banca d’Italia alla fine dell’anno". "La crisi finanziaria globale - si legge nel rapporto - ha portato ad un aumento dei rischi sui mercati finanziari, mettendo in luce la vulnerabilità dell’economia italiana derivante da un debito pubblico molto elevato. Lo spread tra gli interessi pagati sui bond italiani e tedeschi si è allargato più che nella maggior parte degli altri paesi della zona euro". E questi spread - spiega Bruxelles - sono destinati ad aumentare ancora e "aumenteranno il costo del debito nel lungo termine". La Commissione Ue, comunque, sottolinea come "nonostante l’elevato debito pubblico, che riflette l’accumulo dei deficit del passato, la bilancia dei pagamenti dell’economia italiana mostra una posizione sostanzialmente bilanciata nei confronti del resto del mondo, riflettendo un andamento complessivamente positivo della bilancia commerciale. E l’assenza di maggiori squilibri esterni - si spiega ancora - è lo specchio di una relativa solidità della posizione finanziaria nel settore privato. In particolare, le famiglie in Italia hanno un livello di indebitamento relativamente basso e continuano ad accumulare notevoli risparmi. Questo - conclude il rapporto - potrebbe essere dovuto in parte a un comportamento precauzionale di fronte alla fragile situazione delle finanze pubbliche italiane".
Allarme pensioni La spesa pensionistica in Italia assorbe circa un terzo delle uscite statali complessive, ovvero quasi il doppio rispetto alla media degli altri paesi Ocse. L'Ocse stessa sottolinea che la previdenza pesa per il 30% sul bilancio statale italiano, contro il 16% della media Ocse. In Italia la spesa pubblica per benefici a favore degli anziani "è la più alta nei paesi Ocse da alcuni anni" precisa l’organizzazione parigina sottolineando che "le pensioni assorbono quasi il 30% del bilancio dello Stato, rispetto a una media Ocse del 16%". L’Ocse mette quindi in guardia dal "rischio" che un sistema così concepito induca a sottrarre risorse di spesa pubblica a altri settori "preferibili" quali il welfare e l’istruzione. Quanto ai contributi pensionistici, in Italia raggiungono "quasi il 33% dei guadagni, contro una media del 21% negli altri paesi Ocse".
Riforme lente L’applicazione delle riforme delle pensioni in Italia avanza molto lentamente rispetto agli altri paesi dell’Ocse e inoltre molti dei cambiamenti "vitali" per la sostenibilità finanziaria dei costi del sistema previdenziale sono stati "ripetutamente rinviati". L’Ocse sottolinea in particolare la "preoccupazione per il rinvio dell’adozione dei nuovi coefficienti di trasformazione contributiva che - sostiene - sono un importante fattore per calcolare l’importo della pensione". La logica dei coefficienti è, a fronte dell’aumento dell’aspettativa di vita, di ridurre i benefici a parità dei tempi di uscita dal mercato del lavoro e di contributi versati. I coefficienti dovevano essere rivisti dopo 10 anni dall’avvio del nuovo sistema, quindi nel 2005. Le nuove regole stabiliscono che la revisione automatica parta nel 2010. "L’aspettativa di vita in Italia, così come negli altri paesi - avverte l’Ocse - ha continuato a crescere in questo periodo e il rinvio dell’introduzione dei nuovi coefficienti ha avuto un impatto negativo sul sistema". Al tempo stesso, gli economisti parigini sottolineano che "ci sono stati di recente altri ritardi nell’introduzione dell’aumento dell’età minima di pensionamento per anzianità". La riforma Damiano ha introdotto gli scalini modificando lo scalone Maroni che prevedeva l’uscita per anzianità dal 2008 a 60 anni con 35 di contributi. La riforma Damiano, invece, fissava la possibilità di uscita nel 2008 con 58 anni e 35 di contributi (59 anni gli autonomi) arrivando a quota 95 solo dal primo luglio di quest’anno.

domenica 21 giugno 2009

Il disegno politico del pm anti premier che militava nelle fila di Lotta Continua


Milano

Come tanti magistrati, giornalisti e manager della sua generazione viene da Lotta Continua. Pino Scelsi entrò giovanissimo nel movimento guidato da Adriano Sofri e lì cominciò a elaborare la sua cultura politica, a forgiare le sue idee, a duellare con gli avversari. Nell’inverno del 1971, a soli 17 anni, prendeva già parte, come un politico navigato, ad assemblee infiammate e discuteva fra urla, strepiti e insulti, colonna sonora di quell’album. Il pm che oggi ha fra le mani l’inchiesta sulle ragazze squillo di cui parla tutta Italia, non era un militante qualsiasi. Dai pensieri deboli e dai colori stinti. No, ci fu un suo intervento memorabile per difendere la linea meridionalista di Sofri e la rivolta di Reggio Calabria, quella del boia chi molla. La falange dei marxisti leninisti imbufaliti quasi gli impedì di aprire bocca, ma lui imperterrito proseguì fino alla fine.Scelsi è fatto così: la politica ce l’ha nel sangue. E da allora non ha mai smesso di aggiornare gli ideali che certa sinistra, gruppettara e non ortodossa, svincolata da una stretta appartenenza partitica, ha tenuto alti come una bandiera. Dal liceo Orazio Flacco e da Lc all’università e al Collettivo di giurisprudenza e scienze politiche. Poi, altro salto, ecco la professione e la scelta di Magistratura democratica, il grande laboratorio della sinistra in toga, la corrente ultrà, insieme ai Movimenti riuniti, dentro l’Anm e nel Csm. Scelsi ha sempre frequentato questo ambiente, è sempre stato dentro questo perimetro, ha sempre dato al suo lavoro una forte connotazione sociale.È un po’ la cifra di Md: l’idea che la Costituzione debba essere interpretata a vantaggio dei lavoratori e contro i potenti, il concetto che la sinistra giudiziaria possa fiancheggiare quella politica per introdurre un nuovo ordine sociale, per colpire le diseguaglianze, per combattere sul fronte dell’ambientalismo, del diritto al lavoro, della trasparenza e via elencando come in un tazebao.Difficile dire dove finisca la politica dei partiti e cominci quella delle toghe rosse, ma su questo confine e sull’ambiguità dei legami che tengono insieme le varie anime della sinistra, si è costruito un pezzo della storia italiana recente.Scelsi appartiene a questo mondo. Nel 2005 va alla tribuna del congresso di Magistratura democratica e arringa i colleghi, come faceva nel 1971: «A nessuno di voi è sfuggito che la Puglia è cambiata. E non perché uomini o donne che si richiamano ai valori della sinistra sono al governo delle istituzioni. Non che questo non conti», precisa Scelsi consacrando così l’ascesa del governatore Nichi Vendola e del sindaco ed ex pm Michele Emiliano. «Anche la nostra corrente - rivendica lui orgoglioso -, la nostra storia collettiva e individuale si ispirano a quei valori. Ma quel che è successo in Puglia è qualcosa in più». Addirittura. E che cosa?La Puglia per Scelsi è cambiata anche perché sono diventate patrimonio della classe politica quelle questioni che prima si agitavano negli alambicchi di Magistratura democratica. E ora sono quasi le tavole della legge: «In questa stagione politica hanno trovato rappresentanza le domande che salgono dalle vecchie povertà degli emarginati e dalle nuove povertà del lavoro dipendente, dai ceti giovanili che vivono l’angoscia di un futuro pieno di incognite, hanno trovato cittadinanza le domande di sanità, ambiente, lavoro. E anche i magistrati di Bari e di Lecce... hanno saputo cogliere i segni di questa nuova stagione politica e sociale».Che significa in concreto saper cogliere i segni dei tempi? Forse vuol dire che la creta dell’ideologia modella le inchieste e le trasforma in missili del cambiamento e della discontinuità? Certo, i magistrati, tutti, hanno a disposizione un cesto quasi infinito di temi, notizie di reato gossip, veleni: in teoria quel cesto è quello dell’obbligatorietà dell’azione penale, in realtà, lo dicono le stesse toghe, il magistrato manda avanti le inchieste che più corrispondono alla sua sensibilità. Rallenta o ferma discrezionalmente le altre, lontane dai suoi ideali, dai suoi interessi, dalle sue passioni. È in questo spazio quasi invisibile che si giocano talvolta i destini del Paese. Intendiamoci: Scelsi è sempre stato un magistrato corretto, ha sempre svolto con rigore le sue indagini e ha sempre resistito alla tentazione di superare quel confine aperto e candidarsi in questa o quella lista come hanno fatto alcuni suoi colleghi. Questo gli fa onore, ma la sua storia resta quella di tante toghe. Rosse. Da Lc all’indagine che sfiora Palazzo Chigi.

Berlusconi: "Ora riunione per il programma" Applausi al seggio: "Silvio tieni duro..."




Milano - "Adesso facciamo un incontro in cui mettiamo giù il programma di governo del prossimo anno". Lo ha detto il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, conversando con alcuni sostenitori del Pdl all'uscita dal seggio elettorale dove ha votato per referendum e ballottaggio. "Sarà - ha spiegato Berlusconi - un programma assolutamente concreto, che rispetterà ciò che abbiamo promesso agli elettori". Il premier si è intrattenuto a lungo a conversare al di fuori dal seggio per spiegare le difficoltà nel realizzare il programma. "Il programma - ha spiegato - è tutto da realizzare. Ci sono cose impossibili perché abbiamo ricevuto una eredità che é pesante". "Quando uno ha il 110% del Pil come debito - ha proseguito - tutto diventa difficilissimo". Berlusconi ha quindi spiegato "le tante cose belle" fatte dal governo: "adesso puntiamo su alcune riforme, ma siamo stati impegnati con il terremoto, i rifiuti, l'Alitalia e abbiamo fatto la riforma del Processo civile. Ora faremo quella del Processo penale". "Io - ha concluso - ho una squadra di ministri che sono bravissimi".
"Non vendo villa Certosa" Ha poi detto Silvio Berlusconi, dopo aver votato, replicando alla domanda se corrisponda al vero la notizia sull'ipotesi della vendita della villa in Sardegna. "Sono tutte cose - ha aggiunto - che non vale la pena leggere".
Il premier vota e gli dicono: "Tieni duro" Il presidente del Consiglio, ha votato per il ballottaggio alle provinciali di Milano e per il referendum alle 12.20 alla scuola media Dante Alighieri dove fino all'anno scorso si recava a votare accompagnato dalla madre. Berlusconi è entrato al seggio n.520 e ha ritirato oltre alla scheda per il ballottaggio anche tutte e tre le schede del referendum. Alcuni sostenitori del Pdl, al suo arrivo, hanno applaudito mentre una signora ha gridato: "Presidente vai avanti, non dare retta alla Repubblica delle Banane". Un pensionato, invece, ha gridato: "Presidente, le pensioni, altro che stringerti la mano". Una ragazza, invece, gli ha gridato: "Papi, Papi". "Perché non dovrei tenere duro?". Così il premier ha replicato ad alcuni simpatizzanti del Popolo delle Libertà che all'uscita dal seggio gli hanno gridato "Presidente, tieni duro". A Berlusconi è anche stato chiesto se è vero, come scritto su un quotidiano, che avrebbe bisogno di una first lady come Sarkozy. "Visto che titoli?. Pazzesco!", è stata la replica.
"Presidenzialismo se tutti sono d'accordo" "Una riforma costituzionale così forte non si può fare se c'é una divisione così assoluta tra una parte e l'altra", ha quindi detto il Cavaliere . "Le riforme che si possono fare - ha spiegato Berlusconi - sono quelle accettate da tutti, altrimenti uno fa una violenza rispetto agli altri, anche se avremmo i numeri per farle". Berlusconi ha quindi precisato che sarebbe anche favorevole al presidenzialismo, ma ha illustrato come ora il presidente del consiglio non abbia poteri, e quindi ha ribadito che "quando si fa una riforma così importante, è necessario che la maggioranza del Paese sia decisa verso quella direzione".I poteri del premier Il presidente del Consiglio si è quindi soffermato a lungo ad illustrare l'attuale funzionamento del parlamento. "Quando è stata fatta la Costituzione - ha spiegato - venivamo da 20 anni di fascismo e i nostri padri costituenti hanno detto: tutto il potere al Parlamento, ma non hanno lasciato niente al governo". "Guardando ai poteri del presidente del Consiglio - ha proseguito - è bene sapere che io ho solo il potere di stendere l'ordine del giorno del Consiglio dei ministri. Non sono un capo dei ministri, ma un primus inter pares. Non li nomino e non li posso dimissionare, mentre il capo dello Stato li chiama e loro vanno da lui quando vuole e come vuole. Io non ho neppure questo potere, tutto ciò che io ottengo dai ministri risiede nella mia personale autorevolezza politica come leader del partito di maggioranza". Secondo Berlusconi, sarebbe necessario fare quella modifica "che avevamo già fatto per dare maggiore potere al presidente del Consiglio". "Non è logico - ha concluso - che in una squadra se uno non funziona non possa essere sostituito".

L'Ocse bacchetta l'Italia, occorre una riforma seria della scuola


Gli istituti italiani sono in coda nella classifica dei paesi Ocse: troppe differenze regionali, manca un quadro complessivo


Parigi, 17-06-2009
La scuola italiana è in coda nella classifica dei Paesi Ocse: il nostro sistema educativo produce risultati "fra i più modesti" dell'area, "nonostante la spesa per studente sia molto elevata". Non solo. Esistono "forti differenze regionali che non possono essere semplicemente spiegate con la diversa quantità di risorse disponibili" e che rappresentano un fardello per l'intera economia nazionale.
Nel rapporto sull'Italia, l'Ocse riconosce al governo Berlusconi di aver messo in cantiere una riforma della scuola volta a "razionalizzare le spese e migliorare il sistema di valutazione e di reclutamento degli insegnanti". Tuttavia l'organismo di Parigi sottolinea la mancanza di un quadro complessivo e definitivo. E, in proposito, suggerisce all'esecutivo un approccio più organico: "Considerando la natura di queste riforme - si legge nel rapporto - sarebbe preferibile realizzarle con un pacchetto onnicomprensivo, piuttosto che in modo parcellizzato".
L'Ocse parte dalla constatazione che "l'assenza di chiare informazioni sulla valutazione degli studenti e dell'intero sistema, dai docenti all'amministrazione centrale, e' stata la causa principale delle cattive performance". E suggerisce il principio della responsabilità che "va introdotta a diversi livelli, in primi luogo per i presidi e i direttori scolastici, ma anche per gli insegnanti, in modo tale che la scelta degli insegnanti stessi, la formazione delle classi e i metodi educativi abbiano un'adeguata informazione consentendo il giudizio sui risultati formativi e sul sistema di incentivi".
Ma per realizzare questi obiettivi, i presidi dovranno "ottenere un'adeguata autonomia dei poteri di gestione, al contrario dell'attuale quasi completa assenza di autonomia". Secondo l'Ocse, "elevare la performance del sistema educativo è una delle maggiori sfide" per l'Italia.
La riuscita di una riforma complessiva del sistema educativo è anche una chiave per ridurre le differenze regionali: "Contenere il gap educativo fra Nord e Sud è una della vie per ridurre le differenze economiche e sociali complessive. Di conseguenza, andrebbero incoraggiate misure volte a recuperare le scuole e gli studenti più deboli, specialmente quelli a rischio abbandono".

venerdì 19 giugno 2009

PREMIER: SINISTRA FA PENA, TRAME NON MI BUTTANO GIU'


CINISELLO BALSAMO - Il comizio è breve, ma è di quelli che lasciano il segno. Silvio Berlusconi dal palco allestito nella piazza di Cinisello Balsamo per i ballottaggi di fine settimana, lancia un veemente attacco contro la sinistra, accusandola di "non avere dignità", di fare "pena" e di aver portato in piazza le proteste contro il governo sul terremoto "strumentalizzando i morti". Ai suoi sostenitori, comunque, promette che "le trame giudiziarie" e "gli attacchi mediatici" non avranno alcun effetto sulla maggioranza che ha il diritto di governare. Il presidente del Consiglio arriva leggermente in ritardo direttamente da Bruxelles, costringendo i ministri Ignazio La Russa e Roberto Calderoli (Umberto Bossi non c'é, parlerà in serata a Cesano Maderno) agli straordinari sul palco. Anche nella capitale belga il premier risponde alle ultime vicende che lo riguardano, ma concentra i suoi strali sulla carta stampata definendo "spazzatura" quanto emerso in questi giorni sull'inchiesta pugliese e bollando come "fantapolitica" le ipotesi di complotti all'interno del Pdl. Anche la "sinistra" finisce nel mirino del Cavaliere ma solo per il mancato sostegno al candidato del Pdl Mario Mauro alla poltrona di presidente dell'Europarlamento. L'affondo vero contro il centrosinistra Berlusconi lo lancia davanti a qualche migliaio di sostenitori che lo accolgono a Piazza Gramsci. Lo spunto glielo forniscono una cinquantina di contestatori, muniti di cartelli ("dimettiti", "sono una donna, non una velina, vergognati!"), che accompagnano con numerosi fischi i 30 minuti circa di comizio del Cavaliere. "Abbiamo anche contestatori, evviva!", ironizza il premier sottolineando che la loro presenza dimostra che "siamo antropologicamente diversi", visto che "noi siamo uomini di libertà e non ci sogneremmo mai di disturbare" un comizio. E ancora: "Non avete dignità, non sapete cos'é la democrazia e la libertà, siete ancora, oggi come sempre, dei poveri comunisti". Dai contestatori l'attenzione si sposta alla sinistra più in generale e alle ultime vicende di cronaca che si intrecciano con la sua vita privata nell'inchiesta di Bari. "E' inutile che sperate di buttare giù il governo e la maggioranza con trame giudiziarie e attacchi mediatici. Siamo la maggioranza del paese e in democrazia la maggioranza governa". Sottolinea poi che gli attacchi non fanno che motivarlo ancor di più: "Continuate così", è l'invito, perché "non fate che convincermi a restare". E, in ogni caso, "mi fate pena e disgusto", siete degli "analfabeti della libertà". L'altro tema che fa infuriare Berlusconi sono le proteste di piazza contro il governo per la gestione dell'emergenza terremoto in Abruzzo. Dice di essere "indignato" perché nonostante l'impegno dell'esecutivo a rendere disponibili 15mila nuove case entro fine novembre "hanno organizzato delle manifestazioni sul nulla, mandando gente che non aveva nulla da chiedere in piazza e strumentalizzando le speranze, la paura e i morti. Vergogna!". Gli ultimi scampoli di comizio sono per i ballottaggi: il presidente del Consiglio chiede un voto per il candidato del Pdl alla presidenza della provincia di Milano, Guido Podestà, per garantire "sintonia" fra le istituzioni. Promette che dalla settimana prossima potrà parlare anche di calcio, "per me è una religione laica", e del presidente dell'Inter. Ma, sottolinea con un ultimo attacco alla sinistra, "sempre con toni civili e non come questi che non sanno cos'é la democrazia, il rispetto e la libertà". C'é tempo per un'ultima barzelletta su Berlusconi che spiega al Padre Eterno come organizzare il paradiso in una società per azioni, ma Dio si domanda perché dovrebbe essere solo vicepresidente. Il bagno di folla finale, con strette di mano e foto, è tale che non consente ai giornalisti di avvicinarsi per chiedergli un commento alle parole di Gianfranco Fini che, sulla vicenda pugliese, ha avvertito sul rischio non per la stabilità del governo ma per la fiducia dei cittadini nelle istituzioni.PREMIER: COMPLOTTI? FANTAPOLITICA"Quando leggo sui giornali di complotti dentro il Pdl sono storie di fantapolitica". Lo ha detto il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi nella conferenza stampa al termine del Consiglio europeo. "Non c'é niente da chiarire. E' tutto chiarissimo: è tutta spazzatura. A Napoli già l'ho fatta fuori e farò fuori anche questa", le parole del presidente del Consiglio. "Vi dovreste vergognare, siete degli spioni... io non ci sto a una Italia di questo genere": così il premier Silvio Berlusconi risponde a una domanda dei giornalisti sulla telefonata con Ghedini registrata da una telecamera di Sky e rilanciata dalle agenzie di stampa. "Io ho detto una serie di frasi in questa telefonata - ha proseguito - a proposito di giornali che mi hanno attribuito cose che non ho mai dai come il fatto che risponderò colpo su colpo. Io invece continuo a lavorare per il bene del paese. Io - ha sottolineato - ho in tal senso un ruolo strategico""Povera Italia, se andiamo avanti così va a finire che quello che dice una moglie al marito sul cuscino del letto sarà inserito nelle prime pagine dei vostri eccellentissimi giornali...". Silvio Berlusconi, quasi al termine della conferenza stampa tenuta a Bruxelles subito dopo il Consiglio europeo, non perde l'occasione, tra il serio ed il faceto, di dare le ultime stoccate ai giornalisti rei, a suo avviso, di andare oltre i limiti consentiti dal buon gusto. Il presidente del Consiglio risponde così, dopo aver detto più di una volta di non voler parlare di "questioni nazionali", ad alcune domande dei cronisti italiani sull' inchiesta di Bari. Una insistenza che il Cavaliere mostra di gradire poco. Tant'é che all'ennesima domanda sulla vicenda D'Addario di una cronista di La7, inviata al seguito del premier da anni, fa finta di non riconoscerla e, sorridendo, le chiede: "Qual è la sua testata, La Setta?" A conferenza stampa conclusa, il premier si rivolge poi all' inviata del Tg3 commentando l'abbigliamento della giornalista, che indossava una maglietta con lo "scollo a barcà. "Ma che fa così per farsi invitare a cena?", le chiede facendo il gesto di tirarle su le spalline. "Una volta - aggiunge sorridendo - facevo cena una al mese, adesso dovrei farne quattro a settimana....".FUORI ONDA SKY: PREMIER AL TELEFONO CON GHEDINI"Non ho mai detto quella cosa, che mi fa incazzare, e cioé che risponderò colpo su colpo... E' veramente una cosa incredibile...". Così il premier Silvio Berlusconi commenta i titoli di alcuni quotidiani italiani parlando al cellulare con Niccolò Ghedini dalla sala del Consiglio Europeo. La conversazione telefonica è stata registrata da una telecamera di Sky nel corso del consueto giro di tavolo poco prima dell'inizio dei lavori del vertice."Qui ci sono cose che non ho mai detto: io non ho mai parlato di complotto oscuro, non ho mai detto di temere di essere spiato e non ho mai detto che il mio avvocato è uscito pazzo...Questi sono dei disgraziati", le parole di Berlusconi nel corso della telefonata al suo avvocato, parlamentare del Pdl. "Ma dai Niccolò - dice ancora Berlusconi al telefono - ma ti sembra possibile che tu possa pensare una cosa del genere di me?", ha aggiunto Berlusconi sempre riferendosi alle ricostruzioni giornalistiche su alcune considerazioni fatte dal Cavaliere in merito all'operato di Ghedini stesso. "A questo punto mi offendo io. Ora chiamo Bonaiuti - prosegue - e facciamo un comunicato".Ed in effetti era stato stamane proprio il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Paolo Bonaiuti a puntare il dito contro i titoli dei giornali di oggi. "E' scandaloso - ha detto Bonaiuti - che alcuni giornali continuino ad attribuire al Presidente del Consiglio frasi che in realtà non sono state pronunciate. Ecco un campionario di falsità dai giornali di oggi: 'Temo di essere spiato'; 'Sono stato spiato e pedinato'; 'Rispondero' colpo su colpò; "Il mio avvocato è uscito pazzo"; 'Se vogliono la guerra l'avrannò; "E' in atto un oscuro complotto". Tutte queste frasi sono inventate di sana pianta. Ma per garantire la loro verosimiglianza, vengono riportate dai giornali tra virgolette e attribuite al presidente Berlusconi da ignoti interlocutori (mai nome e cognome, per carità!). Questo malvezzo è peggiorato negli ultimi tempi eppure -conclude - non abbiamo visto ancora un solo intervento degli Organi dei giornalisti".BERLUSCONI: VI DOVRESTE VERGOGNARE''Vi dovreste vergognare, siete degli spioni... io non ci sto a una Italia di questo genere'': cosi' il premier Silvio Berlusconi risponde a una domanda dei giornalisti sulla telefonata con Ghedini registrata da una telecamera di Sky e rilanciata dalle agenzie di stampa. ''Io ho detto una serie di frasi in questa telefonata - ha proseguito - a proposito di giornali che mi hanno attribuito cose che non ho mai detto come il fatto che rispondero' colpo su colpo. Io invece continuo a lavorare per il bene del paese. Io - ha sottolineato - ho in tal senso un ruolo strategico''.AVVENIRE, PREMIER CHIARISCA INTERROGATIVI Il premier Silvio Berlusconi dovrebbe fornire "il più presto possibile" un chiarimento sui tanti interrogativi, sulle voci sul suo conto che hanno portato anche ad una inchiesta a Bari. E' quanto chiede il giornale dei vescovi Avvenire in un editoriale. "Il punto centrale è la necessità di arrivare il più presto possibile ad un chiarimento sufficiente a sgombrare il terreno dagli interrogativi più pressanti, che non vengono solo - sottolinea il giornale della Cei - dagli avversari politivi ma anche da una parte di opinione pubblica non pregiudizialmente avversa al premier"."E' lecito domandarsi - si chiede l'Avvenire nel suo editoriale - se il presidente del Consiglio abbia finora scelto la linea di resistenza migliore e i difensori più appropriati al suo caso". Ma anche se "non fosse possibile eliminare ogni ombra, perché ad esempio su alcune questioni il bandolo della matassa é in mano alla magistratura, si pongano almeno i presupposti per evitare ulteriori stillicidi di chiacchere e di tempeste mediatiche". "Senza illudersi - conclude Avvenire - che l'efficienza dell'azione di governo possa far premio, sempre e comunque, sui comportamenti privati. Alla lunga, tutto finisce per avere un prezzo. E il pericolo, soprattutto in questo caso, è che a pagarlo non sia soltanto il singolo debitore di turno, ma l'interno Paese".IPOTESI DI GIRO DI ESCORT 'BIPARTISAN' - Il sospetto - tutto da provare - degli inquirenti baresi è che il giro di escort ingaggiate dall'imprenditore barese, Giampaolo Tarantini, venisse impiegato in residenze esclusive di personaggi potenti - senza distinzione di colore politico - e che possa nascondere, o preludere a, pallidi tentativi di corruzione. Al momento - trapela da fonti giudiziarie - il filone della corruzione è però frutto solo di un sospetto non suffragato neppure da indizi. Inoltre, come è trapelato ieri, i magistrati già negli anni scorsi, indagando su Tarantini, hanno intercettato telefonate nelle quali si parla di festini a base di cocaina organizzati in sontuose dimore dai conoscenti di Tarantini ma non collegati al presunto ingaggio delle escort. A proposito della corruzione per ora c'é il solo ragionamento degli inquirenti: un ragionamento semplice da verificare con indagini ad hoc. Tarantini avrebbe ingaggiato e versato migliaia di euro a donne per farle partecipare a feste. Perché lo avrebbe fatto? Per entrare - secondo gli inquirenti - nelle grazie di uomini di potere e per ottenere successivamente, da questi, favori per la sua attività professionale legata, almeno fino alla fine del 2008, alla società barese Tecno Hospital che fornisce protesi sanitarie. La società è coinvolta a Bari in due indagini: una, che fa riferimento a fatti della fine del 2008, del pm Giuseppe Scelsi, dalla quale è nata l'indagine sul giro di ragazze che, dietro pagamento, partecipavano a feste anche a palazzo Grazioli; l'altra condotta dal pm Roberto Rossi che invece fa riferimento a fatti che partono dal 2003. In tutte e due le indagini i magistrati ipotizzano il reato di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione in epoche diverse. Ma viene contestato anche il reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti nei confronti di persone che parlano al telefono di festini a base di cocaina."Temo che questa maliziosa e falsa rappresentazione della realtà, davvero priva di ogni fondamento, sia soltanto funzionale a precostituire a mio danno l'immancabile e predestinato ruolo di colpevole". Con una dichiarazione rilasciata all'ANSA l'imprenditore barese Gianpaolo Tarantini rompe il silenzio che si era imposto da quanto sono state pubblicate notizie sul suo coinvolgimento nell'indagine in corso a Bari.

Berlusconi: attacchi? Rispondo con lavoro, governo stabile


dell'inviata Yasmin Inangiray


BRUXELLES - Di buon mattino a Palazzo Chigi per un incontro con i vertici della Fiat, poi di corsa a Bruxelles per la riunione del Ppe e del Consiglio europeo. La risposta di Silvio Berlusconi al polverone sollevato dall'inchiesta di Bari e dal nuovo 'caso' Patrizia D'Addario, si concretizza in ritmi di lavoro serrati. La strategia, ribadita anche nei giorni scorsi è quella di non farsi mettere nell'angolo. Che il governo goda di ottima salute e che la sua "stabilità non sia in discussione" è proprio Berlusconi a garantirlo: "Non date retta ai 'rumors' che girano su Tremonti e Draghi con i quali c'é piena collaborazioné", afferma, lasciando la riunione del tavolo sulla Fiat, riferendosi indirettamente alle voci circolate nei giorni scorsi di possibili governissimi o esecutivi tecnici. Nessun commento sulle inchieste che lo riguardano, spiega chi ha avuto modo di parlargli in queste ore, ma massima concentrazione sugli impegni fissati senza concedere spazio ad altri argomenti. Io lavoro e non penso proprio di dare spazio a questa spazzatura, avrebbe osservato Berlusconi ricordando che la sua opinione sui fatti è nota da tempo. Salvo sorprese, dunque, nella trasferta a Bruxelles l'attualità italiana, almeno oggi, non troverà spazio nelle dichiarazioni di presidente del Consiglio, che però potrebbe tornare sulla questione domani pomeriggio a Cinisello Balsamo, in occasione del comizio di chiusura della la campagna elettorale di Guido Podestà, candidato della maggioranza alla provincia di Milano. Oggi c'é spazio solo per argomenti economici e internazionali. E così, prima di partire per la due giorni del Consiglio europeo, il Cavaliere arriva nella sede del governo per partecipare all'incontro tra i vertici della casa automobilistica italiana, i sindacati e le Regioni. Un appuntamento in cui l'amministratore delegato di Fiat Sergio Marchionne illustra la situazione del gruppo e le prospettive per gli stabilimenti sparsi per l'Italia. Il premier tiene a precisare che non ci sarà "nessuna delocalizzazione" e approfitta dell'occasione per fare "i complimenti" a Marchionne, ribattezzato "mister Fiat" per l'accordo siglato con Chrysler. Un'operazione, ci tiene a sottolineare il Cavaliere, che "il governo ha seguito con molta attenzione". L'intesa con la casa automobilistica americana è anche l'occasione per ricordare l'incontro con il presidente degli Stati Uniti Barack Obama: "Con lui - dice durante la riunione - siamo in buone mani". Non è mancato poi un passaggio sulla crisi: "Sarei uno sprovveduto se non la vedessi", ma "c'é bisogno di uno sforzo comune per infondere ottimismo". Chiuso il capitolo Fiat, Berlusconi vola a Bruxelles e l'argomento cambia. L'obiettivo infatti è strappare la presidenza del Parlamento europeo alla Polonia in favore di Mario Mauro. E prima ancora di partecipare alla riunione Berlusconi parte lancia in resta: "La nostra è la candidatura migliore", dice senza messi termini facendo osservare che un italiano alla presidenza dell'Europarlamento manca dal 1979.

Feste a Palazzo Grazioli, decolla l'inchiesta.Berlusconi: ''Farò fuori questa spazzatura come a Napoli''


oma - (Adnkronos/Ign) - Il premier ai suoi: ''Risponderò colpo su colpo''. Sigillate le registrazioni della D'Addario. Nelle telefonate comparirebbero due esponenti del Pd e la parlamentare del Pdl Elvira Savino. 'Avvenire': serve al più presto un chiarimento. Bonaiuti: ''Frasi inventate attribuite al premier'' Di Pietro: ''Il premier risponda a tutte le domande'' De Magistris: ''Situazione più grave del caso Lewinsky''. Sul 'complotto' niente tregua tra Pdl e Pd.


Roma, 19 giu. (Adnkronos/Ign) - "Per me è tutto chiarissimo, per me è tutta spazzatura. E io di spazzatura me ne intendo, perché a Napoli l'ho fatta fuori, farò fuori anche questa".


Da Bruxelles il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi reagisce così rispondendo ai giornalisti che gli chiedevano commenti sugli ultimi sviluppi dell'inchiesta di Bari. Q
Smentito poi seccamente dal Cavaliere ''quello che si legge sui giornali su un complotto'' che ''è tutta pura fantapolitica. Con Tremonti lavoro benissimo'', ha sottolineato aggiungendo: ''Non ho mai lavorato così bene con lui come in quest'ultimo anno e mezzo'', spiega riferendosi alle ricostruzioni della stampa su possibili governi tecnici guidati dal ministro dell'Economia o dal governatore di Bankitalia Mario Draghi. Lavoro molto bene ''anche con Draghi, di cui apprezzo la correttezza''.
Quanto alle frasi che riportano i giornali sui suoi timori di essere spiato, sono false, ha assicurato Berlusconi. "Ho letto sulla rassegna stampa tutta una serie di cose, che io sono spiato, che io penso di essere seguito, che rispondo colpo su colpo. Ma - ha detto il premier - io non ho fatto nessun commento, perché dovrei rispondere colpo su colpo? Io continuo a lavorare per il bene del mio Paese e anche per la comunità internazionale. In questo momento ricopro un ruolo che è strategico per la soluzione di certi problemi anche internazionali".
Quindi rivolto a un giornalista dell''Unità che gli domandava cosa avesse risposto alla stampa internazionale, Berlusconi ha replicato seccato: "Alla stampa straniera ho detto 'just rubbish, just trash, we continue to work for the common good'. Se non l'ha capita - ha detto rivolto al giornalista - se la faccia tradurre". Quindi ha insistito Berlusconi, "non le rispondo, la smetta, ho nei confronti del suo giornale una disistima totale, parliamo di cose serie e non di sciocchezze".
Ma il premier è sbottato quando i cronisti gli hanno chiesto un commento sulla ripresa della sua telefonata a Nicolò Ghedini andata in onda su vari canali televisivi. "Siete degli spioni. Dovete vergognarvi", ha tuonato. "Andiamo avamo avanti così, quello che dice un marito alla moglie in camera da letto sarà in prima pagina sui vostri eccellentissimi giornali. Io non ci sto a un Paese di questo genere, e quindi cercherò di far sì che non si arrivi a questo livello"
Intanto a Bari decolla l'inchiesta sul presunto giro di appalti milionari e squillo che avrebbe organizzato l'imprenditore Gianpaolo Tarantini. Le cassette prodotte da Patrizia D'Addario, la testimone principale dell'indagine, che ha tirato in ballo il premier Silvio Berlusconi per alcuni festini a Palazzo Grazioli, sono state custodite in un armadio blindato nella caserma della Guardia di Finanza. Per evitare fughe di notizie, su ordine del magistrato non sono state trascritte. Dopo la D'Addario il pm Giuseppe Scelsi ha ascoltato altre tre ragazze come ''persone informate sui fatti''.
Altro filone che segue la magistratura barese è quello che riguarda il presunto consumo di droga. Secondo quanto riportano i quotidiani, ci sarebbero ambigui colloqui che avrebbero convinto il pm a interrogare un giovane barese noto per essere un fornitore degli ambienti di alto livello della città.
Non solo. Nell'indagine sarebbero contenuti anche due nuovi nomi, venuti fuori nelle telefonate: due esponenti del Pd in rapporti diretti con Tarantini e il nome di una parlamentare del Pdl, Elvira Savino, che si è detta però ''stupita e amareggiata dal tentativo di coinvolgermi in una vicenda giudiziaria rispetto alla quale non mi risulta essermi stato mosso alcun addebito. E' evidente che si tratta di una strumentale campagna denigratoria".
Fonti riportate dal 'Corriere della Sera' riferiscono che il presidente del Consiglio si sarebbe sfogato con i suoi. ''Credete sia finita? Risponderò colpo su colpo - avrebbe detto il Cavaliere - resisto, se vogliono la guerra l'avranno''.
Parole però prontamente smentite dal sottosegretario Paolo Bonaiuti. ''E' scandaloso - afferma il portavoce del premier - che alcuni giornali continuino ad attribuire al presidente del consiglio frasi che in realtà non sono state pronunciate".
"Ecco un campionario di falsità dai giornali di oggi: 'Temo di essere spiato', 'Sono stato spiato e pedinato', 'Risponderò colpo su colpo', 'Il mio avvocato è uscito pazzo', 'Se vogliono la guerra l'avranno', 'E' in atto un oscuro complotto'. Tutte queste frasi sono inventate di sana pianta".
"Ma per garantire la loro verosimiglianza, vengono riportate dai giornali tra virgolette e attribuite al presidente Berlusconi da ignoti interlocutori (mai nome e cognome, per carità!). Questo malvezzo - conclude Bonaiuti - è peggiorato negli ultimi tempi, eppure non abbiamo visto ancora un solo intervento degli organi dei giornalisti''.

Immigrazione questione europea. Il premier: ''Dall'Ue l'impegno per un piano d'emergenza comune''


Bruxelles - (Adnkronos) -Il premier: il presidente della Commissione Barroso ''si è impegnato a presentare al più presto un piano sul problema dei flussi migratori che raggiungono le coste del Vecchio Continente''. Il sindaco di Lampedusa lancia l'allarme: "Finite le elezioni sono ripresi gli sbarchi". Il Cavaliere: ''Una vergogna il no del Pd a Mauro alla presidenza del Parlamerto europeo''


Bruxelles, 19 giu. - (Adnkronos) - ''Abbiamo presentato la richiesta per un piano di emergenza'' per risolvere il problema dell'immigrazione clandestina. Lo ha riferito il premier Silvio Berlusconi al termine del vertice europeo sottolineando che la questione ''è stata riconosciuta come un problema europeo''.


Il premier ha dunque sottolineato che il presidente della Commissione Ue Josè Manuel Barroso ''si è impegnato a presentare al più presto un piano al riguardo''.
A circostanziare meglio l'impegno preso dalla Commissione è il ministro degli Esteri Franco Frattini. L'esecutivo Ue si è impegnato a varare "entro il prossimo consiglio, quindi non a tempo indeterminato, un piano di emergenza", ha affermato Frattini, aggiungendo: "E' una misura emergenziale perché ci si rende conto che l'immigrazione clandestina richiede più pattugliamenti congiunti, rimpatri finanziati dall'Europa e non adottati da ogni Stato membro, nonché una divisione degli oneri nel trattare con i Paesi di origine e di transito".
La richiesta italiana di trattare a livello Ue il problema dell'immigrazione clandestina "si è conclusa oggi con l'approvazione di questi quattri capitoli che per la prima volta riguardano esplicitamente l'Italia", ha concluso Frattini.

Respinti in Libia 76 clandestini


Erano su barcone nel Canale di Sicilia
Un barcone con 76 clandestini, stato segnalato ieri a 29 miglia a Sud di Lampedusa, in acque di competenza maltese, è stato intercettato da una motovedetta della Guardia Costiera italiana. Nella zona era stato inviato anche un aereo militare tedesco, impegnato nella missione Frontex di pattugliamento del Mediterraneo. Gli extracomunitari, tra cui donne e bambini, sono stati consegnati a una motovedetta libica e riportati a Tripoli.
La Russa: "Accordo rischioso ma funziona""Sul fronte dell'immigrazione clandestina abbiamo stretto un accordo politicamente anche pericoloso, ma sta funzionando". Così il ministro della Difesa Ignazio La Russa, a margine di una manifestazione elettorale del Pdl a Fermo, è tornato sulla questione dell'accordo dell'Italia con la Libia di Gheddafi. La Russa ha ribadito la "presa di responsabilità del centrodestra", contro una "sinistra che risponde con il gossip anzichè fare politica".Vertice Ue: "Bozza su immigrazione"E' necessario un "significativo rafforzamento" della cooperazione con i principali Paesi di origine e di transito dei flussi migratori nel Meditarraneo. E' quanto sostengono i leader europei nell'ultima bozza di conclusioni, nella parte dedicata, soprattutto su richiesta italiana, all'immigrazione illegale. I capi di governo europei sollecitano la Commissione Ue ad "esplorare una cooperazione concreta con paesi terzi" avendo come "priorità" la conclusione dei negoziati per gli accordi di riammissione con i principali Paesi di origine e di transito dell'immigrazione. "Fino a quel momento gli accordi bilaterali già esistenti dovrebbero essere adeguatamente attuati", si legge nella bozza.I Ventisette chiedono il coordinamento delle misure per la ridistribuzione interna di chi gode di protezione internazione sul territorio di Stati Ue "esposti a pressioni specifiche e sproporzionate". In particolare il Consiglio prende nota dell'intenzione della Commissione Ue di adottare iniziative soprattutto a Malta. Per i leader europei inoltre è necessario rafforzare le operazioni di controllo delle frontiere coordinate da Frontex, oltre a "regole chiare di ingaggio per le pattuglie congiunte e per lo sbarco delle persone salvate e l'incremento dell'utilizzo di voli di rimpatrio congiunti".

Bari, il Cav. e le ricostruzioni stampa: “Sono dei disgraziati”


Roma, 19 giu (Velino) - “Qui ci sono cose che non ho mai detto: io non ho mai parlato di complotto oscuro, non ho mai detto di temere di essere spiato e non ho mai detto che il mio avvocato è uscito pazzo... Questi sono dei disgraziati”. Sono le telecamere di Sky a cogliere, fuori onda, una telefonata del premier Silvio Berlusconi al parlamentare del Pdl (e suo avvocato), Niccolò Ghedini. A Bruxelles, durante un giro di tavolo delle tv prima dell’inizio dei lavori del Consiglio europeo, il presidente del Consiglio parla con il suo legale delle ricostruzioni giornalistiche che diversi giornali questa mattina gli attribuiscono, secondo cui il Cavaliere avrebbe definito “pazzo” lo stesso Ghedini, in riferimento agli sviluppi dell’inchiesta della procura di Bari. “Ma dai Niccolò – dice Berlusconi al telefono – ma ti sembra possibile che tu possa pensare una cosa del genere di me?”. Il premier conclude la chiacchierata: “A questo punto mi offendo io. Ora chiamo Bonaiuti e facciamo un comunicato”. Comunicato che arriva puntuale. I giornali, si legge nella dichiarazione del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, “continuano” ad attribuire al premier “frasi che in realtà non sono mai state pronunciate”. E questo è “scandaloso”. Bonaiuti, quindi, elenca: “‘Temo di essere spiato’, ‘Sono stato spiato e pedinato’, ‘Risponderò colpo su colpo’, ‘Il mio avvocato è uscito pazzo’, ‘Se vogliono la guerra l’avranno’, ‘È in atto un oscuro complotto’”, frasi che secondo numerosi organi di stampa sarebbero state riferite dal presidente del Consiglio a uomini del suo entourage, sono, “inventate di sana pianta”. “Questo malvezzo – conclude Bonaiuti – è peggiorato negli ultimi tempi, eppure non abbiamo visto ancora un solo intervento degli organi dei giornalisti”.
Il caso domina le prime pagine di tutti giornali. E la maggioranza si stringe attorno al presidente del Consiglio. “Chiunque abbia un minimo di senso delle istituzioni – dice il portavoce del Pdl, Daniele Capezzone – dovrebbe essere indignato e preoccupato all’idea che il capo del governo designato dalla maggioranza degli elettori possa essere oggetto di una simile attività di spionaggio e pedinamento: altro che ‘semplice’ invasione della privacy...”. Mentre Ignazio La Russa, uno dei tre coordinatori del Pdl, accusa: “Si indaga sulla vita privata del premier, violando in maniera indegna i suoi diritti e senza la benché minima avvisaglia di comportamenti che costituiscono reato. Silvio Berlusconi, dice il ministro della Difesa, “è più discriminato dei gay”. E “anche se fosse tutto vero –prosegue intervistato dal “Giornale” – perché mai dovrebbe spiegare a tutti cosa fa nella sua vita privata. E sulla vicenda partita da Bari, cosa c’entra Berlusconi? Non è mica detto che il padrone di casa sappia da chi si fa accompagnare uno degli ospiti che ha invitato”.

mercoledì 17 giugno 2009

CARCERI: ALFANO, NUOVI POSTI, SERVE RECLUTAMENTO STRAORDINARIO DI AGENTI


ROMA - Il piano per la realizzazione di nuove carceri messo a punto dal capo del Dap, Franco Ionta, "sarà sottoposto a breve all'attenzione del presidente del Consiglio e del Consiglio dei Ministri". Lo ha annunciato il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, intervenendo alla Festa della Polizia penitenziaria e facendo il punto sulla strategia degli interventi che il governo intende realizzare per risolvere l'emergenza sovraffollamento. Il piano prevede la "realizzazione in tempi ragionevolmente brevi" di 48 nuovi padiglioni che amplieranno le carceri già esistenti; la ristrutturazione di due istituti penitenziari; la costruzione 'ex novo' di 24 case circondariali "per le quali si ricorrerà anche al contributo essenziale delle imprese private". A conclusione di questi interventi alla fine del 2012 saranno realizzati 17.891 nuovi posti per i detenuti.In conseguenza dell'incremento delle strutture carcerarie sara' necessario un "reclutamento straordinario" di poliziotti penitenziari. E' quanto chiederà il ministro per far fronte all'aumento del numero dei detenuti e alla conseguente intenzione del governo di costruire nuovi penitenziari. Il Guardasigilli si è impegnato, "pur nelle ristrettezze determinate dalla contingente crisi economica che non ha risparmiato la pubblica amministrazione", a fare quanto è nelle sue possibilità per procedere a questo reclutamento straordinario di agenti.


NAPOLITANO: SOVRAFFOLLAMENTO PROBLEMATICO - Un ringraziamento per l'attività svolta dalla polizia penitenziaria nel "contesto particolarmente complesso della gestione carceraria, reso ancor più problematico dal contesto dal fenomeno del sovraffollamento" viene rivolto dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nel messaggio inviato al Capo del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria, Franco Ionta, in occasione dell'anniversario di fondazione del Corpo.


IONTA: MASSIMA ALLERTA E ALTERNATIVA ALLA DETENZIONE - "Le difficili condizioni che il sistema penitenziario sta vivendo a causa del sovraffollamento" impongono "la massima allerta" dal momento che verrà toccata "presto la soglia massima di tollerabilità di presenze" nelle carceri. A mettere in guardia sui rischi di un sistema che si avvia verso il tutto esaurito è il capo del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, Franco Ionta, nel corso del suo intervento in occasione della Festa del Corpo dei 'baschi azzurri'. Nei 206 istituti penitenziari italiani - sottolinea - ci sono 62.961 detenuti (dato riferito al 31 maggio scorso, mentre la soglia 'tollerabile' è di 63.702 posti e il limite regolamentare di 43.201, ndr). I poliziotti penitenziari, ai quali Ionta rivolge in apertura un particolare ringraziamento sono 40.334 su un organico previsto di 45.109 unità. Il capo del Dap fa notare come "gli effetti dell'indulto che, per pochi mesi, hanno consentito una transitoria riduzione della popolazione detenuta, sono ormai superati". Secondo Ionta e' necessario fare più ricorso alle misure alternative al carcere, non solo per contenere il sovraffollamento ma anche perché è provato che in questo modo il livello di recidiva dei condannati si abbassa. "La certezza della pena - sottolinea - è certamente un principio indiscutibile, ma bisogna comprendere che una pena flessibile sostiene il cambiamento della persona condannata, che, se adeguatamente sostenuta e accompagnata nel percorso di reinserimento sociale, abbassa il livello di recidiva ed è un valido strumento deflattivo delle presenze nelle carceri, con ricadute positive sui livelli di vivibilità" negli istituti penitenziari. Anche perché - aggiunge - "siamo convinti che non basti ampliare i posti letto per i detenuti perché la detenzione sia ritenuta in linea con i principi costituzionali del rispetto della dignità dell'uomo".


ALFANO: NON SI ARRETRA SULLA CERTEZZA DELLA PENA - "Questo governo non intende arretrare di un millimetro sul fronte della sicurezza sociale e della certezza della pena, senza la quale i cittadini onesti rimangono spesso disorientati e la minoranza che delinque si rafforza nella convinzione di una sostanziale impunità ", ha detto il ministro della giustizia Angelino Alfano.