domenica 31 maggio 2009

BERLUSCONI, BASTA CON FOTO PRESE CONTRO OGNI PRIVACY


ROMA - ''Debbo constatare con amarezza che la mia vita privata viene continuamente strumentalizzata ed utilizzata mediaticamente a fini politici''. Lo afferma il premier Silvio Berlusconi. ''Oggi cio' accade con ancora maggiore insistenza in prossimita' delle elezioni. Le illazioni e le insinuazioni apparse quest'oggi sulla stampa sono irrilevanti ed inaccettabili. I miei tre figli piu' giovani non hanno in alcun modo preso posizione rispetto alla separazione dei genitori e d'altronde - prosegue il presidente del Consiglio- io non desidero che lo facciano''. ''Credo che l'amore e l'educazione che hanno ricevuto dalla loro madre e da me abbiano consentito loro di crescere bene e di munirsi di quella dose supplementare di equilibrio richiesta in una condizione di particolare visibilita' familiare. Credo altresi' che nessuno debba permettersi di interpretare arbitrariamente - conclude- il loro apprezzabile riserbo''. BERLUSCONI, BASTA CON FOTO PRESE CONTRO OGNI PRIVACY(di Paola Spadari) "Sono spiaciuto che si portino sulle prime pagine dei giornali situazioni che dovrebbero attenere esclusivamente alla vita di una famiglia. Tutto qui". Silvio Berlusconi, tra lo scroscio degli applausi della platea, risponde così ai cronisti che a Bari lo interpellano sull'intervista rilasciata oggi da Daniela Santanché a Libero: l'ex di An attacca Veronica Lario dicendosi a conoscenza del fatto che la moglie del presidente del Consiglio ha un compagno. Nessuna smentita e nessuna conferma da parte del presidente del Consiglio sull'ultima puntata, finita su un giornale, del gossip politico-familiare che lo riguarda. Ma da Berlusconi arriva una difesa a spada tratta della sua privacy, su un fatto che in ogni caso - puntualizza - riguarda esclusivamente la vita della sua famiglia. Punto e basta. Ma è un fatto che per la seconda volta il presidente del Consiglio, nei giorni in cui sulle pagine dei giornali si infittiscono interviste, retroscena e foto sul caso Noemi - a seguito del quale Veronica Lario ha annunciato la volontà di divorziare - e sulle presunte invitate alle feste di Villa Certosa, si trovi ancora una volta schierata al suo fianco l'ex deputata di An determinata ad offrire al giudizio degli italiani un' angolazione diversa della dinamica che ha portato ai ferri corti il premier e sua moglie. E per questo obiettivo la Santanché è pronta a denunciare quello che definisce "un gioco truccato" e a sacrificare anche la solidarietà femminile della quale si è sempre fatta paladina nella sua storia politica. Già all'indomani dello sfogo di Veronica Lario contro il marito ("frequenta minorenni") la leader del Movimento per l'Italia non le aveva risparmiato critiche perché, a suo avviso, la consorte del presidente del Consiglio aveva sbagliato dicendo cose inopportune come moglie, come madre e come italiana. Ed oggi rincara la dose. "Il presidente non ha sfasciato nessuna famiglia - dice infatti nell'intervista di Libero- ma è Veronica Lario che da molto tempo ha un compagno". Berlusconi "ha tentato di tutto per tenere ugualmente in piedi la famiglia. Ha rinunciato ad avere al fianco la sua donna - spiega -, ha accettato che l'Italia non avesse una first lady, ha messo da parte il suo orgoglio di uomo. Con la moglie ha fatto un patto: andiamo avanti, non sfasciamo tutto, ha pensato ai figli, ai nipotini. Insomma, ha fatto quello che pochi uomini, soprattutto nelle sue condizioni, avrebbero il coraggio di fare. Ha accettato ciò che pochi uomini accettano. Cosa gli sarebbe costato divorziare e rifarsi una famiglia, un amore? Il battito di un ciglio e la questione era risolta. E invece nulla". Santanché spiega al quotidiano di Vittorio Feltri di essersi decisa a rendere nota questa "verità " per l'insistenza con la quale viene condotta la campagna mediatica contro il premier "non più accettabile, sopportabile". "Qui c'é di mezzo il futuro del paese", sostiene.

"Foto in casa, toccato il fondo"


Berlusconi: la privacy è a rischioE il Pd lo incalza sui voli di Stato
BARIOra basta, basta tutti. Silvio Berlusconi chiede che si fermi il ciclone mediatico intorno al suo privato che ogni giorno diventa più pubblico. «Davvero siamo arrivati a toccare il fondo con questa intromissione nel privato da parte di tutti», prova a porre un freno il premier da Bari, dove è arrivato per la campagna elettorale per europee ed amministrative. «Nessuno può accettare che da fuori casa tua un fotografo arrivi a fotografarti dentro casa», si indigna in conferenza stampa di fronte al nuovo caso del sequestro giudiziario delle foto ’rubatè nella sua Villa di Porto Rotondo. E ancora più amaro è sull’intervista a Daniela Santanchè, che apre oggi il quotidiano Libero attribuendo una relazione a sua moglie Veronica Lario. «L’altra cosa», la chiama il premier, senza riuscire a darle un nome. Per poi aggiungere: «Sono spiaciuto che si arrivi a portare sulle prime pagine dei giornali delle situazioni che dovrebbero soltanto attenere alla vita di una famiglia». Di una cosa il Cavaliere è certo: queste vicende non influiranno sul voto ormai prossimo. «Gli italiani sono più avveduti di certi politici e di certi giornali - dice il premier alla locale Gazzetta del Mezzogiorno -. Sanno distinguere la realtà dalle calunnie e la politica dalla spazzatura. E con il voto spazzeranno via questa spazzatura dal dibattito politico». Ma resta il fatto che ci sono state gravissime invasioni della sua privacy. «Le foto le ho potuto vedere anche io e sono così inutili che un giornale della Mondadori ha ritenuto di non doverle pagare neppure diecimila euro. Ma era veramente una situazione presa contro ogni privacy», afferma sugli scatti a Villa Certosa sequestrati dalla Procura. «La riservatezza e la privacy sono diritti fondamentali che fanno parte del più importante diritto di libertà. E a questo proposito - aggiunge - ci stiamo impegnando perchè anche sulle intercettazioni non si può accettare che si continui con questo sistema, per cui nessun cittadino italiano quando solleva un telefono è sicuro di parlare riservatamente con i propri cari o con la propria moglie».Intanto le opposizioni non mollano la presa sulle voci in merito all’utilizzo di voli di Stato per condurre gli ospiti di Berlusconi nella sua Villa in Sardegna: dopo le interrogazioni del Pd, oggi è Antonio Di Pietro a preannunciare un analoga iniziativa parlamentare. La maggioranza replica parlando di «complotto» a danno del premier: a drammatizzare questa tesi è stato il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, con il Pd che lo invita a riferire alle Camere su questo tema. «Questo vizio di utilizzare gli aerei di Stato per andare a vedere le partite, la formula uno o per andare a fare baldoria in riva al mare deve finire perchè si chiama peculato», ha detto Antonio Di Pietro preannunciando un’interrogazione parlamentare.

Lite Annunziata-Maroni: "Di gossip non parlo"


Roma - Scambio di battute al vetriolo tra il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, e Lucia Annunziata, che lo stava intervistando a "In mezz’ora". A dar fuoco alle micce della discussione le domande dell'Annunziata sulle foto "rubate" a villa Certosa. "Se vuol fare la trasmissione parlando di gossip, la faccia con qualcun altro, non con me" ha replicato il ministro leghista alla giornalista, quando lei gli ha chiesto conto a più riprese di alcune sue interviste in cui si paventava un complotto anti-Berlusconi. Maroni: "Sono ministro dell'Interno, non parlo di gossip" "Se vogliamo parlare di immigrazione e lotta alla criminalità - ha detto Maroni - che tra l’altro interessano gli italiani più del gossip intorno a Berlusconi, bene, altrimenti...". "Mi dispiace che lei cominci così - ha risposto Lucia Annunziata - ma non sto facendo gossip, non ho mai usato il termine "velina" o "Noemi". È una questione istituzionale, c’è un colpo di Stato in corso? Non conosco domanda più istituzionale di questa". "Basta leggere i giornali - ha spiegato allora Maroni -, quali montature sono state fatte intorno al presidente del Consiglio". Ma il ministro ha anche fatto notare "il risultato di tutto ciò, cioè che il Berlusconi l’anno scorso ha vinto con la Lega le elezioni, a dimostrazione che i cittadini credono più alle nostre proposte che non ai gossip di cui ormai sono pieni i giornali con grande tradizione ma che ormai assomigliano ai tabloid inglesi". Lucia Annunziata a quel punto ha proposto una domanda sulle foto a villa Certosa, attualmente sequestrate. "Ma c’è un’inchiesta in corso, sono davvero meravigliato di queste domande. Di che cosa vogliamo parlare? Di che cosa ci stiamo occupando? Di gossip o di vicende che riguardano la Procura? Siamo seri, sono il ministro dell’Interno e mi occupo di altre cose, non di gossip". Annunziata: "Sono serissima" "Anche io sono seria - ha ribattuto la giornalista - sono una giornalista serissima. Ma se leggo sul "Corsera" che l’ex premier Topolanek appare in uno scatto senza abiti, mi chiedo, non è una questione che impatta con il G8?". "Se vogliamo parlare di gossip possiamo farlo amabilmente, io preferirei parlare di cose serie, non credo la conversazione possa continuare su questa direzione" ha obiettato il titolare del Viminale. "Mi paiono domande istituzionali" ha spiegato Annunziata. "Se vuol fare la trasmissione sul gossip e veline la faccia con qualcun altro, non come me". Il resto della trasmissione è stata impostata dalla Annunziata con domande su cui lei stessa chiedeva al ministro il gradimento. Chiarimento finale Alla fine, dopo molti e reciproci attestati di stima e simpatia, Annunziata ha chiesto: "Lei è soddisfatto di questo colloquio? Secondo lei questa è un’intervista perfetta?", non credo che un buon politico come lei "possa davvero pensare che tutta questa storia del complotto sia solo gossip, è umiliante. Io posso dimostrare che ho fatto un’intevista buona, come le volete voi". "Io - ha concluso Maroni - sono soddisfatto perchè stamane abbiamo oscurato due siti internet che inneggiavano ad al Qaeda, sono queste le cose di cui mi occupo, il resto è polemica elettorale e gossip".

G8: BERLUSCONI, INCONTRERO' OBAMA IL PROSSIMO 15 GIUGNO


ROMA - Il premier Silvio Berlusconi conferma che incontrerà il presidente Usa Barack Obama il 15 giugno prossimo. Parlando del G8 alla trasmissione "Telecamere", Berlusconi ha detto che quello che si svolgerà in Italia "sarà uno dei più importanti degli ultimi anni", e che per far ciò il governo sta lavorando per prepararlo bene: "Io - ha detto il Presidente del Consiglio - il 15 giugno sarò da Obama a discutere sulle nuove regole dell'economia e della finanzia mondiale". In agenda al G8, poi, ha ricordato ci sono altri importanti temi, come il clima, la non proliferazione, il Medio Oriente, ecc. "Direi che sarà G8 intenso", ha concluso.CITTA' DEL VATICANO - Il primo incontro tra papa Benedetto XVI e il nuovo presidente statunitense Barack Obama avverrà il prossimo luglio, al margine del vertice del G8 all'Aquila. Fonti diplomatiche vaticane e statunitensi hanno confermato che si sta lavorando per organizzare l'udienza prima o subito dopo il summit dei paesi più industrializzati del mondo, che si terrà all'Aquila, dall'8 al 10 luglio. La data più probabile sembrerebbe essere al momento quella del 10 luglio, anche se non vi sono ancora conferme ufficiali.
G8: ROMA, STOP A TERRORISMO IN RISPETTO DIRITTI(di Massimo Nesticò e Silvia Barocci) Guerra al terrorismo, "una delle più gravi minacce alla sicurezza internazionale", ma nel rispetto dei diritti umani. Il vento nuovo di Barack Obama soffia anche sulla riunione ministeriale Giustizia-Interno del G8. Quanto alla richiesta Usa all'Europa di accogliere i detenuti di Guantanamo, si è registrato lo smarcamento del ministro dell'Interno, Roberto Maroni, che si è detto contrario "a meno che non c'é la garanzia che questi soggetti siano detenuti in carcere nei Paesi di destinazione". Annunciata, inoltre, la sospensione degli accordi di Schengen con il ripristino dei controlli alle frontiere dal 18 giugno al 15 luglio, in vista del G8 dell'Aquila. MISURE ANTITERRORISMO COMPATIBILI CON RISPETTO DIRITTI - I ministri hanno sottolineato "l'importanza di rendere compatibili le misure antiterrorismo col rispetto dei diritti fondamentali dell'uomo e lo Stato di diritto". A destare particolare preoccupazione è "la capacità costante di radicalizzazione e reclutamento" delle organizzazioni terroristiche. E anche in Italia, ha spiegato Maroni, "la minaccia jihadista è costante, come dimostra la chiusura nei giorni scorsi di due siti che facevano apologia della violenza come strumento per affermare la religione islamica". I ministri del G8 hanno condiviso l'opportunità di potenziare la collaborazione internazionale in questo campo, in particolare per "proteggere le infrastrutture critiche a cui si appoggiano le nostre industrie e le nostre società". Ma la prevenzione non basta. Servono "sanzioni penali efficaci, proporzionate e dissuasive" nei confronti di chi è stato riconosciuto colpevole di atti di terrorismo. GUANTANAMO, MARONI FRENA SU RICHIESTE A USA - Alla riunione era presente l'Attorney general Usa, Eric Holder, che negli incontri bilaterali avuti in Italia ha rinnovato la richiesta di accogliere alcuni dei 240 detenuti di Guantanamo, il supercarcere americano nell'isola cubana destinato alla chiusura. Ai Paesi europei gli Usa vorrebbero trasferire almeno 50 detenuti, di cui "due-tre" in Italia. Il ministro Maroni non ha specificato il numero esatto, anche se nei giorni scorsi si è appreso che si tratterebbe di due tunisini, Riadh Nasri e Moez Fezzani, per i quali la magistratura di Milano ha spiccato un mandato di custodia cautelare in carcere nel 2007. Per Maroni, come già per i ministri della Giustizia e degli Esteri, Angelino Alfano e Franco Frattini, la questione va definita in un quadro europeo la prossima settimana al Consiglio Gai di Lussemburgo. Il ministro ha però anche espresso la sua "personale contrarietà" ad accogliere i detenuti di Guantanamo. "Io - ha dichiarato - penso che i Paesi Schengen debbano accogliere solo quelli che possono essere giuridicamente detenuti in carcere. Sono invece contrario ad accoglierli senza questa possibilità, altrimenti queste persone sbarcano a Fiumicino o a Malpensa e poi possono girare liberamente per il Paese. Ciò non è accettabile perché accresce il rischio terrorismo". DICHIARAZIONE FINALE, ANCHE LOTTA A PIRATI E CYBERCRIME - Nel documento conclusivo hanno trovato spazio anche la lotta alla pirateria nel golfo di Aden ("é urgente" individuare a livello internazionale lo strumento giuridico per assicurare i pirati alla giustizia), il cybercrime (i ministri hanno parlato di crescita "allarmante" dei furti di identità su internet), e pedopornografia (proposta la creazione di una black list dei siti e la denuncia da parte dei provider dei servizi internet). E' stato, ha commentato a conclusione dei lavori Alfano, un "G8 della concretezza" e questo perché "abbiamo beneficiato della credibilità della politica estera del premier Berlusconi".

"Pronti a pagarmi per incastrare Berlusconi"


Una lunga trattativa. E alla fine i giornalisti dell’Espresso buttano sul tavolo la loro proposta: «Io te la pago - dice uno di loro - se tu hai l’altra cosa. Se hai le foto, se hai i gioielli». Insomma, le prove della relazione con il Cavalier Silvio Berlusconi. Laura, Laura Drezwicka, la biondissima del Grande Fratello, non sa nulla. Ma decide di giocare, fa intendere, provoca, spara di aver avuto una relazione col Cavaliere. E freme per concedere un’intervista. A pagamento, va da sé. La richiesta è secca: cinquantamila euro.
Cinquantamila euro per raccontare tutti i dettagli piccanti, piccantissimi, privati, privatissimi, che riguardano Berlusconi e la sua privacy. «I giornalisti dell’Espresso - racconta ora lei al Giornale - erano scatenati. Volevano sapere tutto, ma proprio tutto sulle abitudini erotiche del presidente del Consiglio». Del resto, il settimanale del gruppo De Benedetti attualmente in edicola spara un servizio dal titolo più che promettente: «L’harem di Silvio». E ormai c’è una lunga tradizione di pseudo scoop sulle avventure sentimentali del premier: le feste a Villa Certosa, le ragazze invitate in Sardegna, il caso Noemi, i gossip sulle ministre. La task force del periodico prova da mesi a guardare attraverso il buco della serratura dentro la camera da letto di Silvio. «Credo - prosegue Laura - che abbiano incontrato molte, moltissime ragazze, chiedendo degli sms di Silvio, delle foto in posa con lui, dei regali che avrebbero ricevuto».Il giornalismo sotto le lenzuola mobilita energie e risorse. E l’Espresso è disposto a pagare queste rivelazioni esplosive.Al tavolo di un ristorante di Napoli sono sedute quattro persone: Laura, la sua amica Roberta, fotografa, i due emissari del settimanale. Un redattore e un collaboratore. Laura, una sorta di Paris Hilton all’amatriciana, vanta un curriculum stuzzicante: esordio folgorante come «sexy car washer», in quasi topless mentre puliva grandi auto fra goccioloni luccicanti, si è esibita senza veli nel circuito di alcune tv private, infine è entrata nella stanza del Grande fratello al posto di Daniela Martani, la hostess poi licenziata dall’Alitalia. E questo suo exploit è stato oggetto di molte mormorazioni e chiacchiericci: chi l’ha spinta fin sotto le telecamere bramate da legioni di aspiranti veline? Insomma, ha tutte le curve e le zone d’ombra per attirare la curiosità della stampa come il miele le api.Bastano poche frasi di circostanza e subito arriva la richiesta: «Lei - spiega Roberta - pensava a una cifra di 50mila euro per questa... 50mila euro che è il prezzo che lei ha valutato con me, questa è la cifra per rilasciare questa intervista».
Cinquantamila euro. Sono tanti ma all’Espresso la storia fa gola. Con quel corteo di dettagli torbidi, particolari scabrosi, relazioni peccaminose. «Se tu vai da Oggi o vai da Gente - riflette l’inviato - a fare un’intervista del genere... Se lo fai con l’Espresso invece... Vogliamo parlarne seriamente... Se no la chiudiamo tu sei libera di... chiudere con il nostro giornale. Però volevo dire che non è una cosa che si fa proprio così. Io vado dal direttore e dico “c’ho una ragazza che ha fatto il Grande fratello e potrebbe raccontare cose di Berlusconi e gli diamo 50mila euro”, non ti dirà mai di sì».

Ci vogliono le prove per dire sì e staccare l’assegno: «Se io riporto di lei cose gravi del presidente del Consiglio devo essere sicuro».Sicuri o dubbiosi, i cronisti hanno drizzato le antenne e affondano le domande: «Si è comportato bene fino a quando?» «Fino a poco tempo fa». «Ma perché si è stufato?». «No, non è che si è stufato... Forse è per i casini che stanno succedendo adesso, mica per altri motivi».
Gira e rigira, la discussione si avvita sempre intorno allo steso punto: «Hai qualche elemento per documentare la tua relazione sessuale o no?» «Ho le mie prove». E non ti senti un po’ Monica Lewinsky?» «Io ho le mie prove». Come la stagista americana aveva le sue.
Laura tiene sulla corda i giornalisti, si sbilancia, allude, poi ingrana la retromarcia. E le domande a pagamento scendono come chicchi di grandine: «Ti ha pagato l’affitto?». «Ha pagato l’affitto». «Molte stanno lì». «Eh, sì», risponde Laura. Pronta per un altro quiz: «Hai visto cose che faceva che so con la Carfagna, con la Matera, con quelle che ha candidato?» È l’unico passaggio «istituzionale» della conversazione.
Laura mena il can per l’aia, precisa, per chi ancora non lo sapesse, che le donne hanno una psicologia particolare, parla di sensazioni. I cronisti incalzano. Le domande sono sempre più «politiche»: «Ti chiamava?». «Mi chiamava spesso la sera». «Stava al telefono a lungo?». «Abbastanza». Sembra di essere dentro uno spot. «Ho delle prove telefoniche, ma solo sms».
«Sono vincolanti questi sms» esultano i giornalisti. «Sono belli, sono belli», ripete lei, più stereotipata di un’oca giuliva «Amichevoli?», insistono prudenti gli inviati. «Amichevoli no, perché non è solo mio amico».
Ci siamo, o forse non ancora. Laura è la reginetta del dico-non dico, come del vedo-non vedo. Il safari nella vita privata del premier riprende: «Non c’hai una foto un po’ più... una foto che prova». Così, con qualche scatto hard, il tormentone sul Cavaliere potrebbe chiudersi una volta per tutte.
Laura fa balenare quel che non ha, l’immagine potrebbe pure esserci. La starletta rilancia: «Sì una foto che non ho visto da nessuna, con nessuna ragazza, ce l’ho questo documento, ce l’ho sul telefono. È ovvio che non te l’ho fatto vedere perché non posso farti vedere». La caccia al tesoro è a un passo dalla meta.
L’affare sembra possibile. «Questo - replica uno dei giornalisti - per me sarebbe... Cioè se avessi questa cosa io potrei dire al direttore: c’è questa cosa... che siete molto amici... che siete stati dentro casa sua da sola con lui dentro la sua stanza». Questo sì che sarebbe bingo.
Serve altro? C’è bisogno di qualcosa ancora dopo aver frugato dentro Vila Certosa con gli obiettivi dei paparazzi?
Laura non molla: «Io prima volevo fare un’intervista per un compenso, poi mostrerò le foto». Laura vuole i soldi, Laura vuole i riflettori, l’Espresso vuole le prove. Poi la vita privata, personale, intima del Cavaliere potrà pure essere fatta a pezzi.

Dunque, si va avanti a comporre un fantomatico manuale erotico del Cavaliere. Le domande si fanno ancora più esplicite, quasi surreali, grottesche: «Faceva delle cose anche insensate oppure no? Cioè ha controllo come uomo oppure no?». «Con te non ha mai avuto dei comportamenti folli?».
Altro che Palazzo Grazioli. Qui siamo in una galleria di personaggi lombrosiani. Insomma, lo scoop potrebbe pure essere più grande del previsto: un Cavaliere mostro, o bruto o chissà che altro. Una pellicola dell’orrore. Che botto.
Meglio consolidare il terreno con altre domande a ventaglio: «Ti ha mai raccontato di essere stato con due donne insieme?». Certo, nel Kamasutra dell’Espresso il capitolo orge era rimasto incredibilmente nell’ombra. Laura si supera: «Guarda, io non coinvolgo nessuna altra persona in questo racconto».
Laura indica ma non chiarisce e allora, persa ogni misura, dal taccuino saltano fuori temi che gli stessi cronisti maneggiano come saponette, «come leggende metropolitane che girano». Finiscono tutte insieme nel mulinello: «C’è questa storia della puntura alla base del pube che ti permette di avere rapporti sessuali continuamente per ore». Ma la leggenda, come tutte le leggende, non finisce qua: «Ha avuto anche problemi dal punto di vista di un eccesso di afflusso di sangue». Sono informati, all’Espresso.
O forse è una domanda. Laura si ricorda di essere stata una «sexy car washer»: «Mi stai chiedendo se ce l’ha grosso?». Ridono tutti, adesso. Ma è un istante. Laura torna a pattinare sulla zona grigia: «Io questa cosa non me la sento di dirla in questo momento se fa le punture o no... Non te la dirò mai». Il Paese resterà appeso al rebus.Meglio divagare, sì, ma non troppo: «Lui si diverte e gioca e gli piace vedere magari due donne che si baciano fra di loro e magari fanno lo spogliarello, cose di questo genere... Si renderebbe ridicolo. Era per capire questa cosa qua appunto anche in questo». Laura è una barriera: «Quello fa parte dell’intervista, non mi va di rispondere».Non subito. E allora si torna a parlare delle garanzie e del compenso, il carburante della conversazione: «A me quel che interessa è se tu hai una foto che documenta un rapporto particolare con lui... che fa capire lui come personaggio anche in relazione alla politica cioè come...».
«Io comunque adesso ci penso».Sì, basta, almeno per questa volta: «Io te la pago se tu hai quest’altra cosa. Se tu hai le foto, se tui hai i gioielli. Il fatto che ti ha iscritto al Grande Fratello perché veramente... non la possiamo fare» l’intervista. «Tu non puoi dire che uno è l’amante tuo soltanto sulla base della tua parola». «Be’, già il Grande Fratello penso che sia una bella prova». «Si dice che sono state segnalate...».
Siamo al capitolo raccomandazioni, ma Laura se ne va. Ci sarà tempo per un altro appuntamento. E per altri mercanteggiamenti.


Alcune considerazioni personali:
la cosa che piu' mi stupisce di tutta questa storia e' che un giornale come Repubblica giornale con una grande storia di giornalismo, che mette pur di di sputtanare il premier, a fare la concorrenza a novella 2000; invelce di analizzare i provvedimenti che il governo presenta e anche a criticarli, cosa nel diritto dei giornalisti ,si e' abbassato a fare gossip cosa cosa che non gli appartiene.
Criticare la vita privata di Berlusconi e' una cosa che ha il diritto di fare solo la sua famiglia nel privato della sua casa,cosa che succede in tutte le famiglie e non alla stampa.
Una cosa che Repubblica e i suoi giornalisti devono capire e' che agli italiani intaressa sono i provvedimenti prende per tutti noi e non cosa fa o non fa Berlusconi nel suo privato.
Cosi' facendo Repubblica sta' facendo un favore al cavagliere, perche' sta' spingendo gli italiani verso di lui e non contro di lui.
Fino a quando non capiranno questo punto repubblica rimarra' un giornale di gossip e come qualcuno lo ha definito Repubblica 2000 e non quel quotidiano di intaresse pubblico che e' stato in passato.
Luca Marinoni

«Chiedo scusa a Noemi e al presidente»


Riceviamo e pubblichiamo, nella forma originale nella quale ci è stata consegnata, una lettera di Luigi (Gino) Flaminio, ex fidanzato di Noemi Letizia


Dopo essere stato oggetto di discussione e anche di tante accu­se ora dico quello che penso. La mia verità e il mio pensiero per quello che può interessare. Tutto incomincia con un intervista di 2 giornalisti che tengo a precisare, sono stati loro a cercare me. Mi chiedono di Noemi e della nostra storia d’amore, Dicendomi che avrebbero fatto solo alcune domande su di Noi. I Giornalisti di REPUBBLICA mi chiedono di fare un video dove loro mi avrebbero fatto delle domande. Ho detto solo la verita. Da quel video si scatena il putiferio, ce chi dice che sono stato Diffamatorio, Falso e uno che vuole solo apparire per fare soldi. Ora dico io, cosa e chi ho diffamato? Premetto non ho preso né chiesto un centesimo da REPUBBLICA (ma mi sono stati offerti da qualche altro giornale per l’incomodo).
Ma mi sento solo usato e strumentalizzato contro qualcuno o qualcosa. Ora apro gli occhi e riesco a capire tutto mentre me ne dicono e fanno di tutti i colori, che sono un pregiudicato (cosa vera ma è stato un unico episodio dove me ne sono pentito amaramente per il Dolore dato alla mia famiglia e sia per il gesto compiuto, e comunque ho pagato il conto con la giustizia) poi mi dicono che sono un cammorrista, Boss, Bugiardo, Leader di Sinistra, Falso, Diffamatore, insomma una schifezza di uomo. Ma si rendono conto cosa dicono? che centra tutto questo? PURA FALSITA! Vorrei tanto QUERELARE ma purtroppo non posso permettermi un avvocato penalista.
IL MIO PUNTO DI VISTA sono stato usato da qualcuno che non potendo attacare L’uomo del popolo (così io chiamo il PRESIDENTE) Usa un Gossip un Pettegolezzo, la mia storia d’amore con Noemi. Ora stanno insinuando che lui ha avuto rapporti di SESSO cosa che escludo a priori e impossibile! conoscendo Noemi è i suoi valori. Possibile che l’uomo del Popolo non possa avere una sua vita privata? Che male c’e ad essere amico di una famiglia normale? Questa e la cosa bella lui è diverso dai soliti politici lui è amico di tutti degli Chef, Operai, Dipendenti, Mendicanti, Poveri insomma di TUTTI. Sono Dispiaciuto per quello che si è venuto a creare non lo avrei mai immaginato. Chiedo Scusa pubblicamente a Noemi e Tutti per il Clamore che ha suscitato la nostra storia D’amore e le auguro tutto il BENE DI QUESTO MONDO. Questa è la pura verità. per il resto vi prego tutti di lasciarmi in pace.
Luigi (Gino) Flaminio


sabato 30 maggio 2009

Le verità a pagamento di Gino, l'ex di Noemi Il video dell'incontro


di Gabriele Parpiglia e Stefano Zurlo


Napoli - «Per il disturbo?». Gino, Gino Flaminio, l’ex fidanzato di Noemi, non si accontenta di una stretta di mano. Alle sei della sera, al tavolo del ristorante «La scialuppa», s’è capito che l’intervista non si farà. Troppe complicazioni. Troppe difficoltà. Troppo di tutto. E poi Gino ha già venduto le sue confessioni a Novella 2000: diciotto pagine diciotto che usciranno fra squilli di tromba il 4 giugno. E allora noi che ci stiamo a fare? Il giornalista e il fotografo possono battere in ritirata.
Alle sei di sera, dopo una lunghissima giornata, l’affare sfuma. Ma Gino, sotto lo sguardo vigile di papà Antonio, reclama la sua parte: «Per il disturbo?». Il cronista guarda papà Antonio, papà Antonio indica ancora il figlio Gino. Sembra un piccolo presepe napoletano. Meglio tagliare corto e allungare l’obolo. Cinquecento euro. Gino conta e riconta soddisfatto. Non ci avrà venduto il suo oracolo, ma è contento lo stesso. La giornata non è stata sprecata. Saluta e se ne va con papà Antonio. Prima, però, sembra colto da un sussulto che assomiglia a un senso di colpa: «Se vedi la famiglia di Noemi digli che non ce l’ho con loro e mi dispiace per tutto quello che è successo».Tutto quello che è successo, naturalmente, è quello che pomposamente chiameremo il «Noemigate». Gino, che è stato il fidanzato di Noemi dall’estate 2007 al gennaio 2009, ci ha messo del suo con un’intervista a Repubblica. E il suo verbo traboccherà anche dalle pagine di Novella.
Così, a furia di raccontare, dev’essersi convinto che forse anche per lui la svolta è arrivata. Il mestiere di intervistato, a quanto pare, può rendere. Può diventare una professione. Un business. O, almeno, un modo per raccattare la mancia e concedersi qualche sfizio.Così, il ragazzo non fa una piega quando alle 8 del mattino incrocia sulla sua strada per il lavoro un giornalista e un fotografo, con regolare macchina al collo, che gli vogliono parlare. Gino, ormai, nuota con disinvoltura nell’acqua dei media.
Siamo alla periferia di Napoli, due passi dalla stazione. Gino ha 22 anni, una passione per la kickboxing, un impiego da operaio. Indossa jeans corti, una maglietta stretta ai fianchi, gli addominali sono bene in vista. E pure il padre, Antonio, l’aspetto ultragiovanile, in pratica l’angelo custode incollato al suo ragazzo.
Presentazioni: siamo, nientemeno, la stampa estera. Altrimenti, visto il cappio delle esclusive per l’Italia, la conversazione cadrebbe subito. Invece, quel riferimento internazionale accende la curiosità. Nel figlio e, soprattutto, nel genitore. È Antonio ad aprire subito, senza preamboli e senza nemmeno sapere chi siamo con precisione, la trattativa. Da bancarella, sia chiaro: «Ci accordiamo».
Sì, ci accordiamo, faremo un’offerta. Il padre in verità ce l’ha un po’ con tutti, non dev’essere facile misurarsi con gli inconvenienti della pubblicità e della fama. «Hanno dipinto mio figlio come un mostro. Chi oggi in Italia non ha precedenti penali?».
In effetti, qualcuno con la fedina penale immacolata in giro c’è ancora, il problema è che Gino ha una condanna a due anni e 6 mesi per rapina. Dettagli. Ora papà Antonio punta il dito in un’altra direzione: «Stanno cercando di screditare mio figlio. Noi mangiamo grazie a Berlusconi, mai e poi mai saremmo andati contro il premier». E allora, com’è andata questa storia con Repubblica?«Io ci ho una rabbia incredibile», spiega Gino, mentre si avvia in auto col padre verso I pellettieri di Napoli, dove lo aspettano le canoniche otto ore. Com’è andata?
Non c’è tempo per chiarire. «Vediamoci senza problemi a casa nostra stasera», spiegano. «Ora dobbiamo lavorare». Scambio di cellulari. Saluti. All’ora di pranzo, ecco la telefonata. E la location cambia. Il nuovo appuntamento viene fissato per le 17 al ristorante «La scialuppa». In realtà, il ragazzo deve aver faticato meno di otto ore, perché ha avuto il tempo per fare anche altro: «Mi sono disegnato le sopracciglia», spiega mostrando fiero e felice il nuovo tatuaggio. Il cameriere porta quattro Crodini: per il giornalista, il fotografo, Gino e papà Antonio. Tranquilli, c’è pure lui, anche se il figlio ha passato da un pezzo il traguardo della maggiore età. Gino si fa serio e guarda negli occhi il cronista: «Hai visto il padre di Noemi prima di me?». «Sì e ha parlato bene di te». È sorpreso: «Già questo è uno scoop, perché mi ha sempre rinnegato. L’ha fatto perché sei la stampa estera». Figurarsi.
Gino vuole spiegare quell’intervista a Repubblica: «Da Repubblica non ho preso soldi, per Novella è diverso». Diverso quanto? Papà Antonio cerca di spingere avanti la trattativa, come un’auto che non vuol ripartire: «Devi parlare direttamente con Gino». «Per Novella – riprende il ragazzo – non posso dirti a quanto ho chiuso perché così perderei la serietà. Non ve lo posso dire».
Però può provare a spiegare l’altro capitolo: «Perché è successo tutto questo bordello. Repubblica mi ha preso con l’inganno. Io non sapevo che era Repubblica». Strano, perché Gino ha concesso anche un’intervista video. «Se mi pagate – va avanti il giovane – vi spiego perché ho dato quella videointervista. Hanno scritto cazzate, un sacco di cazzate. Non si sono presentati come Repubblica, hanno detto che erano stati mandati dalla famiglia di Noemi». Papà Antonio riassume in modo stringato: «Siamo stati presi per cretini. Dopo ci hanno detto chi erano. Abbiamo fatto una figura di merda».«Abbiamo fatto una figura di merda – conferma Gino –, altro che simbolo della sinistra. Se mi paghi ti dico perché ho fatto l’intervista in video».
È arrivato il momento di stringere. Accordo o tanti saluti. Ma c’è anche l’atmosfera giusta per sfogarsi: «Mio figlio non ha mai avuto a che fare con i giornalisti. Non sa niente di politica, ci hanno preso in una situazione un po’ così». Sembra una staffetta, ora tocca ancora al giovane: «Mi hanno contattato un sacco di giornalisti, ora mi sono messo in mano a delle persone e anche prima di venire qua ho chiesto se potevo venire. Sei il primo, ho rifiutato tanti altri. Prima di venire qua ho chiesto». A chi? Vai a saperlo.
Siamo al dunque. Papà Antonio ha voglia di chiudere: «Repubblica non ci ha dato un euro, ci ha portato il pesce a casa. Abbiamo fatto una cenetta in famiglia, con Novella è tutta un’altra storia. Ci hanno pagato le foto e il pacchetto».
Un contratto? «No – risponde Gino –, devo fare una ricevuta. Ho scattato anche le foto con la mia nuova ragazza: Manuela. Ho fatto 18 pagine». Ma allora, l’esclusiva? «Non ti preoccupare», rassicura Gino. Ma ci sarà da firmare una ricevuta? «Basta che io ti firmo un foglio di carta... Dai, fammi un’offerta». Se no, niente intervista.

Ce la mette tutta, Gino: «Parliamo da guaglione a guaglione, non mi chiedere quanto mi ha dato Novella». Più di diecimila? «Poco meno di diecimila». E adesso?
La trattativa si sta arenando. Ora Gino sembra il Padrino: «Ci vuole rispetto e onore». «Dai – attacca papà Antonio – fammi un’offerta. Ci dai x e x. Quanto valgono su piazza le dichiarazioni dell’ex di Noemi?». È il mercato. Ma non ne vale la pena.
Rifiuto. Saluti. E, per questa volta, titoli di coda. Ma Gino non si dà per vinto: «Quanto mi dai per il disturbo?».
L’angelo custode si alza in piedi, allarga le braccia e recita il suo copione fino in fondo: «Discuti tutto con lui». Ma ormai c’è poco da aggiungere. Solo cinquecento euro. Gino conta le banconote, poi mette in tasca il malloppo. Noi paghiamo i quattro Crodini. «Salutami Noemi, ti chiedo un favore: puoi dire alla sua famiglia che non ce l’ho con loro. E mi dispiace per tutto quello che è successo».

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Bossi: "Casini è un pirla"


«I vecchi Dc stanno cercando di tornare, meritano solo legnate»
In Italia i «vecchi Dc» stanno cercando di tornare e per questo, secondo il leader della Lega Umberto Bossi, «meritano legnate». Si accanisce contro l’Udc dal palco allestito nella piazza principale di Reggio Emilia durante un comizio elettorale. Interpellato a margine su possibili comizi separati il 4 giugno a Milano della Lega e del Pdl, Bossi tergiversa: «Non so ancora niente». Parlando delle quote latte e del lavoro fatto in questi mesi in difesa degli allevatori, il leader della Lega si scaglia contro il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini: «Quando Casini e i suoi parlavano in Aula dei contadini li trattavano come se fossero dei ladri. Ma i ladri delinquenti, semmai - precisa - sono i vecchi democristiani che hanno creato le quote latte in cambio di un pò di finanziamenti per il Sud». Questo «è il passato che cerca di tornare. Non date un solo voto a quella gente lì che merita solo legnate. L’Udc e le nuove sigle mascherate sono il passato che cerca di tornare».Al leader dell’Udc, che in giornata ha dichiarato che nella maggioranza Berlusconi chiacchiera e la Lega comanda e questo è un danno per il Paese, risponde il diretto interessato: «Casini è un pirla» taglia corto Umberto Bossi giungendo a Reggio Emilia per un comizio elettorale.

Maroni propone la sospensione di Shenghen dal 18 giugno al 15 luglio


Il governo italiano ha proposto la sospensione del Trattato di Schengen, con il ripristino dei controlli alle frontiere dal 18 giugno al 15 luglio, in vista del G8 dell'Aquila. Lo ha detto il ministro dell'Interno in conferenza stampa dopo la riunione dei ministri Giustizia-Interno del G8.


Roma, 30-05-2009


Il Governo italiano ha proposto la sospensione del Trattato di Schengen, con il ripristino dei controlli alle frontiere dal 18 giugno al 15 luglio, in vista del G8 dell'Aquila. Lo ha detto il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, nel corso della conferenza stampa a conclusione della riunione dei ministri Giustizia-Interno del G8. "L'altro ieri - ha spiegato Maroni - ho mandato una lettera ai Paesi membri e non credo ci siano problemi ad accogliere nostra richiesta".
No ai detenuti di Guantanamo se non in carcere"Io sono personalmente contrario ad accogliere detenuti di Guantanamo, a meno che non ci sia la possibilità di trattenerli in carcere". Lo ha detto il ministro dell'Interno, Roberto Maroni. La richiesta all'Italia è arrivata dagli Usa nel corso di incontri bilaterale con l'attorney general degli Stati Uniti, Eric Holder.

Berlusconi: «Boomerang campagna contro di me, Pdl aumenta i consensi»


Il premier: «I giornali della sinistra fanno da scendiletto al Pd. Scrivete bene il mio nome sulla scheda»


VICENZA - «Gli ultimi sondaggi ci danno in continua crescita, grazie anche alla campagna contro di me che si è trasformata in un boomerang per la sinistra». Lo ha detto il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, intevenuto telefonicamente a un'iniziativa elettorale del Pdl a Vicenza. Il premier ha detto che il Pdl otterrà «un risultato pari o superiore al 40%, mentre gli ultimi sondaggi possibili indicavano cifre dal 43 al 45%». Il risultato elettorale consentirà al Pdl di essere il partito più forte del gruppo del Ppe al Parlamento europeo e di portare Mario Mauro alla presidenza dell'assemblea comunitaria.
«SCRIVETE BENE IL MIO NOME» - Berlusconi ha inoltre invitato i suoi elettori a scrivere bene il suo nome sulla scheda accanto al simbolo del partito. «Non volevo essere il candidato bandiera, ma mi hanno costretto. Se volete allora scrivete in bella grafia, sulla scheda anche il mio nome: Berlusconi. Cosa volete - ha detto scherzosamente il premier - la pubblicità è l'anima del commercio. Questa è l'applicazione di una legge che chiamo di mia zia Marina. Si metteva davanti allo specchio indossando un'abito e si diceva da sola in milanese 'Marina come sei bella, Marina come sei bella'. Quando le chiedevo 'zia, perché te lo dici da sola?' Mi rispondeva 'perché non me lo dice nessuno'».
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IMMIGRATI E SICUREZZA - «Siamo stati attaccati dall'opposizione con una campagna elettorale che ancora una volta si è basata sull'insulto, sull'aggressione personale, sulla giustizia a orologeria, sulle calunnie volgari che mi hanno rivolto, sposate in pieno da tutti i giornali della sinistra che fanno da scendiletto al Pd», ha affermato il Cavaliere, che poi ha parlato di immigrazione e del decreto sicurezza. «Abbiamo ritenuto che fosse importante opporci alla politica delle porte spalancate del precedente governo. Non siamo un Paese razzista, ma se non controlliamo questo fenomeno avremo una situazione che non può che esplodere. Siamo accoglienti verso chi vuole integrarsi, ma dobbiamo essere fermi verso tutti gli altri, anche per difendere la nostra gente che si lamenta a ragione».

La procura di Roma sequestra le foto scattate a Villa Certosa


Iscritto sul registro degli indagati per violazione della privacy e tentata truffa il fotografo Antonello Zappadu


ROMA - La procura di Roma ha disposto il sequestro di centinaia di foto scattate lo scorso Capodanno a Villa Certosa, in Sardegna, durante la festa del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, alla quale avrebbero partecipato decine di ragazze tra cui Noemi Letizia. Il sequestro, che sarebbe eseguito in queste ore, è stato ordinato dal procuratore Giovanni Ferrara e dal pm Simona Maisto che hanno iscritto sul registro degli indagati per violazione della privacy e tentata truffa il fotografo Antonello Zappadu, autore delle foto e di un altro servizio relativo anche alla festa di Capodanno del 2008.
LA DENUNCIA DI GHEDINI - Secondo quanto si è appreso a denunciare Zappadu è stato l'avvocato del premier Niccolò Ghedini dopo che anche il premier ha scritto al garante della privacy chiedendo il blocco degli scatti. All'attenzione dei magistrati c'è in particolare una mail nella quale Zappadu, proponendo l'acquisto delle foto a Panorama per oltre un milione di euro, avrebbe spiegato al settimanale che c'era un'altra proposta di acquistare il fotoservizio da parte del settimanale Gente, circostanza falsa secondo i primi accertamenti e da qui l'accusa di tentata truffa. Le foto sarebbero stati scattate da una terrazza e non autorizzate secondo la procura di Roma. Un esposto è stato presentato da Berlusconi anche al Garante della Privacy.
GHEDINI - La decisione della Procura di Roma «è assolutamente condivisibile e fa seguito ad una esplicita richiesta che noi avevamo avanzato». Lo dice il parlamentare del Pdl e legale di Silvio Berlusconi, Niccolò Ghedini: «la decisione della Procura dovrebbe chiudere la vicenda, anche se naturalmente la decisione spetterà all'autorità giudiziaria».
NESSUNA INDAGINE SU FRASI VERONICA - Al contrario non è stato aperto alcun fascicolo sulle frasi pronunciate da Veronica Lario, moglie del premier Silvio Berlusconi, riguardo ad una presunta frequentazione di «minorenni» da parte dello stesso Berlusconi. Lo afferma il procuratore della Repubblica di Roma, Giovanni Ferrara interpellato dall'Ansa. La circostanza è riportata sabato su qualche quotidiano ed era stata ventilata venerdì dal sito Dagospia che affermava che la dichiarazione della moglie di Berlusconi «verrebbe considerata come vera e propria «notitia criminis», ne seguirebbe l'atto dovuto dell'apertura di indagini il quale, a suo volta «potrebbe portare ad un avviso di garanzia anche prima delle elezioni europee». Il procuratore Ferrara ha spiegato che a Piazzale Clodio sono giunte «alcune mail anonime» nelle quali si fa riferimento ad articoli di giornale che riportano le affermazioni di Veronica Lario. «Si tratta di anonimi - ha spiegato il procuratore Ferrara - che come noto non vengono presi in considerazione». Niccolò Ghedini, deputato del Pdl e avvocato del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi su questa notizia ha detto già venerdì che si tratta dell'ennesimo diffamatorio tentativo pre-elettorale di delegittimare il presidente Berlusconi: «Nei confronti di tale ennesima, non vera, notizia diffamatoria saranno esperite tutte le azioni giudiziarie del caso».

venerdì 29 maggio 2009

Sorpresa, è Gino il guru del "Financial Times"

E così il Financial Times, con un serio e ponderato articolo, ha sferrato una dura critica alla politica economica dell’Italia in generale e di Berlusconi in particolare, definendolo «uno dei peggiori responsabili economici dell’Italia dal 1945». Il primo intento sarebbe stato quello di rispondere nel merito, ma poi uno sguardo più attento all’articolo consente di capire che forse non ne varrebbe nemmeno la pena, perché alla prova dei fatti il testo in questione si rivela essere una farsa, utile al massimo per fare quattro risate o per capire come il Financial Times, azionista di maggioranza del solito Economist, stia dando preoccupanti segni di squilibrio.L’indizio principale delle sciocchezze che scrive il signor Tony Barber (peraltro non nuovo a simili prodezze, dato che di lui si ricordano altri articoli su Berlusconi che sembrano scritti a quattro mani con Santoro) non è nemmeno tanto nascosto: quando in un testo economico si trova per ben tre volte il nome di Gino Flaminio, il testimone bufala di Repubblica sull’economicamente fondamentale «caso Noemi», con relativo collegamento ad un video di YouTube con un’intervista al medesimo Flaminio, dovrebbe suonare ben più di un campanello di allarme.Non va meglio dopo, quando un altro terzo di articolo se ne va per le solite assurdità sul processo Mills e cose che con l’economia non c’entrano nulla. Dopo aver quindi buttato due terzi del testo per simili amenità, ecco arrivare la tremenda accusa di essere il «peggior governante economico» dal 1945. E qui cadono veramente le braccia, perché il testo dal sito del FT rimanda, come fonte di questa pesante affermazione, nientemeno che a un blog italiano curato da tale «Ziobarbero» che riporta nient’altro che un commento dello scorso gennaio di un economista, che afferma che la crisi ha provocato per l’Italia la peggiore recessione da più di trent’anni. Ovviamente se si va a scorrere il sito dell’economista in questione (Edward Hugh) si trovano considerazioni analoghe per tutti gli altri Stati, tant’è vero che la sua analisi più recente è mirata alla Germania e si apre con la considerazione che, secondo lui, l’economia tedesca si trova nella peggiore situazione da quando si registrano i dati.Dobbiamo concludere quindi che per il Financial Times anche la Signora Merkel sia la «peggiore amministratrice dal dopoguerra»? Dato poi che le cose in Inghilterra non stanno meglio, anzi, e che lo stesso giornale economico registra per il Regno Unito «la peggiore recessione degli ultimi sessant’anni», dobbiamo attenderci un articolo dove Barber ci spiegherà che Gordon Brown è molto peggio di Berlusconi?Dovrebbe bastare questo per chiudere la questione, ma vogliamo fare almeno noi i seri portando all’«autorevole» Financial Times qualche numero.Nell’ultimo mandato di Berlusconi, dal 2001 al 2006, il rapporto deficit-Pil italiano, al netto delle una tantum inventate da Prodi, è calato dal meno 3,1 al meno 2,4 per cento, a fronte di un dato medio europeo per lo stesso periodo che ha, al contrario, fatto segnare un lieve peggioramento. Per lo stesso periodo il rapporto debito-Pil del nostro Paese è calato del 2 per cento a fronte di un indebitamento medio dell’Europa che è invece leggermente cresciuto. Anche se consideriamo il momento attuale, il tasso di crescita del debito italiano non è paragonabile a quello inglese che è in via di raddoppio.

Può essere che il Financial Times abbia nostalgia dei governicchi italiani che riuscirono a far raddoppiare il debito pubblico dal 62% del 1981 al 124% del 1994 lasciandolo come grazioso regalo proprio a Berlusconi, che in quell’anno vinse per la prima volta le elezioni. Gli italiani stanno ancora pagando il prezzo di quegli anni dissennati, per noi l’unico elemento di nostalgia è che allora il FT era ancora un quotidiano economico serio.

posta@claudioborghi.com

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Il Financial Times: "Premier italiano è pericoloso" La replica di Frattini: stampa cattiva e disonesta


Milano - E ci si mette anche il Financial Times. Sale in cattedra e alza il ditino. Sul futuro dell’Italia non aleggia l’ombra di un nuovo fascismo. Almeno quello no. Un sospiro di sollievo. "Berlusconi non è evidentemente Mussolini: ha squadroni di veline al seguito, non di camicie nere", ci rincuorano da oltremanica. Ma il capo dell’esecutivo italiano è "un uomo molto ricco, molto potente e sempre più spietato. Non un fascista, ma un pericolo, in primo luogo per l’Italia, e un esempio deleterio per tutti". FT: "Berlusconi non è Mussolini" E poi si ritorna alle precisazioni storiche. Il pericolo rappresentato dal presidente del Consiglio italiano è di "ordine diverso da quello di Mussolini", secondo il quotidiano economico londinese: "È quello del potere dei media che mina i contenuti seri della politica e li sostituisce con lo spettacolo. È quello di una spietata demonizzazione dei nemici e del diniego di garantire basi autonome ai poteri concorrenti. È quello di mettere una fortuna economica al servizio della creazione di un’immagine forte, fatta di asserzioni di infinito successo e sostegno popolare". Ce n'è anche per sinistra e giornalisti E la sinistra? Ci sono bacchettate sulle nocche delle mani anche per i laburisti nostrani. Il Ft mette sotto accusa anche "l’assenza" della sinistra, le "istituzioni deboli e talvolta politicizzate" e soprattutto "un giornalismo che ha accettato spesso un ruolo subalterno", tutti elementi che hanno reso così "dominante" la posizione del Cavaliere. E poi tocca all'Independent "Può una teenager far cadere Berlusconi?" Si intitola così il lungo articolo con cui il britannico The Independent ricostruisce in dettaglio il caso Noemi, ironizzando sul fatto che "gli italiani hanno sempre preso in giro l’ossessione dei media anglo-sassoni per le vite private dei ricchi e famosi, ma nell’ultimo mese i giornali italiani si sono occupati solo di una cosa: i rapporti tra il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ed una giovane donna di Napoli chiamata Noemi Letizia". "L’ironia è che in passato Berlusconi non ha mostrato nessuna ritrosia nell’esporre al pubblico la sua colorita e caotica vita privata" scrive Peter Popham che sottolinea come la vicenda non sia affatto "triviale". Ricordando come il quotidiano "La Repubblica" stia "nsistemente chiedendo a Berlusconi di fare chiarezza su Noemi" e come le ormai famose 10 domande siano ancora senza risposta, il giornale britannico afferma che "a 10 giorni dalle elezioni europee, c’è un rischio reale che il suo silenzio possa danneggiarlo nelle elezioni che dovrebbe vincere con facilità secondo i pronostici". La nazione è in pericolo "Vivere in Italia ora è come essere intrappolati in una colata di lava che lentamente ma inesorabilmente precipita lungo il fianco di una montagna" scrive ancora Popham, sottolineando che invece che ad una "rivitalizzata Seconda Repubblica, gli scandali delle tangenti degli anni ’90 hanno portato ad una "età di Silvio" ed a un lento ma costante degrado delle istituzioni democratiche del paese". E, conclude The Independent, se il primo ministro può "mentire così in modo così sfacciato che anche uno stupido può vedere che non dice la verità e non essere chiamato alle proprie responsabilità, allora la nazione è in pericolo".Frattini: "Stampa cattiva e disonesta" "Cattiva stampa" e soprattutto "disonesta" perchè i risultati del lavoro svolto dal governo italiano "sono sotto gli occhi di tutti". Cosi il ministro degli esteri Franco Frattini commenta il duro articolo nel quale il Financial Times definisce Berlusconi un "esempio negativo per tutti". "Rispetto sempre anche la cattiva stampa - ha detto Frattini - perchè è l’esercizio della libertà di espressione ma la tratto come cattiva stampa".

Parla la mamma Noemi: né io né mia figlia siamo le amanti del premier


"Non sono mai stata l'amante di Silvio Berlusconi, né lo è mai stata mia madre, la nonna di Noemi, e tantomeno mia figlia". Ad affermarlo a chiare lettere è Anna Palumbo, la mamma della 18enne di Portici, che chiarisce i rapporti della sua famiglia con il presidente del Consiglio: "Basterebbe la logica. Le pare, se fossi stata l'amante di Berlusconi, che vivrei in una casa di 75 metri quadri a Portici?". In un'intervista alla Stampa, la donna ricorda la vacanza della figlia in Sardegna, per il capodanno nella villa del premier: "Ho accompagnato mia figlia e Roberta all'aeroporto, non c'è niente da nascondere. È stata l'unica volta che è andata. Noemi è stata trattata con i guanti bianchi, non c'erano solo ragazze come è stato scritto, ma anche coppie e anche Pier Silvio, il figlio del presidente. Si cantava, ballava, mangiava. Insomma una festa normale e il giorno dopo mia figlia era già a casa".
REGALI. I regali di compleanno? "Nessuno. Noemi non ha avuto né oggetti, né tantomeno soldi". Anna Palumbo sottolinea che "anche oggi che è successo tutto questo Berlusconi continua a comportarsi da persona seria e da amico come è sempre stato".
L'INCONTRO CON IL PREMIER. Anna torna sulla conoscenza con Berlusconi, conferma la ricostruzione fatta dal marito. Una stretta di mano nel 1990 e poi l'incontro a piazza del Plebiscito, la lettera con le condoglianze per il figlio. "Due giorni dopo che si incontrarono mio marito gli regalò delle stampe antiche di Napoli, portandogliele a Roma, un pensiero che Berlusconi ha molto gradito". Quando le si chiede come mai neanche i parenti stretti conoscessero il legame con il premier, Anna spiega: "Solo due o tre persone ne erano a conoscenza perché Elio voleva evitare di essere subissato da richieste di aiuto da girare all'amico illustre". VERONICA. E a proposito di Veronica Lario aggiunge: "Non l'ho mai incontrata, solo ammirata da lontano. Non capisco sinceramente la sua reazione e non avrei problemi a parlarle da madre o da moglie. Vorrei farlo". Noemi rivela di vivere un periodo "davvero brutto", in cui "tutti mi danno la caccia per i loro interessi, per attaccare il presidente Berlusconi. Usano i giornali come armi". E ribatte: "Quando fa comodo sono una ragazzina, quando invece vogliono sono un'adulta su cui gettare calunnie. E non ho visto solidarietà femminile in questa storia". "Non posso uscire e non posso neanche contattare gli amici su internet, hanno clonato il mio web". Il suo manager Roberto Sabatino racconta che è sommerso di telefonate anche di famosi stilisti che la vogliono come testimonial. "Ma per adesso Noemi sta ferma".
ELIO LETIZIA. "Tentano di utilizzare anche i parenti contro di noi», dice Elio riferendosi a una intervista a sua cognata. "Alla zia di Noemi non c'è nulla da perdonare perché è vulnerabile come tutti noi", la assolve Elio Letizia. "Conosce solo parzialmente i fatti". E se la famiglia parla ancora è perché spera che così la vicenda si sgonfi. "Aspettiamo che torni la pace, soprattutto per mia figlia. Non è stato affatto facile per lei continuare a studiare, in questa situazione di assalto. Non è facile continuare a svolgere una vita normale. E noi siamo una famiglia normale".

Veronica Lario è stanca e disgustata. Ha capito che la tanto amatasinistra non è poi così meglio della destra, anzi...

Gira voce che Veronica sia stanca, che non ne possa più. Ha capito il male che è stato fatto a tutta la sua famiglia, figli compresi. Ha capito che non si può buttare a mare una vita intera per dei principi politici, per delle questioni d'orgoglio. Ma soprattutto è disgustata dal cinismo e dalla volgare strumentalizzazione che la sinistra ha fatto delle sue parole.
Ha capito che certe amicizie e certe attenzioni nei suoi confronti non erano del tutto disinteressate e non avrebbe mai voluto vedere le sue parole utilizzate per mere questioni di potere, per duelli rusticani tra destra e sinistra, per ammorbare il clima proprio in quel Paese che tanto ama e della famiglia che vuole difendere.
Ha messo in moto un meccanismo che non avrebbe mai voluto mettere in moto. Ha capito che la tanto amata sinistra non è poi così meglio della destra, anzi. E' attaccata al potere quanto e forse più della destra ed è disposta a tutto pur di riaverlo e questo a Veronica non piace sia che lo faccia la destra, sia che lo faccia la sinistra. Perché quanto accaduto, da sinistra in un mese, contraddice in pieno lo spirito e il senso più profondo delle parole da lei dette.
Non voleva né processi staliniani, né piazzali Loreto. La sinistra se vorrà tornare al potere dovrà farlo contando solo sulle proprie forze, come avviene in tutti i Paesi civili così tanto amati, senza sperare in gratuite scorciatoie.

http://www.affaritaliani.it/politica/veronica_290509.html

Cosa c’è dietro all’attacco del Financial Times a Berlusconi?


L’attacco del Financial Times a Silvio Berlusconi è di quelli che lasciano il segno, ma sarebbe un errore madornale ricondurlo all’ondata di sdegno innescata dal cosiddetto “caso Noemi”. Non esiste infatti popolo più pragmatico di quello inglese e non esiste inglese più pragmatico di chi lavora nell’ambito finanziario, a qualunque livello. La regola aurea è e resta una sola: business as usual. Il resto - alcove, ville, camere da letto, cene sociali o compleanni - da queste parti contano nulla. Tanto più che in questo momento la Gran Bretagna, scossa com’è da uno scandalo che vede deputati e deputate chiedere ai contribuenti il rimborso di mangimi per pesci rossi e Tampax, ha ben altro a cui pensare che unirsi alle schiera di indignati speciali per il presunto caso Lewinsky all’italiana.

Il motivo dell’attacco da parte del quotidiano della City è altro e ben più serio: la Gran Bretagna, intesa come sistema economico basato per i quattro quinti sul settore finanziario, teme come non mai l’isolamento e il ridimensionamento. L’asse renano Merkel-Sarkozy è ormai imperante, lo stesso Economist ne ha pagato il tributo tre edizioni fa con una copertina che lasciava ben poco all’interpretazione e Londra cerca una sponda, fosse anche soltanto per una pura operazione “di rottura”.

Il problema è che Silvio Berlusconi, mai molto amato Oltremanica, ha da un lato un rapporto privilegiato con quella Russia che dopo il caso Litvinenko e le accuse di spionaggio al British Council è sempre più nemico giurato del Regno Unito e dall’altro sembra ormai aver dato vita a un silenzioso appeseament verso l’asse franco-tedesco, come d’altronde dimostrano la sintonia fra i tre ministri delle Finanze in tema di regolazione dei mercati e il recente corteggiamento Fiat-Opel.

La Gran Bretagna ha paura, inutile negarlo. È di ieri la notizia che dalla fine del 2010, 1300 filiali bancarie - un decimo del totale in Inghilterra - riconducibili ai marchi Abbey, Bradford&Bingley e Alliance&Leicester cambieranno nome e diventeranno soltanto Santander, ovvero l’istituto spagnolo che le controlla. Centinaia di anni di attività bancaria britannica cancellati in un attimo: cambia poco a livello operativo ma non a livello di orgoglio. Inoltre il risiko dell’industria automobilistica europea potrebbe vedere proprio la britannica Vauxhall, controllata da GM Europe che a sua volta controlla Opel, pagare il prezzo più alto alle operazioni di fusione in atto: 5mila posti di lavoro potrebbero prendere il volo dopo le già disastrose operazioni messe in atto da Rover.

Di più, martedì il Daily Telegraph apriva le proprie pagine finanziarie con un commento che appariva una sentenza già dal titolo: «Siamo onesti, se non facciamo derivati, cos’altro possiamo fare?». Il concetto era chiaro: le nostre industrie, nonostante le tentazioni di Lord Mandelson di dar vita a una sorta di Iri in salsa britannica, sono disfunzionali e non competitive rispetto agli altri paesi europei e, soprattutto, ogniqualvolta lo Stato ha messo mano ha fatto disastri. «Non sarebbe meglio tornare ad amare la City», era la sconsolata ma lucida chiusura del pezzo.

Insomma, il Financial Times ha picchiato duro sull’anello debole dell’Ue perché sa che il momento è storico e la supremazia economica del Regno Unito, garantita appunto dalla centralità della City, è a fortissimo rischio. La crisi ha fatto evaporare le ricette da Chicago Boys che avevano trasformato i paesi dell’Est europeo in alleati convinti della Gran Bretagna in sede comunitaria, l’asse franco-tedesco punta all’egemonia, la Spagna si accoderà al carro dei vincitori per convenienza (le loro banche controllano molte di quelli inglesi ma disoccupazione e mercato immobiliare sono emergenze reali), la Tigre Celtica irlandese si è trasformata in un gattino impaurito e statalizzato: resta l’Italia, forte nella manifattura, esportatrice di ferro e soprattutto concorrente potenzialmente vincente di Francia e Germania.

Cercare di rompere l’idillio, questa è la necessità del Financial Times. Non certo ergersi a censore dei costumi di un caso patetico e miserabile che in troppi stanno caricando di significati e aspettative che non ha. La politica è altro. L’economia, poi, proprio un altro pianeta.

di Mauro Bottarelli - Il Sussidiario.net

Berlusconi attacca: «Giudici eversivi, vogliono ribaltare il voto»

«Ieri qualcuno si è scandalizzato perché ho parlato di grumi eversivi: sono assolutamente convinto»


L'AQUILA - Silvio Berlusconi, dopo quello di giovedì, ha ripreso il suo attacco ai giudici, durante un sopralluogo all'ospedale dell'Aquila. «Quando con delle sentenze basate sul ribaltamento della realtà si vuole ribaltare la decisione popolare e si vuole sostituire chi è stato eletto dal popolo», per governare, «questa si chiama con una parola sola: volontà eversiva e eversione». «È inutile che ancora dica che cosa penso di certe situazioni della magistratura», ha detto il premier conversando con i cronisti a margine di una visita per l'inaugurazione di alcuni padiglioni appena riaperti dell'ospedale dell'Aquila, chiuso per il terremoto del 6 aprile. «Giovedì - ha proseguito il presidente del Consiglio - qualcuno si è scandalizzato perché ho parlato di grumi eversivi: non faccio che dire ciò di cui sono assolutamente convinto».
UNO SFOLLATO: «FATTI PROCESSARE» - All'ingresso dell'ospedale uno sfollato ha attaccato il premier: «Fatti processare, non contestare i magistrati; e rispondi alle domande». «Ero qui per analisi - ha raccontato Bruno, che vive in una tendopoli - e ho visto un grande trambusto di polizia. Mi dispiace di aver fatto questa figuraccia davanti a tutti, ma mi chiedo: dove è l'opposizione? Sono tutti appecoronati».
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UNA SIGNORA: «GRAZIE» - Il Cavaliere, sempre guardato a vista dalle sue guardie del corpo, non ha risposto alle contestazioni e si è fermato dopo qualche metro per salutare una signora che gli si è avvicinata dicendo: «Silvio sei grande grazie di tutto». Assediato da una selva di telecamere e taccuini, il premier ha fatto un giro nei reparti dell'ospedale e prima di andar via ha salutato così i medici, gli infermieri e tutti i volontari che assistono gli sfollati: «Avete fatto dei miracoli, fate ben sperare. Grazie per il vostro lavoro».


NIENTE VOTO ANTICIPATO - Più tardi, Berlusconi è tornato a parlare smentendo di voler ricorrere al voto anticipato per reagire alle inchieste. A chi gli ha chiesto se una possibile risposta ai magistrati possa essere il ritorno alle urne, il premier ha risposto «no», alzando le braccia come per dire 'non aggiungo altro'.

http://www.corriere.it/politica/09_maggio_29/berlusconi_giudici_eversivi_voto_706f40f4-4c4b-11de-b7be-00144f02aabc.shtml

LETTERA APERTA DEL MINISTRO CARFAGNA AL QUOTIDIANO "CORRIERE DELLA SERA"


Carfagna: «In Aula c'è di tutto ma si accaniscono sul premier»Il ministro delle Pari opportunità: «Fa il bene del Paese. Il resto sono affari suoi»
Gentile Direttore, trascorso un anno da un attacco mediati­co di inaudita volgarità a cui sono stata sot­toposta, sono qui a fare alcune considera­zioni su vicende che in questi giorni ci so­no state date in pasto con una morbosità e un’ossessività che ricordano molto quelle che hanno riguardato la sottoscritta.Sono qui a dire la mia, se mi è consenti­to. Anche forte e fiera di un lavoro svolto, in soli dodici mesi, con impegno ed auten­tica passione in favore e a tutela dei sogget­ti più vulnerabili di questo Paese.Qualcuno è ancora convinto che io, gio­vane donna che dalla tv è passata alla poli­tica con Berlusconi, non abbia il diritto di parlare, non abbia nulla di sensato ed intel­ligente da dire. Ed invece vorrei osare così tanto. Mi sia consentito. Lo faccio perché ho testa. E cuore. Ho testa né più né meno di tanti pseudo-intellettuali che si ergono pomposamente a maestri di vita e di scien­za, di etica e di morale, che parlano e stra­parlano giudicando tutto e tutti pretenden­do di essere i padroni assoluti del vero.Certo, mi riconosco una buona dose di coraggio se sono qui, oso parlare e, di più, vorrei addirittura dare, sottovoce, ma molto sottovoce, un consiglio. Che è quello di fare un passo indietro, di ritorna­re al di qua di quel limite della decenza e del buon senso che è stato abbondante­mente superato.Insinuazioni pesanti e volgari hanno ac­compagnato la mia scelta sciagurata. Quel­la di una giovane donna che, dopo una (a dire il vero) assai insignificante carriera in tv ha deciso di accettare la sfida di fare politica con il partito di Berlusconi. Atten­zione. Giovane donna, televisione, Berlu­sconi.E qui casca l’asino! Perché se cambiando l’ordine degli ad­dendi il risultato è lo stesso, sostituendo anche uno soltanto degli addendi il risulta­to sarebbe ben diverso e comporterebbe la legittimità dell’impegno politico.Suvvia, siamo realisti. Il Parlamento vede tra i suoi banchi alcu­ni uomini dalle assai dubbie capacità poli­tiche. Ma nessuno si sorprende. L’Aula di Montecitorio è stata frequentata da perso­naggi condannati per banda armata e con­corso in omicidio, facinorosi violenti, con­dannati per detenzione e fabbricazione di ordigni esplosivi, protagonisti di risse e di indecorosi episodi di cronaca.Ma nessuno mai si è indignato. Onorevoli che candidamente hanno am­messo di prostituirsi prima di approdare alla Camera, altri che, durante il loro incari­co, sono stati sorpresi a contrattare per strada prestazioni con transessuali. Mai nessuno si è scandalizzato. Mai.Allora viene un sospetto. Che sia Berlusconi l’ingrediente indige­sto? Sì, è proprio così, Berlusconi indigna, scandalizza, inquieta. Forse è arrivato il momento di mettere un freno a questa follia collettiva, a questo vizio malsano, che qualcuno tenta di fo­mentare, di guardare e giudicare la politi­ca dal buco della serratura, di giudicare le persone per l’aspetto estetico e per il lavo­ro, seppur onesto, che hanno fatto in pas­sato. È assurdo, dopo anni di battaglie, è co­me tornare indietro quando i criteri seletti­vi per accedere alla politica erano il censo e il sesso.Forse è proprio il caso di dire che si sta­va meglio quando si stava peggio! Ed è sorprendente che le dichiarazioni e la persona dell’ex fidanzato di Noemi Leti­zia, condannato per rapina, secondo qual­cuno meritino più rispetto dell’impegno e della persona di una donna che ha l’unica colpa di aver lavorato in tv. Cosa è più gra­ve, mi domando, aver lavorato in tv o esse­re stato un rapinatore? Quanto tempo do­vrà passare ancora perché chi ha lavorato nel mondo dello spettacolo possa essere trattato almeno come un ex rapinatore o un ex detenuto?Credo che si sia superato il limite del buon senso e tutti abbiamo responsabilità e doveri. A cominciare dalla politica che deve ispirarsi a criteri di rigore e di serie­tà. Quei criteri che hanno indirizzato l’atti­vità di un governo che ha risolto gravi emergenze e problemi quotidiani con tem­pestività ed efficacia, grazie ad un presi­dente del Consiglio che è riuscito non solo ad interpretare le speranze e i sogni degli Italiani, ma anche a tradurli in realtà. Que­sto, quello delle cose realizzate per il bene del Paese, è il terreno di confronto sul qua­le vogliamo misurarci e di cui deve rispon­dere agli italiani il presidente Berlusconi. Un leader mai prepotente o arrogante, con­sapevole di una innata capacità seduttiva che ha usato a fini di ricerca del consenso e non per scopi morbosi. Un uomo leale, perbene e rispettoso. Una persona di garbo e gentilezza, doti che qualcuno vorrebbe declassare a mera finzione e che invece sono autentiche. E, lasciatemi pure dire che, in un mondo po­polato da gran cafoni, sono qualità rare ed invidiabili. Il resto, tutto il resto, sincera­mente sono affari suoi. O, almeno, così do­vrebbe essere in un Paese «normale».So che ho ben poca esperienza, ma cre­do di averne quanto basta per auspicare che l’Italia diventi un Paese «normale», do­ve chi fa politica viene giudicato per ciò che fa e chi governa per come governa. Per fare questo, però, c’è bisogno di uno sfor­zo di volontà da parte di tutti. Forse è arrivato anche il momento che chi trascorre le sue giornate a criticare e a farci lezione, scenda dalla sua cattedra di cartapesta, si sporchi le mani con i pro­blemi veri e con le questioni che vera­mente interessano alla gente e dia il suo contributo alla crescita e allo sviluppo dell’Italia. Qualcuno lo troverà più noioso, ma sa­rebbe sicuramente più proficuo. Il Paese ne avrebbe un gran vantaggio. La qualità e il livello dell’attività politica, che qualcuno si diverte a far scadere verso il basso, ritroverebbero dignità e centralità.
Mara Carfagna, ministro per le Pari opportunità (Pdl)
Non credo ci sia da aggiungere altro alle parole della ministra, dico solo che queste sono parole di chi ragiona da politico e non da starlete della tv a cui spesso la persona della ministra affibiata.
Credo che molti dei nostri politici avrebbero molto da impare da questa donna che non abbandonandosi alle bassezze della politica attuale a risposto ai suoi dettratori lavorando per l'intaresse del paese e dell'incarico che a essa e' stato affidato.
Credo che di questo il paese abbia bisogno e non dal clima da gossip che in questo periodo preelettivo stiamo vivendo ma di ministri che lavorino per il bene del paese.
Luca Marinoni

giovedì 28 maggio 2009

Berlusconi: mai rapporti con minori Se li avessi avuti mi sarei dimesso

Lo dice chiaro e tondo, e spera che tutti abbiano le orecchie bene aperte. Lui, con Noemi, non ha mai avuto rapporti piccanti. E se li avesse avuti, si sarebbe già dimesso. Punto e basta. Ora, chiaramente la sinistra gli darà del bugiardo. Ma questa è la versione di Silvio: la ragazzetta di Casoria non è una donnina del Cav. Lo ha detto a Palazzo Chigi: "Io non ho mai più detto niente di niente. Ho risposto da subito alla sola domanda se avessi mai avuto rapporti piccanti. E ho risposto: Assolutamente no. Ci ho messo anche il carico del giuramento sui miei figli. Non ho mai più detto assolutamente niente. E invece guardate che cosa tocca leggere su certi giornali...".

http://www.libero-news.it/webeditorials/view/1225

Piu' chiaro di cosi'..............

Ghedini: «L'harem di Berlusconi? Ricostruzioni di assoluta fantasia»


«Azioni legali contro il settimanale»


Il legale del premier annuncia querele a L'Espresso che replica confermando la ricostruzione e le fonti


MILANO - Un'altra festa nella villa di Berlusconi. Prima di quella alla quale partecipò la giovane Noemi Letizia. La telenovela a base di gossip e politica si arricchisce di un nuovo capitolo. E di nuove polemiche. È "L'Espresso" a ricostruire i festeggiamenti che sarebbero stati organizzati per l'ultimo giorno dell'anno del 2007 nella residenza in Sardegna del premier: in un articolo basato su testimonianze raccolte «dietro garanzie dell'anonimato», il settimanale parla di 50 ragazze tra i venti e i trent'anni portate con aerei privati a Villa Certosa: gioielli in regalo, shopping pagato, pranzo in pizzeria con il presidente del Consiglio e l'accompagnamento della chitarra di Mariano Apicella. Poi due ore di chiacchierata sulle questioni politiche (in cui Berlusconi «se la prende anche con Fini»), quindi via ai festeggiamenti per l'ultimo dell'anno, con canti, balli e bagni nella piscina riscaldata.GHEDINI: «FANTASIE» - Immediata la replica di Niccolò Ghedini, parlamentare Pdl e legale di Berlusconi. «Le notizie apparse quali anticipazioni di un articolo che dovrebbe essere pubblicato nel prossimo numero del settimanale 'L'Espresso' sono destituite di ogni fondamento - si legge in una nota - e saranno oggetto di tutte le azioni giudiziarie del caso. Trattasi di ricostruzioni di assoluta fantasia asseritamente narrate da anonimi e non riscontrabili frequentatori di Villa Certosa e del Presidente Berlusconi che saranno facilmente smentibili nelle sedi appropriate. Vengono addirittura riportate sintesi o stralci di conversazioni telefoniche che sono, come già accaduto in un recente passato, del tutto inesistenti e inventate». «Conversazioni siffatte - prosegue Ghedini - non sono mai esistite e gli interlocutori citati potranno ampiamente testimoniarlo. E del resto non è dato comprendere come L'espresso' potrebbe essere in possesso di intercettazioni mai depositate e ad oggi completamente distrutte dall'autorità giudiziarie». L'ESPRESSO CONFERMA - «L'Espresso - fa sapere in una nota il settimanale - conferma la ricostruzione pubblicata sul numero in edicola venerdì. Contrariamente a quanto dichiarato dall'onorevole Ghedini, le intercettazioni telefoniche riportate da L'espresso esistono e sono state fedelmente trascritte. La conversazione tra Silvio Berlusconi e Evelina Manna è depositata agli atti della richiesta di archiviazione della Procura di Roma: non ne è stata chiesta la distruzione perché ritenuta un elemento che scagiona Berlusconi dall'accusa di corruzione. La conversazione numero 794 di Guido De Angelis è stata depositata alle parti nel procedimento per corruzione della procura di Napoli: da un anno è nella disponibilità di almeno cinque avvocati, incluso l'onorevole Ghedini».

L'harem di Berlusconi, un'altra delle porcate gosssippare del gruppo la repubblica-l'espresso


di Peter Gomez e Marco LilloJet privati, gioielli in regalo, gettone di presenza e shopping offerto. Così 50 ragazze sono state radunate per il Capodanno di Villa Certosa. Dove il Cavaliere le ha intrattenute tra politica, canti e balli
Prima la visita guidata alle meraviglie segrete della tenuta: l'anfiteatro dei cactus, le migliaia di hibiscus, il lago delle palme, le 85 diverse erbe officinali dell'orto della Salute. Poi il pranzo in pizzeria, quella interna al parco, s'intende, allietato dalla chitarra di Apicella. Dopo il pranzo ecco il "corso di politica",in attesa di potersi sfogare con lo shopping, a spese del padrone di casa, nei centri commerciali della costa. Quindi, a chiudere, tradizionale cenone con tanto di fuochi di artificio. ASCOLTA: L'intercettazione della telefonata Berlusconi- Evelina Manna Quando, la mattina del 31 dicembre 2007, Silvio Berlusconi in persona aveva illustrato alle sue ospiti, arrivate da Roma e Milano con voli privati, quello che sarebbe stato il programma della giornata, tra le 50 ragazze presenti è partito l'applauso. Come in un sogno alla "pretty woman" l'uomo più potente e ricco d'Italia stava invitando quell'eterogeneo gruppo di veline, attricette, ragazze immagine e hostess, ad abbeverarsi alla sua scienza, a mangiare alla sua tavola e a far compere attingendo direttamente dal suo portafoglio. Cose da Mille e una notte. O se preferite da Sultano. Ecco, se si vuole davvero capire perché Veronica Lario, annunciando il suo divorzio, parlasse di "divertimento dell'imperatore", di "vergini che si offrono al drago" e di un paese che "per una strana alchimia" permette tutto al suo capo, si può partire da qui. Dai racconti sull'ultimo dell'anno 2007 a villa La Certosa, registrati da "L'espresso" dietro garanzia di anonimato, e da quelli sulla corte di giovani donne di cui si circonda il Cavaliere. Ragazze tra i venti e i trent'anni, in mezzo alle quali - è accaduto, cinque mesi fa, per il Capodanno 2009 - si ritrovano a volte anche minorenni, come la pupilla del premier Noemi Letizia e la sua amica del cuore, Roberta. Con loro Berlusconi dà il meglio di sé. Fa battute, si spreca in gentilezze e galanterie. A ognuna consegna un kit di doni: due braccialetti in onice a forma di tartaruga (simbolo di villa Certosa) per caviglie e braccia; un anello d'argento; il ciondolo a forma di farfalla, segno ormai nemmeno troppo segreto delle amiche del premier; un anello e un sottile braccialetto d'oro. Tutti monili estratti da un sacchetto che il Cavaliere fa tintinnare.
Lo spirito è a metà tra il goliardico e la riunione da villaggio vacanze. Le ragazze ridono e si divertono. Per parecchie di loro è un lavoro. Tra le 50 ospiti di villa La Certosa, almeno una ventina hanno garantita una sorta di diaria da 1.500 euro al giorno. Per tutte poi, prima della notte di Capodanno, è stata organizzata una visita agli shopping center della zona dove gli uomini della sicurezza del leader del Pdl coprono le spese delle ospiti fino a 2 mila euro. Infine, una volta rientrate a Punta Lada, le ragazze si dividono a gruppi di cinque nelle varie dépendance, mentre le ospiti più vicine al premier sono alloggiate nella tenuta di Paolo Berlusconi, in quei giorni assente. Nei racconti raccolti da "L'espresso" più che i particolari sulla festa, con i bagni nella piscina riscaldata, i balli e l'ovvio trenino finale, colpisce comunque la descrizione delle ore precedenti. Nel pomeriggio infatti, come in un'anticipazione dei corsi tenuti a Palazzo Grazioli per selezionare le candidature alle europee, Berlusconi ha illustrato per due ore alle sue ospiti i segreti della politica. Eravamo quasi alla vigilia della caduta del governo Prodi. Il Cavaliere, però, ricorda una testimone, se l'è presa anche con l'allora leader di An, Gianfranco Fini. Ma da chi era composta in quei giorni la corte del premier? Le fonti sono concordi nell'indicare tra i presenti il cantante Mariano Apicella, il produttore di fiction Guido De Angelis, l'attrice Camilla Ferranti, le gemelle Ferrera, già meteorine del tg di Emilio Fede, la numero uno del reality trash "Un, due, tre... stalla" Imma Di Ninni, una ex del "Grande Fratello" e due vincitrici del concorso di miss Albania in Italia.
Ecco un'altra delle porcate con cui il gruppo editoriale la repubblica- l'espresso vuole screditare il presidente del consiglio.
Ora io dico che avendo ascoltato la telefonata recitata tra' il premier e la suddetta signorina non trovo nulla di male in cio' che nella famigerata telefonata si dice.
Come se in Italia la raccomandazione fosse una cosa fatta solo da Berlusconi! Ma io dico, aparte il fatto che in quel periodo Berlusconi non ricopriva la carica di Premier ed inoltre nel mondo dello spettacolo non e' una novita' che giovani attrici si facciano aiutare da personaggi del calibro di Berlusconi. Lui la proposta non ha obbligato nessuno ad assumerla quindi credo che come al solito sia una manovra diversiva degli avversari del premier che chissa come mai, fanno saltare fuori queste notizie ogni volta che si avvicinano la elezioni.
E' una chiara manovra di una opposizione che non avendo argomenti validi si avvale di queste porcate aiutati dal gruppo del sig De Benedetti noto imprenditore tesserato del PD per screditare la figura del premier.
Ora siccome io ritengo gli italiani persone intelligenti mi auguro che da questo fatto capiscano ancora di piu' con che razza di farabutti abbiamo a che fare e traggano le conseguenze il 6 e 7 giugno votando per la parte politica che non fa gossip ma fa gli interessi del paese.
Luca Marinoni

mercoledì 27 maggio 2009

Franceschini: «Fareste educare i figli da Berlusconi?». L'ira della famiglia


Pier Silvio: «Ma come si permette?». Marina: «Dovrebbe vergognarsi». Luigi: «Orgoglioso dei valori familiari»


ROMA - Prima l'intervento di Franceschini, poi l'ira dei figli di Silvio Berlusconi. «Fareste educare i vostri figli a un uomo come Silvio Berlusconi?» aveva dichiarato il segretario del Pd . E subito dopo è arrivata la replica dei figli del premier. «Ma Franceschini come si permette? Forse sbaglio a prendere sul serio una battuta di così pessimo gusto. Ma anche alla campagna elettorale c'è un limite». Così Pier Silvio Berlusconi, vicepresidente Mediaset. Poco dopo rispondeva anche Marina Berlusconi, presidente di Fininvest e Mondadori che diceva: «Franceschini dovrebbe vergognarsi. Chi gli dà il diritto di giudicare Silvio Berlusconi come padre? Con le sue parole offende anche me come figlia. Una figlia profondamente orgogliosa del padre che ha e dei valori che mi ha trasmesso. Sarei felice per i figli di Franceschini se avessero un padre come il mio»». E successivamente arrivava anche la replica di Luigi Berlusconi, l'ultimogenito del Cavaliere: «Sono contento e orgoglioso dell'educazione che ho ricevuto e dei valori che mi sono stati trasmessi dalla mia famiglia. Non vedo perchè la politica si permetta di giudicare Silvio Berlusconi come padre. Si tratta di piani diversi che non dovrebbero essere mai sovrapposti». Luigi poi rilasciava anche una dichiarazione congiunta con Barbara, Eleonora, le altre due figlie del premier e di Veronica Lario. «Non tutto - sottolinea la nota- si può sottoporre ad un sondaggio. Alla domanda se un padre sia capace ad educare un figlio gli unici in grado di rispondere sono i figli stessi. La politica non dovrebbe sconfinare in giudizi relativi al ruolo di padre, che con la politica nulla hanno a che vedere. Riteniamo di essere stati cresciuti ed educati in un ambiente famigliare equilibrato e ricco di valori».FRANCESCHINI - Il leader Pd, durante un tour elettorale in Liguria, sì era espresso con queste parole: «Non c'è dubbio che Berlusconi sia un imprenditore e un politico di successo, ricco, furbo e potente. Ma alle italiane e agli italiani vorrei rivolgere una semplice domanda: fareste educare i vostri figli da quest'uomo? Chi guida un Paese ha il dovere di dare il buon esempio, di trasmettere valori positivi».
LA REPLICA - «Io, proprio io - continua Pier Silvio -, sono stato educato da Silvio Berlusconi. E i miei valori sono i suoi. Amore per il lavoro, generosità, tenacia e rispetto per gli altri. Quel rispetto che Franceschini dimostra di non conoscere». In precedenza, Verdini, coordinatore nazionale del Pdl, ha parlato di calunnie e veline come modello educativo del Pd mentre Capezzone aveva ravvisato nelle parole del leader Pd «odio e violenza». Bonaiuti, portavoce del premier, parla di «battuta pesante. Franceschini chieda scusa al premier e ai figli».
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LA PRECISAZIONE DEL LEADER PD - «Ho visto la reazione indignata di Pier Silvio Berlusconi e mi dispiace che abbia male interpretato le mie parole. Se le riascolta vedrà che non ho mai espresso, nè lo farò, alcun giudizio su di lui e la sua famiglia. Ho parlato di valori che un uomo pubblico deve trasmettere al paese» ha pero successivamente replicato Franceschini. IL PD - «La destra insulta Franceschini; non occorre nessun guru per capire che il centrodestra sta perdendo la testa. Il fuoco di dichiarazioni offensive contro il capo dell'opposizione testimonia del fatto che l'iniziativa di Franceschini ha colto nel segno», afferma Andrea Orlando, portavoce del Pd. «Il segretario del Partito Democratico - aggiunge - si limita a porre questioni che in qualunque normale democrazia avrebbero già avuto una risposta».